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FuoriAsse n21_HD

Officina della cultura

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non hanno capito niente. Certe cose<br />

non si possono accettare. Anche chi<br />

non è stato nazista si è contaminato,<br />

non permettendo di punire i colpevoli.<br />

Qualcuno è anche andato ad occupare<br />

posti di prestigio. Questa è malattia<br />

sociale. Ora si può anche perdonare,<br />

ma uno deve decidere di perdonare<br />

dopo aver chiarito molte cose. Nel film<br />

si affronta il Nazismo come una forma<br />

di malattia, di ombra sull’intelligenza,<br />

di cui, a un certo punto, la coppia de Il<br />

Portiere di notte ne è inconsciamente<br />

cosciente e va a morire, sapendo di meritarla<br />

la morte. A Parigi il film ha<br />

avuto un grande successo ed è uscito,<br />

per fortuna, prima che in Italia. Il<br />

punto non era chi fa sesso sotto o<br />

sopra la donna, ma che il protagonista,<br />

l’eroe della storia, fosse un nazista.<br />

Dopo il mio film, lentamente, sono<br />

uscite anche altre cose. Un romanzo,<br />

che io ho trovato molto brutto e pesante,<br />

Le benevole di Jonathan Littell, che<br />

è stato un successo in Francia, analizza<br />

la psicologia dei nazisti. Anche loro<br />

avevano una famiglia, mogli, figli. C’è<br />

tutta una letteratura anglosassone,<br />

soprattutto tedesca su questi argomenti.<br />

Hitler aveva una visione distorta<br />

del reale, che rassomigliava molto a un<br />

risentimento di orgoglio tedesco punito<br />

nella Prima Guerra Mondiale. Questa<br />

distorsione si sposava non con la volontà<br />

di creare un Paese prospero, ma<br />

con un sentimento di vendetta che allignava<br />

dentro la cultura tedesca dopo<br />

la mortificazione della Prima Guerra<br />

Mondiale. Questo è stato il terreno fertile<br />

di una feroce aggressività. Si fa<br />

fatica ad analizzare lucidamente questi<br />

eventi, io ho provato a farlo con il mio<br />

film, cercando di capire l’animo tedesco».<br />

La stessa operazione la Cavani la<br />

ripropone in Al di là del bene e del<br />

male, liberamente ispirato a fatti reali,<br />

dove analizza l’anima di tre intellettuali<br />

FUOR ASSE 41<br />

tedeschi: Friedrich Nietzsche, Paul Rée<br />

e Lou Salomé, che, anticonformisticamente,<br />

cercano di costruire un mènage<br />

à trois che li coinvolga. Rapporto in cui<br />

Lou Salomé rivendica la sua libertà di<br />

scegliere e non di essere scelta. «Se chi<br />

si esprime per immagini non raccontasse,<br />

andando oltre gli avvenimenti<br />

naturali, dovrebbe cambiare mestiere<br />

dedicandosi magari al giornalismo. Io<br />

da cineasta percepisco tutta l’ambiguità<br />

del reale che ha tante sfaccettature.<br />

Ci hanno insegnato che la famiglia naturale<br />

è costituita da un uomo e da<br />

una donna, ma Lou Salomé rompe<br />

gli schemi e organizza la sua vita con<br />

un rapporto a tre. È una rivoluzione<br />

culturale che comunica esperienze che<br />

hanno espresso anche attraverso la<br />

scrittura, facendo diventare il privato<br />

pubblico». Con La Pelle ci spostiamo<br />

dalla Germania all’Italia e ci immergiamo<br />

negli accadimenti della Seconda<br />

Liliana Cavani

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