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Daniel Grego – Studio Azzurro: narrazioni sonore fra video, spazio e ...

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<strong>Daniel</strong> <strong>Grego</strong> <strong>–</strong> <strong>Studio</strong> <strong>Azzurro</strong>: <strong>narrazioni</strong> <strong>sonore</strong> <strong>fra</strong> <strong>video</strong>, <strong>spazio</strong> e tempo<br />

Non sempre però i suoni rispecchiano ed evidenziano la realtà, infatti al<br />

passaggio di un treno non necessariamente si ascolta il suono da esso prodotto, ma è<br />

presente un flusso sonoro che sottolinea la transizione e ripercorre tutte le 39 postazioni.<br />

Le singole postazioni sono attivate in base alla prossimità di una persona, quindi<br />

il flusso sonoro globale dell'ambiente è in continua metamorfosi. L'approccio alla<br />

composizione segue un andamento molto simile a quello per musica concreta,<br />

realizzando una tavolozza di suoni data dai field recording rielaborati, implementata da<br />

registrazioni apposite per le scene di transizione che accompagnano il passaggio delle<br />

immagini. Il lavoro di composizione della colonna sonora è basato su AVID-Digidesign<br />

ProTools con l'ausilio di altri software audio, come Suond Hack (Tom Erbe) e<br />

Audiosculpt (IRCAM).<br />

Per la sensazione del passaggio il suono dovrà esser diffuso da tutte le casse e<br />

passare dal pianissimo al fortissimo seguendo le immagini che scorrono lungo tutti gli<br />

schermi e durante la fase di composizione Alberto Morelli e Stefano Scarani hanno<br />

dovuto spesso ragionare per associazioni, non universali ma soggettive, caratteristiche<br />

della sensibilità personale. È stato, però, necessario stabilire un codice comune alle<br />

diverse prospettive di lavoro in quanto la fase di montaggio è molto certosina e<br />

sofisticata. La composizione è nata dal montaggio (9 programmi per volta) per riuscire<br />

ad avere un'idea degli accadimenti nello <strong>spazio</strong>. La struttura lineare dell'installazione,<br />

infatti, non permette la visione e l'ascolto completo dell'opera, bensì la percezione<br />

esclusivamente zonale di un limitato gruppo di schermi alla volta e per questo motivo è<br />

necessario uno <strong>spazio</strong> sonoro stereofonico, indipendente dalla posizione dell'ascoltatore.<br />

Vengono quindi creati dei punti di climax lungo il flusso di tempo per creare una<br />

sorta di mappa compositiva, successivamente i Tangatamanu realizzano singoli blocchi<br />

sonori che corrispondono ad alcune città ed accadimenti per poter poi andare a<br />

comporre, quasi fosse un collage audio, il flusso sonoro dell'intero muro delle Corderie.<br />

Esempio di documentazione <strong>video</strong> di Megalopoli:<br />

3_8_Megalopoli<br />

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