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A cura di<br />

Elena Maria Petrini<br />

Atlantis<br />

A Palazzo Guicciardini la prima mostra fiorentina di<br />

Massimo Catalani<br />

Testo e foto di Elena Maria Petrini<br />

Venerdì 4 maggio è stata inaugurata,<br />

presso lo Studio Legale Associato<br />

Giani-Moscardini con<br />

sede nella meravigliosa cornice del Palazzo<br />

Guicciardini a Firenze, al cui interno si<br />

trova anche la sede legale di O<strong>per</strong>a Catering<br />

di Carmelo Abbate, la mostra Atlantis,<br />

che riunisce venticinque o<strong>per</strong>e dell’architetto<br />

e artista visivo Massimo Catalani. La<br />

mostra si compone <strong>per</strong> lo più di o<strong>per</strong>e inedite,<br />

<strong>per</strong> un totale di ventitrè dipinti e due<br />

sculture che illustrano la sua indagine tutta<br />

particolare sulla dimensione umana e il<br />

mondo naturale, con l’uso di materiali come<br />

terre, pozzolane, sabbie vulcaniche e<br />

silicee, ma anche pigmenti, ossidi, limature<br />

e saliluminescenti. L’amore <strong>per</strong> l’arte e<br />

<strong>per</strong> la natura porta quest’artista, contraddistinto<br />

da una forte propensione verso la<br />

composizione architettonica, ad analizzare<br />

il panorama umano, con le sue fragilità,<br />

le sue emozioni e l’ineluttabile transitorietà<br />

delle vicende terrene. Attingendo dalle sue<br />

es<strong>per</strong>ienze architettoniche e di alcuni suoi<br />

mentori, Massimo Catalani ha ampliato<br />

i propri studi verso i campi dell’estetica<br />

e della semiotica, combinando sapientemente<br />

la lunga tradizione edilizia e costruttiva<br />

italiana con la sua particolare tecnica<br />

pittorica, elaborando uno stile <strong>per</strong>sonale<br />

e riconoscibile. Di lui scrive lo scrittore e<br />

drammaturgo Vincenzo Cerami: «L’immagine<br />

è di qualcuno che ha liberato il tavolo<br />

di lavoro con un’ampia sbracciata e ha deciso<br />

di cominciare tutto daccapo, ha deciso<br />

di fare tabula rasa e affrontare subito la<br />

pre-istoria, senza porsi alcun problema di<br />

scuole pittoriche o sterili estetiche concettuali.<br />

E questo solo <strong>per</strong>ché Massimo Catalani,<br />

<strong>per</strong> indole, <strong>per</strong> candore o <strong>per</strong> partito<br />

preso, è convinto che un fiore che nasce in<br />

un porcile è bellissimo come un fiore che<br />

sboccia in un giardino. Lui parte da qui».<br />

Cerami, inoltre, sottolinea come Catalani<br />

sia in fondo un “provocatore” nella sua visione<br />

essenziale delle tragedie del mondo,<br />

che sono nel contempo, e paradossalmente,<br />

“inessenziali”, in quanto non rappresentabili<br />

poiché inesistenti, e cita il poeta<br />

Attilio Bertolucci: «Assenza, più acuta presenza».<br />

Insomma, da mostro Leviatano,<br />

il centro planetario si trasforma in balena,<br />

un qualcosa che è nostro “cugino”, geneticamente<br />

più simile a noi, <strong>per</strong> la forma di<br />

L’artista durante una <strong>per</strong>formance con il vino rosso su carta<br />

Un’o<strong>per</strong>a di Massimo Catalani<br />

intelligenza e la capacità di creare legami<br />

sociali, e che in fondo ci ricorda che siamo<br />

tutti “qui” e “ora” pronti ad affrontare un<br />

futuro incognito che ci attende.<br />

58<br />

MASSIMO CATALANI

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