2009_04_Aprile - Anpi Reggio Emilia
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snonno Antonio ottantaduenne, era paralizzato<br />
da tre anni, fu buttato giù dal letto<br />
e trasportato a peso davanti al plotone di<br />
esecuzione in barella.<br />
Emilio era incapace di intendere e volere<br />
e aveva preso questo atroce gioco di morte,<br />
come una rappresentazione fuori tempo,<br />
del maggio popolare. Cesare Borea,<br />
infermo trascinato a peso nell’aia. Armido<br />
e Italo, diciassettenni.<br />
Fino al sacrifi cio di don Giovan Battista<br />
Pigozzi, umiliato, denudato e deriso, perché<br />
si rifi utò di fi rmare un foglio con scritto<br />
che quegli uomini erano partigiani.<br />
E le nipoti, che solo dagli interrogatori<br />
arrivati dalla Germania, si è saputo del<br />
grado di umiliazione, che le stesse sono<br />
state costrette a subire.<br />
Razziarono il bestiame, incendiarono il<br />
paese e i corpi nell’aia.<br />
Dopo la strage, la gente visse di elemosina<br />
e di pane ammuffi to bagnato dalla<br />
neve, in caverne ricavate nella roccia del<br />
sovrastante monte Beccara.<br />
Incendiarono anche Case Pelati nell’agosto<br />
1944. Qui oltre la linea gotica si doveva<br />
creare terra bruciata.<br />
Rimasero trenta orfani e quindici vedove,<br />
di cui una sola ancora vivente. Qui sono<br />
mancate due generazioni.<br />
Io non ho mai conosciuto il nonno, altri<br />
il padre, lo zio, il fratello. Cervarolo e la<br />
mia gente è un paese che sta ancora pagando<br />
per questo.<br />
Ai famigliari e a noi giovani è rimasta la<br />
voglia di giustizia e di sapere la verità.<br />
Non è mai cessato lo spirito di capire, chi<br />
avesse ucciso e perché.<br />
Io ne ho studiato l’aspetto giuridico. Per<br />
Simona è stata la sua tesi di laurea. Riccardo<br />
e Sabrina ne hanno tratto un fi lm<br />
bellissimo Sopra le nuvole, proprio oggi<br />
nel 65° anniversario dell’eccidio, contemporaneamente<br />
proiettato a Roma e a<br />
San Francisco.<br />
Per questo sacrifi cio, il comune di Villa<br />
Minozzo è stato insignito medaglia d’argento<br />
al valor militare, il 6 marzo 1950,<br />
dal Presidente del Consiglio dei Ministri<br />
Alcide De Gasperi.<br />
Finita la guerra, il comando dei servizi segreti<br />
britannici, raccolse le denunce delle<br />
vittime di questo e di altri 2274 atroci crimini<br />
di guerra, compiuti dai nazifascisti<br />
in Italia.<br />
Seicentonovantacinque fascicoli vengono<br />
consegnati ai giudici italiani, con il titolo<br />
“Atrocità in Italia” e con stampigliato il<br />
timbro “Secret”, che nel 1960 la Procura<br />
Militare di Roma pone in “Provvisoria archiviazione”.<br />
Resta da capire, chi abbia deciso quell’archiviazione<br />
provvisoria, procedura non<br />
prevista dal CPP. Non esiste oggi e non<br />
esisteva allora la “Provvisoria archiviazione”,<br />
quando il c.p.p. del 1930 già prevedeva<br />
l’obbligatorietà dell’azione penale.<br />
Il tutto viene chiuso nell’ “Armadio della<br />
vergogna” con l’apertura verso il muro,<br />
protetto da un cancello in ferro, in uno<br />
sgabuzzino di Palazzo Cesi a Roma, cancelleria<br />
della Procura Militare.<br />
Siamo al governo Tambroni e ai martiri<br />
del 7 luglio. Questa la dice lunga sull’atmosfera<br />
degli anni Sessanta. Solo nel<br />
1994, il Procuratore Antonio Intelisano,<br />
scopre l’armadio.<br />
Oggi, a 65 anni dall’eccidio, questa cerimonia<br />
ha un valore molto particolare. Il<br />
Procuratore della Repubblica della Procura<br />
Militare della Spezia, Dott. Marco De<br />
Paolis, dopo aver acquisito il fascicolo<br />
su questa strage, occultato nell’Armadio<br />
della vergogna, ha aperto l’istruttoria.<br />
Ha compiuto 50 rogatorie internazionali,<br />
trovando la collaborazione della polizia<br />
tedesca, che ha sequestrato un diario<br />
di guerra dell’uffi ciale Wolfgang Bach,<br />
cultura<br />
I responsabili<br />
a processo<br />
che ricostruisce con dovizia di particolari,<br />
movimenti, azioni di guerra, luoghi e<br />
nomi di persone. Sono state acquisite agli<br />
atti, intercettazioni telefoniche provanti le<br />
responsabilità penali e rinviati a giudizio<br />
sette graduati che costituiscono la catena<br />
di comando. Ma a questi se ne aggiungeranno<br />
presto altri.<br />
Ho incontrato per la prima volta il Procuratore<br />
dott. De Paolis nel 2006 e da<br />
allora ne vivo l’amicizia. Una persona<br />
eccezionale, un grande tecnico del diritto,<br />
dal quale ho imparato molto. La sua dedizione,<br />
professionalità e sensibilità umana,<br />
l’ha portato tre volte a Cervarolo.<br />
Ha voluto fare il percorso fatto dalle truppe,<br />
si è fermato negli stessi luoghi, è andato<br />
a casa dei testimoni oculari, ormai<br />
vecchi e malati, che hanno riconosciuto le<br />
divise, i distintivi, le armi usate dalla 3 a<br />
compagnia Hermann Goering.<br />
Ha saputo toccare con mano il desiderio<br />
di giustizia che ci accompagna. Ha riordinato<br />
carte impolverate e ingiallite dal<br />
tempo e costruito intorno a sé una squadra<br />
investigativa effi cientissima.<br />
Gli ho fornito documenti, dal 1942 ad<br />
oggi, sono stati verbalizzati venti testimoni<br />
che saranno sentiti in aula al processo.<br />
La mia gente gli ha aperto il cuore e i ricordi.<br />
Italo Rovali e Massimo Storchi<br />
aprile <strong>2009</strong><br />
notiziario anpi<br />
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