e-FARCORO 2-2017
FARCORO è la Rivista Musicale di AERCO, l'Associazione Emiliano Romagnola Cori
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Suggerimenti per l’esecuzione<br />
All’inizio della partitura ci si pone di fronte alla scelta<br />
di come ‘staccare’ il tempo dell’esecuzione. Bettinelli<br />
scrive Allegretto (160 al quarto) e aggiunge quasi in uno,<br />
nonostante la composizione sia scritta in 3/4.<br />
Vista la velocità richiesta e la scorrevolezza, che<br />
si comprende anche dalla lettura della scrittura<br />
contrappuntistica del brano, staccare il brano in tre<br />
movimenti, risulterebbe sicuramente più meccanico e<br />
macchinoso. Il tempo ternario, tra l’altro, nella musica<br />
antica si staccava, infatti, in unico movimento.<br />
Dal punto di vista vocalico, la scelta di un timbro naturale, a<br />
piena voce, ma certamente non troppo lirico, risulterebbe<br />
più ottimale e consentirebbe di eseguire un fraseggio più<br />
adeguato e congeniale alla scrittura di questo brano, di<br />
carattere così scorrevole e ‘madrigalistico’.<br />
Alla lettura, dal punto di vista contrappuntistico, e<br />
all’ascolto si connota una sorta di ‘freschezza’ e anche<br />
‘scorrevolezza e leggerezza’, per il suo fraseggio, per la<br />
brevità del pezzo, per l’assetto armonico – in sintonia<br />
evidentemente anche con la giovane età del compositore<br />
in cui ha scritto questo brano – del modo di comporre di<br />
Bettinelli.<br />
Il brano è una sorta di ‘acquerello’ (non in senso<br />
semplicistico) che richiede un atteggiamento al canto<br />
molto aperto e animativo, perché si realizzi artisticamente<br />
compiutamente l’esecuzione corale. L’aspetto così<br />
gioioso, spensierato, ma anche in alcuni punti sensuale –<br />
soprattutto nelle battute anacrusico di 50-55 sulle parole:<br />
‘movendo sì soave la sua bocca’ e battute anacrusico di<br />
64-fine brano sulle parole: ‘nel cor mi tocca’ – immerso<br />
nella natura e nei colori del mese primaverile di maggio,<br />
ben rappresentato sia dal testo di Boiardo sia dalla musica<br />
di Bettinelli, dovranno essere il filo conduttore su cui<br />
vertere tutte le attenzioni espressive ed esecutive del<br />
coro.<br />
Un ultimo suggerimento è sulla dislocazione del coro.<br />
Essendoci parti a doppio semicoro, si potrebbe pensare<br />
anche ad un assetto diviso in sezioni maschili da una parte<br />
e sezioni femminili dall’altra, visto che sono, soprattutto<br />
nelle prime frasi e alla fine, in continuo dialogo. Questo,<br />
all’ascolto, creerebbe un effetto stereofonico e anche<br />
teatrale particolarmente suggestivo.<br />
Concludiamo lasciando alcune importanti dichiarazioni,<br />
come testimonianze. La prima di Gian Nicola Vessia,<br />
che ha curato e ha lavorato all’edizione di tutta l’ultima<br />
produzione mottettistica di Bettinelli, tratta dalla<br />
presentazione del fascicolo Polyphonia n. 15 dell’Edizioni<br />
Carrara pubblicato nel 1994:<br />
«[...] Uomo dalla forte tempra morale, la figura di Bettinelli<br />
si potrebbe ascrivere a quella di rappresentante di un<br />
neoumanesimo, di musicista impegnato nella continua<br />
ricerca di un linguaggio realizzato (per quanto attiene la<br />
musica per strumenti) sulle basi di un libera atonalità che si<br />
estrinseca al di fuori di schemi precostituiti troppo spesso<br />
vincolanti.<br />
Di questo tipo di linguaggio, s’intende, non v’è traccia nella<br />
musica corale di questo autore, poiché la<br />
voce umana, com’è noto, ha necessità di un altro<br />
trattamento per poter conseguire una valida e intensa<br />
espressività, strettamente aderente al contenuto dei testi.<br />
[...] Si tratta spesso di una musica sofferta perché,<br />
stratificandosi e sovrapponendosi la ricerca armonica con<br />
l’impalcatura contrappuntistica e la tecnica della variazione<br />
continua, ne risulta un senso di tensione che Bettinelli sa<br />
poi magistralmente sciogliere fino alla conclusione di un<br />
disegno preordinato ed emotivamente coinvolgente.»<br />
La seconda è tratta dalla presentazione di Giovanni Acciai<br />
dal titolo ‘Tra continuità e innovazione: i Madrigali di<br />
Bruno Bettinelli’, scritta per i ‘Sette Madrigali a cinque<br />
voci’ (composti tra il 1993 e il 1995) editi da Suvini Zerboni<br />
per la collana ‘I Quaderni della Cartellina’ nel 1996:<br />
«Figlio di un’epoca divisa tra pericolose fughe in avanti<br />
34 | Analisi