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Christopher Purves bass - Chandos

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CHAN 3121 BOOK.qxd 12/9/06 4:19 pm Page 86<br />

embrionali, piccoli riferimenti incrociati<br />

musicali. “Tamino mein” (“Tamino mine”) di<br />

Pamina mentre entra per partecipare alle prove<br />

riecheggia l’esordio dell’aria del Ritratto di<br />

Tamino e nella stessa scena lo stesso Tamino<br />

riprende schemi melodici (nella stessa tonalità)<br />

della sua prima dichiarazione d’amore. Mozart,<br />

che avrebbe avuto vita tragicamente breve,<br />

aveva già fatto parecchia strada nel reinventare<br />

l’opera che conosceva.<br />

Ma le innovazioni non finiscono qui.<br />

Proprio come aveva adattato lo stile musicale<br />

alle esigenze drammatiche, Mozart fece anche<br />

in modo che nessun brano durasse una battuta<br />

più del necessario, il che non si può dire<br />

nemmeno delle sue grandi opere precedenti.<br />

Prendiamo il duetto dei Sacerdoti nel secondo<br />

atto, “Bewahret euch vor Weibertücken” (“A<br />

woman’s beauty is beguiling”). Finisce quasi<br />

prima di iniziare, e il piccolo brioso postludio<br />

è un piccolo capolavoro di ingegno musicale.<br />

Si potrebbe parlare a lungo dei colpi di scena<br />

musicali come l’improvviso e stupendo legato<br />

degli archi all’ingresso dell’Oratore, o la<br />

grandiosa solennità della fine della sua scena.<br />

Oppure il colore orchestrale, diverso da tutto<br />

ciò che Mozart aveva fatto prima, l’ariosità<br />

degli accompagnamenti per i tre Fanciulli, la<br />

rigorosa ma ineffabilmente grandiosa<br />

86<br />

semplicità del suono – flauto solista<br />

punteggiato da legni e tamburi – mentre<br />

Pamina e Tamino si sottopongono alle prove.<br />

Meglio semplicemente ascoltare e stupirsi<br />

davanti alla novità del pensiero che si ritrova<br />

dietro ogni battuta di questa miracolosa<br />

partitura.<br />

Stupirsi, anche, davanti a quello che ha da<br />

dirci, ancora oggi, in un mondo in cui gli<br />

opposti inconciliabili non sono sconosciuti.<br />

Verità eterne emergono dalla bocca dei<br />

fanciulli; il potere della musica di risanare,<br />

salvare, riconciliare, viene ripetutamente<br />

celebrato. Oggi più che mai c’è bisogno del<br />

Flauto magico.<br />

© 2005 Rodney Milnes<br />

Il flauto magico. Musica ed esecuzione nella<br />

presente registrazione<br />

Con la loro collaborazione al Flauto magico,<br />

Mozart e Schikaneder crearono una nuova<br />

forma di teatro musicale tedesco, che<br />

conteneva elementi legati ai drammi di Schiller<br />

e Goethe, alle fantastiche fiabe di Raimund e<br />

Nestroy, ma anche alle giullarate di un<br />

personaggio tipicamente austriaco, Hanswurt.<br />

Schikaneder (o chiunque fosse il vero autore<br />

delle parti serie del Flauto magico) riuscì ad<br />

abbinare tutti questi elementi e la musica è<br />

talmente varia e originale che è inutile cercare<br />

un parallelo nella produzione dello stesso<br />

Mozart o nelle altre opere teatrali precedenti o<br />

successive.<br />

Rimangono reminiscenze dell’opera italiana<br />

nelle due arie della Regina della Notte, ma la<br />

musica di Sarastro e della sua confraternita è di<br />

originalità straordinaria, con sonorità<br />

orchestrali completamente nuove, come quelle<br />

dei corni di <strong>bass</strong>etto e dei tromboni nella<br />

Marcia dei Sacerdoti dell’Atto II e la successiva<br />

aria di Sarastro “O Isis und Osiris” (N. 10). In<br />

tutte le parti serie dell’opera le nobili voci di<br />

tre tromboni vengono continuamente<br />

utilizzate per introdurre prima gli accordi<br />

massonici nell’ouverture. Poi i Tre fanciulli che<br />

guidano Tamino e Papageno (N. 8), le voci<br />

disincarnate dei sacerdoti (sempre nel N. 8),<br />

gli Armigeri che presenziano alla cerimonia di<br />

iniziazione (Finale, N. 21), e infine per<br />

accompagnare il flauto magico di Tamino<br />

durante le prove del fuoco e dell’acqua<br />

(sempre nel N. 21). Il flauto magico stesso fu<br />

suonato in scena dal tenore Benedikt Schack, e<br />

un nuovo strumento nell’opera, il<br />

Glockenspiel, fu suonato fuori scena, mentre<br />

Schikaneder nelle vesti di Papageno fingeva di<br />

farlo in scena. Anche se esistono immagini di<br />

87<br />

Schikaneder nell’atto di farlo, non si conosce<br />

la vera forma dello strumento che produceva il<br />

suono (N. 8, 20 e 21).<br />

Ciascuno dei personaggi di questo<br />

spettacolo a metà fra l’allegoria e la farsa ha<br />

una melodia particolare che esprime il proprio<br />

carattere. La giovanile nobiltà di Tamino, la<br />

vulnerabilità e la passione di Pamina, espressa<br />

nel suo tragico, quasi isterico lamento, nella<br />

cupa tonalità di sol minore preferita da<br />

Mozart, e il suo meditato suicidio; la semplice,<br />

ma soprannaturale qualità della musica dei tre<br />

Fanciulli contrapposta ai complotti anche<br />

troppo umani delle tre Damigelle; la malvagità<br />

grottesca, comica di Monostatos e soprattutto<br />

le espressioni nobilmente estatiche dei nobili<br />

innamorati e dei due Armigeri mentre si<br />

preparano per le prove – ciascuno contribuisce<br />

a un mosaico musicale talmente ricco da essere<br />

inconsueto persino per Mozart.<br />

Tuttavia è nella musica di Papageno che<br />

l’originalità del Flauto magico è più notevole.<br />

Le semplici melodie mozartiane di sapore<br />

popolare sono in perfetto accordo con gli<br />

ingenui proverbi burleschi di Schikaneder e<br />

sono di un tipo praticamente unico nella sua<br />

produzione. La musica di Papageno sembra<br />

attingere a una fonte melodica<br />

riconoscibilmente e tipicamente viennese.

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