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FuoriAsse n21_HD

Officina della cultura

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nel modo più sincero possibile. I personaggi<br />

di Milano Frammenti sono sicuramente<br />

figli della mia continua curiosità<br />

verso il mondo, del mio camminare per<br />

ore – ogni giorno – attraverso la città,<br />

oltre che del mio silenzioso sbirciare le<br />

vite degli altri. Sono però anche figli<br />

delle molteplici figure, delle diverse<br />

umanità cui ho avuto il privilegio di<br />

vivere accanto, essendo cresciuto nel<br />

quartiere Ticinese a Milano. Un quartiere<br />

che un tempo era considerato la culla<br />

della malavita cittadina e che ancora<br />

negli anni Ottanta, quand’ero un bambino,<br />

era profondamente legato a quella<br />

dimensione popolare e piccolo-criminale<br />

totalmente novecentesca. Solo con la fine<br />

di quel decennio – quando in quartiere<br />

è arrivata la borghesia con il suo<br />

carico di quattrini, e quando è iniziata<br />

l’espulsione di fatto delle fasce popolari<br />

dai quartieri del centro – si può dire che<br />

questa vecchia storia “rionale” abbia<br />

perso centralità (perché ancora oggi non<br />

si è spenta del tutto) e siano iniziati gli<br />

anni Duemila delle città-vetrina di servizi<br />

e turismo. I miei personaggi, dunque,<br />

sono figli di questa perdita di riferimenti<br />

culturali. Lo sono in modi diversi a<br />

seconda della loro età anagrafica, ma<br />

tutti vivono lo stesso senso di spaesamento,<br />

di solitudine, di precarietà di<br />

fatto che diventa precarietà di un’intera<br />

esistenza; perché alle difficoltà normali<br />

– e quasi banali – dell’amore e della convivenza<br />

si aggiungono le molteplici difficoltà<br />

di questo insieme di io frammentati<br />

che faticano a riconoscere sé stessi<br />

e dunque a riconoscersi reciprocamente<br />

l’un l’altro. Sono pertanto esistenze infelici<br />

perché totalmente schiacciate sull’oggi,<br />

sulla necessità di “sfangare” la<br />

giornata, come si direbbe appunto nel<br />

quartiere Ticinese. E sono esistenze<br />

infelici poiché mancano anche di una<br />

dimensione collettiva, diciamo pure<br />

-<br />

© Solarixx<br />

della speranza di trovare in un qualche<br />

posto – o in qualcuno – la promessa di<br />

un futuro non diciamo migliore ma<br />

almeno diverso: forse, semplicemente,<br />

meno complicato da vivere.<br />

La società moderna amplifica la tendenza<br />

a limitare l’intimità, tanto che<br />

nella routine quotidiana l’impulso primordiale<br />

di toccarsi viene soddisfatto da<br />

una serie di gesti formali; gesti che il più<br />

delle volte appaiono rigidi e stilizzati e<br />

che rendono frammentario ogni rapporto<br />

intimo. Da qui il disfacimento delle<br />

relazioni, che possono risultare sempre<br />

più vaghe, complesse e talvolta insincere.<br />

Milano Frammenti è anche una storia<br />

d’amore, una storia che faticosamente<br />

regge alla frenesia della metropoli, caratterizzata<br />

com’è dallo scorrere continuo<br />

e imperturbabile dei fenomeni. Si<br />

vivono momenti di distacco intervallati<br />

da momenti contraddistinti invece da<br />

una forte passione anche fisica. Su<br />

quali basi ha costruito questa storia<br />

d’amore in una Milano che rivela<br />

sempre nuovi risvolti?<br />

FUOR ASSE 97 Redazione Diffusa

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