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Urbanistica<br />
DESTINATO A CAMBIARE ASPETTO UNO DEGLI EMBLEMI DELL'ARCHITETTURA SOCIALISTA<br />
Auf Wiedersehen<br />
vecchia Alexanderplatz<br />
di Franco Donnini<br />
Anche se a molti verrà<br />
in mente una celebre<br />
canzone interpretata<br />
negli anni ’80 da Milva e<br />
ad altri un epico romanzo<br />
del 1929 di Alfred Döblin,<br />
l’Alexanderplatz di quella<br />
che una volta era Berlino<br />
Est rimane ad oggi uno<br />
degli esempi più calzanti di<br />
progettazione urbanistica<br />
e architettonica di stampo<br />
tipicamente socialista.<br />
Spazi ampissimi, scarsità<br />
di verde, edifici di forma<br />
squadrata, spogli di qualsiasi<br />
ornamento e praticamente<br />
uniformi anche dal punto<br />
vista cromatico: facilissimo<br />
ritrovare molte di queste<br />
peculiarità nella quasi totalità<br />
dei centri più o meno grandi<br />
dell’Europa orientale.<br />
Ma qui siamo nella città che<br />
più di ogni altra ha vissuto<br />
il crollo del blocco sovietico:<br />
le immagini di quel lontano<br />
1989 restano scolpite nella<br />
nostra memoria come uno<br />
dei momenti di transizione<br />
storica più importanti del<br />
ventesimo secolo. Proprio<br />
qui ebbe luogo la grande<br />
manifestazione popolare<br />
contro il regime della<br />
Repubblica Democratica<br />
Tedesca, solo pochi giorni<br />
prima dell’abbattimento del<br />
famigerato Muro.<br />
Lampante come l’aspetto<br />
attuale della piazza sia il<br />
frutto della ricostruzione<br />
postbellica avvenuta sotto<br />
la forte influenza del<br />
classicismo socialista, ed è<br />
altrettanto evidente come<br />
le opere di rinnovamento<br />
realizzate dagli anni ’90<br />
in poi abbiano mascherato<br />
solo in piccola parte le poco<br />
Dopo quasi 30 anni di progetti e discussioni è finalmente iniziata<br />
la riqualificazione urbanistica della storica piazza berlinese<br />
intitolata nel 1805 allo zar Alessandro I di Russia.<br />
apprezzabili connotazioni<br />
esistenti, rendendo peraltro<br />
Alexanderplatz un’area<br />
eccessivamente caratterizzata<br />
dalla presenza di marchi<br />
commerciali.<br />
Il primo bando di concorso per<br />
la presentazione di progetti<br />
relativi ad un nuovo assetto<br />
urbanistico della piazza<br />
risale al 1993, ma per motivi<br />
principalmente economici<br />
tale programma non è mai<br />
stato avviato. Ad inizio 2020,<br />
però, gli amministratori<br />
berlinesi hanno finalmente<br />
rilanciato l’opera stilandone<br />
le linee guida e stanziando i<br />
fondi e le risorse necessarie.<br />
Rientrerà in un più generale<br />
riammodernamento della<br />
città che, grazie a cospicui<br />
investimenti pubblici, avrà<br />
nel giro di pochi anni e<br />
nonostante la pandemia in<br />
corso, un nuovo “look”, nuovi<br />
edifici e nuove infrastrutture.<br />
A tal proposito, proprio<br />
nel corso del dicembre<br />
2020 è stato inaugurato<br />
l’ultimo tratto della linea<br />
metropolitana U5, molto<br />
importante in quanto unisce<br />
l’area in questione alla Porta<br />
di Brandeburgo e alla zona<br />
museale della grande capitale<br />
tedesca.<br />
LA SCALATA<br />
VERSO L’ALTO<br />
Il progetto originale di<br />
riassetto, elaborato pochi<br />
anni dopo la caduta del Muro<br />
dagli architetti Hans Kollhoff<br />
e Helga Timmermann,<br />
prevedeva la costruzione<br />
di 13 grattacieli alti ognuno<br />
circa 150 metri, destinati a<br />
mutare radicalmente l’aspetto<br />
della piazza in una sorta di<br />
compensazione tra gli spazi<br />
orizzontali e quelli verticali.<br />
Come già detto, tuttavia,<br />
il forte debito pubblico<br />
accumulato a causa della<br />
riunificazione tedesca ha<br />
costretto l’amministrazione<br />
cittadina ad accantonare<br />
questo progetto per molto<br />
tempo. L’idea originaria è<br />
stata ora ripresa e costituirà<br />
l’impronta fondamentale del<br />
rifacimento architettonico<br />
in programma nei prossimi<br />
anni. I nuovi fabbricati<br />
saranno tutti di notevole<br />
altezza e in gran parte<br />
polifunzionali, destinati<br />
quindi ad ospitare negozi,<br />
uffici e abitazioni private di<br />
varie metrature.<br />
Foto: Wladyslaw Sojka on wikimedia/commons<br />
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marzo-aprile 2021