Linee guida trauma cranico pediatrico grave SIAARTI-SARNEPI
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La sédation du <strong>trauma</strong>tisé<br />
cranien<br />
Hans P et al<br />
Cah Anesthesiol 1994; 42(4):<br />
521-524<br />
Neuromuscolar blocking<br />
drugs in pediatric<br />
anesthesia<br />
Brandon BW et al<br />
Anesthesiol Clin North<br />
America 2002; 20(1): 45-48<br />
f) ipertrigliceridemia, ketonuria, aumento della PaCO2 durante<br />
ventilazione meccanica; g) contaminazione batterica del farmaco.<br />
Peraltro il propofol presenta alcuni vantaggi rispetto al barbiturico:<br />
risveglio più rapido, maggior maneggevolezza, mantenimento<br />
dell’autoregolazione rispetto alla PAM e alla CO2 e, forse,<br />
“scavenging“ dei radicali liberi. In conclusione, data l’esperienza<br />
limitata, gli AA non possono raccomandare l’uso estensivo del propofol<br />
al posto dei barbiturici, pur riconoscendone i vantaggi. Un oppiaceo<br />
deve essere associato quando sia richiesta analgesia. Può svilupparsi<br />
tolleranza e dipendenza, con sindrome da astinenza se la<br />
somministrazione è sospesa bruscamente dopo infusione prolungata.<br />
IV Il lavoro non riguarda specificamente l’età pediatrica, ma fissa alcuni<br />
concetti generali importanti.<br />
Nel <strong>trauma</strong>tizzato <strong>cranico</strong> <strong>grave</strong> la sedazione fa parte integrante della<br />
terapia. Gli obiettivi generali della sadazione in Terapia Intensiva<br />
sono:l’ansiolisi, l’analgesia, il sonno simile a quello fisiologico, la<br />
facilitazione terapeutica e l’amnesia. Nel pz. con <strong>trauma</strong> <strong>cranico</strong> <strong>grave</strong>,<br />
in particolare, la sedazione mira ad ottenere: l’adattamento alla<br />
ventilazione meccanica, il controllo dei disordini neurovegetativi, il<br />
trattamento dell’ipertensione endocranica e delle crisi epilettiche<br />
refrattarie e la protezione cerebrale. L’agente sedativo ideale dovrebbe<br />
avere: a) durata d’azione breve, prevedibile e completamente<br />
reversibile; b) capacità di diminuire il CMRO2 e proprietà<br />
anticonvulsivanti; c) capacità di ridurre la PIC, restaurare una PPC<br />
adeguata, preservare l’accoppiamento tra FEC e CMRO2,<br />
l’autoregolazione cerebrale e la reattività alla CO2; d) proprietà di<br />
protezione cerebrale (prevenzione del danno secondario).<br />
I farmaci più frequentemente utilizzati sono: 1) gli oppiacei (fentanyl,<br />
sufentanil, alfentanil): a dosi superiori a quelle analgesiche danno<br />
sedazione senza importanti effetti emodinamici e depressione<br />
respiratoria che facilita la ventilazione. Se somministrati in infusione<br />
continua devono essere considerati farmaci a lunga durata d’azione; 2)<br />
il midazolam: ha azione anticonvulsivante, probabilmente di protezione<br />
cerebrale e deprime il metabolismo cerebrale anche se meno di<br />
barbiturici e propofol. La sua emivita di eliminazione è 2-4 ore, ma può<br />
essere prolungata in alcuni pazienti; 3) il propofol: riduce CMRO2 e<br />
CBF in modo dose-dipendente fino all’abolizione dell’attività elettrica<br />
cerebrale (può essere utile nel controllo della PIC, ma necessita di uno<br />
stretto controllo emodinamico), ha azione anticomiziale e forse<br />
protettiva cerebrale, eliminazione rapida.<br />
IV Gli autori prendono in considerazione le proprietà farmacocinetiche e<br />
farmacodinamiche di tutti i miorilassanti attualmente in uso. Nel lavoro<br />
viene inoltre effettuata una vasta disamina della letteratura<br />
internazionale e vengono descritti le indicazioni e i limiti dell’uso<br />
clinico dei curari in campo <strong>pediatrico</strong>, ivi compresi quelli di nuova<br />
generazione.<br />
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