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TuttoBallo20 Febbraio 2022.EnjoyArt

Carissimi Amici, eccoci giunti alla pubblicazione del numero di febbraio…il mese del Carnevale, delle frappe e castagnole, della buona cucina, ma ricco anche di tanti nuovi appuntamenti d’Arte, con molte novità ed interviste a nuovi personaggi, oramai nostri amici, che vogliamo presentarvi con i loro consigli e le loro idee, e ad amici “di vecchia data” per voi tutti, che già conoscete e che ci allieteranno con le loro riflessioni. Purtroppo il mese inizia con la scomparsa di una grandissima Artista del panorama cinematografico italiano, Monica Vitti, a cui dedichiamo questo numero, poiché ci ha lasciato, insieme a tanti altri Artisti scomparsi negli ultimi tempi, un grande patrimonio che, speriamo, noi amici dell’Arte, riusciremo a custodire come un grande tesoro! Allora, siete pronti con le sorprese di febbraio? E viaaa… scaricate gratuitamente il numero della Rivista Tuttoballo, ricordando sempre il nostro motto: Tuttoballo, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma! Buona lettura a tutti!


Carissimi Amici, eccoci giunti alla pubblicazione del numero di febbraio…il mese del Carnevale, delle frappe e castagnole, della buona cucina, ma ricco anche di tanti nuovi appuntamenti d’Arte, con molte novità ed interviste a nuovi personaggi, oramai nostri amici, che vogliamo presentarvi con i loro consigli e le loro idee, e ad amici “di vecchia data” per voi tutti, che già conoscete e che ci allieteranno con le loro riflessioni.
Purtroppo il mese inizia con la scomparsa di una grandissima Artista del panorama cinematografico italiano, Monica Vitti, a cui dedichiamo questo numero, poiché ci ha lasciato, insieme a tanti altri Artisti scomparsi negli ultimi tempi, un grande patrimonio che, speriamo, noi amici dell’Arte, riusciremo a custodire come un grande tesoro!
Allora, siete pronti con le sorprese di febbraio?
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TuttoBallo<br />

Quanto manca a Carnevale? Beh, se a chiederlo e a rispondere sono due uruguaiani, in realtà il Carnevale sta per iniziare. Sì<br />

perché a Montevideo dura quanto la Quaresima: 40 giorni, da fine gennaio a inizio marzo. E, soprattutto, 40 notti. E se credete che<br />

quello di Rio de Janeiro sia festoso e colorato, allora vale la pena conoscere anche quello del piccolo e troppo spesso sconosciuto<br />

paese incastonato proprio tra Brasile e Argentina.<br />

Anche in Uruguay, come in tutto il mondo, il Carnevale è momento di rovesciamento, il giorno in cui i subalterni possono liberarsi<br />

simbolicamente del loro giogo e sbeffeggiare i padroni, il giorno in cui è concesso tutto. A Montevideo il Carnevale è principalmente<br />

una lunga competizione tra gruppi di murgas.<br />

Immaginatevi una città tappezzata di tablados, piccoli palchi dagli assi di legno montati in ogni quartiere dove si avvicendano più<br />

gruppi amatoriali nella stessa sera. Per quaranta giorni. Appunto, le murgas. Una murga è una banda amatoriale di strada<br />

rappresentante solitamente un quartiere della città e composto da diciassette membri, rigorosamente: tredici cantanti, un<br />

direttore/solista e tre percussionisti, con i loro tamburi di diverse dimensioni, bombo, platillo e redoblante. Tutti sono truccati e<br />

mascherati, in uno stile che ricorda le maschere veneziane ma deformate in versione ironica e satirica.<br />

L’origine di questo stile di festeggiare (perché se è vero che il periodo centrale è quello del Carnevale, è altrettanto vero che le<br />

murgas fanno pratica tutto l’anno e, le più conosciute, si esibiscono in occasioni particolari, sempre festose) è spagnolo e si deve a<br />

un gruppo musicale andaluso che a inizio ‘900 arrivò in Uruguay per esibirsi, ‘La Gaditana’. Essendo i locali delle esibizioni troppo<br />

piccoli o particolarmente alta la richiesta da parte del pubblico o, al contrario, troppo scarsa, la banda prese a suonare girando per le<br />

strade della città. Dall’anno successivo un primo gruppo amatoriale volle omaggiare e parodiare gli spagnoli creando ‘La murga La<br />

Gaditana que se va’; da lì in poi nacquero tantissimi gruppi di murga, sempre con l’intento parodistico e sempre con nomi che già<br />

rendono idea del clima: ‘Los Domadores de Suegras’ (I Domatori di Suocere), ‘Salimos por No Quedarnos a Casa’ (Usciti per Non<br />

Starcene in Casa), ‘Tírame la Punta del Naso’ (Tira la Punta del Naso) e molti altri. Lo stile della murga è rimasto questo: parodiare,<br />

parodiare tutto: il potere, la società, i fatti principali accaduti nell’anno… tutto. Perché a Carnevale vale tutto e tutto si può.<br />

Alla murga si affianca il candombé, o candombe, un ballo frenetico e festoso, una danza-lotta in stile capoeira, di origine africana.<br />

Ma l’Uruguay che cosa c’entra? Siamo abituati a conoscerlo come un paese di immigrati europei, una seconda casa per gli italiani,<br />

al pari dell’Argentina, una sorta di avamposto della cultura europea in America meridionale… E invece la cultura africana è molto<br />

presente in Uruguay, specialmente nel settore musicale.<br />

Anche sulle sponde del Rio de la Plata sono arrivate navi spagnole cariche di deportati africani, ovviamente, ma è il 1852 quando<br />

l’Uruguay abolisce la schiavitù, giusto una quarantina d’anni prima che lo stesso avvenga in Brasile (1888) e in anticipo anche<br />

rispetto ad altre ex colonie spagnole. Questo fa sì che molti schiavi che riuscivano a fuggire o molti afro-americani che non erano<br />

più formalmente schiavi ma non godevano ancora dei pieni diritti di cittadinanza cercassero di raggiungere l’Uruguay.

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