FuoriAsse n21_HD
Officina della cultura
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©Elzbieta Ela Marczak<br />
Malgrado noi<br />
a mano libera<br />
di Riccardo Rama De Tisi<br />
Fine luglio, tardo pomeriggio, un'intera<br />
giornata di caldo da smaltire. Non ha<br />
nessuna voglia di andarsene, questo<br />
caldo.<br />
Al telefono con Caterina. Rumori di sottofondo.<br />
«E dopo questo, il prossimo di<br />
<strong>FuoriAsse</strong>?»<br />
«Parleremo di luoghi e di relazioni tra<br />
luoghi e persone».<br />
Bang! Hai detto poco, ho pensato.<br />
Gesti, odori, movimenti intuiti.<br />
Il tempo che si espande e contrae.<br />
Altre energie. Un soffitto di paglia, venature,<br />
odori che si risvegliano di colpo.<br />
Prima spigoli, poi nuove superfici da<br />
accarezzare.<br />
Spazi dove fingere di non perdersi. Vuoti<br />
e pieni che non sono stati, ma presenti.<br />
Ipotesi in dilatazione, attese le meno<br />
probabili.<br />
Universi squilibrati. Imperdibili.<br />
Minuscoli e mastodontici i passaggi in<br />
cui annullarsi.<br />
Come i percorsi sproporzionati che cerchiamo,<br />
salvo averne paura.<br />
Sconfinati. Senza consapevolezza.<br />
Nelle ipotesi. Da fingere di misurare.<br />
Ricordi da ripercorrere. Nulla di sporco,<br />
fa parte del gioco. Ricondurre la memoria<br />
a meno frizioni.<br />
Da annusare, da accarezzare.<br />
Il respiro si concentra dove tu manchi a<br />
te stesso.<br />
Libera l’energia per riportare i singoli<br />
pezzi alla fluidità necessaria.<br />
Come quello che sai essere dove è più<br />
opportuno stia.<br />
I luoghi che ci sopravviveranno, inchiostro<br />
che divora la carta generosa.<br />
Che abbiamo cancellato.<br />
I tagli di luce. Da desiderare.<br />
Vanno, oltre noi, piccole, fragili e irridenti.<br />
Anima e le sue immagini. Provocazioni,<br />
generosità, la terra sotto le unghie.<br />
Le persone. Come sono.<br />
Vivono nel tempo, non lo subiscono, nè<br />
hanno l'urgenza di una narrazione.<br />
La facciamo noi. Per gioco. Per scaramanzia,<br />
devozione, amore della memoria.<br />
«Do per scontato che noi sentiamo la<br />
bellezza di una poesia prima ancora<br />
di pensare al suo significato», scriveva<br />
Borges.<br />
La pelle, la pancia, il respiro di luoghi e<br />
persone.<br />
Quello che siamo, inevitabilmente.<br />
Malgrado noi.<br />
FUOR ASSE 168 a mano libera