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Linee guida per l'utilizzazione agronomica delle acque di ...

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Anche in questo caso la convenienza nell’adottare un comportamento agronomico piuttosto che un altro<br />

deve essere attentamente valutata in relazione alla tipologia <strong>di</strong> refluo che si intende utilizzare<br />

(composizione, stagionalità <strong>di</strong> produzione, ecc.); la scelta tecnica adottata dovrà, in ogni caso, essere<br />

coerente con l’organizzazione del sistema aziendale.<br />

L’avvicendamento. La scelta della lunghezza e della composizione dell’avvicendamento colturale<br />

riveste primaria importanza nel definire l’attitu<strong>di</strong>ne del sistema colturale all’impiego <strong>di</strong> <strong>acque</strong> reflue.<br />

La presenza <strong>di</strong> specie sensibili ad una qualsiasi sostanza, tipicamente contenuta nell’effluente,<br />

può determinare, infatti, l’automatica esclusione, dalla su<strong>per</strong>ficie da trattare, dell’appezzamento in cui<br />

tali specie sono coltivate. Anche nei casi in cui non esiste una incompatibilità assoluta fra le colture<br />

adottate ed il tipo <strong>di</strong> refluo utilizzato, si potrà, comunque, rilevare un <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> adattamento <strong>delle</strong><br />

specie in rotazione, alle particolari caratteristiche dell’effluente (contenuto in so<strong>di</strong>o, cloro, ecc.) e<br />

si dovrà, dunque, definire un or<strong>di</strong>namento che tenga conto del livello <strong>di</strong> attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>mostrata.<br />

Inoltre, la <strong>di</strong>versa incidenza nell’avvicendamento <strong>di</strong> specie a ciclo primaverile/estivo rispetto a quelle<br />

a ciclo autunno-invernale e anche il rapporto fra colture irrigue e colture asciutte, che determina la<br />

richiesta <strong>di</strong> acqua del sistema colturale, può in<strong>di</strong>rettamente influenzare l’utilità dell’impiego dei reflui,<br />

soprattutto in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> limitate <strong>di</strong>sponibilità idriche. Allo stesso modo i fabbisogni nutritivi<br />

<strong>delle</strong> colture e la loro particolare capacità <strong>di</strong> assorbire i nutrienti apportati al terreno, sottraendoli<br />

alla lisciviazione o ad altri fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione ambientale, possono costituire altri importanti<br />

elementi <strong>di</strong> valutazione. Rilevante, a questo riguardo, può risultare la concomitanza <strong>delle</strong> fasi <strong>di</strong> più<br />

elevata intensità <strong>di</strong> assorbimento <strong>di</strong> elementi nutritivi da parte della coltura (<strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> attivo accrescimento)<br />

con la più probabile epoca <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>delle</strong> <strong>acque</strong>.<br />

Anche il bilancio umico del sistema colturale, cioè la <strong>di</strong>fferenza fra gli apporti <strong>di</strong> sostanza organica<br />

al terreno (residui colturali, concimazioni organiche, ecc.) e le sue <strong>per</strong><strong>di</strong>te (mineralizzazione dell’humus,<br />

erosione, ecc.) può costituire un fattore non trascurabile nel consigliare il ricorso a fonti non<br />

tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> sostanza organica quali possono essere considerate le <strong>acque</strong> reflue.<br />

A parità <strong>di</strong> specie coltivata, inoltre, si deve considerare che una coltura in buone con<strong>di</strong>zioni vegetative<br />

garantisce il conseguimento <strong>di</strong> maggiori produzioni e quin<strong>di</strong> l’espressione <strong>di</strong> più elevati fabbisogni<br />

idrici e trofici.<br />

La tecnica colturale. In generale l’utilizzo irriguo o fertirriguo <strong>di</strong> <strong>acque</strong> reflue deve prevedere l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> particolari accorgimenti agronomici che garantiscano la migliore utilizzazione possibile dei<br />

reflui da parte <strong>delle</strong> piante. I sistemi colturali che già fanno ricorso all’irrigazione, o <strong>per</strong> i quali se ne<br />

può prevedere l’adozione senza apportare eccessive mo<strong>di</strong>fiche alla struttura aziendale od all’organizzazione<br />

produttiva, sono da considerare potenzialmente più idonei alla somministrazione degli<br />

effluenti.<br />

E’ necessario, innanzitutto, effettuare una rotazione degli appezzamenti da trattare e <strong>di</strong>sporre, <strong>per</strong>tanto,<br />

<strong>di</strong> una area minima su cui effettuare lo span<strong>di</strong>mento. Occorre poi regolarizzarne la su<strong>per</strong>ficie<br />

in modo da rendere più uniforme la <strong>di</strong>stribuzione dei reflui, evitando l’insorgenza <strong>di</strong> ristagni localizzati.<br />

Il terreno deve essere ben drenato in modo da evitare problemi <strong>di</strong> asfissia ra<strong>di</strong>cale, soprattutto quando<br />

è necessario <strong>di</strong>stribuire elevati volumi d’acqua (è il caso dei reflui salini) o quando i reflui risultano<br />

ricchi <strong>di</strong> soli<strong>di</strong> sospesi, che tendono ad intasare gli strati più su<strong>per</strong>ficiali del suolo. Massima attenzione<br />

deve essere, <strong>per</strong>tanto, posta alla manutenzione <strong>delle</strong> sistemazioni idraulico-agrarie, od alla<br />

loro realizzazione qualora non fossero già esistenti; nel caso in cui sia presente uno strato im<strong>per</strong>-<br />

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