Don Pietro Rizzi12Ho percorso la strada che da<strong>Chiari</strong> conduce all’abitazionedove visse don Pietro Rizziimmaginando com’era all’inizio delsecolo scorso. Ecco via Barcella, con ilvecchio molino, ed in fondo, dove curvaa gomito a fiancheggiare il Baioncello,la cascina Ravizza. Poi la campagnae la strada ombrosa, la cascina deiesta con la concimaia messa lì, non sisa perché, proprio in mezzo alla viache si deve curvare se non si vuol finiredentro. Poche altre cascine, il quartiere,la santella poco prima del bivio a<strong>di</strong>stinguere le Lunghe <strong>di</strong> sopra daquelle <strong>di</strong> Sotto. Ed è ancora il Baioncelloa farmi compagnia mentre imboccoil ramo “<strong>di</strong> Sopra” per giungeredapprima alla casa dove visse mia madre,quand’era ragazza, ed infine,poco più oltre, alla cascina iorini chefu l’abitazione del prete.È una bella giornata, quest’oggi! Lassù,verso nord, le montagne sono d’unblu che sbia<strong>di</strong>sce pian piano fino a confondersinell’azzurro del cielo. Il conventodei frati sembra lì, in fondo allapiana dove il granoturco è stato appenaraccolto (un uomo sta ancora spigolando!)e par quasi <strong>di</strong> toccarlo tendendouna mano. Sembra invece lontanala torre <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, come doveva apparirelontana a don Rizzi quando la dovevaraggiungere per le sacre funzioni.Guardo le stesse cose che lui vedeva,aspiro gli stessi odori che lui annusavaed il vento ancora muove le piantecome faceva allora.E produce il medesimo suono! Mipare <strong>di</strong> averlo accanto, questo preteche non ho mai conosciuto.Don Pietro Rizzi nacque a Vezzad’Oglio il 23 settembre 1862 e venneor<strong>di</strong>nato sacerdote nel 1885. u curatoa Cedegolo, per quin<strong>di</strong>ci anni, prima<strong>di</strong> essere promosso parroco a Temù,nell’alta Valcamonica. Nel 1902 rinunciòalla parrocchia e venne a svolgere ilproprio ministero a <strong>Chiari</strong> andando adabitare nella cascina <strong>di</strong> via Lunghe <strong>di</strong>proprietà della sua famiglia.Sono poche le notizie scritte relative aquesto sacerdote. Lo troviamo, adesempio, quale stretto collaboratore <strong>di</strong>monsignor Lombar<strong>di</strong> nell’impresa <strong>di</strong>pagare i debiti contratti per la costruzionedell’oratorio <strong>di</strong> via SS. Trinità. Idue tentarono l’avventura <strong>di</strong> una affittanza<strong>di</strong> 200 piò <strong>di</strong> terreno in quel <strong>di</strong>Montirone. Gli affari, però, andaronomale e si complicarono maggiormentecon la fuga (chissà perché) del fattore.Nel bollettino della <strong>Parrocchia</strong> del luglio1935 si torna a parlare <strong>di</strong> lui: “Il 30maggio 1935 il M. R. D. Pietro Rizzicelebrò la sua Messa d’oro. Egli volevatener nascosto la data perché passasseinosservata, ma giunti alla vigilia sipoté ugualmente organizzare una manifestazioneaffettuosa da parte deiRev.<strong>di</strong> Confratelli e della popolazionepel venerando Sacerdote che da 35anni presta la sua opera volonterosa in<strong>Parrocchia</strong>. La Scuola <strong>di</strong> Canto, semprepronta a prestarsi per ogni solennecerimonia, eseguì scelta musica.Il R. Can. Liotti, il più anziano deiConfratelli, rivolse dal pubblico al festeggiatoparole fraterne; il Prevostolo volle a mensa col Clero, comunicandoal R. D. Pietro la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> S.E. Mons. Vescovo e delle L.L. E.E.Mons. Toccabelli e Mons. Menna. Admultos annos!”Ma dove manca lo scritto supplisce lamemoria delle persone, e sono ancoratante, che l’hanno conosciuto ed apprezzato.Lo ricordano gli uomini, soprattuttoquelli della campagna, deiquali fu penitenziere e guida saggia edei quali comprendeva la quoti<strong>di</strong>anafatica dall’esito spesso magro ed incerto.Don Pietro Rizzi era il prete dellebene<strong>di</strong>zioni e veniva chiamato nellevarie stagioni e secondo le necessità.Erano, si legge su un vecchio Manuale<strong>di</strong> ilotea, “Bene<strong>di</strong>zioni deprecatorieda darsi dai Sacerdoti facoltizzati controi sorci, le locuste, i bruchi, i vermied altri animali nocivi.” Il sacerdotevestito <strong>di</strong> cotta e stola violacea si portavasui luoghi infestati dai suddettianimali ed iniziava il rito: “Exurge,Domine, adjuva nos et libera nos propternomen tuum.” Continuava conpreghiere ed invocazioni quali: “PietosissimoSignore, degnatevi perdonarcitutti i peccati con cui abbiamo ar<strong>di</strong>to <strong>di</strong>provocare la vostra collera, e in vistadel <strong>di</strong>spiacere che ne proviamo, e dellanostra fermissima risoluzione <strong>di</strong> nonpiù offendervi per l’avvenire, liberatele nostre campagne da tutti i nocivianimali che le infestano e le <strong>di</strong>sertano,onde, restituite esse alla loro fecon<strong>di</strong>tà,e abbondantemente provvedano atutti i nostri bisogni e graziosamente ciinvitino a celebrare con nuovi canticila vostra infinita beneficenza”.ede, folclore, superstizione? Non loso, ma certo è che Dio sa leggere ancheoltre le righe e che spesso le <strong>di</strong>fficoltàtrovavano soluzione. Mi raccontano <strong>di</strong>un prete <strong>di</strong> quel tempo (non era peròdon Rizzi) che confinò sui rami più alti<strong>di</strong> un albero decine e decine <strong>di</strong> sorciche facevano man bassa <strong>di</strong> pulcini.Affamati si cibavano <strong>di</strong> foglie senzariuscire a scendere, trattenuti lassù dauna forza sovrannaturale. Realtà, fantasiao leggenda metropolitana?Mi affascina questa figura <strong>di</strong> prete <strong>di</strong>campagna. Con le sue scarpe scalcagnate,le grosse mani callose, la tonacasempre più lisa percorreva, a pie<strong>di</strong> o inbicicletta, via Lunghe per celebrare laMessa delle do<strong>di</strong>ci e trenta, per visitarei bisognosi, per accompagnare imorti nell’ultimo viaggio.“Viveva nella più assoluta povertà - miracconta il signor Angelo iorini cheallora era un giovanotto - mangiandoquel che capitava o che la provvidenzaforniva, dormendo su un tavolaccio inL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>
una misera stanza”. E prosegue il signorAngelo: “Mia mamma era solitapreparare una scodella <strong>di</strong> minestra inpiù…”Don Pietro amava la campagna e lanatura con i loro ritmi. Per campare allevavaqualche animale, anche dei porci,che vendeva utilizzando il ricavatoper sé e per coloro che ne avevano necessità.“Ma la testa - è ancora il signor iorinia parlare - era eccezionale!”Appena possibile leggeva, stu<strong>di</strong>ava.Nelle fredde sere invernali, con la testacoperta dal mantello, passava ore edore a pregare e stu<strong>di</strong>are alla luce <strong>di</strong>una lanterna. E fu appunto una lanternacaduta accidentalmente sulla pagliaa procurare un piccolo incen<strong>di</strong>o che nedecretò la fine. Una morte annunciatacon poche righe: “Il giorno 2 aprile1941 all’ospedale Mellini, dove era statoricoverato da pochi giorni, rendevala sua anima a Dio il Sac. Don PietroRizzi che dal 1902 esercitava il ministeroin parrocchia lasciando un gratoricordo per la puntualità, zelo e sacrificionel compiere i suoi uffici con ammirabileperseveranza, nonostante lasua età avanzata”.Non fu un povero prete, don PietroRizzi, ma un prete povero, che in tuttaumiltà onorò la nostra citta<strong>di</strong>na con ilsuo apostolato.Elia acchettiAssociazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Il mese <strong>di</strong> ottobre è tra<strong>di</strong>zionalmente de<strong>di</strong>cato alla Madonna del Rosarioe molti <strong>di</strong> noi hanno partecipato alla processione <strong>di</strong> domenica6 ottobre. A questa devozione si è aggiunto poi il pellegrinaggio aLourdes.Ottobre è anche un mese adatto a ritrovarsi tra amici, magari per una gustosacenetta, o semplicemente per una castagnata: castagne e funghi lafanno da padroni anche nella nostra sede, dove i soci non mancano <strong>di</strong>portare quoti<strong>di</strong>anamente le “prove” della loro abilità <strong>di</strong> raccoglitori.Come non ricordare insieme i giorni in cui eravamo bambini?Il 16 ottobre si è tenuto come <strong>di</strong> consueto il pranzo sociale a Montichiari:ne parleremo prossimamente. Anticipiamo soltanto che il numero delleadesioni si è mantenuto al livello dello scorso anno.inalmente, su richiesta dei soci (e non solo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>!) è ripresa il 19 ottobrela consuetu<strong>di</strong>ne del ballo del sabato sera, a partire dalle 20.30: invitiamotutti i soci in regola con l’iscrizione a passare con noi queste ore <strong>di</strong>serenità.Ancora una volta, purtroppo, è stata rinviata a causa <strong>di</strong> uno scioperol’esecuzione dell’opera La traviata: e noi avevamo il tutto esaurito! Incompenso siamo riusciti a prenotare per il 7 novembre l’opera Il Rigoletto,sempre al teatro Arcimbol<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Biglietto e prezzo restanoquin<strong>di</strong> invariati. Ci sono poi buone prospettive per il soggiorno in Tunisia,perché le iscrizioni sono in aumento.Nel mese <strong>di</strong> ottobre abbiamo prestato la nostra opera presso la PinacotecaMorcelli-Repossi in occasione della mostra <strong>di</strong> Max Klinger, che ha riscossogrande successo. Dal 26 ottobre al 10 novembre sarà invece apertaal salone marchettiano la mostra <strong>di</strong> opere dello scultore e scenograforanco Cheli, un’altra occasione per impiegareil nostro tempo in un servizio utile alla comunità.Anche quest’anno, in collaborazione col MilanClub, abbiamo pre<strong>di</strong>sposto la sottoscrizionebenefica, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenzacome è ormai tra<strong>di</strong>zione.In prossimità della Commemorazione dei nostridefunti, sempre presenti nei nostri pensieri,il 24 ottobre abbiamo celebrato la SantaMessa <strong>di</strong> suffragio nella chiesetta <strong>di</strong> San Luigi.... e un grazie <strong>di</strong> cuore all’Angelo per l’ospitalità!Per la DirezionePietro RanghettiLa redazione de “L’Angelo” ringrazia <strong>di</strong> cuorel’Associazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> per il generosoabbonamento 2003 (Euro 250).13L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>