Linee guida trauma cranico pediatrico grave SIAARTI-SARNEPI
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50%. L’EEG dovrebbe essere registrato in continuo; se ciò non è possibile deve essere eseguito<br />
almeno un tracciato al giorno. I livelli ematici sono di scarsa utilità come <strong>guida</strong> del trattamento, in<br />
quanto è difficile stabilire con certezza quale sia il range terapeutico.<br />
Il principale effetto collaterale della terapia barbiturica è la depressione cardiocircolatoria: ne<br />
consegue che tale trattamento deve essere intrapreso solo in pazienti normovolemici ed<br />
emodinamicamente stabili, prevedendo un monitoraggio emodinamico adeguato (PA cruenta, PVC,<br />
eventualmente posizionamento di un catetere di Swan-Ganz o PiCCO) e, se necessario, la<br />
somministrazione di inotropi e/o vasopressori. È stata riportata inoltre una maggiore incidenza di<br />
infezioni e di lesioni da decubito, oltre ad un’induzione degli enzimi epatici.<br />
In conclusione, appare esservi consenso unanime sulla efficacia della terapia barbiturica nei pazienti<br />
con ipertensione endocranica refrattaria alla terapia convenzionale massimale, pur con la<br />
consapevolezza dei pesanti effetti collaterali soprattutto emodinamici.<br />
RACCOMANDAZIONE DI CATEGORIA A<br />
I barbiturici sono sicuramente efficaci nella terapia dell’ipertensione endocranica, ma devono<br />
essere riservati ai casi refrattari alla terapia convenzionale massimale (sedazione, paralisi<br />
muscolare, deliquorazione, mannitolo, iperventilazione moderata, postura) e devono essere<br />
considerati una terapia estrema. Non c’è indicazione al loro utilizzo come sedativi.<br />
RACCOMANDAZIONE DI CATEGORIA C<br />
Il tiopentale sodico deve essere somministrato con un bolo iniziale lento ad un dosaggio a partire<br />
da 5 mg/kg seguito da una infusione continua ad un dosaggio solitamente compreso tra 5 e 30<br />
mg/kg/h, efficace a determinare un tracciato tipo “burst-suppression” all’EEG.<br />
Ottenuto il controllo della PIC (< 20 mm Hg per 48 ore), l’infusione deve essere gradualmente<br />
sospesa in un periodo di 3 giorni.<br />
I protocolli anglosassoni prevedono l’utilizzo del pentobarbital, non in commercio in Italia.<br />
RACCOMANDAZIONE DI CATEGORIA C<br />
Il controllo dell’efficacia della terapia barbiturica si basa principalmente sul monitoraggio EEG,<br />
che dovrebbe essere registrato in continuo o, se ciò non è possibile, eseguendo almeno un tracciato<br />
al giorno. L’obiettivo è la comparsa di un pattern tipo “burst-suppression” con periodi di silenzio<br />
di 10 – 20 secondi, che corrisponde ad una riduzione di metabolismo cerebrale del 50% circa. I<br />
livelli ematici sono di minore utilità come <strong>guida</strong> del trattamento.<br />
RACCOMANDAZIONE DI CATEGORIA C<br />
La terapia barbiturica può provocare depressione cardiocircolatoria. È quindi necessario che i<br />
pazienti siano normovolemici, emodinamicamente stabili e sottoposti ad un monitoraggio<br />
emodinamico adeguato (PA cruenta, PVC, eventuale catetere di Swan-Ganz o PiCCO). Se indicato,<br />
possono essere somministrati inotropi positivi e vasocostrittori.<br />
Essendo riportata una maggiore incidenza di infezioni e di lesioni da decubito particolare<br />
attenzione deve essere posta a questo riguardo.<br />
Utilisation du traitement III Gli autori riportano la loro esperienza su 48 <strong>trauma</strong>tizzati<br />
barbiturique par le thiopental dans<br />
cranici di età inferiore a 15 anni, trattati secondo un protocollo<br />
le choc cranien <strong>grave</strong> de l’enfant<br />
che prevedeva il sollevamento del capo di 30°, la ventilazione<br />
Gold F et al<br />
volta a mantenere una PaCO2 intorno a 35 mm Hg, la<br />
Agressologie 1982 ; 23D : 61-63<br />
restrizione idrica (riduzione di 1/3 dell’apporto normale) e se<br />
la PIC, misurata mediante sensore subdurale, era stabilmente ><br />
20 mm Hg o con poussées > 40 mm Hg per più di 5 min.,<br />
iperventilazione (PaCO2 = 25 mm Hg) e infusione continua di<br />
tipoentale al 2.5% (bolo 5 mg/kg seguito da infusione a 1<br />
mg/kg/h). In caso di ipertensione endocranica refrattaria, la<br />
dose di tiopentale era aumentata fino a 3 mg/kg/h e veniva<br />
somministrato mannitolo oppure praticata ipotermia (32°C).<br />
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