SUONO n° 527
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L’AUDIO DEL VIDEO<br />
All’interno del mobile sono contenuti 6 woofer da 7,5 cm (due che erogano frontalmente,<br />
gli altri configurati in push pull in maniera simile a quella utilizzata nel Devialet<br />
Phatom); sono presenti inoltre 3 full range da 5 cm e tutti sono amplificati in Classe D.<br />
possibili fruitori. Già lo scorso anno la società francese ha annunciato<br />
l’arrivo di 106 milioni di dollari di investimenti da venture capital mentre<br />
la crescita di forza lavoro (125 impiegati nel 2015, 350 nel 2016, 500 alla<br />
fine del 2017) hanno rafforzato i piani che prevedono la possibilità di<br />
lavorare con partner (assoluto riserbo su chi saranno) per lo sviluppo<br />
di nuovi prodotti audio. L’obiettivo è che in auto, su uno smartphone o<br />
un laptop (ovunque, insomma, la musica sia parte dell’esperienza d’uso)<br />
venga utilizzato un progetto “powered by Devialet”. Il primo di questi<br />
partner, svelato ufficialmente già a metà dello scorso anno in previsione<br />
della commercializzazione in UK, è proprio Sky, forte di un patrimonio<br />
di oltre venti milioni di potenziali clienti (22 e mezzo nel mondo, 4,8<br />
milioni solo in Italia). Milioni di persone interessate alla soluzione di<br />
un bisogno perché “il problema del suono della TV è ovvio”, continua<br />
Sanniè, “è terribile!”.<br />
L’accordo con Sky prevede l’introduzione sul mercato (principalmente<br />
per i clienti di Sky Q a cui sarà riservato un prezzo decisamente minore di<br />
quello di listino) di Soundbox, un all-in-one studiato appositamente per<br />
funzionare con il ricevitore Sky Q. “Molto appositamente”: non è previsto<br />
che si possa collegare direttamente alla rete Wi-Fi e per sfruttare AirPlay,<br />
Chromecast e Spotify occorre passare per la sezione media player di Sky<br />
Q a cui si collega via HDMI. È però possibile usufruire di fonti audio<br />
esterne tramite il Bluetooth, quindi non è completamente “succube”<br />
all’interno dell’ecosistema. Il successo singolo di Sky e Devialet è, se<br />
non una prova, un indizio dell’ottima capacità dei due marchi di essere<br />
“schillati” sulle esigenze del consumatore. Proviamo allora ad esaminare<br />
le scelte caratterizzanti del Soundbox per trarne indicazioni su cosa il<br />
consumatore desideri o, perlomeno, su cosa Sky e Devialet pensano che<br />
il consumatore desideri. Certamente un sistema per migliorare la qualità<br />
audio del video non troppo oneroso economicamente, visto che le caratteristiche<br />
dell’offerta (costo “formale” di 700 euro, costo agli iscritti a Sky<br />
Q al di sotto dei 300, in virtù di fatto si tratta di un prodotto dedicato)<br />
potevano essere direttamente quelle relative all’unico prezzo che verrà<br />
pagato, quello da parte degli abbonati a Sky Q. Probabilmente, se si abbraccia<br />
la filosofia per cui un limite possa risultare un pregio (Sonus e il<br />
tenace rifiuto di trattare i segnali audio Hi-Res e l’HDMI nelle soundbar<br />
docet), trovarsi “costretti” all’interno di un ecosistema, parola abusata di<br />
questi tempi, diventa un pregio: lo è certamente se si analizzano i prodotti<br />
Due dei full range utilizzati (il terzo emette frontalmente) sono orientati a 120 gradi<br />
come accade in molte soundbar allo scopo di ricreare l’effetto surround.<br />
in ragione della loro GUI (Graphical User Interface) e della conseguente<br />
UX (User Experience) dove appartenere a un ecosistema consente<br />
di fornire soluzioni di facile comprensione a prodotti complicati dalle<br />
molteplici funzionalità. La più efficace di queste nel caso del Soundbox<br />
è la gestione dinamica del volume (Q Sound): il sistema ottimizza automaticamente<br />
il livello dell’audio per film e programmi sportivi in modo<br />
da evitare di dover correggere continuamente il volume quando un film<br />
passa improvvisamente da una scena tranquilla a una ad alto impatto<br />
e viceversa. Attraverso i metadati del segnale Sky e l’utilizzo di alcuni<br />
algoritmi specifici viene regolata l’equalizzazione del segnale audio, con<br />
possibilità di scegliere tra tre preset (dialoghi, una specie di loudness per<br />
l’ascolto notturno, un limitatore di sicurezza del livello quando tra gli<br />
ascoltatori ci sono bambini). Anche questa può rivelarsi preziosa, come<br />
dimostrano le soluzioni di maggior efficacia edificate attorno a un DSP.<br />
Il più evidente degli aspetti del sistema è determinato invece dal fattore<br />
forma del Soundbox, lontano dall’ipotetico concorrente principale<br />
(Soundbase) e dalle soundbar in generale: molto compatto, con inusuale<br />
sviluppo in altezza (ridotto in profondità) rispetto alle altre soluzioni nel<br />
campo delle soundbar a rimarcare una unicità che posiamo considerare<br />
cifra stilistica di Devialet. Soluzione forse determinata dalla complessità<br />
del contenuto, più probabilmente dal fatto che il sistema sfrutta le pareti<br />
posteriori per l’emissione del suono riflesso (provate a sistemare una Sonos<br />
Playbase nella vostra libreria e diteci quanta aria rimane attorno…).<br />
L’impegno profuso in un progetto ad hoc anche se con un potenziale di<br />
utenti enorme lascia chiaramente intendere come le soluzioni dell’audio<br />
per il video siano in forte evoluzione (Sonos ha appena lanciato la sua<br />
terza soundbar), tutte caratterizzate da un elemento comune, abbastanza<br />
logico se comporta un innalzamento della qualità sonora: lo strumento<br />
utilizzato deve poter garantire anche una riproduzione only audio!<br />
È chiaramente così grazie alla presenza del Bluetooth e in genere della<br />
possibilità di un eventuale subwoofer esterno per sopperire al quel che<br />
le magie di un DSP non possono. Soundbox non consente quest’ultima<br />
possibilità, chissà perché… L’unica idea che ci viene in mente è che,<br />
rivolgendosi a un pubblico la cui istruzione in materia Hi-Fi sarà verosimilmente<br />
bassina, fedeli a una sorta di “tutto quale che non c’è non si<br />
rompe”, si sia voluto ridurre al minimo le complicazioni del sistema, a<br />
costo di limitarne il possibile upgrading.<br />
<strong>SUONO</strong> luglio 2018 29