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N. 9 - Novembre 2002 - Parrocchia di Chiari

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La strada verso casaRegia <strong>di</strong> Zhang YimouAutore <strong>di</strong> capolavori come Lanternerosse, La storia <strong>di</strong> Qiu Yu, Non uno <strong>di</strong>meno, ZhangYimou propone una storiain apparenza facile e lineare, in realtàprofonda nei dettagli e nelle sfumature.Luo Yushengè un uomo d’affaricinese che, dopo molti anni, tornaal suo villaggio natale per i funerali delpadre, il maestro del paese. Mentresua madre insiste per rispettare le anticheusanze nonostante i tempi sianocambiati, Yushengripensa ai raccontiche ha sentito da ragazzo sul fidanzamentodei suoi genitori. E prima <strong>di</strong>tornare in città onora anche l’ultimodesiderio del padre e per un giorno insegna,simbolicamente, nella scuoladel villaggio. La ritualità del funerale,la strada da percorrere con la bara intesacome desiderio <strong>di</strong> eternità, <strong>di</strong> prosecuzionedelle tra<strong>di</strong>zioni, la riconoscenzadegli ex alunni sono momentiche scan<strong>di</strong>scono un bisogno <strong>di</strong> memoriae <strong>di</strong> valori che comunque non possonoessere persi. Il tema è il confrontotra la Cina <strong>di</strong> ieri e la Cina <strong>di</strong> oggi, eil giu<strong>di</strong>zio appare evidente già nellascelta <strong>di</strong> usare colori cal<strong>di</strong> per il passato,un freddo bianco e nero per il presente.L’elegiaca rievocazione <strong>di</strong> unamore perfetto <strong>di</strong>venta così un <strong>di</strong>scorsosulla necessità <strong>di</strong> ritrovare ra<strong>di</strong>ci,tra<strong>di</strong>zione, comunità.Ricomincia da oggiRegia <strong>di</strong> Bertrand TavernierDaniel, quarant’anni, è insegnante e<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un asilo a Hernaing, citta<strong>di</strong>nafrancese <strong>di</strong> settemila abitanti conalto tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione. Sensibilee appassionato al suo lavoro, Danieltocca con mano ogni giorno le gravi<strong>di</strong>fficoltà delle famiglie e vorrebbe farequalcosa per ridare speranza ad unazona <strong>di</strong> minatori un tempo ricca e tranquilla.Deciderà <strong>di</strong> prendersi cura <strong>di</strong>due bambine abbandonate dalla madrealcolizzata e il suo gesto <strong>di</strong>venteràun caso nazionale. Crisi sociale inrancia alla fine degli anni Novanta:un quadro contrad<strong>di</strong>ttorio e <strong>di</strong>fficile,pieno <strong>di</strong> incognite, forse arrivato cosìbruscamente da trovare molti impreparatie inerti. Tavernier getta losguardo su un microcosmo nel quale faconvergere tutte le brucianti problematichedella situazione economicafrancese: la crisi dell’occupazione innanzitutto,con le conseguenze sullostato delle famiglie, dei rapporti coniugali,della crescita dei figli.La tigre e il dragoneRegia <strong>di</strong> Ang LeeIl titolo fa riferimento ad un anticoproverbio cinese, usato per definire situazionie luoghi in cui <strong>di</strong>morano eroie leggende nascoste e dove nulla èquello che sembra essere. Così nel periodoscelto per l’azione filmica (Cina,inizio ‘800, ultimi anni della <strong>di</strong>nastiaChing) la nostalgia dei tempi andatideterminava il crescente successo <strong>di</strong>un genere popolare, che narrava le impresevalorose degli eroi delle artimarziali ed esaltava l’apparente semplicità<strong>di</strong> un’epoca ormai passata. Il registaAng Lee, nato a Taiwan nel 1954,<strong>di</strong>ce: “Ho tentato <strong>di</strong> mantenere in armoniala drammaturgia dei personaggie le arti marziali. Anche l’aspettodrammaturgico è strutturato come unacoreografia, in cui la lotta non consistemai solamente nei calci e nei pugni, marappresenta anche il modo in cui i personaggiesprimono la loro con<strong>di</strong>zione ei propri sentimenti”. Informazioni minime,necessarie per entrare con qualchestrumento in più nella storia e lasciarsiandare alle suggestioni che propone.Si tratta infatti <strong>di</strong> un poema, elaboratonello stile della ballata, dove alrealismo degli ambienti, degli oggetti,dei riferimenti storici si contrappongonoscontri risolti al ritmo <strong>di</strong> danza, duelliin cui i contendenti si librano incielo e volano da un albero all’altro,parole e pensieri che si liberanonell’immaginazione. Scegliendo un taglionarrativo che fonde l’epica e il fantastico,la storia e la letteratura, AngLee compone un prodotto <strong>di</strong> bella efficacia,sod<strong>di</strong>sfacendo allo stesso tempola voglia <strong>di</strong> recupero delle proprie originie il gusto occidentale per gli scontriacrobatici, qua e là molto simile allestrisce <strong>di</strong> un fumetto.KadoshRegia <strong>di</strong> Amos GitaiKadosh significa ‘sacro’, titolo evidentementee chiaramente polemico. Nelfilm, presentato al festival <strong>di</strong> Cannesdel 1999, Gitai mostra una situazionenella quale il sacro perde l’anima e <strong>di</strong>ventasuperstizione e fanatismo, perdenunciare la con<strong>di</strong>zione della donnaridotta ad un ruolo subalterno privo <strong>di</strong>15L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>

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