Linee guida trauma cranico pediatrico grave SIAARTI-SARNEPI
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MANTENIMENTO DELL’ANESTESIA<br />
Tutti i pazienti vanno sottoposti ventilazione meccanica controllata, per realizzare un’adeguata<br />
sorveglianza dei parametri della respirazione e degli scambi gassosi. La ventilazione viene adattata<br />
mediante il ricorso a miorilassanti non depolarizzanti, in modo da garantire valori di PaCO2<br />
compresi tra 30 e 35 mmHg. Tra i curari non depolarizzanti dell’ultima generazione, quelli che<br />
utilizzano per il loro metabolismo la via di Hoffman, come l’atracurio e il suo derivato cisatracurio,<br />
possiedono caratteristiche farmacocinetiche sostanzialmente indipendenti dall’età del paziente. In<br />
particolare il cisatracurio (1-2 gamma/kh/min), a differenza dell’atracurio, si avvale della quasi<br />
totale assenza di effetti istamino-liberatori e di un’ottima stabilità emodinamica; quest’ultimo<br />
aspetto insieme al recovery time indipendente dalla durata dell’infusione, ne fa un farmaco di<br />
prima scelta in un settore spesso contraddistinto dalla lunga durata delle procedure chirurgiche.<br />
Nella fase di mantenimento, l’Isoflurane, tra gli anestetici alogenati, può essere considerato come<br />
farmaco di prima scelta nella neuroanestesia pediatrica.. I suoi effetti farmacodinamici, a livello<br />
cerebrale sono ben conosciuti (aumento del FEC, del VEC e della PIC, con riduzione del CMRO2 e<br />
delle resistenze vascolari cerebrali; la reattività vascolare alla CO2 è preservata). L’aumento del<br />
FEC, peraltro meno marcato rispetto ad altri anestetici alogenati, può essere significativamente<br />
diminuito ricorrendo all’iperventilazione controllata.<br />
Tra gli analgesici è frequente l’impiego del fentanyl, preferito per la sua maneggevolezza e la<br />
scarsità di effetti collaterali. Inoltre fornisce una buona copertura analgesica postoperatoria. Per il<br />
mantenimento è sufficiente in genere un dosaggio di 2 mcg/kg/h. Va sempre tenuto in<br />
considerazione il rischio di depressione respiratoria al momento del risveglio, per cui il suo utilizzo<br />
va effettuato in ambiente controllato.<br />
Accanto alle tecniche di anestesia bilanciata, vanno considerate anche quelle puramente endovenose<br />
(TIVA). Questa tecnica è fortemente raccomandabile in quanto i narcotici mantengono inalterato il<br />
rapporto tra FEC e CMRO2, riducono la PIC ed aumentano, nel paziente in ventilazione meccanica,<br />
la PPC. Il propofol è però caratterizzato da prolungati tempo di metabolizzazione in quanto i<br />
volumi di distribuzione, nel bambino, risultano maggiori che nell’adulto. Ciò si traduce in un<br />
accumulo del farmaco con prolungati tempi di risveglio. È legittimo quindi porre qualche<br />
limitazione al suo uso che risulta indispensabile nel corso di procedure chirurgiche accompagnate<br />
dal monitoraggio neurofisiologico.<br />
Infine la TCI non può essere al momento impiegata in campo <strong>pediatrico</strong> in quante le diverse<br />
caratteristiche fisiopatologiche di questi pazienti ne hanno finora impedito il suo impiego.<br />
FLUIDOTERAPIA<br />
Una gestione attenta dell’apporto infusionale intraoperatoria rappresenta sicuramente uno dei<br />
presidi più importanti di cui dispone il neuroanestesista per il controllo dell’edema cerebrale.<br />
Numerosi studi hanno indagato sugli effetti della somministrazione di cristalloidi e colloidi in<br />
Neurochirurgia. L’infusione massiva di colloidi (Destrano a basso peso molecolare,<br />
Idrossietilamido al 6%, Albumina 5%) e cristalloidi (SF, RL) aumenta la PIC ed il contenuto di<br />
acqua cerebrale, anche se questo aumento sembra più marcato e precoce con i cristalloidi. Il<br />
dibattito concernente la scelta delle soluzioni infusionali è ancora in corso. Infatti benché sia da più<br />
parti sottolineato come la riduzione della pressione oncotica cerebrale, dovuta alla infusione dei<br />
cristalloidi, contribuisca alla formazione dell’edema cerebrale, è ancora diffuso l’uso della<br />
soluzione RL, soluzione notoriamente ipotonica (273 mOsm/l). Attualmente numerosi autori<br />
suggeriscono l’impiego della soluzione fisiologica, in quanto isotonica. Non bisogna però<br />
dimenticare che essa comporta un aumento dell’apporto di Na. Questo va considerato allorquando<br />
siano presenti situazioni cliniche (lesioni della base cranica, alterazioni diencefaliche, possibili<br />
complicanze di TCP) tali da determinare l’insorgenza di diabete insipido.<br />
L’impiego di soluzioni elettrolitiche bilanciate sembra poter garantire un apporto equilibrato di tutti<br />
gli ioni, senza trascurare le necessità di reintegro intraoperatorio di Potassio.<br />
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