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I formaggi di latte mono-razza per salvare la razza bovina Ottonese in via<br />
di estinzione. Dalle prove condotte, il latte di Ottonese è risultato ottimale per la<br />
caseificazione. La ricerca si è focalizzata sulla produzione di tre formaggi: uno a pasta<br />
molle, uno fresco a coagulazione acida e pasta molle e un formaggio semimolle a<br />
breve stagionatura. Sulla base dell’esperienza di Convenient, tutti i tre formaggi<br />
potrebbero essere prodotti a piccola scala se si desiderasse trasformare il latte di<br />
Ottonese attraverso un caseificio aziendale.<br />
con tutti i limiti che questo impegnativo<br />
percorso può nascondere».<br />
Triplice attitudine<br />
Robusta, rustica, capace di resistere<br />
alle difficoltà climatiche e del<br />
territorio, la Ottonese è una razza<br />
particolarmente longeva e molto<br />
prolifica. Durante il webinar le sue<br />
caratteristiche sono state illustrate<br />
da ALESSIO ZANON, medico veterinario<br />
che, numeri alla mano, ha<br />
ricordato la drastica riduzione del<br />
numero di capi allevati, passati<br />
da una popolazione che nel 1959<br />
arrivava a contare tra i 20.000 e i<br />
25.000 soggetti, ai 300 oggi iscritti al<br />
Registro anagrafico. «La Ottonese è<br />
una razza a triplice attitudine — ha<br />
dichiarato — latte, carne e lavoro<br />
e insieme alla Reggiana, alla Modenese,<br />
alla Garfagnina, alla Pontremolese<br />
e alla Romagnola costituisce<br />
un gruppo di sei razze autoctone<br />
tipiche dell’Emilia-Romagna, che<br />
si caratterizzano per alcuni aspetti<br />
particolarmente positivi come la<br />
resistenza potenziale alle epidemie<br />
e alle variazioni climatiche, una produttività<br />
costante anche in presenza<br />
di un’alimentazione povera, il forte<br />
legame al territorio e alle tradizioni<br />
locali, la possibilità di legarle a<br />
produzioni limitate e territoriali, le<br />
qualità organolettiche e qualitative<br />
sempre percepibili, il forte valore<br />
storico di impatto sul consumatore<br />
e l’adattabilità a sistemi di allevamento<br />
di varia natura.<br />
Il rovescio della medaglia, però,<br />
riguarda le consistenze numeriche,<br />
il reperimento del seme e di<br />
allevatori esperti e motivati, l’aiuto<br />
tecnico, il coordinamento tra enti<br />
e la mancanza di evoluzione selettiva<br />
della razza ferma purtroppo a<br />
sessant’anni fa. Detto questo — ha<br />
concluso Zanon — non vi è alcun<br />
dubbio che le elevate caratteristiche<br />
organolettiche del latte prodotto<br />
da bovine di razza Ottonese possono<br />
rappresentare il trampolino di<br />
lancio per produzioni lattiero casearie<br />
da valorizzare, che potrebbero<br />
spuntare prezzi superiori ad altre<br />
analoghe tipologie di formaggi».<br />
Difesa della biodiversità<br />
Ma torniamo al progetto GOI Convenient<br />
e all’attività svolta con la<br />
collaborazione dell’azienda agricola<br />
Delmolino che ha messo a<br />
disposizione i suoi capi di razza<br />
Ottonese. Nel corso del triennio<br />
della sua durata, i campioni di latte<br />
sono stati sottoposti alle necessarie<br />
analisi per stabilirne la composizione<br />
e le caratteristiche nutrizionali,<br />
successivamente confrontati<br />
con latte prodotto da vacche di<br />
razza Frisona. Ebbene, il grasso e<br />
la proteina del latte di Ottonese<br />
ha raggiunto rispettivamente un<br />
valore di 4,71 e 3,44, a fronte di<br />
3,54 e 2,89 della Frisona. «I risultati<br />
ottenuti dalla caratterizzazione<br />
chimica e tecnologica del latte di<br />
Ottonese — ha puntualizzato Elena<br />
Bortolazzo —dimostrano che ci<br />
troviamo di fronte ad un prodotto<br />
molto adatto alla caseificazione. In<br />
considerazione del numero limitato<br />
di capi e nella prospettiva di una<br />
trasformazione aziendale del latte,<br />
la scelta è ricaduta su formaggi freschi<br />
per la cui preparazione è stata<br />
utilizzata l’attrezzatura disponibile<br />
nella sala prove lettiero-casearie<br />
del CRPA.<br />
Come dicevo, abbiamo optato<br />
per la produzione di tre diverse<br />
tipologie di formaggio, che sulla<br />
base dell’esperienza di Convenient<br />
potrebbero essere prodotti su scala<br />
ridotta se l’intenzione dell’azienda<br />
fosse quella di trasformare il latte<br />
all’interno di un caseificio aziendale<br />
dove, in una fase iniziale e di avvio<br />
dell’attività, i formaggi più adatti<br />
dovrebbero essere quello molle e<br />
quello semimolle a breve stagionatura.<br />
La tutela della biodiversità<br />
nel settore dell’allevamento bovino<br />
investe il tema della tutela delle<br />
razze a rischio estinzione come<br />
la Ottonese — ha concluso Elena<br />
Bortolazzo — nel tempo via via sostituite<br />
da razze più produttive, tant’è<br />
vero che oggi, in Italia, su un totale<br />
di venti razze autoctone ancora in<br />
produzione, solamente sei contano<br />
più di 10.000 capi e non più di tre<br />
hanno una diffusione nazionale.<br />
Si tratta quindi di un patrimonio<br />
da salvaguardare per il mantenimento<br />
delle tradizioni locali e dell’ecosistema<br />
grazie alla conservazione<br />
di prati e pascoli in quelle aree<br />
marginali del Paese dove la ridotta<br />
disponibilità di alimento, la qualità<br />
del latte ma anche le condizioni<br />
climatiche spesso avverse, farebbero<br />
lievitare considerevolmente i costi di<br />
produzione di razze più produttive.<br />
A questi fattori ne va aggiunto uno<br />
non mento importante: la redditività<br />
dell’allevatore. Produzioni di<br />
nicchia, adeguatamente valorizzate<br />
e promosse sul mercato, potrebbero<br />
avere un effetto decisamente positivo<br />
a vantaggio dell’azienda ma<br />
anche del territorio».<br />
Anna Mossini<br />
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Eurocarni, 4/21