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e-FARCORO 2-2017

FARCORO è la Rivista Musicale di AERCO, l'Associazione Emiliano Romagnola Cori

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S.B.B. Bruno temeva soprattutto ‘la noia’ in musica. Le<br />

varietà dei timbri, dell’agogica, degli impasti strumentali,<br />

delle stasi e delle tensioni erano una sua autentica<br />

necessità di espressione. «Ascoltate Beethoven, Brahms»,<br />

diceva, «Loro vi inchiodano alla sedia fino all’ultimo<br />

accordo, senza mai stancarvi. Ascoltate il teatro di Puccini,<br />

anche lui sa bene come prendervi per la collottola, non<br />

si conosce noia con lui! Ascoltate come prepara le scene,<br />

sempre nuove, sempre diverse, ma sempre consequenziali<br />

a cellule musicali presentate all’inizio dell’opera, senza che<br />

ve ne siate accorti!»<br />

F.B. Che cosa lo affascinava nello scrivere musica per coro?<br />

Le sue composizioni corali, sia sacre sia profane, non<br />

sono sempre di facile studio ed esecuzione da parte dei<br />

nostri cori italiani. La sua musica è sempre di alto profilo<br />

artistico. Richiede moltissima attenzione e competenza<br />

artistica, timbrica e vocale e allo stesso tempo anche<br />

tanta partecipazione espressiva, affettiva ed emotiva. Che<br />

rapporto aveva Bettinelli coi cori e col nostro movimento<br />

corale italiano?<br />

S.B.B. La musica per Coro e il Coro stesso erano una sua<br />

passione costante. Ho trovato tra i suoi lavori di scuola<br />

molte esercitazioni: nello stile del Madrigale, nello stile<br />

della Canzona, nello stile del Mottetto, ecc, ecc.<br />

E poi non va dimenticato che Bruno era un alpino! E si sa il<br />

Canto Corale e l’Arma degli Alpini vanno a braccetto! Era<br />

sempre felice di scrivere per Coro, sentiva profondamente<br />

l’aggregazione delle voci e il formarsi quasi miracoloso<br />

di un’anima musicalmente nuova, unica, speciale, quasi<br />

magica. Bruno era sempre in contatto con molti amici<br />

Direttori di Coro, ai quali dava sempre copia dei suoi lavori<br />

ancor prima che venissero stampati. Recentemente sono<br />

stati editi i madrigali che Bruno scrisse pochi mesi prima<br />

di venire a mancare. Si divertiva ad armonizzare le melodie<br />

popolari, o della tradizione alpina su richiesta del Coro<br />

della S.A.T. di Trento (era grande amico di Silvio Pedrotti)<br />

e A.N.A. di Milano.<br />

F.B. Posso chiederti se sai a quale composizione corale lui<br />

era più affezionato e per quali ragioni?<br />

S.B.B. Era molto affezionato alle sue due Cantate per Coro<br />

e Orchestra: ‘Sono una creatura’ su poesie di Ungaretti e<br />

‘La terza cantata’ su un sonetto di Tommaso Campanella.<br />

Diceva che di fronte alla grandezza di questi due sommi<br />

poeti solo il Coro con i suoi infiniti mezzi espressivi,<br />

e non le voci solistiche, avrebbe potuto esaltare con<br />

completezza, la profondità dei significati ora lirici ora<br />

drammatici, di quei nobilissimi versi poetici.<br />

Ma anche il ‘Dittico ambrosiano’, La ‘Missa Brevis’ e<br />

legiovanili ‘Tre espressioni madrigalistiche’ erano tra i lavori<br />

che ricordava con tenerezza e che sentiva ‘ben riuscite’.<br />

BRUNO BETTINELLI | 25

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