FuoriAsse n21_HD
Officina della cultura
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16 ottobre 1968<br />
Città del Messico<br />
Non per voi...<br />
Lorenzo Iervolino<br />
Trentacinque secondi ancora<br />
66THA2ND, 2017<br />
di Mario Greco<br />
I luoghi, lo sguardo, chi osserva chi:<br />
suggestioni di questo nuovo numero di<br />
«<strong>FuoriAsse</strong>».<br />
I luoghi sono un’invenzione dell’uomo?<br />
Sicuramente sì, lo sono nel momento<br />
in cui vengono circostritti all’interno di<br />
ben delineate linee di confine; quando<br />
più che un’invenzione diventano una<br />
realtà concreta. In questo senso i luoghi<br />
sono appartenenza, perché esprimono<br />
un tracciato preciso, misurabile, percorribile<br />
dai sensi, dalla memoria, dal<br />
linguaggio. Al tempo stesso i luoghi sono<br />
espressione di possesso.<br />
I luoghi, novelle di fantasmi e apparizioni,<br />
trame di fughe, di lotte, di scontri<br />
e di sangue.<br />
Città del Messico, 1968.<br />
Il massacro di Piazza delle Tre Culture:<br />
centinaia di morti, la violenza cieca della<br />
polizia, le cariche, gli spari.<br />
I luoghi, epicentro inconsapevole dei<br />
giochi di potere.<br />
Le Olimpiadi, il grande teatro della cieca<br />
manipolazione che si nasconde dietro lo<br />
spirito sportivo.<br />
I luoghi, liberati dalla volontà dell’uomo,<br />
che con la sua azione ne modifica<br />
irreversibilmente l’orizzonte del<br />
“fenomeno” in corso.<br />
Un teatro costruito su colpevoli silenzi,<br />
furiose censure e inganni può crollare<br />
se gli attori che salgono sul palcoscenico<br />
recitano lo spettacolo della realtà – e la<br />
realtà non è bella, non sempre. Basta<br />
arrivare sul palcoscenico da protagonisti<br />
e avere quella consapevolezza, propria<br />
dei «non riconciliati» o ribelli, della<br />
necessità della lotta. Basta questo per<br />
far crollare il teatro.<br />
I luoghi, il potere evocativo di un’immagine<br />
che indissolubilmente li lega<br />
FUOR ASSE<br />
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