Linee guida trauma cranico pediatrico grave SIAARTI-SARNEPI
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osservato che l’applicazione di tale metodica migliora lo stato nutrizionale dei piccoli pazienti senza<br />
MOF e determina un aumento del peso corporeo e del rapporto peso/altezza.<br />
In particolare, uno studio condotto sulla spesa energetica, l’escrezione di azoto e il dosaggio delle<br />
proteine seriche nelle prime due settimane dopo l’ospedalizzazione, ha dimostrato che l’aumento<br />
dell’introito calorico dalla prima alla seconda settimana ha determinato un miglioramento dei<br />
suddetti parametri e quindi della prognosi.<br />
Un valido aiuto per effettuare una nutrizione artificiale nel bambino e nel neonato ci viene dato<br />
dalle linee <strong>guida</strong> SINPE che, pur non essendo specifiche per la tipologia del paziente trattato nel<br />
nostro studio, contengono dei suggerimenti e delle raccomandazioni più che condivisibili.<br />
RACCOMANDAZIONE DI CATEGORIA C<br />
Dopo <strong>trauma</strong> <strong>cranico</strong> <strong>grave</strong>, allo scopo di contrastare la fase ipercatabolica, è opportuno<br />
instaurare un supporto nutrizionale tramite alimentazione enterale o parenterale. Il protocollo<br />
raccomandato è il seguente:<br />
1. Correzione e stabilizzazione delle funzioni vitali (cardiocircolatorie, respiratorie,<br />
alterazioni idroelettrolitiche, acido base, metaboliche (iperglicemia).<br />
2. Valutazione dello stato nutrizionale (clinica, ematochimica e immunitaria) e grado di<br />
ipercatabolismo (escrezione dell’azoto ureico urinario).<br />
3. Il supporto nutrizionale deve essere instaurato il più precocemente possibile<br />
somministrando i nutrienti in modo graduale e progressivo fino a raggiungere l’apporto<br />
proteo-calorico stimato (vedi tab. 12).<br />
a. Nei casi in cui non sia possibile utilizzare la via enterale, è necessario ricorrere alla<br />
NPT privilegiando inizialmente la somministrazione di glucosio, aminoacidi,<br />
elettroliti e vitamine. Somministrare successivamente anche una quota lipidica (30%<br />
dell’apporto calorico non proteico) e alcuni micronutrienti(Zn, Cu).<br />
b. Accertata l’agibilità del tratto gastro-enterico, iniziare la NE infondendo i nutrienti<br />
a bassa velocità d’infusione (10 mL/h) incrementando progressivamente in relazione<br />
al grado di tolleranza, fino a raggiungere il volume previsto.<br />
c. Associare la NP alla NE (Nutrizione Mista) nel caso in cui non sia possibile<br />
somministrare tutta la quota enterale stabilita.<br />
4. Per la NE privilegiare il posizionamento di sondini (in poliuretano o in silicone) in sede<br />
digiunale o duodenale. Ricorrere alla PEG soltanto nei casi in cui sia prevedibile una NE di<br />
lunga durata (> di 30 gg).<br />
Improvement of children’s nutrition<br />
status after enteral feeding by PEG:<br />
an interim report<br />
Brandt CQ et al<br />
Gastrointestinal Endoscopic 1999;<br />
50(2) : 183-188<br />
Management of the child with<br />
severe brain injury<br />
Noah ZL et al<br />
Crit Care Clin 1992; 8(1): 59-77<br />
Nutritional support and measured<br />
energy expenditure of the child and<br />
adolescent with head injury<br />
Philips R et al<br />
III La PEG è stata applicata in 20 pazienti pediatrici (età media<br />
6.5 aa) con patologia cerebrale, miopatia e <strong>trauma</strong> <strong>cranico</strong>.<br />
Tutti i pazienti presentano un coinvolgimento mentale<br />
severo ed una disfagia orofaringea. L’alimentazione enterale<br />
comporta (follow-up 5.9 mesi) una modificazione<br />
statisticamente significativa del peso e del rapporto<br />
peso/altezza. Tra le complicazioni segnalate (peraltro tutte<br />
risolte) rientrano: granulazione della stomia (7), infezione<br />
(4), polmonite da reflusso gastro-esofageo (3),<br />
pneumoperitoneo (1)<br />
IV Sono stati rivisitati i principi di stabilizzazione, di trasporto e<br />
di organizzazione della cure intensive dei pazienti pediatrici<br />
con <strong>trauma</strong> <strong>cranico</strong> <strong>grave</strong>.<br />
III E’ stata presa in considerazione la spesa energetica,<br />
l’escrezione di azoto e i livelli di proteine sieriche dal<br />
momento dell’ospedalizzazione fino a due settimane dopo il<br />
<strong>trauma</strong> <strong>cranico</strong> in 8 adolescenti e 4 bambini con un GCS<br />
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