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e-FARCORO 2-2017

FARCORO è la Rivista Musicale di AERCO, l'Associazione Emiliano Romagnola Cori

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disciplina, rispetto dell’altro, coscienza di sé e del proprio corpo, cultura, capacità di<br />

esprimere le emozioni le più diverse, l’autocontrollo, il benessere psico-fisico, il sentimento<br />

che intenerisce l’anima, scioglie il cuore e regala serenità.<br />

Più sopra dicevo della voce armonica; quel nostro che ne produce altri: gli armonici.<br />

Gran cosa poterli riconoscere. Sperimentare proprio nel coro: ne guadagnerebbe anche<br />

l’intonazione della voce, l’educazione dell’orecchio e la corretta esecuzione delle relazioni<br />

nella scrittura polifonica. Nei nostri cori forse manca questo tipo di formazione ed<br />

educazione che sta sempre più diventando necessaria e coerente per godere del proprio<br />

strumento e per meglio interpretare qualsiasi pagina musicale.<br />

La forza terapeutica degli armonici e delle risonanze interne hanno dato vita a molteplici<br />

ricerche sulla voce e sulle sue proprietà: la creatrice della Psicofonia, la francese Marie-<br />

Luise Acher, qualche decennio fa ha visto nell’uso della voce il modo per sperimentare<br />

sensazioni ed emozioni e dare vita ad un percorso di crescita personale. Le vibrazioni<br />

della voce creano un massaggio interno che allenta le tensioni e regala un benessere che<br />

arriva alla mente. Nello sviluppo della propria vocalità più ampia è la gamma dei suoni<br />

(armonici) maggiore è la possibilità di star bene. Insomma imparare ad usare la voce per<br />

stare bene, ma anche per far star bene gli altri: ecco la voce artistica, la voce dell’artista<br />

del coro (sia esso amatoriale o professionale), del solista , dell’attore.<br />

Nella nostra coralità amatoriale, dove esistono delle realtà che per valore e impegno<br />

spesso superano quelle professionali, è sempre più difficile attirare l’interesse dei giovani<br />

che si potrebbero salvare dalla crescente profanazione della propria voce – la tifoseria<br />

da stadio, la frequenza di locali dove per farsi ascoltare bisogna urlare, l’abuso di fumo e<br />

alcool, vestire svestendosi anche quando il meteorologo suggerirebbe il contrario, passare<br />

da ambienti molto accaldati, magari sudati, ad ambienti freddi e magari esposti a correnti<br />

d’aria senza adeguate precauzioni.<br />

Quanto sopra, se può interessare, riguarda la così detta igiene vocale, che rientra solo nei<br />

programmi delle Scuole di Canto dei Conservatori e Istituti musicali. Il compito resta sì<br />

alla scuola, alla famiglia, ma pure agli insegnanti di canto, ai maestri di canto, ai direttori<br />

di coro, agli educatori e a tutte quelle realtà culturali e musicali che ancora si dedicano<br />

alla promozione della coralità. Anche nella scuola, sia primaria che secondaria, il coro<br />

rappresenta una fase importante e necessaria, per quanto sin qui detto, della formazione<br />

globale della persona. Ma non chiamiamola esperienza corale se non è guidata da insegnanti<br />

preparati e consapevoli di mettere le mani sul corpo e la psiche dei ragazzi i quali grazie<br />

al loro intervento possono amare il canto come odiarlo definitivamente. A quanto pare<br />

occorrono insegnanti appassionati, preparati non solo musicalmente e soprattutto nella<br />

didattica di base (alfabetizzazione musicale), ma, di più, capaci di usare la propria voce,<br />

averne una sufficiente coscienza per poi saper guidare i propri coristi in un cammino di<br />

ricerca. Oggi abbiamo a disposizione diverse modalità di approccio, anche per i nostri<br />

cori, ad una voce cantata corretta, cosciente e consapevole. Basta guardarsi attorno e<br />

accorgersi che qualche altra realtà corale ha cambiato in meglio la propria immagine<br />

vocale. Bussare alla loro porta e chiedere dove possono aver attinto tanto benessere: dal<br />

proprio direttore e da aiuti esterni?<br />

Avviare qualcuno alla ricerca della propria voce significa aiutarlo a trovare dentro di<br />

sé delle latenti potenzialità, a provare delle particolari e nuove sensazioni, a rimuovere<br />

della barriere interiori, a percepire con orecchio diverso quanto il nostro quotidiano ci<br />

impedisce di sentire a causa dello stress, dei condizionamenti ambientali e la rumorosità.<br />

Migliorare la vocalità del cantore gli consente di usare la voce senza forzarla, senza piegarla<br />

all’esigenza di sentirla ‘forte’. Non a tutti è dato diventare dei Pavarotti, dei Del Monaco<br />

o dei Bruson. Ognuno di noi è un unicum nella sua personalità vocale (non entro nel<br />

merito della musicalità); sta di fatto invece che una certa scuola vorrebbe sfornare voci ad<br />

imitazione di quello o quell’altro modello perché il repertorio lo richiede, perché il Teatro<br />

cerca quelle voci (Rossiniane, Verdiane, Pucciniane,ecc). Mi pare che ancor prima di Rossini,<br />

‘La nostra voce<br />

è uno strumento<br />

straordinario di<br />

identificazione<br />

della persona;<br />

è come<br />

mostrassimo la<br />

nostra foto, un<br />

documento di<br />

identità’<br />

38 | TECNICA

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