Daniel Grego – Studio Azzurro: narrazioni sonore fra video, spazio e ...
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<strong>Daniel</strong> <strong>Grego</strong> <strong>–</strong> <strong>Studio</strong> <strong>Azzurro</strong>: <strong>narrazioni</strong> <strong>sonore</strong> <strong>fra</strong> <strong>video</strong>, <strong>spazio</strong> e tempo<br />
Il “piano preparato” è un omaggio a John Cage, ma non è stato seguito il<br />
protocollo Cageiano che riporta con precisione millimetrica la scelta degli oggetti, la<br />
loro disposizione lungo la cordiera (come nel disco Delle sonate e dei preludi) e realizza<br />
una tablatura con uno schema preciso (vite 3 quarti di pollice con testa piatta tra la terza<br />
e la quarta corda a distanza di un pollice...). È stata seguita l'idea di utilizzare oggetti<br />
metallici, gomme, legni per raggiungere il suono ricercato.<br />
La composizione per questo tipo d'installazione non passa attraverso un<br />
procedimento accademico (niente carta pentagrammata e penna), ma inizia direttamente<br />
dal timbro e dal suono stesso che successivamente andrà registrato.<br />
Per la preparazione e la registrazione del pianoforte verticale di Stefano Scarani,<br />
è stato necessario togliere tutte le parti scomponibili dello strumento. La scomodità di<br />
utilizzare un piano verticale è che alcune corde si intrecciano e non è possibile<br />
raggiungere alcuni punti con gli oggetti necessari alla preparazione. La preparazione è<br />
stata realizzata seguendo l'istinto e grazie a un buon orecchio. La stessa cosa è stata fatta<br />
da Cage che poi ha fissato il tutto su schema precisissimo.<br />
Fig 3.4: immagine relativa al disco Delle sonate e dei preludi di John Cage in cui vengono<br />
messe in evidenza le caratteristiche del pian preparato<br />
Utilizzare un piano preparato per diverse stanze comporta le realizzazione di una<br />
matrice sonora comune che ben si adatta alle particolarità timbriche suggerite dai<br />
racconti. Il piano preparato, infatti, può produrre a volte suoni molto balinesi, mentre<br />
altre volte se suonato in modo più “dilatato” è possibile ottenere suoni percussivi simili<br />
a quelli di orchestre giapponesi, oppure a suoni di cotto molto netti e puntiformi.<br />
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