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GdB marzo

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Salute<br />

• Radicchio variegato (color<br />

verde-giallognolo puntinato<br />

in rosso-violaceo avente il cespo<br />

aperto)<br />

• Radicchio verde pan di<br />

zucchero (forma allungata, con<br />

foglie larghe e cespo chiuso)<br />

• Radicchio verde selvatico<br />

o di campo (ce ne sono<br />

varietà differenti, alcune con foglia<br />

frastagliata, altre con foglia<br />

regolare; non formano un fitto<br />

cespo e rimangono di dimensioni<br />

più contenute).<br />

Nelle varietà rosso di Treviso,<br />

variegato di Castelfranco,<br />

rosso di Verona e radicchio rosa<br />

di Chioggia li accomuna il trattamento di coltivazione<br />

chiamato imbianchimento. Questa pratica,<br />

attuata a fine estate, consiste nello stimolare la<br />

pianta a produrre molti germogli privi di clorofilla.<br />

Successivamente, con le prime brine i radicchi<br />

vengono raccolti a mazzi e si lasciano a riposare<br />

coperti nei campi, per evitare la luce e le piogge.<br />

Si ottengono così i radicchi rossi di Verona e di<br />

Chioggia, caratterizzati da cespi piccoli e rotondi.<br />

© barmalini/shutterstock.com<br />

Il Carciofo. La storia<br />

Molto probabilmente il capostipite selvatico<br />

del carciofo, è di origine greca perché a questo<br />

ortaggio è collegato un mito della ninfa Cynara.<br />

Questa ninfa, chiamata così per i suoi capelli color<br />

cenere, fu sedotta da Zeus il potente re degli Dei,<br />

che però non vedendo corrisposto il suo amore,<br />

la trasformò in carciofo, verde e spinoso come il<br />

carattere dell’amata. Forse proprio da questo episodio<br />

mitologico nasce la parola carciofo e anche<br />

la sua fama di alimento afrodisiaco, che mantiene<br />

fin dall’antichità. Questo legame con la mitologia<br />

non è casuale, la pianta infatti risulta originaria<br />

del bacino del Mediterraneo orientale, comprese<br />

le isole Egee, Cipro, l’Africa settentrionale e l’Etiopia,<br />

dove tuttora si trovano varie qualità di carciofi<br />

cresciuti spontaneamente. Proprio ai Greci è<br />

attribuita anche l’importazione dell’ortaggio nel<br />

nostro paese e in particolare nell’Italia meridionale,<br />

probabilmente in Sicilia, durante il periodo<br />

dell’occupazione nel I secolo a.C.<br />

Pero solo a partire dal Cinquecento, il carciofo<br />

comincia a comparire sempre di più anche<br />

nei trattati di cucina, trovando però riscontri<br />

di diversa natura. In questo periodo questa<br />

pianta è ancora piuttosto rara e considerata un<br />

bene di lusso destinato solo alle persone più<br />

abbienti. Il consenso per questo alimento aumenta<br />

quindi, con la crescente accessibilità da<br />

parte di fasce sempre più ampie di popolazione.<br />

Da qui parte anche un’improvvisa fortuna<br />

figurativa, che va da metà Cinquecento a metà<br />

del Seicento, che farà comparire il carciofo nei<br />

famosi dipinti di natura morta, accanto a fiori<br />

rari e frutti ricercati.<br />

Al mercato<br />

L’Italia è il principale produttore mondiale di<br />

carciofo (cynara scolymus) e le varietà che si coltivano<br />

in Italia sono più di 90.<br />

Le più conosciute sono:<br />

• lo spinoso sardo (forma vagamente conica,<br />

le foglie serrate e gli aculei molto aguzzi) - Ottobre<br />

a Maggio<br />

• lo spinoso di Palermo (forma ovale e<br />

oblunga) - Primavera<br />

• il romanesco (forma sferica e grande) -<br />

Estate<br />

• il violetto di Toscana (forma a tronco di<br />

cono) - Primavera<br />

• il precoce di Chioggia (forma cupolino<br />

bombato e dal colore viola) - Primavera<br />

• il violetto di Catania (forma cilindrica e<br />

sfumature violette) – Primavera<br />

Carciofo e radicchio. ControindicazioniSono ortaggi<br />

sconsigliati a chi ha problemi di calcoli e coleocististe.<br />

Da evitare se si soffre di ulcera gastroduodenale.<br />

Il radicchio può avere effetti stimolanti sull’utero<br />

e quindi andrebbe consumato solo dietro consulto<br />

medico durante la gravidanza.<br />

Il fegato viene protetto<br />

L’attività epatoprotettiva del carciofo e della<br />

cicoria sono note oramai da tempo. Questa proprietà<br />

è data dalle molecole dal gusto amaro, contenute<br />

in questi ortaggi. Tali molecole stimolano la<br />

bile che aiutano a digerire i grassi.<br />

Il Carciofo e il Radicchio esercitano infatti una<br />

valida azione coleretica (aumento della produzione<br />

di bile), favorendo la funzionalità epatocellulare<br />

e della secrezione biliare. Le molecole come l’acido<br />

clorogenico e la cinarina hanno la funzione di<br />

incrementano la secrezione biliare e l’effetto si ha<br />

sia sulla coleresi (produzione di bile) che sulla produzione<br />

di acidi biliari.<br />

36 Il Giornale dei Biologi | Marzo 2021

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