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Nella comunicazione non verbale con gli animali,<br />
ogni interazione trasmette un messaggio; un<br />
loro orecchio teso può sentire cose che noi<br />
umani non siamo in grado di percepire; e ogni<br />
piccolo fremito può comunicare un disagio. Ed è<br />
proprio da lì, dunque, che bisogna ripartire per<br />
apprendere. Così, mettendo in pratica questo<br />
ascolto, ho imparato a percepire anch’io molto<br />
di più nel mio lavoro, i disagi e le fragilità che i<br />
corpi delle mie clienti esprimono, e le emozioni<br />
represse che le mani percepiscono ad esempio<br />
massaggiando una schiena o un addome.<br />
Questa modalità di ascolto mi ha portato a voler<br />
approfondire come essere sempre più utile per<br />
aiutare gli altri: da lì è nata l’idea dello studio<br />
di naturopatia, e sono diventata naturopata<br />
psicosomatica. Tutti noi somatizziamo spesso<br />
le nostre emozioni o ciò che non funziona nelle<br />
nostre vite; esperienze e traumi sono scritti<br />
sul nostro corpo e attraverso queste pratiche<br />
ho imparato a leggerli, per aiutare gli altri ad<br />
ascoltarsi e a mettersi in discussione.<br />
Cosa mancava ancora per sviluppare di più il<br />
mio ascolto?<br />
Questa domanda interiore mi ha spinto a ricercare,<br />
per poi trovare nel coaching, la mia possibilità<br />
di completamento. Tra le varie scuole ho scelto<br />
quella che mi rappresenta di più, un percorso<br />
che ti spreme e ti sfida a tirare fuori il meglio<br />
di te. Si chiama MICAP, Master Internazionale<br />
Coaching ad Alte Prestazioni: tre anni di studio,<br />
non solo di Programmazione Neuro-Linguistica e<br />
tecniche di coaching, ma anche di negoziazioni<br />
complesse, leadership in azione e marketing<br />
strategico automatizzato, con lezioni ed esami<br />
tenuti da amministratori delegati di importanti<br />
aziende italiane.<br />
La particolarità è stata che per ottenere la<br />
certificazione ho dovuto, oltre allo studio,<br />
sostenere numerose prove curriculari anche<br />
fisiche ed emotive, come correre una maratona<br />
Per fare ciò occorre un grande cuore, che visto<br />
da fuori può sembrare di nuovo semplice; la mia<br />
vera difficoltà è stato fare tutto questo vivendo<br />
per 30 anni con un malato cronico. Dopo un<br />
incidente stradale avuto nel 1992, mio marito è<br />
rimasto politraumatizzato, e ha avuto un excursus<br />
di malattie infinite che non ci hanno reso la vita<br />
di certo facile. Ho dovuto cercare continuamente<br />
soluzioni e adattamenti per potergli permettere<br />
di avere una vita all’apparenza normale. Eppure,<br />
anche in mezzo a tutto quel dolore, l’ascolto<br />
è stato fondamentale, soprattutto verso me<br />
stessa, per non venire travolta dalla situazione.<br />
Chi vive con un malato cronico spesso tende<br />
ad annullarsi; ora, dopo la sua morte, continuo<br />
l’ascolto nell’elaborazione del mio lutto, con tanta<br />
consapevolezza e amore anche per me stessa.<br />
Più mi ascoltavo e più sentivo che mi mancava<br />
qualcosa.<br />
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