Journal - Comune di Monteleone di Spoleto
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aPPen<strong>di</strong>X: TranSCriPTion oF SiGniFiCanT arCHiVal doCumenTS<br />
The transcribed documents that follow belong to a file in the archivio<br />
Centrale dello Stato in rome (location 1902–1907, Serie m.P.i.,<br />
aa.BB.aa., iii vers. 2 a serie, busta 50, fasc. 111, s.f.2) opened in 1902<br />
imme<strong>di</strong>ately following the clandestine excavation of the Tomb of the<br />
monteleone Chariot, when the italian government authorities sought to<br />
track down the finds to prevent their export.<br />
Document 1. rome, June 6, 1902: letter from Giulio emanuele rizzo,<br />
<strong>di</strong>rector of the museo nazionale romano, to the minister of public<br />
instruction in rome. Subject: official visit to Perugia and norcia.<br />
. . . non mi <strong>di</strong>lungherò qui sul luogo e su altre circostanze<br />
della scoperta, perché nulla avrei da aggiungere alle notizie<br />
fornite dal tenente, nei suoi rapporti. Si sa che il conta<strong>di</strong>no<br />
Vannozzi trovò gli oggetti in un fondo rustico <strong>di</strong> sua proprietà,<br />
sito a 30 Km da norcia, alla sinistra del fiume Corno, tra<br />
monteleone e Cascia, in un luogo denominato “Colle del<br />
Capitano.” È anche soverchio ripetere qui le deposizioni del<br />
Vannozzi stesso e <strong>di</strong> altri conta<strong>di</strong>ni, che videro gli oggetti.<br />
Premevami piuttosto, avere su <strong>di</strong> essi notizie meno imprecise<br />
dall’unica persona capace, fra quanti li videro, <strong>di</strong> averne riconosciuto<br />
ed apprezzato, in certa qual guisa, le forme e le<br />
ornamentazioni, come quella che deve, non foss’altro, aver<br />
l’occhio adusato alle linee. È questa persona il Sig. angeletti,<br />
professore <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno nelle scuole tecniche <strong>di</strong> norcia, il quale<br />
fu da me lungamente e minuziosamente interrogato.<br />
egli vide, per invito del Petrangeli, tutti gli oggetti scoperti;<br />
e avendo potuto esaminarli con agio, ne ricorda le forme<br />
talmente, da accompagnare la sua descrizione con contorni e<br />
schizzi. le mie numerose domande, che miravano ad avere<br />
elementi sufficienti per un probabile giu<strong>di</strong>zio sulla tecnica,<br />
sull’età e sul pregio, e le risposte dell’angeletti, spoglie <strong>di</strong><br />
termini scientificamente precisi, ma perciò, anzi, più sincere<br />
ed atten<strong>di</strong>bili, mi permettono <strong>di</strong> riferire sull’entità della<br />
scoperta, in modo assai probabile. l’oggetto principale e veramente<br />
insigne, è il rivestimento quasi completo in lamina <strong>di</strong><br />
bronzo dorato, pertinente ad una biga. il lavoro è a sbalzo (au<br />
repoussé), ripreso a bulino; la doratura è conservata in alcune<br />
parti. Sulle guance del carro era rappresentata da un lato una<br />
monomachia, dall’altra una biga tirata da cavalli alati e guidata<br />
da un auriga in lunga veste [sic!]. Sulla fronte sotto l’antyx, un<br />
grande scudo adorno da mascheroni e fiancheggiato da due<br />
figure stanti, virile l’una, muliebre l’altra. Questi tre riquadri,<br />
contenenti le rappresentanze principali, erano contornati da<br />
una gola rovescia fortemente sbalzata; e intorno intorno correva<br />
un ricco fregio <strong>di</strong> tigri, <strong>di</strong> leoni, <strong>di</strong> pantere e <strong>di</strong> altre belve<br />
affrontate e combattenti. all’estremità posteriore della biga, le<br />
pareti frontali terminavano in mascheroni <strong>di</strong> leone. i riquadri<br />
delle guance <strong>di</strong> circa m. 0.45 <strong>di</strong> altezza per 30 <strong>di</strong> larghezza,<br />
erano assai bene conservati, il rivestimento centrale frammentato<br />
in più pezzi, ricomponibili. Conservato era pure il timone,<br />
sorgente da una grande protome <strong>di</strong> cinghiale e finiente a testa<br />
d’aquila. delle ruote, <strong>di</strong> circa 45 cent. <strong>di</strong> <strong>di</strong>am., una era molto<br />
ben conservata, l’altra meno. . . .<br />
Fan parte inoltre dell’importante scoperta una ventina<br />
circa <strong>di</strong> vasi <strong>di</strong> bronzo, fra cui l’angeletti ricorda benissimo<br />
due gran<strong>di</strong> lebeti, <strong>di</strong> circa m. 0.60 <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, reggentesi<br />
su tre pieducci a zampe leonine, sormontate da palmette, e<br />
con mascheroni sui due lati; e <strong>di</strong> questi vasi l’angeletti, alieno<br />
da ogni conoscenza archeologica, segnava sul mio taccuino<br />
i contorni, in modo da farmi riconoscere con precisione<br />
l’oggetto, ch’egli, naturalmente, non sapeva chiamare e classificare.<br />
Così anche delle parti principali della biga; così <strong>di</strong> due<br />
vasi fittili, che servono assai bene a lumeggiare la scoperta.<br />
essi sono una pyxis <strong>di</strong> bucchero e una kylix (o skyphos?) greca<br />
a figure nere. Tra i bronzi vi erano anche cinque aste a<br />
sezione quadrangolare, <strong>di</strong> un centimetro circa <strong>di</strong> lato e lunghe<br />
circa m.1.20, con piccolo foro all’estremità inferiore, e finienti<br />
quasi a punta sottile. la doratura era ben conservata. un altro<br />
oggetto, anch’esso notevolissimo era un tripode <strong>di</strong> ferro <strong>di</strong><br />
forma, come m’asseriva l’angeletti, assai strana; e dallo<br />
schizzo che egli me ne tracciò, non esito a riconoscervi il<br />
tripode classico dell’arte etrusca o greco-ionica. né mi<br />
soffermo su altre cose meno interessanti, della cui esistenza<br />
mi informò lo stesso prof. angeletti. . . .<br />
È impossibile non aggiustar fede alle informazioni<br />
dell’ange letti, anche perché egli, non archeologo, non<br />
avrebbe avuto mezzi e capacità per crear <strong>di</strong> sua testa, con<br />
frode cosciente, tipi <strong>di</strong> oggetti e notizie che rispondono a<br />
fatti archeologici conosciuti. d’altra parte è notevole che le<br />
descrizioni del Vannozzi, del regoli e del Petrangeli, che sono<br />
meno precise nella espressione, perché fatte da uomini ru<strong>di</strong>,<br />
non <strong>di</strong>scordano punto da quella dell’angeletti, né quanto al<br />
numero né quanto alle forme degli oggetti scoperti. . . .<br />
Document 2. Perugia, July 16, 1902: letter from the administration of<br />
the regional office for the Preservation of the monuments of the<br />
marches and umbria to the Prefect of umbria. Subject: The <strong>di</strong>scovery<br />
of ancient objects in the territory of monteleone <strong>di</strong> Spoleo — partly sold<br />
at norcia.<br />
in seguito alla consegna fatta personalmente al Prof. lupattelli<br />
degli oggetti pervenuti a cotesta regia Prefettura a mezzo del<br />
Sig. Comandante la Sezione dei r.r. Carabinieri <strong>di</strong> norcia, e<br />
dal medesimo ritirati da Vannozzi isidoro e roton<strong>di</strong> luigi <strong>di</strong><br />
monteleone <strong>di</strong> <strong>Spoleto</strong>, mi pregio rimetterle l’elenco descrittivo<br />
degli oggetti stessi conforme all’or<strong>di</strong>nativo dell’e.V. ill.ma.<br />
Bronzi<br />
1. asta quadrangolare in bronzo dorato, a foggia <strong>di</strong> spiedo, della<br />
lunghezza <strong>di</strong> un metro, acuminata all’estremità inferiore, con<br />
piccolo foro nell’estremità superiore, che si potrebbe supporre<br />
destinato ad applicarla a qualche congegno per darle un regolare<br />
movimento rotatorio, come si usa con gli attuali girarrosti;<br />
2. Piccoli frammenti in bronzo, quattor<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> lamina per rivestimento;<br />
una fibulina mancante <strong>di</strong> ar<strong>di</strong>glione; un chiodetto con<br />
capocchia terminato a taglio ed altri due a punta; un elegantissimo<br />
animaletto (grifo) adoperato forse come piccolo gancio,<br />
avente all›uopo un apertura circolare alla estremità;<br />
3. Frammento <strong>di</strong> lamina decorativa ad impronta a tortiglione<br />
ed in tre linee, forse parte <strong>di</strong> un ombone <strong>di</strong> scudo;<br />
4. due piccoli oggetti <strong>di</strong> forma ovoidale, uno dei quali incavato<br />
(asse maggiore mm: 37; asse minore mm: 33 — spessore<br />
mm: 8), con tre fori in ciascuno;<br />
Ferro<br />
5. un pezzo <strong>di</strong> ferro ricurvo, della lunghezza <strong>di</strong> m. 0.23 — e in<br />
sezione della misura <strong>di</strong> mm. 25 x mm. 10, parte <strong>di</strong> un cerchio