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Daniel Grego – Studio Azzurro: narrazioni sonore fra video, spazio e ...

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<strong>Daniel</strong> <strong>Grego</strong> <strong>–</strong> <strong>Studio</strong> <strong>Azzurro</strong>: <strong>narrazioni</strong> <strong>sonore</strong> <strong>fra</strong> <strong>video</strong>, <strong>spazio</strong> e tempo<br />

• Negli ultimi anni, oltre alle opere sperimentali, l'attività di <strong>Studio</strong> <strong>Azzurro</strong> si<br />

avvicina ad esperienze più divulgative, come la progettazione di musei e di<br />

esposizioni tematiche.<br />

Il loro iter di ricerca artistica si è anche avvicinato alla realizzazione di<br />

performance teatrali e film, cogliendo più precocemente di tutti una possibile e originale<br />

modalità di integrazione tra azione teatrale e immagine <strong>video</strong>, inventando la doppia<br />

scena. L'esigenza di accodarsi alle evoluzioni tecnologiche fin troppo rapide è diventata,<br />

negli anni, una necessità. Non a caso la stessa opera si trasforma a seconda della<br />

tecnologia. Lo studio, tuttavia, ha sempre cercato di non esibire il mezzo tecnologico<br />

favorendo la proposta di quelle che sono definite “interfacce naturali”. Questi sono<br />

dispositivi che reagiscono senza l'uso di protesi tecnologiche (mouse, joystick,<br />

tastiere...), ma attraverso modalità comunicative intrinseche nell'uomo, assai comuni e<br />

poco filtrate da valenze simboliche: toccare, calpestare, soffiare, emettere suoni. Tali<br />

situazioni comunicative generano un linguaggio e un'estetica fortemente orientati a un<br />

contesto comunicativo centrato su una significativa partecipazione dello spettatore e<br />

permette un'immersione più spontanea tra le varie sensorialità.. Si tratta di utilizzare i<br />

nuovi media generando emozioni, creando un corpo a corpo tra opera e spettatore,<br />

all'insegna di una sensibilità diffusa, tenendo in considerazione la forte sinergia che si<br />

può creare tra tecnologia, narrazione, spazialità, intervento collettivo, interattività<br />

uomo-dispositivo e uomo-uomo.<br />

Gli ambienti sensibili diventano, così, spazi aperti all'interazione con i visitatori<br />

e, l'interazione con questi spazi, genera flussi di immagini e di suoni.<br />

É difficile definire se <strong>Studio</strong> <strong>Azzurro</strong> si avvale di suoni, rumori o musica. È dunque più<br />

corretto parlare di flusso sonoro dato che, l'interazione con il flusso delle immagini<br />

determina l'opera stessa. Il risultato è un ambiente sempre più spazializzato e, di<br />

conseguenza, anche l'elemento sonoro estende la sua specificità spaziale.<br />

I primi lavori dello <strong>Studio</strong>, limitati dall'utilizzo di monitor <strong>video</strong> danno origine<br />

ad una prospettiva sonora bidimensionale, nonostante contengano una proiezione verso<br />

lo <strong>spazio</strong> tridimensionale in quanto vengono utilizzati suoni in stretta relazione con lo<br />

<strong>spazio</strong> circostante o musica ambientale.<br />

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