SUONO n° 527
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Miles Showell<br />
e gli Abbey Road Studios<br />
MILES, INGEGNERE DEL<br />
<strong>SUONO</strong> INGLESE, HA INIZIATO<br />
A LAVORARE NEGLI ANNI 80<br />
AGLI UTOPIA STUDIOS DI<br />
LONDRA PER ARRIVARE AI<br />
LEGGENDARI ABBEY ROAD…<br />
testo: Marco Fullone<br />
Miles Showell e l’immagine dei sogni<br />
per molti appassionati di musica.<br />
L’ingresso degli Abbey Road<br />
Studios, tra le icone della<br />
musica internazionale.<br />
Il nome Abbey Road è entrato nella<br />
leggenda grazie ai Beatles ma<br />
la sua storia è molto ricca e articolata<br />
di musica straordinaria e<br />
– certamente – non si limita alla breve<br />
vita del quartetto di Liverpool. In effetti<br />
la fondazione degli EMI Studios risale al<br />
1931, mentre il nome Abbey Road venne<br />
usato solo nel 1970, l’anno dopo in cui<br />
i Beatles intitolarono così uno degli album<br />
più famosi della storia del rock.<br />
Negli ultimi anni l’attività degli Abbey<br />
Road non è stata solo legata alla sua storia<br />
come “iconico studio di registrazione”<br />
(certamente gli audiofili più attenti<br />
80 I COLORI DEL<br />
ricorderanno le splendide registrazioni<br />
Decca effettuate alla Kingsway Hall)<br />
ma anche e soprattutto come centro di<br />
eccellenza per il restauro e la masterizzazione<br />
di album storici. Grazie all’ingegnere<br />
del suono Miles Showell gli<br />
Studios si sono anche specializzati nella<br />
tecnica “Half Speed Mastering”, utilizzata<br />
per album dei Beatles, Phil Collins,<br />
Queen, Brian Eno, Police, George Michael<br />
e la discografia completa dei Rolling<br />
Stones a partire dal 1971.<br />
Il mastering a mezza velocità – sostiene<br />
Showell – è un processo che mira a “un’esperienza<br />
di ascolto superiore con un<br />
nuovo livello di profondità e chiarezza attraverso<br />
una risposta alle alte frequenze<br />
superiore e immagini stereo molto solide<br />
e stabili. Però è un processo più lento e richiede<br />
una cura fuori dall’ordinario, molto<br />
ascolto e comparazioni.<br />
Com’è stato poter lavorare su un repertorio<br />
così importante come quello dei<br />
Rolling Stones?<br />
Sono uno che come tanti è cresciuto<br />
ascoltando le canzoni dei Rolling Stones,<br />
ho letteralmente consumato un disco<br />
come Some Girls ai tempi del college, per<br />
cui ritrovarmi a maneggiare i master di<br />
questa band straordinaria è stato molto<br />
emozionante. Credo sia un grande privilegio<br />
poter fare questo lavoro.<br />
Puoi raccontarci brevemente com’è avvenuto<br />
il processo di mastering?<br />
È stato un lungo lavoro anche perché<br />
sono tanti album che ho dovuto attentamente<br />
ascoltare in varie versioni. Pensa,<br />
il management della band mi ha anche<br />
inviato le copie originali dei dischi<br />
stampati negli anni Settanta e Ottanta<br />
per comprendere attentamente il lavoro<br />
fatto dai tecnici dell’epoca su nastri che<br />
erano allora nuovi di zecca. Questi nastri<br />
sono stati rimasterizzati di recente e la<br />
versione in alta definizione dei relativi<br />
album è il massimo della qualità che<br />
si poteva ottenere da master riprodotti<br />
tante volte e che nel tempo si sono anche<br />
consumati. Considera che non ho<br />
avuto alcun master analogico per questo<br />
lavoro, la direzione della band mi ha<br />
fornito un disco rigido e mi hanno detto:<br />
“Puoi averlo per 24 ore, puoi prendere<br />
tutto ciò che ti serve e poi lo devi restituire!”.<br />
Ogni album era presente con diversi<br />
trasferimenti ad alta risoluzione, sebbene<br />
tutti derivati da nastro analogico. Ho<br />
potuto quindi scegliere il trasferimento