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Waste n. 29 marzo 2024

Nanotecnologie come soluzione per depurare i reflui industriali Consuntivo riciclo. Siamo leader in Europa ma guai a fermarsi

Nanotecnologie come soluzione per depurare i reflui industriali

Consuntivo riciclo. Siamo leader in Europa ma guai a fermarsi

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68 VEICOLI&ALLESTIMENTI<br />

CIRCOLARITÀ<br />

CIRCOLARITÀ<br />

Fase di rimozione<br />

dell’olio presso<br />

il centro di Riciclo<br />

e Smantellamento<br />

BMW di Monaco<br />

di Baviera.<br />

Ingegneri, designers<br />

e specialisti<br />

del riciclo, lavorano<br />

in team<br />

per lo sviluppo<br />

e l’ottimizzazione<br />

dei nuovi componenti.<br />

ciabilità, ma su quelli in circolazione la cosa è<br />

piuttosto complicata, anche perché non è detto<br />

che una lega utilizzata in una certa serie produttiva<br />

di un modello non sia poi stata cambiata,<br />

per i motivi più diversi.<br />

Il secondo problema è l’utilizzo di plastiche e,<br />

peggio, di compositi. Le prime contribuiscono<br />

molto al risparmio di peso. Senza di esse i moderni<br />

veicoli avrebbero masse ben superiori a<br />

quelle già importanti cui sono arrivati oggi, anche<br />

senza considerare la successiva esplosione<br />

dovuta all’elettrificazione. I compositi sono materiali<br />

meravigliosi, imbattibili per quanto riguarda<br />

il rapporto peso-robustezza, ma devono<br />

essere riciclati in modo separato, sempre che<br />

ci si riesca. Un decennio fa girava nel mondo<br />

dell’auto la battuta che la fibra di carbonio sarebbe<br />

stata l’amianto del XXI secolo. Per ora<br />

non ci sono segni in questo senso, ma forse<br />

semplicemente perché i compositi non hanno<br />

visto nell’automotive l’applicazione di massa<br />

che ci si aspettava.<br />

Obiettivi raggiungibili e raggiunti<br />

Di tutti i problemi materici sopra descritti, la<br />

Commissione Europea, more solito verrebbe<br />

da dire, ha deciso di concentrare l’attenzione<br />

sulla plastica, che nel progetto di regolamento<br />

presentato nello scorso luglio è l’unico materiale<br />

(peraltro definito in modo generico) con<br />

un obiettivo preciso. Entro il 2030 il 25% di tutte<br />

le plastiche utilizzate nelle auto e nei veicoli<br />

leggeri nuovi dovrà essere proveniente da riciclo,<br />

e di questo, un quarto dovrà venire dall’interno<br />

del riciclo automotive. Il primo obiettivo,<br />

a parere di chi scrive, ma non solo, è<br />

raggiungibile, anche se molte delle plastiche<br />

utilizzate sulle auto non sono riciclabili con i<br />

metodi attuali, e quindi la materia prima non<br />

sarebbe comunque disponibile entro il 2030<br />

nelle quantità necessarie.<br />

Il secondo obiettivo è sempre secondo noi ancora<br />

più difficile per i metodi di demolizione<br />

oggi utilizzati. Per recuperare la plastica della<br />

quantità e soprattutto qualità necessaria, bisognerebbe<br />

passare ad un concetto di smantellamento<br />

o meglio ancora di disassemblaggio<br />

dei veicoli a fine vita.<br />

Una catena di smontaggio che segua i criteri<br />

e le fasi, all’inverso, di quella di montaggio. E<br />

qui iniziano i problemi.<br />

La colla non molla<br />

I veicoli attualmente in circolazione, e quindi la<br />

stragrande maggioranza di quelli che andrà a<br />

fine vita negli anni 2030, non sono concepiti per<br />

essere smontati ma per essere costruiti al minor<br />

costo possibile. Un esempio è illuminante.<br />

Le parti del telaio e della carrozzeria sono saldate<br />

o peggio incollate.<br />

Questo vale non solo per le parti in compositi,<br />

dove i collanti sono una necessità, ma anche<br />

per molte parti in metallo. Oggi per risparmiare<br />

peso si usano insieme acciaio e leghe di allu-<br />

minio, che si possono saldare solo in certi casi<br />

e con costi elevati. Si va quindi di adesivi. Anche<br />

le plastiche sono incollate.<br />

Nello speciale sopra ricordato, riportavamo la<br />

stima basata su esperimenti reali, dei costi di<br />

smantellamento mirato al recupero della plastica<br />

automotive effettuata dagli autodemolitori<br />

canadesi. Si arriva a cifre e tempi totalmente<br />

fuori mercato per il valore intrinseco del materiale.<br />

Questo non cambierà in caso di regolamentazione,<br />

a meno che non cambi il modo<br />

di progettare e costruire i veicoli. Una prospettiva<br />

irrealistica se l’orizzonte è il 2030, con l’industria<br />

già impegnata in enormi investimenti<br />

per l’elettrificazione.<br />

Soluzione disassemblaggio<br />

Sia chiaro che in linea concettuale ma anche<br />

pratica cambiare il modo di progettare e costruire<br />

autoveicoli è una cosa fattibilissima.<br />

Sono molti gli esempi di progetti di ricerca ed<br />

esperienze su piccola scala. A livello progettuale,<br />

il design for dissembly è un campo ben<br />

“arato”, con principi collaudati che vanno solo<br />

applicati, per esempio, limitare al massimo<br />

l’uso di colle e saldature.<br />

Alcune soluzioni, come quella scelta per prima<br />

da Tesla, è di realizzare in pressofusione pezzi<br />

di grandi dimensioni che riuniscono elementi<br />

prima separati. Altre sono più estreme, come<br />

l’utilizzo della stampa 3D dei metalli, pratica<br />

consolidata nell’aerospaziale. L’americana<br />

Divergent 3D ha prodotto una supercar, la<br />

Cringer 21C, “street legal”utilizzando questa<br />

tecnologia che permette di risparmiare il 40%<br />

di massa ma soprattutto di riciclare totalmente<br />

il metallo atomizzandolo e reimpiegandolo nella<br />

stampante. La DBR22 dell’Aston Martin avrà il<br />

telaio costruito in questo modo. Il problema<br />

sono i costi. Un approccio più fattibile è quello<br />

della modularizzazione, che ha impatti positivi<br />

anche nella fabbricazione. Scomponendo il veicolo<br />

in moduli che vengono costruiti separatamente<br />

e poi assemblati rende anche il disassemblaggio<br />

più semplice, come il recupero dei<br />

materiali e il riuso dei componenti. Ne parleremo<br />

nei prossimi articoli di questa che diventerà<br />

una serie.<br />

l<br />

Marzo <strong>2024</strong><br />

Marzo <strong>2024</strong>

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