26.07.2020 Views

Touch Journal 05/2020

Il numero 5 (luglio/agosto 2020) di Touch Journal, la testata trade di Nelson Srl

Il numero 5 (luglio/agosto 2020) di Touch Journal, la testata trade di Nelson Srl

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

30<br />

TOUCH<br />

Luglio-Agosto <strong>2020</strong><br />

di Luca Figini<br />

Focus On<br />

Il Rapporto Optime <strong>2020</strong> mette l’accento sulle asimmetrie competitive derivanti<br />

da condizioni di business a causa di vuoti legislativi e comportamenti illeciti<br />

Norme eque per una sana<br />

competizione di mercato<br />

L<br />

a sintesi dell’assemblea<br />

estiva di Optime, dedicata<br />

al Rapporto <strong>2020</strong>,<br />

è nelle parole del presidente<br />

Davide Rossi, che richiama l’attenzione<br />

su una serie di punti cruciali per lo<br />

sviluppo corretto, sano e sostenibile del<br />

business. Rossi centra il baricentro su un<br />

concetto: “Stiamo presidiando molto bene<br />

il perimetro della tutela dei consumatori,<br />

mentre di quella del mercato c’è ancora<br />

molto lavoro da fare”. Il business è troppo<br />

soggetto a dinamiche anticompetitive che<br />

sfavoriscono chi segue le regole e offrono<br />

rigori a porta vuota per chi gioca la partita<br />

senza adeguarsi alla normativa.<br />

Si prenda il caso del nuovo decreto sulla<br />

copia privata. Dice Rossi: “Il ministro (Dario<br />

Franceschini, ndr) poteva (e non l’ha<br />

fatto) decidere di obbligare tutti a pagare<br />

questo contributo e destinare una parte<br />

dei proventi al sostenimento di una task<br />

force di tutela del mercato. Emerge la necessità<br />

di un impegno più forte, preciso e<br />

moderno alla problematica della corretta<br />

raccolta dei proventi per la copia privata<br />

da parte di tutte la parti obbligate a versarli”.<br />

Anche il tema della mancata raccolta<br />

dell’Iva è esplosivo. Il Presidente di<br />

Optime spiega: “L’evasione avviene sui<br />

prodotti in reverse charge. Questo strumento<br />

è utile ma non funziona nel modo<br />

adeguato in un contesto di mercato afflitto<br />

da tantissime realtà che operano sui canali<br />

online e offline in modo discutibile,<br />

con partite Iva che spariscono dopo aver<br />

accumulato un enorme debito d’imposta.<br />

A conti fatti sono truffatori dello Stato<br />

che innestano il loro successo sulla fiducia<br />

ottenuta ai consumatori attraverso la<br />

credibilità offerta dalle principali piattaforme<br />

online. Le quali hanno una responsabilità<br />

oggettiva perché possono tracciare<br />

con precisione i flussi monetari: non<br />

ci si può più limitare a dichiararsi come<br />

un mero intermediario se si allineano<br />

profitti derivanti dalla vendita dei beni<br />

e servizi. La proposta di Optime è stata<br />

mandata ai rappresentati parlamentari<br />

come aggiunta al Decreto semplificazioni<br />

trasformando le piattaforme in sostituto<br />

d’imposta almeno per il regime della reverse<br />

charge. In modo semplice, si chiede<br />

alla piattaforma di girare il 22% di ogni<br />

prodotto venduto allo Stato”.<br />

C'è anche il Raee<br />

Davide Rossi ha chiuso l’elenco degli interventi<br />

da attuare citando il Raee, perché<br />

“non va dimenticato in quanto si tratta di<br />

tasse ambientali”. Le parole del Presidente<br />

di Optime sono state in continuità con<br />

la posizione tenuta da Fabrizio Longoni,<br />

Direttore generale di Cdc Raee: “La difesa<br />

del mercato dipende soprattutto dalle<br />

persone che hanno la responsabilità di<br />

controllare. Purtroppo nel nostro Paese<br />

non c’è competenza da parte di chi lo deve<br />

fare né la voglia di lavorare. Lo dimostra<br />

l’assenza da quasi un anno (20 maggio<br />

2019) dell’organo apicale che monitora<br />

l’attività dei produttori di Aee, il Comitato<br />

di vigilanza e controllo Raee di emanazione<br />

ministeriale”.<br />

La necessità di educare<br />

C’è voglia di tornare alla normalità, alla<br />

relazione fisica e meno intermediata dal<br />

digitale. Per Andrea Scozzoli, presidente<br />

di Aires, emerge una “nuova chiave di<br />

lettura per il mercato: la perfetta sinergia<br />

tra fisico e virtuale, tra online e offline.<br />

La difficoltà degli ultimi anni deriva<br />

principalmente da due fattori: da una<br />

parte la velocità con cui le nuove tecnologie<br />

hanno modificato il modo di vivere<br />

e di fare business, dall’altra la lentezza<br />

con cui la politica e le istituzioni hanno<br />

inquadrato la necessità di adeguamento<br />

del framework normativo all’evoluzione<br />

tumultuosa nella società. La collaborazione<br />

tra le istituzioni e Optime diventa<br />

fondamentale”. Nel corso del tempo Optime<br />

ha, secondo Scozzoli, “assunto il ruolo<br />

Il resoconto completo dell’assemblea di<br />

Optime è sul sito: https://igizmo.it<br />

di sentinella/controllore dei fenomeni<br />

distorsivi che si stanno verificano online<br />

e anche di formatore e informatore delle<br />

istituzioni. Il documento di sintesi del<br />

<strong>2020</strong> vuole essere una sorta di manuale<br />

d’utilizzo su cosa sta succedendo sul web<br />

e sui modi illegali per adescare i consumatori.<br />

Il focus si sta spostando dalle attività<br />

tipicamente illecite verso comportamenti<br />

non strettamente illeciti ma che sono in<br />

concreto manovre di concorrenza sleale<br />

e asimmetrica dovuti a vuoti normativi.<br />

E questo ragionamento non è più strettamente<br />

legato solo all’elettronica di consumo<br />

ma si sta rapidamente allargando<br />

anche ad altri comparti di mercato”. Non<br />

è una situazione che piace all’industria,<br />

interessata a operare in un mercato libero<br />

e pulito. Ecco perché anche i brand stiano<br />

aderendo a Optime, come il caso recente<br />

di Samsung.<br />

•<br />

Entra in vigore<br />

la “nuova” copia privata<br />

Il Ministero dei Beni Culturali ha promulgato il decreto<br />

di rimodulazione dei compensi per copia privata<br />

firmato da Dario Franceschini che porta l’incidenza<br />

del tributo a un massimo di circa 6,90 euro sugli smartphone,<br />

in un’epoca (quella dello streaming e del cloud)<br />

nella quale la copia personale di contenuti è largamente<br />

inesistente. Eppure la Siae recita: “La Copia Privata è il<br />

compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi<br />

di registrazione e memorie in cambio della possibilità<br />

di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto<br />

d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una<br />

copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un<br />

altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso”.<br />

Ecco dunque la rimodulazione (le tabelle complete sono<br />

pubblicate sul sito iGizmo.it al seguente indirizzo https://bit.ly/397LuiS):<br />

- smartphone: per i tagli più diffusi, quelli tra 64GB e<br />

128GB e da 128GB e oltre, il compenso ammonta a 6,30<br />

euro e 6,90 euro rispettivamente:<br />

- computer: contributo fisso di 5,20 euro;<br />

- wearable: da 2,20 euro (4 GB) a 5,60 euro (da 32 GB);<br />

- Tv con memoria integrata: da 6,44 euro per capacità<br />

fino a 500 GB a 16,10 euro per capacità oltre i 3 TB;<br />

- decoder: contributo massimo di 28,98 euro;<br />

- unità Usb: il compenso massimo applicabile ammonta<br />

a 7,50 euro (nel decreto precedente era di 9 euro);<br />

- memory card: il contributo massimo scende da 5 euro<br />

a 4,50 euro;<br />

- unità esterne: il tetto massimo è di 18 euro. •

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!