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Waste n. 29 marzo 2024

Nanotecnologie come soluzione per depurare i reflui industriali Consuntivo riciclo. Siamo leader in Europa ma guai a fermarsi

Nanotecnologie come soluzione per depurare i reflui industriali

Consuntivo riciclo. Siamo leader in Europa ma guai a fermarsi

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e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

Soluzioni e tecnologie<br />

per l’ambiente<br />

Economia Circolare<br />

60 ACQUE REFLUE Soluzioni<br />

DEPURAZIONE LIQUAMI<br />

DEPURAZIONE LIQUAMI<br />

ACQUE REFLUE<br />

61<br />

Marco Comelli<br />

Effetto nanoscala<br />

L’universo variegato dei reflui industriali è complesso<br />

e con metodi di trattamento non standardizzati.<br />

Dalle nanotecnologie arriva (forse) la soluzione<br />

per depurarli, recuperarli e riutilizzarli<br />

Adifferenza degli scarichi urbani, che comprendono<br />

anche quelli domestici, i reflui<br />

industriali si presentano di diversa caratterizzazione,<br />

non solo per il processo che li produce,<br />

ma anche per composizione specifica,<br />

quantità, distribuzione degli scarichi lungo la<br />

giornata o stagione, destino dell’acqua dopo la<br />

depurazione (immissione nell’ambiente o riuso).<br />

Motivo per cui ogni impianto per la loro gestione<br />

risulta essere diverso dall’altro.<br />

La legge non dice che…<br />

La distinzione di cui sopra, dettate dal buon senso,<br />

non viene recepita dalla legislazione in materia.<br />

Le normative italiane infatti distinguono i<br />

reflui industriali dagli altri non per composizione<br />

ma per provenienza. La norma fondante, poi rafforzata<br />

da ripetute pronunce della Cassazione,<br />

è l’art. 74, lettera h, del D. Lgs. 152/06. “Si intendono<br />

acque reflue industriali tutte le acque scaricate<br />

da edifici o installazioni dove si svolgono<br />

attività commerciali o di produzione di beni, che<br />

si differenziano dalle acque reflue domestiche e<br />

dalle acque reflue meteoriche di dilavamento.”<br />

Le conseguenze di questo dettato sono notevoli<br />

a livello di autorizzazioni sia nella realizzazione<br />

degli impianti, nella loro gestione e infine allo<br />

scarico delle acque depurate. Un’ulteriore complicazione<br />

deriva dal fatto che le autorizzazioni<br />

allo scarico dipendono da norme regionali tutte<br />

diverse e dall’intervento delle ARPA e delle provincie<br />

o enti successori.<br />

Sul piatto della bilancia<br />

La composizione di un refluo industriale può essere<br />

molto complessa, con la possibile presenza<br />

di particelle solide in sospensione, schiume, colloidi,<br />

ioni metallici. La depurazione avviene quindi<br />

per stadi successivi, di tipologie e numero (almeno<br />

tre di solito), ognuno dedicato ad una categoria<br />

di inquinante.<br />

La scelta di una tecnologia rispetto ad un’altra,<br />

anche per fasi relativamente semplici come la<br />

separazione delle particelle solide, dipende da<br />

una serie di fattori: il volume orario del refluo,<br />

la velocità con cui si desidera arrivare alla depurazione<br />

(fondamentale se si punta al riuso<br />

dell’acqua), lo spazio disponibile, e non ultimo i<br />

costi. Questi ultimi spesso rallentano l’innovazione<br />

nel campo di depurazione delle acque.<br />

Naturalmente il costo non è importante come<br />

valore assoluto ma come termine del rapporto<br />

costi/benefici, ossia del calcolo dell’efficienza<br />

economica. Accade che nuove tecnologie siano<br />

estremamente efficienti ma il loro costo iniziale<br />

sia così elevato da renderle sfavorevoli rispetto<br />

a tecnologie più tradizionali. Nella depurazione<br />

questo si lega spesso alla scalabilità dell’applicazione:<br />

quello che è accettabile su piccola scala<br />

diventa antieconomico su larga scala e con flussi<br />

in entrata grandemente variabili.<br />

Aiuto concreto<br />

Un esempio che è ancora in gran parte valido è<br />

quello dell’applicazione delle nanotecnologie. I<br />

reflui industriali contengono con densità anche<br />

elevate inquinanti non organici, impossibili rimuovere<br />

semplicemente con mezzi biologici,<br />

come la degradazione da parte di microorganismi.<br />

Per depurare le acque da metalli pesanti,<br />

residui di antibiotici e pesticidi, coloranti, idrocarburi<br />

aromatici policiclici, composti fluorurati,<br />

sono stati sviluppati metodi chimico-fisici come<br />

la precipitazione chimica, la fotodegradazione,<br />

l’osmosi inversa e l’adsorbimento. Sono sistemi<br />

che funzionano ma spesso hanno un’efficienza<br />

bassa dal punto di vista energetico, temporale,<br />

operativo o tutte e tre insieme. Motivo per cui si<br />

è guardato alla nanotecnologia, in particolare a<br />

nanomateriali e nanostrutture per sostituire o<br />

migliorare queste metodologie. Il motivo è l’effetto<br />

di nanoscala.<br />

Di solito si parla di nanoscala quando almeno<br />

una delle dimensioni lineari del corpo è inferiore<br />

a 100 nanometri (un nanometro è un miliardesimo<br />

di metro). Più diminuiscono le dimensioni<br />

lineari di un corpo, per esempio una<br />

particella, maggiore è il rapporto tra superficie<br />

Carbon nanotubes<br />

Metal-Oxide nanoparticles<br />

e volume, e quindi massa, del corpo. Non esiste<br />

una definizione condivisa, ma normalmente se<br />

il rapporto tra superficie (espresso in metri<br />

quadri) e il volume (espresso in centimetri cubici)<br />

è almeno 60, allora siamo nell’ambito della<br />

nanoscala.<br />

La maggior parte dei metodi sopra descritti fa<br />

uso di effetti chimico-fisici che avvengono sulla<br />

superficie di contatto tra il materiale e l’inquinante.<br />

Oltre a questo ci sono altri vantaggi, come<br />

la possibilità di controllare la dispersione e la<br />

raccolta a fine processo con metodi senza contatto,<br />

come campi magnetici, e la possibilità di<br />

realizzare nanomateriali e nanostrutture specifici<br />

per ogni inquinante e farli operare in contemporanea<br />

semplificando i processi.<br />

Reazione a catena<br />

Va detto che l’applicazione delle nanotecnologie<br />

avviene alla terza fase del trattamento dei reflui,<br />

dopo quella di separazione dei solidi e quella<br />

della degradazione dei composti organici biodegradabili.<br />

Qui avviene per esempio la rimozione dei metalli<br />

pesanti. In ambito nanotecnologico uno<br />

strumento molto efficiente è rappresentato dal-<br />

Dendrimers<br />

Zeolite<br />

Alcune<br />

morfologie<br />

di nanoparticelle<br />

e nanostrutture.<br />

Marzo <strong>2024</strong><br />

Marzo <strong>2024</strong>

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