Daniel Grego – Studio Azzurro: narrazioni sonore fra video, spazio e ...
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<strong>Daniel</strong> <strong>Grego</strong> <strong>–</strong> <strong>Studio</strong> <strong>Azzurro</strong>: <strong>narrazioni</strong> <strong>sonore</strong> <strong>fra</strong> <strong>video</strong>, <strong>spazio</strong> e tempo<br />
frequentare un mondo parallelo, di entrare nell'immaginario della follia, di leggere e<br />
vedere quell'incredibile ma non disperato diario, o trattato di vita, o muro in cui ha<br />
navigato la mente del suo autore.<br />
L'osservatorio nucleare del sig. Nanof rappresenta un passaggio significativo nel<br />
modo di intendere il flusso sonoro in relazione alle immagini di <strong>Studio</strong> azzurro. Infatti,<br />
nella seconda parte del film, alla musica è associata tutta la parte drammaturgica.<br />
La musica di Nanof è un fluire narrativo a latere della parola che accompagna<br />
simbioticamente il fluire delle immagini. Nella prima parte del film c'è un quasi vuoto<br />
sonoro, una pressoché totale assenza di musica e suoni, come in un'atmosfera rarefatta<br />
che sottolinea questo percorso narrativo fuori e dentro la mente. Differentemente, nella<br />
seconda parte, si entra nella dimensione molto densa e costruita, dove la musica non<br />
copre semplicemente la funzione di colonna sonora, ma acquista una dimensione di<br />
scrittura drammaturgica.<br />
Tutto il finale, di circa 20 minuti, è stato realizzato da Piero Milesi in piena<br />
libertà, e sulla musica è stato successivamente montato il film. Il compositore,<br />
attraverso la musica, ha scelto di trasmettere un sentimento triste ma allo stesso tempo<br />
affettuoso, scontrandosi con il crudo soggetto del film (un uomo psicopatico rinchiuso<br />
in un istituto estremamente difficile e rigido) che suggerirebbe una scelta musicale<br />
drammatica, spigolosa ed ansiogena. È stata scelta la via opposta non per sottolineare<br />
l'aspetto drammatico del personaggio, ma per mettere in luce la tenerezza di questo<br />
individuo che si esprime e si realizza scalfendo il muro e realizzando dei graffiti<br />
rupestri. Quel muro diventa quindi un conforto per il Sig. Nanof, e questo è sottolineato<br />
dalla musica.<br />
Le musiche sono realizzate con la coscienza tipica di un progetto multimediale,<br />
quindi la richiesta del compositore è quella di avere un'assoluta libertà nella<br />
realizzazione della colonna sonora. Nell'ultima parte del film, dove la melodia va a<br />
sostituire i dialoghi, vengono descritti con immagini e suoni gli aspetti dei due<br />
protagonisti (ricercatrice con colori freddi e Nanof con colori caldi) che si incontrano<br />
lasciando tutto alla musica e all'immagine mettendo in evidenza il sentimento. Infatti,<br />
come dice Eduard Hanslick: «la musica può esprimere al massimo la dinamica dei<br />
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