TuttoBallo20 Febbraio 2022.EnjoyArt
Carissimi Amici, eccoci giunti alla pubblicazione del numero di febbraio…il mese del Carnevale, delle frappe e castagnole, della buona cucina, ma ricco anche di tanti nuovi appuntamenti d’Arte, con molte novità ed interviste a nuovi personaggi, oramai nostri amici, che vogliamo presentarvi con i loro consigli e le loro idee, e ad amici “di vecchia data” per voi tutti, che già conoscete e che ci allieteranno con le loro riflessioni. Purtroppo il mese inizia con la scomparsa di una grandissima Artista del panorama cinematografico italiano, Monica Vitti, a cui dedichiamo questo numero, poiché ci ha lasciato, insieme a tanti altri Artisti scomparsi negli ultimi tempi, un grande patrimonio che, speriamo, noi amici dell’Arte, riusciremo a custodire come un grande tesoro! Allora, siete pronti con le sorprese di febbraio? E viaaa… scaricate gratuitamente il numero della Rivista Tuttoballo, ricordando sempre il nostro motto: Tuttoballo, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma! Buona lettura a tutti!
Carissimi Amici, eccoci giunti alla pubblicazione del numero di febbraio…il mese del Carnevale, delle frappe e castagnole, della buona cucina, ma ricco anche di tanti nuovi appuntamenti d’Arte, con molte novità ed interviste a nuovi personaggi, oramai nostri amici, che vogliamo presentarvi con i loro consigli e le loro idee, e ad amici “di vecchia data” per voi tutti, che già conoscete e che ci allieteranno con le loro riflessioni.
Purtroppo il mese inizia con la scomparsa di una grandissima Artista del panorama cinematografico italiano, Monica Vitti, a cui dedichiamo questo numero, poiché ci ha lasciato, insieme a tanti altri Artisti scomparsi negli ultimi tempi, un grande patrimonio che, speriamo, noi amici dell’Arte, riusciremo a custodire come un grande tesoro!
Allora, siete pronti con le sorprese di febbraio?
E viaaa… scaricate gratuitamente il numero della Rivista Tuttoballo, ricordando sempre il nostro motto: Tuttoballo, la Rivista che ti informa e ti tiene in forma!
Buona lettura a tutti!
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TuttoBallo<br />
Lì sarebbero stati semplicemente dei cittadini. Ecco uno dei motivi principali della forte presenza di afroamericani in Uruguay<br />
rispetto, ad esempio, all’Argentina. Ovviamente, come tutti gli esseri umani che si spostano, anch’essi portarono con sé il proprio<br />
bagaglio culturale che, naturalmente, comprendeva anche la musica. E questo seme cresce in luoghi specifici, gli unici dove<br />
potessero vivere degli ex schiavi, ovvero i conventillos. Un conventillo non è altro che un intero edificio a più piani con dei ballatoi<br />
che si affacciano su uno o più cortili interni. Ogni piano è composto da più appartamenti, generalmente formati da una o due<br />
stanze e sempre senza bagno, che è in comune giù in cortile. In Italia c’è stato qualcosa di simile nelle città del nord, soprattutto<br />
Milano e Torino, con le cosiddette “case di ringhiera”, e proprio come quelle, anche i conventillos erano destinati a immigrati o,<br />
appunto, ex schiavi. È in uno di questi conventillos, precisamente nel ‘Medio Mundo’, in calle Cuareim 1080, a Montevideo, che<br />
viene storicamente datata la nascita del candombé uruguaiano.<br />
A differenza della murga, il candombé ha un’intensità di satira e di rovesciamento sociale minore, per quanto comunque presente;<br />
si concentra di più sull’aspetto festoso, essendo una rievocazione dell’incoronazione dei Re dell’antico Congo prima e dei Re Magi<br />
poi. Come la murga, anche il candombé ha una sua struttura piuttosto rigida: ogni comparsa, ossia ogni gruppo, è composto dalle<br />
maschere storiche della tradizione africana: La Mama Vieja, ossia la donna regina del Carnevale, che rappresenta la saggezza, il<br />
rispetto per l’anzianità e l’importanza della linea matriarcale nelle culture africane; El Gramillero, ossia lo stregone, a<br />
rappresentare il rispetto per l’anzianità e la vita tribale, quindi ancora una volta il legame con la tradizione africana; El Escobero,<br />
ossia colui che, bastone o scopa alla mano, in passato apriva, guidava e chiudeva la comparsa, rappresentando l’uomo, il<br />
guerriero della tribù: infatti si scontrava a duello con El Escobero di un’altra comparsa cercando di farlo cadere ballando e<br />
agitando la scopa. A queste maschere si aggiungono un nutrito corpo di ballo e un minimo di cinquanta suonatori di tambores, che<br />
sono di tre dimensioni: in ordine crescente, chico, repique e piano. Ogni tipologia di tamburo ha un suo modo di essere suonato,<br />
un proprio ruolo all’interno della musica e, soprattutto, ogni comparsa ha il proprio stile e il proprio ritmo in rappresentanza di ogni<br />
quartiere della città, senza distinzione di ceto; ogni quartiere ha la propria comparsa. Partendo da diversi angoli dei tradizionali<br />
quartieri cittadini abitati da neri, iniziano le llamadas, le ‘chiamate’: le corde dei tamburi vengono “tirate” al calore del fuoco e i<br />
tamburi cominciano a dialogare per preparare il pubblico e poi partire in sfilata insieme ai ballerini chiamando, appunto, la gente a<br />
unirsi alla festa. Tutte le comparsas si radunano poi nello stesso punto per la sfilata congiunta, che in realtà è una gara a ritmo<br />
tribale, tra tamburi impazziti e balli scatenati che richiamano la trance delle musiche tradizionali africane. Una<br />
ricchezzariconosciuta anche dall’UNESCO, che ha decretato il candombé Patrimonio immateriale dell’Umanità.<br />
Con la murga e la sua satira scherzosa e dissacrante, il candombé e la sua festosità sfrenata, il Carnevale uruguaiano è una vera<br />
occasione di gioia, leggerezza e divertimento per tutta una comunità, una città e un intero paese.<br />
David Iori<br />
traduttore ispanoamericano e portoghese<br />
www.ilcontaconti.wordpress.com