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In biblioteca<br />
Le tappe del viaggio di Anna Bontempi<br />
E via, si va, attraversando le mulattiere di Edirne percorse da traballanti<br />
corriere stracolme di viaggiatori; superando l'altopiano desertico dell'Ararat<br />
coperto per 1.400 km da una nube di sassi e polvere; scoprendo i<br />
numerosi e sfacciati bambini di strada nei tanti villaggi della Turchia; osservando<br />
i nomadi dell'Iran trasportare a dorso di mulo i loro pochi, preziosi<br />
beni, mai stanchi dei continui spostamenti; percorrendo le disagiate<br />
strade dell'altopiano dei monti Zagros in un panorama desolato e lunare.<br />
A Kermanshah, città del Kudistan, "parcheggiato" sulla strada accanto<br />
ad un taxi fa mostra di sé un bel tappeto, forse l'epifania del tappeto volante<br />
della favola di Aladino, chissà. Colpisce il folclore dei bazar persiani,<br />
la ricchezza degli odori, dei colori, del rumore, del disordine delle<br />
merci affastellate in ogni anfratto, delle mille e mille bancarelle che si<br />
susseguono ininterrottamente per le strade e stradine delle città.<br />
Con quanta facilità, nota Anna Bontempi, le donne irachene affrontano la<br />
difficoltà di portare la preziosa acqua del fiume Tigri dentro enormi otri<br />
sospesi in equilibrio sulle loro teste; è ammirevole il loro portamento elegante,<br />
ma soprattutto la loro tenacia nel sopportare gli affanni della vita.<br />
E mentre qui l'esistenza scorre lenta al ritmo del sorgere e del calar<br />
del sole, con gli animali da governare e i ricoveri da approntare, in costante<br />
movimento alla ricerca dei pascoli più nutrienti, la Giulia attende<br />
insofferente il passaggio delle greggi.<br />
L'imprevisto però è dietro l'angolo e l'avvenenza, si sa, scatena la cupidigia<br />
degli appetiti più ingordi; così accade che un prepotente pascià<br />
di Baghdad offra tre cammelli in cambio della Giulia, che è una vera<br />
bellezza, rendendo perciò necessario nasconderla sotto le arcate di un<br />
cortile, al sicuro, onde evitare che venga trafugata.<br />
In Giordania, Siria, Libano, Iraq, perennemente in conflitto con Israele,<br />
passare le frontiere non è affatto semplice per gli stranieri, men<br />
che meno per giornalisti, che non siano cristiani: un intero capitolo<br />
del libro racconta le peripezie affrontate per poter esibire un certificato<br />
di battesimo.<br />
Lungo la via di Damasco un cavallo passa accanto alla Giulia col suo carico,<br />
non di biada, ma di petrolio, moderno oggetto di contesa su cui<br />
l'autrice pone l'accento.<br />
Ma nel corso del viaggio c'è anche spazio per un gesto di civetteria<br />
tutta femminile: provare un copricapo mediorientale, la kefiah, che<br />
avvolta sul capo e intorno al collo ha il doppio vantaggio di nascondere<br />
la mancanza di messa in piega e di difendere dall'implacabile<br />
sole del deserto siriano.<br />
A Baalbek, alias Heliopolis, la maestosità dei lapidari e plurisecolari<br />
templi romani, nel mezzo del deserto, indica che qui tutto si misura in<br />
millenni; il confronto col presente stimola una riflessione sulla caducità<br />
delle cose umane, sulla miseria di poveri bambini che condividono<br />
l'esistenza con un asino o una capra. Intanto un dromedario sorride alla<br />
camera, mentre il beduino che lo tiene per le briglie lo compara dubbiosamente<br />
allo chassis della Giulia.<br />
Da Tiro e Sidone partivano anticamente gli abili navigatori fenici, per<br />
fondare nuovi empori sulle coste del Mediterraneo dove scambiare<br />
le loro preziose merci, oggetti di vetro e tessuti di porpora; ora hanno<br />
una vocazione sedentaria, preferendo gli scambi nei loro suq; un<br />
libanese osserva pigramente il castello dei crociati sul lungomare di Sidone,<br />
tenendo accanto a sé sedie vuote come in un'antica attesa di accogliere<br />
coloro che tornavano dal mare.<br />
L'itinerario di Anna ha termine in Grecia, scrigno dei capolavori assoluti<br />
della cultura classica; l'interesse per l'arte ha arricchito l'autrice<br />
di valori profondi, avvicinandola all'essenza ancestrale della spiritualità<br />
umana, sebbene provocandole uno stato di "ebbrezza archeologica".<br />
Ci sono storie che vale la pena di raccontare, perché storie di donne<br />
che narrano delle loro sfide e delle loro insicurezze, ma anche, del loro<br />
superamento. Muoversi con la Giulia "en plein air" è stato il leitmotiv<br />
dell'esperienza vissuta da Anna Bontempi, che ha appagato la sua<br />
voglia di libertà e il suo gusto dell'avventura: la solitudine del deserto,<br />
una notte all'addiaccio, una sosta con vista, il passaggio su un sentiero<br />
sospeso sull'abisso, un pasto frugale ai margini di una carovana, hanno<br />
aggiunto un "quid" di inaspettato al suo viaggio, anticonvenzionale ricerca<br />
di antiche civiltà raccontata per immagini.<br />
marzo-aprile 2021 53