2009_04_Aprile - Anpi Reggio Emilia
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Da sinistra: Antonella Ghidini, Giuseppina Garino e Ginetta Faietti<br />
prio nessuna richiesta!”. Così esordisce<br />
Antonella, con la sua voce acuta e forte.<br />
Interviene Giuseppina, con voce sottile e<br />
pastosa ma ferma, che aggiunge: “E sono<br />
le donne quelle di cui le aziende si vogliono<br />
liberare prima, perché mentre un uomo<br />
può imparare a fare il meccanico piuttosto<br />
che il pressista quindi anche a livello<br />
fi sico i carichi di lavoro un uomo se<br />
li assume in un certo modo e corrisponde<br />
a tutte le esigenze dell’azienda”. Mentre<br />
Ginetta, con la sua voce roca, esito di mille<br />
battaglie combattute non solo in fabbrica,<br />
dice: “Sì, la motivazione è questa ma è<br />
discriminazione, è pura discriminazione,<br />
proprio...”.<br />
Perché vanno in maternità le donne, e<br />
causano dei “problemi” alle aziende, le<br />
donne. E poi per chi non lo sapesse le<br />
donne fanno pure dei fi gli che possono<br />
ammalarsi e quindi devono rimanere a<br />
casa a differenza degli uomini... “Nonostante<br />
la legge conceda i congedi parentali!”,<br />
dice Antonella, tra il sarcastico e<br />
l’indignato.<br />
A proposito, il sindacato come agisce,<br />
come fa a districarsi, come si muove?<br />
chiediamo. “Il sindacato è obiettivo – risponde<br />
Giuseppina – usa lo stesso metro,<br />
di fronte a questo... Cerca di garantire i<br />
diritti com’è appunto la maternità. In alcune<br />
aziende si scontra ancora con questa<br />
realtà, al momento dell’assunzione tentano<br />
di farti fi rmare che t’impegni a non<br />
avere fi gli... “. “I datori di lavoro – afferma<br />
Antonella – hanno già una loro lista di<br />
1° MAGGIO - FESTA DEL LAVORO<br />
servizio a cura di Glauco Bertani e Loredana Cavazzini<br />
persone. Viene valutata l’anzianità, i fi gli<br />
o persone diversamente abili che hai a<br />
carico. Se avessero potuto, nella mobilità<br />
che ho visto, avrebbero scelto solo donne...<br />
L’uomo è più libero, non ha orari...<br />
il sindacato fa rispettare la legge, utilizza<br />
tutti gli strumenti che ci sono, fa valere i<br />
diritti del lavoratore”.<br />
Insistiamo sulla crisi. “La crisi c’è sicuramente<br />
– afferma Giuseppina – il calo<br />
produttivo c’è stato per tutti anche per le<br />
grandissime aziende, si dice sia intorno al<br />
30-40 percento. Il problema delle grandi<br />
aziende è che adesso l’imprenditore anche<br />
quello forte, che dieci anni fa poteva<br />
investire e spendere qualcosa di suo per<br />
migliorare, adesso ha paura. Se deve rischiare<br />
soldi suoi non lo fa, e quindi preferisce<br />
ricorrere alla cassa integrazione<br />
piuttosto che a una fermata anche piccola<br />
anche solo per vuotare il magazzino, questo<br />
potrebbe essere una manovra...”.<br />
All’analisi “oggettiva” fanno eco l’ansia<br />
per il futuro... “Ho uno stipendio – dice<br />
Ginetta – e pago l’affi tto, le bollette, faccio<br />
tutto io. Con quello stipendio devo andare<br />
avanti, ho quasi 50 anni, se mi chiude<br />
la ceramica non so dove cavolo andare,<br />
non so cosa fare, non so come fare. E’<br />
vero che non devo mantenere nessuno,<br />
ma a me chi mi mantiene? E’ quello il<br />
problema, e questo è un momento un po’<br />
triste per me”... e rifl essioni sulle nuove<br />
condizione di vita. “La mia azienda ha<br />
chiuso – afferma Giuseppina – e questo<br />
ti cambia molto la vita giorno per gior-<br />
politica<br />
“Siamo discriminate<br />
discriminate, ,<br />
ma per fortuna<br />
Intervista a tre donne<br />
ci siamo siamo” ”<br />
no, mentre prima uno poteva permettersi<br />
di spendere diversamente o progettare<br />
anche solo le vacanze... non è che uno<br />
sia abituato ad andare alle Seychelles,<br />
ma anche fare una settimana al mare... io<br />
l’anno prossimo sicuramente non lo potrò<br />
fare... poi uno dice la vacanza non è<br />
importante... ma la vacanza aiuta a vivere<br />
bene. Adesso bisogna essere più oculati e<br />
pensare un po’ di più alle cose più necessarie...<br />
in un certo senso è anche un bene,<br />
sì!”. “Io – dice Antonella – a differenza<br />
di loro sono fortunata perché mio marito<br />
è sempre stato molto ‘formichina’. A differenza<br />
di lei [indica Giuseppina, NdR]<br />
ho scelto di andare in mobilità. Sono due<br />
mesi che sono a casa e di positivo ho notato<br />
che seguo molto meglio la famiglia<br />
e spendo molto meno. Il ragazzino di 16<br />
anni che fi nirà i tre anni e poi andrà a lavorare...<br />
e mi pongo il problema di dove<br />
andrà, cosa farà... Una l’ho sistemata anche<br />
se con mille euro al mese...”. Ma ciò<br />
che preoccupa davvero, lo racconta con<br />
semplicità Giuseppina: “E’ il futuro dei<br />
nostri fi gli per quanto mi riguarda, anche<br />
affrontare le spese della scuola, piuttosto<br />
che del mangiare, dei vestiti...”.<br />
Se queste sono le loro, ma anche le nostre,<br />
preoccupazioni, quali sono le cose<br />
che desiderano? Risponde Ginetta: “Se<br />
un giorno potessi permettermi un viaggio<br />
in Australia, che non me lo posso permettere,<br />
vuol dire che abbiamo ripreso e che<br />
va tutto bene e che sto mettendo via qualche<br />
soldino, cosa che non succede ades-<br />
aprile <strong>2009</strong><br />
notiziario anpi<br />
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