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Ritratti<br />
d’artista<br />
Wang Yancheng<br />
Residente da diversi anni a Parigi, l’artista<br />
cinese espone in <strong>per</strong>sonale all’Accademia<br />
delle Belle Arti di Roma<br />
Tradizione orientale e astrazione europea convivono in<br />
una pittura dagli intensi ed evocativi cromatismi<br />
di Tiziana D’Acchille, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma<br />
L’Accademia di Belle Arti di Roma ha<br />
avviato da alcuni anni un intenso<br />
programma di scambi internazionali<br />
che ha visto docenti e studenti realizzare<br />
viaggi di studio, mostre, soggiorni<br />
all’estero e inviti a partecipare a rassegne<br />
d’arte. La normale attività dell’ufficio Erasmus,<br />
ufficio dell’Accademia deputato agli<br />
scambi europei secondo il programma<br />
governativo, si è dunque arricchita di altre<br />
iniziative che vanno a completare il quadro<br />
del progetto di internazionalizzazione della<br />
nostra istituzione. A questo scopo, e <strong>per</strong><br />
offrire una vetrina di prestigio agli artisti<br />
provenienti da paesi europei ed extraeuropei,<br />
questa direzione ha allestito la sala<br />
che ospita il calco al vero del monumento<br />
a Bartolomeo Gattamelata, detto il Colleoni,<br />
come sala espositiva dell’Accademia.<br />
Nella logica dunque degli scambi internazionali<br />
si colloca la mostra del celebre artista<br />
cinese Wang Yancheng, residente da<br />
diversi anni a Parigi, che realizza a Roma<br />
la sua prima mostra <strong>per</strong>sonale. Le o<strong>per</strong>e<br />
di Wang Yancheng aprono una finestra<br />
inedita e sorprendente nel panorama delle<br />
numerose iniziative espositive realizzate<br />
di recente in Italia che hanno avuto come<br />
protagonisti artisti dell’Estremo Oriente.<br />
Ci troviamo di fronte a uno scenario nuovo,<br />
che pone inevitabilmente alla nostra attenzione<br />
alcune questioni cruciali di natura<br />
teorico-critica. La Cina, paese centrale <strong>per</strong><br />
l’economia mondiale, vuole oggi mostrare<br />
al mondo come anche nel campo delle arti<br />
visive sia alla ricerca di una propria forza<br />
identitaria che necessariamente dialoga<br />
con i linguaggi dell’arte occidentale, avendone<br />
sussunto nel corso del Novecento, e<br />
negli ultimi anni in particolare, le principali<br />
linee di ricerca. L’arte cinese, quindi, si<br />
presenta oggi come un ampio e variegato<br />
contenitore che da un lato guarda alla<br />
propria tradizione millenaria e dall’altro si<br />
confronta e fa proprie le ricerche più avanzate<br />
dell’Occidente in questo campo. Nel<br />
caso di Wang Yancheng siamo al cospetto<br />
di un artista che ha elaborato un’interessante<br />
e <strong>per</strong>sonale sintesi visiva: l’immensa<br />
tradizione della pittura di paesaggio, lo stile<br />
floreale e gli inchiostri dilute sono ricordi<br />
di un passato che riemerge alla stregua<br />
di un elemento fantasmatico nelle forme<br />
dissolte, nei cromatismi esplosi e nelle tele<br />
che evocano l’energia di una natura felice<br />
e in una fase propulsiva. Quella di Wang<br />
Yancheng è una natura che sembra racchiudere<br />
il vigore e la carica dei quattro elementi<br />
che governano l’universo visibile,<br />
all’interno di un equilibrio sempre cercato<br />
e sempre raggiunto nel microcosmo delle<br />
singole o<strong>per</strong>e. Nello scenario complesso<br />
e multiforme degli artisti provenienti<br />
dall’Estremo Oriente, vi sono dunque artisti<br />
come Wang Yancheng che <strong>per</strong>corrono la<br />
strada della pittura guardando alla dissoluzione<br />
della forma, che pure appartiene alla<br />
tradizione orientale, ma che in questo caso<br />
guarda a Richter, alla pittura espressionista<br />
tedesca, all’astrazione nordeuropea in<br />
generale. Nelle sue o<strong>per</strong>e alberga <strong>per</strong>tanto<br />
una forza interna che utilizza il colore come<br />
strumento essenziale, se non unico protagonista<br />
della tela, e che ci comunica in ultima<br />
analisi che la vitalità della pittura, <strong>per</strong><br />
quanto esplorata e sondata a fondo da ambedue<br />
le culture di riferimento, non si esaurisce<br />
nell’arco temporale delimitato da una<br />
corrente o uno stile, ma fluisce ininterrottamente<br />
dalla sua stessa origine, generandosi<br />
e nutrendosi dalla sua sorgente <strong>per</strong>enne.<br />
Senza titolo, olio su tela, cm 190x570, 2016<br />
26 WANG YANCHENG