Herunterladen - tessiner zeitung

26. Juli 2013
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Passaparola
“Hast du die Schlagzeile gelesen? Gestern hat NABEL für Lugano
wieder Ozon-Höchstwerte gemeldet.”
“Nein, habe ich nicht, nur dass “er” endlich zur Welt kam: männlich,
3,8 Kilogramm schwer und namenlos. Wer ist NABEL?”
“Na, das ist das Nationale Beobachtungsnetz für Luftfremdstoffe.
Die messen Ozonwerte. 185 Mikrogramm pro Kubikmeter in Lugano,
dabei liegt der Grenzwert bei 120 Mikrogramm. Das steht
hier in der Zeitung”
“Und, was machen wir nun?”
“Wie, ‘was machen wir nun’?’”
“Du hast doch eben erklärt, dass wir im Moment mit jedem Atemzug
Luft holen, die über den Grenzwert hinaus verdreckt ist. – Dabei
war das Tessin doch einst bekannt für Luftkurorte. Cademario,
Agra ... – sollen wir nun weniger atmen?”
“Du dünkst mich heute ziemlich gereizt ...”
“Aber nein, Liebes, wir sind doch in den Ferien, Ozon hin oder
Eine Sommergeschichte
ESTATE, FINALMEEENTE ...
von Niklaus Starck
her. – Welchen Namen sie ihm wohl geben?”
“Wem?”
“Na, dem Thronfolger.”
“Ach so – also William und Charles werden sicher in der Liste stehen
... oh, schau, da kommen die Minders ... Hallo, hallo ...”
Nach der freundlichen Begrüssung setzen sich die Minders zu den
Grafs an den Tisch auf der Piazza.
“Schön, seid ihr auch wieder im Tessin, schön euch zu treffen ... extrem
die Hitze, nicht? Zum Wochenende sollen’s 36 Grad werden,
mit entsprechender Ozonbelastung ...”
“185 Mikrogramm pro Kubikmeter.”
“Ach ja?”
“Ja, bei einem Grenzwert von 120 Mikrogramm.”
“Unglaublich, das müsste verboten werden. Ach übrigens, habt ihr
gehört, er ist da!”
“Der Thronfolger?”
“Ja, ein Bube, 3’800 Gramm schwer, einen Namen hat er noch
nicht ...”
“Ähem – dürfen wir euch zu einem Spritz einladen?”
“Spritz? – Der ist doch von gestern, passé!”
“Passé?”
“Ja doch, diese Saison trinkt frau Hugo, kennt ihr den nicht? – Hugo,
da ist Prosecco drin, Holunderblütensirup, Limette und Soda,
viel Eis, im grossen Burgunderglas serviert, dekoriert mit einem
Zitronenmelissenblatt. – Cameriere, vier Hugo bitte! – Den haben
Sie doch?”
“Ma certo, signora.”
Minders und Grafs nippen wenig später begeistert an ihren Hugos,
und tauschen sich angeregt und lautstark über wichtige Neuigkeiten
aus, derweil die Küngs am Nebentisch noch einen Prosecco und
ein Bier bestellen. Der Cameriere bringt’s augenzwinkernd und
sichtlich mit seiner Welt zufrieden: “Estate, finalmeeente ...”
Le interviste impossibili
GONZAGUE DE REYNOLDS, IL PADRE DELL’ELVETISMO
“Questo paese ha ancora qualcosa di elvetico?”
Gonzague de Reynolds (1880-1970) è uno dei grandi letterati
svizzeri del ventesimo secolo. Scrisse soprattutto della Svizzera,
della sua storia e della sua posizione nel mondo. Insegnò dapprima
all’università di Ginevra e poi a quella di Berna. Nel 1931, dopo
la pubblicazione di “La Démocratie et la Suisse”, libro in cui criticava
la democrazia, perse la sua cattedra di letteratura a Berna e si
trasferì all’università di Friburgo dove insegnò storia della civiltà.
Fondò nel 1914 la “Nuova Società Elvetica”. Anche per questo fu
chiamato padre dell’elvetismo, ossia il concetto che celebra le peculiarità
della Svizzera, il senso di appartenenza che unisce le comunità
elvetiche.
Professore, lei afferma che da un viaggio in Ticino non si possono
riportare che impressioni malinconiche, perché?
La terra ticinese è quasi interamente coperta di rocce. L’abitante
deve vivere con poco: gli mancano le risorse morali e le risorse
materiali, le tradizioni e il grano. Della fecondità italiana, dell’attività
elvetica non riceve che i frammenti. Il suo paese è al margine
della storia italiana come della storia svizzera. Ecco perché da un
di Angelo Rossi
viaggio in Ticino, malgrado il sole, e il cielo, e i peschi in fiore, e le
vigne a festoni, si riportano sovente impressioni malinconiche.
Guardando al clima, al paesaggio, alle colture e alla storia lei trova
che le regioni che compongono il Ticino sono in diversa misura
svizzero-italiane o italiane-svizzere. La componente svizzera diminuisce
dal nord al sud, mentre cresce quella italiana.
Io divido il Ticino in 4 regioni, che corrispondono press’a poco agli
antichi baliaggi: la Leventina con Bellinzona, la Valle Maggia con
Locarno, il Ceneri con Lugano, il distretto di Mendrisio. Su una
carta della Svizzera, il Ticino appare un po’ come un ferro di lancia
scheggiato, con la punta conficcata nell’Italia: scelgo
quest’immagine senza secondi fini, poiché essa è eroica, perché ci
ricorda Novara e Marignano.
La base di questo ferro, la Leventina lei la definisce come Svizzera
italiana e non ancora l’Italia svizzera, perché?
Si è presso alpigiani, la cui natura, la vita e i costumi sono identici
a quelli dei loro fratelli di Uri, della Rezia, del Vallese: sono le Alpi
che li definiscono, prima di tutto. Come pure chiudono loro l’orizzonte,
dal lato sud. Tribù abbandonate lontane dalle loro origini.
L’Italia la ritrova invece a partire da Lugano.
In riva al lago il quartiere degli alberghi, con la sua banalità abituale.
Un “palace” opprime – quale simbolo! – quella chiesa dei Cappuccini
dove Luini ha lasciato tre delle sue più grandi opere. Ma
andiamo a cercare l’ombra in queste vie strette e su questa piazza
dove si ritrova l’Italia. Ecco, sotto i portici dalle colonne rotonde e
leggere, i negozi dove si vendono, alla rinfusa, cartoline, filo, aghi,
rocchetti di tutti i colori, giocattoli, ciondoli, salumi, lunghe pipe
bianche, caramelle nella carta luccicante e quei bei fazzoletti a fiori
su fondo bianco o su fondo nero.
Il Mendrisiotto, infine, la punta del ferro di lancia, è già Italia?
Una trentina di borghi e di villaggi, sui fianchi delle colline, in una
campagna tutta italiana, dove crescono il tabacco e il mais, dove i
gelsi rotondi si allineano lungo piccoli fossati in cui le erbe nascondono
a metà l’acqua. Dove finisce politicamente la Svizzera? Dove
comincia l’Italia? Questo paese ha ancora qualcosa di elvetico? Eppure
si: proprio a Mendrisio un’iscrizione su una facciata: “Mendrisio,
15 febbraio 1798, forte d’altissimi sensi affermava la sua indipendenza
e l’unione all’Elvezia”.
letterati: Literaten
sua posizione nel mondo: ihre Stellung in der Welt
padre dell’elvetismo: Vater des Helvetismus
il senso di appartenenza: das Zugehörigkeitsgefühl
le risorse: die Ressourcen
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fecondità: Fruchtbarkeit
i frammenti: die Bruchstücke
al margine: an der Grenze
antichi baliaggi: alte Landvogteien
un ferro di lancia scheggiato: ein zersplittertes Wurfeisen
conficcata: eingeschlagen
tribù abbandonate: verlassene Volksstämme
alla rinfusa: durcheinander
gelsi: Maulbeerbäume
una facciata: eine Fassade