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2009_04_Aprile - Anpi Reggio Emilia

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esteri<br />

India-Paksitan<br />

Paksita<br />

Il 26 novembre scorso ha segnato un<br />

momento di particolare sconvolgimento<br />

nei precari equilibri del Subcontinente<br />

indiano. L’incredibile assedio di<br />

60 ore, portato a compimento da dieci<br />

giovanissimi terroristi e subito dalla<br />

capitale dello Stato del Maharastra<br />

Mumbai, città di 14 milioni di abitanti, ha<br />

inferto un duro colpo d’immagine non<br />

solo per il governo Singh e per il partito<br />

del Congresso dell’India, ma anche per<br />

la riapertura del dialogo, avente per<br />

tema il destino del Kashmir, ripreso<br />

con il vicino pakistano, dopo l’elezione<br />

del nuovo presidente Asif Ali Zardari.<br />

Il Pakistan, accusato dal governo indiano<br />

di essere responsabile di quanto è<br />

avvenuto a Mumbai, respinge le accuse<br />

e precisa che quanto è successo è da<br />

imputare all’ineffi cienza ed all’incapacità<br />

dei servizi segreti indiani (RAW)<br />

e della sua agenzia di intercettazioni<br />

(NSA) che agendo in stretta collaborazione<br />

con l’agenzia per lo spionaggio<br />

elettronico degli USA, aveva trascurato<br />

i preavvisi pervenuti a metà ottobre.<br />

In verità le rivendicazioni dell’accaduto,<br />

inviate in via “remaliler” (per mascherare<br />

l’origine dei messaggi), non sono state in<br />

grado di nascondere l’origine dell’emittente.<br />

Il RAW, infatti, ha potuto attribuire<br />

i messaggi e quindi gli attentati al gruppo<br />

Deccan Mujahedin, un gruppo terroristico<br />

pakistano legato al SIMI, un movimento<br />

cioè degli studenti islamici dell’India,<br />

entrato da pochi mesi in azione e fautore<br />

dei cruenti attentati terroristici ad Ahmelabad<br />

Inoltre Azam Amir Qasab di 21 anni, unico<br />

terrorista sopravvissuto, ha dichiarato<br />

che tutti i componenti del gruppo terrorista,<br />

che ha messo a ferro e fuoco la città di<br />

Mumbai e in particolare l’hotel Taj Mahal,<br />

erano pakistani, addestrati dal LeT, gruppo<br />

terroristico fi nanziato dall’ISI (servizi<br />

segreti di Islamabad), gruppo che dagli<br />

anni ’90, rivendicando la liberazione del<br />

12<br />

aprile <strong>2009</strong><br />

notiziario anpi<br />

La crisi del Subcontinente Indiano<br />

Kashmir, si attribuì la paternità di svariati<br />

attentati in India, tra i quali il clamoroso<br />

attentato al Parlamento di New Delhi del<br />

2001.<br />

Da tutta questa serie di accertamenti e<br />

dalla ricostruzione dell’evento terroristico,<br />

(passato da Brescia?) condotta dei<br />

servizi segreti RAW, è emerso piuttosto<br />

chiaramente il coinvolgimento pakistano,<br />

per cui le accuse di responsabilità rivolte<br />

al vicino governo si facevano più serrate<br />

di giorno in giorno.<br />

Le accuse indiane hanno provocato l’immediata<br />

interruzione del processo di pace<br />

con il Pakistan in corso dal 20<strong>04</strong>, alzando<br />

la tensione tra i due Paesi ad un livello<br />

mai raggiunto negli ultimi quattro anni,<br />

portando a temere l’inizio del quarto confl<br />

itto Indo-Pakistano. Se un tale tragico<br />

evento non ha avuto seguito è stato solamente<br />

grazie alle dichiarazioni del premier<br />

Asif Ali Zardari che da Islamabad<br />

ed a nome del suo governo, ha respinto<br />

le accuse di un diretto coinvolgimento del<br />

suo esecutivo, garantendo, nel contempo,<br />

la piena disponibilità a cooperare per la<br />

cattura dei responsabili, se ancora presenti<br />

nel Paese.<br />

Passato il momento di particolare tensione<br />

è subentrato poi il rifi uto di consegnare<br />

venti presunti colpevoli, richiesti con un<br />

dettagliato elenco da New Delhi, giustifi<br />

cando il fatto con la mancanza di valide<br />

prove di colpevolezza a carico dei personaggi<br />

indicati.<br />

Il primo nome nella lista, che il governo<br />

indiano ha presentato al presidente Zardari,<br />

era quello di Dawood Ibrahim, potente<br />

mafi oso indiano, ricercato per gli attentati,<br />

che nel 1993, sono costati la vita a 250<br />

cittadini di Mumbai e il secondo nome<br />

quello di Hafi z Sace, fondatore del gruppo<br />

terrorista Lashkar-e-Toiba (LeT).<br />

La stampa internazionale, trattando con<br />

grande clamore, la vicenda di Mumbai,<br />

ha spesso accostato la stessa all’accaduto<br />

dell’11 settembre in USA, ipotesi ripresa<br />

anche dal premier indiano Manmohan<br />

Singh. In effetti, anche se è possibile<br />

ammettere alcune evidenti somiglianze,<br />

l’azione terroristica condotta sul suolo in-<br />

diano non è stata né la più cruenta e nemmeno<br />

la più grave nella tormentata storia<br />

dell’India.<br />

E’ certo peraltro, che l’hotel Taj Mahal in<br />

fi amme, la presenza di vittime straniere<br />

ed i continui riferimenti a Al Queda, hanno<br />

contribuito ad elevare il livello della<br />

paura tra la popolazione, in grado, quindi,<br />

di ricreare quel consenso pubblico, necessario<br />

più che mai al governo indiano, per<br />

rilanciare con durezza e maggiore determinazione<br />

la lotta al terrorismo.<br />

Sfruttando la tragica vicenda Mumbai, gli<br />

USA hanno visto l’opportunità di intensifi<br />

care la propria azione anti-terroristica,<br />

partendo proprio dal Pakistan, accentuando<br />

i bombardamenti aerei, utilizzando<br />

i droni per attacchi missilistici “ciechi”,<br />

che non distinguono i talebani dai civili.<br />

L’India ha visto, nel contempo, la possibilità<br />

avvantaggiarsi, grazie all’evidente<br />

indebolimento di Islamabad, indotto dalle<br />

accuse di terrorismo, per recuperare<br />

punti più favorevoli nella trattativa sul<br />

Kashmir.<br />

Da rilevare, peraltro, che il colpo inferto<br />

all’India dall’incredibile successo terroristico<br />

degli attentati di novembre, ha<br />

indubbiamente indebolito anche il governo<br />

Sing, colpevole di non essere riuscito<br />

a fronteggiare con successo una singola<br />

emergenza terrorista. Le ormai imminenti<br />

elezioni politiche, potrebbero favorire,<br />

quindi, il partito nazionalista indù di opposizione<br />

Bharatiya Janata Party (BJP) di<br />

Vajpayee, da sempre più attento ai problemi<br />

della sicurezza interna.<br />

Il partito del Congresso, quindi, allo scopo<br />

di risollevare il proprio prestigio, ha<br />

puntato a scegliere e candidare personalità<br />

di grande prestigio. Una prima mossa<br />

è consistita nel nominare Chidambaran,<br />

autore del miracolo dell’economia indiana,<br />

al posto del dimissionario ministro<br />

dell’Interno Shivraj Patil. Ha chiesto ed<br />

ottenuto, inoltre, la dimissioni di Vilasrao<br />

Deshmuk, presidente del Maharastra, Stato<br />

di cui Mumbai è capitale.<br />

Di certo però l’ultima parola spetterà,<br />

come detto, ai cittadini-elettori, esasperati<br />

dall’ineffi cienza dei servizi anti-terro-<br />

India India-P

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