Frustuli di manoscritti greci a Troina in Sicilia - Antichità e Tradizione ...
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SANTO LUCÀ - SEBASTIANO VENEZIA «<strong>Frustuli</strong> <strong>di</strong> <strong>manoscritti</strong> <strong>greci</strong> a <strong>Tro<strong>in</strong>a</strong> <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong>»<br />
4.3. Ricostruzione, localizzazione e datazione dei Frr. I-II<br />
Come già rilevato, i Frr. I-II appartengono ad uno stesso co<strong>di</strong>ce pergamenaceo,<br />
perduto, latore delle omelie <strong>di</strong> Giovanni Crisostomo al Vangelo <strong>di</strong><br />
Matteo (CPG 4424): i frustuli tro<strong>in</strong>esi qui segnalati costituiscono, a meno <strong>di</strong><br />
altri ritrovamenti, quanto <strong>di</strong> esso si è conservato. Si tratta <strong>di</strong> un unico foglio,<br />
<strong>di</strong> cui è possibile ricostruire, sia pure parzialmente, entrambe le facciate,<br />
ossia recto e verso168 . In effetti, se si ristabilisce l’or<strong>di</strong>ne dei s<strong>in</strong>goli frammenti<br />
sulla base delle sequenze testuali conservate nel Fr. I –ossia frr. Id + Ic + Ib<br />
[+ IIc] + Ia– sarà possibile recuperare quasi per <strong>in</strong>tero la facciata del foglio,<br />
il recto, che attualmente raggiunge l’altezza <strong>di</strong> mm 195 e la larghezza <strong>di</strong> mm<br />
224/226 [frr. Ib + IIc: mm 108 + 106], nonché parte del verso del foglio medesimo<br />
nell’or<strong>di</strong>ne frr. IId + IIb + IIa (tavv. 5-6). Il manoscritto crisostomico,<br />
dunque, ipotizzando per il marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong>feriore almeno 30/40 mm –nei frustuli<br />
esso non è rilevabile– e considerando che le parti scritte nella prima colonna<br />
sono ben conservate e che il fr. IIc consente <strong>di</strong> conoscere le <strong>di</strong>mensioni della<br />
seconda colonna e del relativo marg<strong>in</strong>e esterno, aveva un formato <strong>di</strong> grande<br />
taglia. Poiché la larghezza risulta <strong>di</strong> mm 224/226, l’altezza <strong>di</strong> mm 195, ottenuta<br />
dalla somma dei quattro frr., non è plausibile. Occorre qu<strong>in</strong><strong>di</strong> congetturare<br />
che ai frustuli superstiti debba essere aggiunto almeno un altro,<br />
perduto, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più o meno analoghe ai precedenti (mm 53/43 ca. +<br />
30/40 ca. <strong>di</strong> marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong>feriore). Si otterrebbe così un formato <strong>di</strong> mm 288/278<br />
x 226/224, che è più rispondente ai normali canoni tecnici <strong>di</strong> confezione libraria.<br />
Ad ogni buon modo, il volume presentava un tipo <strong>di</strong> rigatura a due<br />
colonne verosimilmente del tipo 20D2, o meglio 24D2 o 44D2, con 34/32<br />
righe <strong>di</strong> scrittura. Inoltre, dal momento che le novanta omelie crisostomiche<br />
al Vangelo <strong>di</strong> Matteo sono <strong>di</strong> norma presentate <strong>in</strong> due tomi <strong>di</strong> quarantac<strong>in</strong>que<br />
omelie ciascuno, la parte qui conservata era custo<strong>di</strong>ta nel secondo<br />
tomo169 , che contava non meno <strong>di</strong> 272/296 fogli ca.<br />
168 Il recto comprende Frr. Ia-d + Fr. IIc, il verso dello stesso foglio i Frr. IIa-b e d.<br />
169 Si osservi, tuttavia, che sia pure <strong>di</strong> rado un solo volume <strong>di</strong> taglia grande poteva contenere<br />
il corpus completo: è il caso, e.g., del Vat. gr. 1658, prodotto nella seconda metà del secolo<br />
X <strong>in</strong> Italia meri<strong>di</strong>onale, precisamente <strong>in</strong> Calabria nell’ambito della «scuola niliana» (i ff. 9-65<br />
sono ascrivibili al monaco Paolo, <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Nilo <strong>di</strong> Rossano): S.J. VOICU, Co<strong>di</strong>ces Chrysostomici<br />
Graeci, VI: Co<strong>di</strong>cum Ciuitatis Vaticanae partem priorem, Paris 1999, nr. 200, pp. 190-192.<br />
Ma trattasi <strong>di</strong> un caso piuttosto raro, reso possibile e dal formato (mm 323 x 220) e dalla scrittura,<br />
spesso <strong>in</strong> brachigrafia, e dal numero delle righe <strong>di</strong> scrittura per s<strong>in</strong>gola pag<strong>in</strong>a (40/76). E<br />
tuttavia sia il co<strong>di</strong>ce Helmst 75a del secolo VI (hom. 33-90) sia il Berol. gr. fol. 65 del secolo X<br />
ex. (hom. 29-60), tutti e due greco-orientali, potrebbero essere esemplari <strong>di</strong> un’e<strong>di</strong>zione <strong>in</strong> un<br />
Erytheia 31 (2010) 75-132 114