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BresciaUp_GENNAIO 2024

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Nella comunicazione non verbale con gli animali,<br />

ogni interazione trasmette un messaggio; un<br />

loro orecchio teso può sentire cose che noi<br />

umani non siamo in grado di percepire; e ogni<br />

piccolo fremito può comunicare un disagio. Ed è<br />

proprio da lì, dunque, che bisogna ripartire per<br />

apprendere. Così, mettendo in pratica questo<br />

ascolto, ho imparato a percepire anch’io molto<br />

di più nel mio lavoro, i disagi e le fragilità che i<br />

corpi delle mie clienti esprimono, e le emozioni<br />

represse che le mani percepiscono ad esempio<br />

massaggiando una schiena o un addome.<br />

Questa modalità di ascolto mi ha portato a voler<br />

approfondire come essere sempre più utile per<br />

aiutare gli altri: da lì è nata l’idea dello studio<br />

di naturopatia, e sono diventata naturopata<br />

psicosomatica. Tutti noi somatizziamo spesso<br />

le nostre emozioni o ciò che non funziona nelle<br />

nostre vite; esperienze e traumi sono scritti<br />

sul nostro corpo e attraverso queste pratiche<br />

ho imparato a leggerli, per aiutare gli altri ad<br />

ascoltarsi e a mettersi in discussione.<br />

Cosa mancava ancora per sviluppare di più il<br />

mio ascolto?<br />

Questa domanda interiore mi ha spinto a ricercare,<br />

per poi trovare nel coaching, la mia possibilità<br />

di completamento. Tra le varie scuole ho scelto<br />

quella che mi rappresenta di più, un percorso<br />

che ti spreme e ti sfida a tirare fuori il meglio<br />

di te. Si chiama MICAP, Master Internazionale<br />

Coaching ad Alte Prestazioni: tre anni di studio,<br />

non solo di Programmazione Neuro-Linguistica e<br />

tecniche di coaching, ma anche di negoziazioni<br />

complesse, leadership in azione e marketing<br />

strategico automatizzato, con lezioni ed esami<br />

tenuti da amministratori delegati di importanti<br />

aziende italiane.<br />

La particolarità è stata che per ottenere la<br />

certificazione ho dovuto, oltre allo studio,<br />

sostenere numerose prove curriculari anche<br />

fisiche ed emotive, come correre una maratona<br />

Per fare ciò occorre un grande cuore, che visto<br />

da fuori può sembrare di nuovo semplice; la mia<br />

vera difficoltà è stato fare tutto questo vivendo<br />

per 30 anni con un malato cronico. Dopo un<br />

incidente stradale avuto nel 1992, mio marito è<br />

rimasto politraumatizzato, e ha avuto un excursus<br />

di malattie infinite che non ci hanno reso la vita<br />

di certo facile. Ho dovuto cercare continuamente<br />

soluzioni e adattamenti per potergli permettere<br />

di avere una vita all’apparenza normale. Eppure,<br />

anche in mezzo a tutto quel dolore, l’ascolto<br />

è stato fondamentale, soprattutto verso me<br />

stessa, per non venire travolta dalla situazione.<br />

Chi vive con un malato cronico spesso tende<br />

ad annullarsi; ora, dopo la sua morte, continuo<br />

l’ascolto nell’elaborazione del mio lutto, con tanta<br />

consapevolezza e amore anche per me stessa.<br />

Più mi ascoltavo e più sentivo che mi mancava<br />

qualcosa.<br />

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