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2009_04_Aprile - Anpi Reggio Emilia

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politica<br />

“Siamo “Siamo discriminate<br />

discriminate, ,<br />

ma ma per fortuna fortuna<br />

ci ci siamo siamo” ”<br />

so”. Poi Giuseppina: “Il mio desiderio,<br />

fi nita la maternità è di poter trovare un<br />

altro lavoro anche poco redditizio, anche<br />

se non dovessi più tornare a lavorare in<br />

ceramica. Un lavoro che mi consenta di<br />

vivere dignitosamente la mia vita, niente<br />

di particolare, è un sogno più che un desiderio...”.<br />

Infi ne Antonella: “Io spererei<br />

solamente che mio fi glio studiasse un pochino<br />

di più a scuola, in questo momento<br />

è il mio grosso pensiero, e se fra un anno,<br />

un anno e mezzo potessi tornare a lavorare...<br />

ben volentieri, perché forse sarebbe<br />

un segnale che ce n’è ancora per tanta<br />

gente”.<br />

E per quelli che sono in pensione, che<br />

aria tira? “Mia madre è pensionata, poveretta!<br />

C’è dentro fi no a qua” dice Ginetta<br />

con un gesto eloquente poco sotto la bocca.<br />

Dai vecchi ai giovani il passo è breve.<br />

“I giovani – dice convinta Ginetta – non<br />

hanno ancora capito. Non si rendono conto...<br />

no, no perché vogliono tutto e subito!<br />

Ci stanno togliendo dei diritti che noi<br />

trent’anni anni fa abbiamo acquisito con<br />

delle lotte, perché io c’ero trent’anni fa a<br />

lottare e quindi lo so la fatica che abbiamo<br />

fatto e le ore di sciopero che abbiamo<br />

fatto e che ho perso per lottare; sono disposta<br />

ancora a farlo ma non toccherebbe<br />

a me, toccherebbe a loro, ma non l’hanno<br />

ancora capito... Finché non ci zuccano<br />

contro non lo capiscono ed è anche colpa<br />

delle famiglie se certe cose ce le hanno<br />

gratis, scontate. E’ colpa della nostra generazione<br />

che non avendo avuto niente ai<br />

nostri fi gli abbiamo dato...”.Sulla stessa<br />

lunghezza d’onda è anche Giuseppina:<br />

“E i nostri diritti nel sociale non ce li ha<br />

regalati nessuno! Abbiamo fatto un direttivo<br />

[sindacale, NdR] in cui una ragazza<br />

ha detto che i diritti perché sono scritti<br />

rimangono lì ci sono!”. Beata ingenuità<br />

aggiungiamo noi.<br />

E Antonella: “Diciamo anche che anche<br />

6<br />

aprile <strong>2009</strong><br />

notiziario anpi<br />

Intervista Intervista a tre donne donne<br />

adesso un ragazzo che si voglia interessare<br />

di politica, che voglia entrare nel<br />

sindacato, loro si ricordano che esiste la<br />

politica che esistono i diritti solo quando<br />

gli vengono tolti... mia fi glia...”. Una sospensione<br />

che vale mille parole. Però “io<br />

sono fi duciosa nel senso che secondo me<br />

sono molto meglio di quello che pensiamo<br />

è vero che una parte è superfi ciale ma forse<br />

lo erano un po’ tutti se ci rapportiamo<br />

alle epoche, ma secondo me voglio essere<br />

ottimista”, dice Giuseppina, iniettando<br />

ottimismo nel dilagante pessimismo della<br />

ragione (di noi tutti).<br />

Cambiamo registro. E domandiamo:<br />

come vi vedete in questa società, che<br />

cosa pensate che si possa fare ancora.<br />

Che cosa devono fare le donne? Giuseppina<br />

dice: “Le donne devono continuare;<br />

se hanno smesso o se si sono un po’ perse<br />

nel percorso, ritornare ad essere donne, ritornare<br />

ad essere madri e mogli, prima di<br />

essere lavoratrici. Anche lavoratrici, però<br />

se il lavoro, come sta succedendo adesso<br />

viene a mancare, credo che la fi gura della<br />

donna sia non solo quella che esce e porta<br />

i soldi a casa, ma principalmente deve<br />

essere madre, così la società sicuramente<br />

può anche migliorare. Se le donne ritornano<br />

a fare il loro mestiere di madri, che<br />

non è poco... Non è che hanno smesso,<br />

però... – “Si ‘sono dovute sdoppiare...”<br />

precisa Ginetta – non dico che una donna<br />

debba smettere di lavorare perché non lo<br />

trovo giusto, però anche la parentesi, ad<br />

esempio, della maternità o il poter dire<br />

‘scelgo di lavorare meno tempo, meno<br />

ore, fare il partime’... è vero porto meno<br />

soldi a casa, però sto di più con la mia famiglia.<br />

Secondo me, poi, sul piatto della<br />

bilancia anche la società da questa cosa<br />

può trarne dei vantaggi, saremo meno<br />

ricchi ma forse saremo più umani...”. Ma<br />

le donne riescono, senza paura di essere<br />

“soggettive”, a mescolare personale<br />

Spesso le donne sono purtroppo<br />

costrette a questa<br />

scelta, e non è una scelta<br />

facile, sempre! Anche perché<br />

gli ammortizzatori sociali,<br />

le istituzioni ci aiutano<br />

veramente poco in<br />

un momento di crisi come<br />

questa.<br />

e generale. “Lo vedo, per me – continua<br />

Giuseppina – ho quasi due bimbi. Adesso<br />

che sono a casa, la faccio molto di più la<br />

mamma, sono molto più presente. Riesco<br />

ad ascoltare, a parlare e a stare più con<br />

lui. Era proprio il tempo che mi mancava<br />

quando facevo i turni. Non è che prima<br />

mi sentissi meno mamma di adesso però,<br />

ma ora so di fare meglio il mio mestiere<br />

di mamma”.<br />

Domandiamo: allora tra la famiglia e il<br />

lavoro che nesso c’è? Adesso c’è crisi di<br />

lavoro, e lo stiamo toccando con mano.<br />

Voi dite che si riscoprono i valori della

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