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LETTERATURA<br />
COMUNQUE<br />
MAMMA. STORIA<br />
DI UNA FERITA<br />
ANCORA APERTA<br />
Una storia dalla forte componente autobiografica,<br />
ma che affronta un tema universale delicato e di<br />
grande attualità, che toccherà il cuore di molti.<br />
È quella raccontata in “Comunque mamma.<br />
Storia di una ferita ancora aperta”, secondo<br />
libro dell’attrice Antonella Ferrari edito da<br />
HarperCollins Italia, in libreria dal 27 ottobre, che<br />
arriva a poco più di dieci anni dal precedente<br />
“Più forte del destino” che ebbe un grandissimo<br />
successo. «Ho deciso di scrivere questo libro<br />
durante la pandemia, quando il senso di<br />
solitudine si faceva ancora più forte in me e la<br />
voglia di maternità continuava a bussare alla mia<br />
porta.<br />
Dato che il primo era andato così bene e mi ha<br />
aiutato molto a livello psicologico, ho deciso di<br />
affrontare un altro tema doloroso della mia vita<br />
e usare la scrittura come terapia. Mentre sono<br />
venuta a patti con la malattia per questo dolore,<br />
invece, non ho ancora trovato un cerotto capace<br />
di medicare la ferita. Sicuramente mi hanno<br />
aiutato tantissimo mio marito e il mio cagnolino<br />
Grisù, però il non essere riuscita a diventare<br />
madre è una sofferenza grande, che si fa ancora<br />
sentire forte in me» - spiega l’autrice - «Spero che<br />
con questo libro io possa riaprire quel dialogo<br />
con il pubblico iniziato con “Più forte del destino”<br />
e magari qualcuno si ritroverà nelle mie parole e<br />
nella mia battaglia. E mi auguro che faccia riflettere<br />
anche le istituzioni, affinché si metta finalmente<br />
mano alla legge sull’adozione e si possano fare<br />
dei passi avanti, rendendo questo percorso<br />
meno complicato». In “Comunque mamma.<br />
Storia di una ferita ancora aperta” Antonella<br />
Ferrari racconta infatti di come, essendo lei affetta<br />
da sclerosi multipla, si sia trovata praticamente<br />
sbarrate tutte le strade per diventare madre,<br />
dalla fecondazione assistita all’adozione. Così lei<br />
ha cercato, con l’energia positiva e l’entusiasmo<br />
contagioso che la contraddistinguono, altri<br />
modi per considerarsi mamma. Attraverso la<br />
realizzazione artistica, l’amore per chi le sta più<br />
vicino, il contatto prezioso e unico con Grisù, il<br />
suo inseparabile “bambino peloso”. Partendo<br />
da “una ferita ancora aperta”, dalla necessità di<br />
venire a patti con il dolore, Antonella Ferrari ha<br />
deciso di mettersi a nudo e raccontarsi senza far<br />
mancare mai l’ironia e la leggerezza.<br />
A CURA DI MARIA VERDERIO<br />
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