Kitesoul Magazine #21 Edizione Italiana

iculum alle aziende nautiche quando ho incontrato
F-One e ho subito apprezzato l'atmosfera del brand
ed ero motivato a lavorare con Raphael e Robert Graham.
Da ragazzo praticavo windsurf quindi ero pronto
a gettarmi nel mondo degli sport acquatici. È stato
un cambiamento piuttosto importante rispetto
all'industria delle barche a vela. Credo che la differenza
maggiore è che qui si realizzano dispositivi più
piccoli ma in grande numero. Ogni settore naturalmente
presenta un certo tradizionalismo ma apprezzo
il modo dinamico di affrontare il lavoro da parte di
F-One. La cosa che mi piace di più è che posso lavorare
alle tavole da kite, ai SUP e ai foil in una stessa
giornata. Produciamo migliaia di pezzi eppure siamo
sempre pronti a reagire alle novità e ad adattarci velocemente.
Non ci si annoia mai.
CINQUE ANNI FA SEI ENTRATO IN F-ONE. CHE TIPO DI
AZIENDA TI SEI TROVATO DAVANTI ALL'EPOCA?
Quando ho incontrato il team, F-ONE si era appena
trasferita in una nuova sede e stava affrontando una
nuova fase. Quindi nonostante fosse un'azienda solida
c'era ancora molto da sviluppare al suo interno.
Gli uffici che all'epoca sembravano così grandi e vuoti
ora sono affollati ma quello spirito non è cambiato!
IL TUO RUOLO COME DESIGNER È COINVOLTO
NELL'EVOLUZIONE DEL FOIL, ANZI UNA RIVOLUZIONE,
DAL RACING AL FREERIDING, IN TUTTO IL MONDO.
COME CI SI SENTE A ESSERE PARTE DI TUTTO QUES-
TO?
Credo che Raphael sapesse benissimo a un certo
punto di puntare sul foil quando sono entrato
nell'azienda e sicuramente ha rappresentato per me
un progetto che dalle motivazioni forti per il mio ruolo.
I foil hanno dentro tante discipline e questa è la
cosa più interessante. Può essere difficile per certi
versi perché lavoriamo al limite in termine di design
e produzione. Nulla arriva facilmente. Ma sono estremamente
felice e grato di lavorare in prima linea
su questo fenomeno mondiale.