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Linee guida per l'utilizzazione agronomica delle acque di ...

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Il boro, contenuto nei detergenti <strong>di</strong> uso domestico come il <strong>per</strong>borato <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o, può essere presente in<br />

quantità rilevante nei reflui civili, anche in considerazione del fatto che gli interventi depurativi tra<strong>di</strong>zionali<br />

incidono solo marginalmente sulla sua concentrazione.<br />

A questo proposito si segnala che un’indagine svolta su 10 impianti dell’area milanese ha portato a<br />

rilevare un valore me<strong>di</strong>o annuo <strong>di</strong> concentrazione <strong>di</strong> boro negli effluenti pari a 0,76 mg L -1 , con<br />

punte fino a 1,5 mg L -1 (Mezzanotte et al., 1995).<br />

Per quanto concerne il riutilizzo <strong>delle</strong> <strong>acque</strong> reflue depurate il limite <strong>di</strong> concentrazione <strong>per</strong> il boro<br />

viene posto, dal DM 185/2003, ad 1 mg L -1 valore che ne consente l’utilizzo irriguo su quasi tutte le<br />

colture ad eccezione <strong>di</strong> quelle particolarmente sensibili.<br />

Benché i suoi composti siano solubili, il boro può accumularsi nel terreno peggiorando ulteriormente<br />

la situazione: un controllo effettuato su parcelle <strong>di</strong> terreno irrigato con <strong>acque</strong> reflue depurate contenenti<br />

fino a 2,5 mg L -1 <strong>di</strong> boro ha portato a rilevare incrementi fino al 400% del contenuto in boro<br />

del terreno, rispetto ai valori <strong>delle</strong> parcelle <strong>di</strong> controllo irrigate con acqua (Barbagallo et al., 1996).<br />

2.7. Tensioattivi sintetici<br />

I tensioattivi sono macromolecole organiche, composte da una catena idrofoba e da un gruppo idrofilo,<br />

che tendono ad accumularsi in corrispondenza dell’interfaccia tra le <strong>di</strong>verse fasi non miscibili mo<strong>di</strong>ficando<br />

le proprietà chimico-fisiche della su<strong>per</strong>ficie (<strong>di</strong>minuzione della tensione su<strong>per</strong>ficiale, potere<br />

schiumogeno, ecc.) e stabilizzando le emulsioni oleose. La catena idrofoba, infatti, interagisce con<br />

la componente oleosa formando micelle o microemulsioni che risultano solubili in acqua <strong>per</strong> mezzo<br />

del gruppo idrofilo. I tensioattivi possono trovarsi facilmente nelle <strong>acque</strong> <strong>di</strong> lavaggio, essendo i costituenti<br />

principali dei detersivi, e possono essere sud<strong>di</strong>visi in anionici, cationici, non ionici ed anfolitici,<br />

in base al comportamento elettrochimico.<br />

La maggior parte dei detergenti contiene tensioattivi <strong>di</strong> tipo anionico, costituiti da sali <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o, la<br />

cui ionizzazione porta alla formazione <strong>di</strong> Na + e <strong>di</strong> una macromolecola organica con carica negativa.<br />

I tensioattivi cationici sono, invece, costituiti da sali <strong>di</strong> ammonio quaternario e possiedono uno o più<br />

gruppi funzionali che in acqua si caricano positivamente. Sono scarsamente utilizzati come detergenti<br />

ma hanno proprietà <strong>di</strong>sinfettanti e germicide. I tensioattivi non ionici, dal canto loro, sono molecole<br />

che non si ionizzano in soluzione acquosa ma la cui solubilità è dovuta alla presenza <strong>di</strong> gruppi<br />

polari con forte affinità <strong>per</strong> l’acqua. Sono prevalentemente utilizzati nei processi produttivi (farmaceutica,<br />

metallurgia, ecc.) e nelle polveri <strong>per</strong> bucato a basso potere schiumogeno.<br />

In ogni caso, a prescindere dalla tipologia, si tratta <strong>di</strong> sostanze che necessitano <strong>di</strong> tempi lunghi <strong>per</strong> la<br />

degradazione microbiologica e quin<strong>di</strong> potenzialmente tossiche.<br />

La presenza <strong>di</strong> tensioattivi nelle <strong>acque</strong> <strong>di</strong> irrigazione può provocare danni al terreno e alle piante, a<br />

causa dell’abbassamento della tensione su<strong>per</strong>ficiale dell’acqua ed una alterazione degli scambi gassosi<br />

a livello aria-acqua (Men<strong>di</strong>a, 1970; Albergoni, 1979). A causa dell’effetto negativo sulla <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> ossigeno nel terreno vengono inibite alcune attività microbiologiche, come ad esempio<br />

quella della nitrificazione, in relazione all’effetto tossico <strong>per</strong> alcuni microrganismi del terreno<br />

(Goldberg Federico, 1968 e 1969). Sulle piante poi, sono stati rilevati, in alcuni casi, rallentamenti della<br />

germinazione e dell’accrescimento (Goldberg Federico, 1968 e 1969; Giar<strong>di</strong>ni e Borin, 1988).<br />

Un’altra azione negativa dei tensioattivi è quella <strong>di</strong> ridurre il potere <strong>di</strong> ritenzione dell’acqua, e <strong>di</strong><br />

causare quin<strong>di</strong> un drenaggio più elevato (favorevole nel caso <strong>di</strong> stagioni piovose, ma sfavorevole<br />

nel caso <strong>di</strong> siccità).<br />

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