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<strong>patologia</strong> <strong>generale</strong> <strong>II</strong> semestre<br />

La Pompa cardiaca e la Pressione<br />

<br />

Equilibrio idrico ed Edema<br />

L’aldosterone è un ormone fondamentalmente ininfluente sulla [Na], in quanto il suo aumento (⇒ ritenzione<br />

Na) va di pari passo con la [ADH] ⇒ il Sodio è legato all’acqua.<br />

Nell’iperaldosteronismo secondario ad un tumore benigno secernente si ha quindi comunque una sodiemia<br />

normale, in quanto viene ristabilita dall’ADH, il che genera un’ipervolemia compensativa.<br />

A livello di scambi capillari l’equilibrio tra filtrazione (lato arterioso) e riassorbimento (venula) è dovuto<br />

alle pressioni osmotica ed idrostatica che vengono a stabilirsi tra interstizio e vasi: nel passaggio tra il lato<br />

arterioso e venoso quello che cambia veramente è la pressione idrostatica… essendo questa però determinata<br />

in larga parte dallo stato di contrattura delle arteriole oltre che dal VCE, a livello di scambi capillari non si<br />

hanno particolari ripercussioni. (secondo soranzo)<br />

ART MEDIA VENOSA<br />

PHYDR capillare +25 (+32) +17 +10 (=)<br />

PHYDR interstiziale +6,3 +6,3 +6,3<br />

PONC plasmatica -28 (-25) -28 -28 (-25)<br />

PONC interstiziale +5 +5 +5<br />

tot. ⇒ +8,3 +0,3 -6,7<br />

Nell’edema si ha proprio la filtrazione oltre la parete, nell’interstizio di liquidi circolanti, che non potrà essere<br />

determinato dal settore arterioso (dalla PHYDR arteriosa) ma dalla PHYDR venosa, che peserà veramente sul<br />

capillare: per quello lo scompenso cardiaco colpisce di più, da un punto di vista edematoso…<br />

1) idrostatico ⇒ centrale (cardiaco), trombi / insufficienze - venose…<br />

Nb: l’edema cardiaco sarà sistemico: potrà riguardare virtualmente ogni parte del corpo, quello dato<br />

dall’ostruzione di una vena p.es invece sarà altamente localizzato (solo una gamba..). Da tener presente che<br />

può succedere che si sovrapponga ad uno scompenso locale (ostruzione venosa) quello cardiaco: per la<br />

legge di laplace si ha quindi che una gamba appare leggermente, impercettibilmente gonfia, l’altra, che ha<br />

due motivi per esserlo, lo sarà tanto da attrarre lei sola l’attenzione… attenzione !<br />

2) ipoproteico ⇒ scompenso epatico, albuminuria… (PONC↓)<br />

3) tossico/infiammatorio ⇒ il passaggio di proteine del SI nell’interstizio determina un aumento della<br />

PONC interstiziale.<br />

4) linfatico ⇒ questo tipo di edema non presenta “fovea”: cioè premendo il dito non ne rimane<br />

l’impronta: “l’acqua non si lascia spingere in parte”. Per definizione infatti uno stop al<br />

deflusso linfatico non implica solo una riduzione del flusso liquido, ma essendo i linfatici<br />

fenestrati lasciano passare tranquillamente le proteine, lavandole dall’interstizio.<br />

Agenti sul Cuore<br />

• β bloccanti ⇒ gittata ↓<br />

§<br />

Farmaci per l’ipertensione<br />

• Ca 2+ antagonisti ad effetto cardiaco diretto: il calcio ha infatti un molteplice ruolo nella<br />

regolazione della PHYDR:<br />

1) vasocostrittore di per se<br />

2) ET-1: il suo meccanismo è calcio mediato ⇒ si riduce il suo effetto<br />

3) AT<strong>II</strong>: anch’essa utilizza il calcio<br />

• α bloccanti sono di dominio della fisio<strong>patologia</strong> clinica<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 1


Farmaci con effetto a lungo termine<br />

• sartani: interferiscono con i recettori per l’AT<strong>II</strong><br />

• ACE inibitori<br />

• aldactane: inibitore dell’aldosterone<br />

§<br />

Ipertensione<br />

1) I tipo (95%): renina ↑ ⇒ farmaci AB: ACE inibitori e Beta bloccanti…<br />

Può derivare da stress prolungato ( ⇒ ipertono simpatico)<br />

2) <strong>II</strong> tipo: Na + ↑ renina ↓ : l’aumento del sodio è la causa primaria<br />

a. iperaldosteronismo: la [Na] sarà normale (effetto a rimbalzo dell’ADH). Può anche essere<br />

secondario ad una insufficienza cardiaca ⇒ ⊕ RAAS<br />

b. patologie renali: glomerulo nefriti, nefropatie, malattia policistica…<br />

c. altro: dall’assunzione di ormoni esogeni, malattie tiroidee, problemi cardiovascolari<br />

(coartazione, rigidità aortica, vasculiti, aumento di gittata…)<br />

⇒ farmaci CD: Ca 2+ antagonisti, Diuretici + dieta iposodica (quasi inutile nel tipo I)<br />

§<br />

Regolazione dell’attività Cardiaca<br />

La portata cardiaca è di circa 5,5l/min, la regolazione della gittata cardiaca è sotto il controllo di:<br />

1. Frank Starling (cuore sano) ⇒ espelle sempre il volume ematico intero che gli arriva:<br />

tensione parete (T)↑ ⇒ forza contrattile ↑<br />

la gittata cardiaca dipende dal ritorno venoso, sotto controllo dell’attività periferica e dalla<br />

compliance. Dinamica dell’incremento:<br />

• vasodilatazione periferica<br />

• incremento di volume in arrivo dalla periferia ⇒ ritorno venoso ↑ ⇒ T ↑<br />

2. SNA: la noradrenalina agisce stimolando l’attività di contrazione cardiaca (α1, β1).<br />

La stimolazione simpatica dipende anche dal ritorno venoso:<br />

• tensione sulla parete dell'atrio destro<br />

• recettori pressorii carotidei<br />

3. Regolazione Periferica: la dilatazione periferica è fondamentalmente metabolismo dipendente e<br />

legata soprattutto al calo del pH (metabolismo ↑ ⇒ ossigeno necessario ↑).<br />

Questo può avvenire in molte condizioni diverse, patologiche o meno:<br />

- sforzo fisico<br />

- ipertiroidismo: azione disaccoppiante ⇒ non viene prodotto ATP:<br />

medesimo effetto di un calo del flusso di ossigeno<br />

- anemia: flusso di ossigeno periferico↓<br />

- beriberi: avitaminosi B1 (tiamina) che migliora l'utilizzo di nutrienti<br />

- shunt: si tratta di una comunicazione patologica tra strutture venose e<br />

arteriose per cui si ha un netto incremento del ritorno di<br />

sangue al cuore. Pazienti soggetti a questo tipo di <strong>patologia</strong><br />

hanno un sovraccarico di ritorno di sangue al cuore.<br />

» pervietà del dotto di Botallo, che genera una<br />

comunicazione tra il sangue arterioso della<br />

aorta e quello della arteria polmonare<br />

• flusso al circolo polmonare ↑ (smaltito)<br />

• flusso di sangue nel cuore sinistro ↑ ⇒ gittata ↑<br />

» fistola arterovenosa<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 2


§<br />

Insufficienza Cardiaca (o ICC)<br />

1) scompenso cardiaco o insufficienza cardiaca congestizia (ICC): si definisce scompenso una<br />

situazione in cui il cuore non riesca a far fronte alle necessità dell'organismo:<br />

non riesce ad espellere tutto il sangue che gli arriva, cioè a trasformare il ritorno<br />

venoso in gittata: da Starling, passa a LaPlace.<br />

2) insufficienza cardiaca è il termine con cui si indicano tutte le deficienze e le patologie del cuore;<br />

a. compensata<br />

b. scompensata ⇒ scompenso cardiaco<br />

L'insufficienza cardiaca provoca un incremento della pressione venosa a monte della pompa cardiaca,<br />

tale incremento di pressione genera spesso degli edemi a livello soprattutto degli arti inferiori.<br />

Riserva Cardiaca<br />

La differenza fondamentale rispetto alla prestazione di un cuore, è legata a quella che viene definita riserva<br />

cardiaca, un individuo con una <strong>patologia</strong> cardiaca (come anche un infarto) potrà presentare quindi…<br />

riduzione della riserva = insufficienze cardiache<br />

incapacità di rispondere alle necessità dell'organismo = scompensi cardiaci<br />

Cause di insufficienza Cardiaca<br />

Possiamo dire fondamentalmente che le cause di una insufficienza cardiaca possono essere:<br />

1) Alterazioni del Muscolo<br />

Primitive<br />

Secondarie<br />

2) Difetti di Riempimento<br />

a. miocarditi: infiammazioni o infezioni del miocardio (tipica dei coxsaeckie B)<br />

b. miocardiopatie come quella tossica alcolica, relativamente frequente<br />

c. aritmie: lo scompenso cardiaco può provocare l'insorgenza di aritmie, le aritmie<br />

possono essere alla base dello scompenso… tachicardie parossistiche<br />

spesso instabili, possono generare questo tipo di problemi in quanto riduce la<br />

funzionalità del cuore.<br />

a. insufficienza coronarica: riduce la prestazione cardiaca<br />

b. infarto: riduce la funzionalità cardiaca<br />

Patologie Valvolari<br />

a. stenosi mitralica: può essere causata da infiammazione della valvola per cause<br />

batteriche (streptococchi) o di altra natura, porta alla formazione<br />

di lesioni cicatriziali a livello della valvola stessa, tali lesioni<br />

provocano una stenosi valvolare che non fa passare il sangue.<br />

Calo del VCE, come nel caso di emorragie.<br />

Tamponamento Cardiaco: il cuore, costretto, non si dilata adeguatamente:<br />

a. foro di proiettile: (p.es) provoca comunicazione tra le cavità cardiache e il pericardio,<br />

causandone il riempimento di sangue: il pericardio, rigonfio, resiste<br />

alla attività cardiaca e provoca una mancata dilatazione<br />

b. pericardite: può incrementare la produzione di fluidi a livello pericardico, ed una<br />

successiva cicatrizzazione e calcificazione delle strutture pericardiche:<br />

porta alla formazione del “cuore a corazza”<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 3


3) Sovraccarico Cardiaco<br />

Pressorio (Sistolico): il cuore deve incrementare la attività di sistole e la pressione in uscita:<br />

a. PMEDIA arteriosa ↑ ⇒ livello pressorio generato dal ventricolo sinistro ↑↑<br />

b. PPOLMONARE ↑ : soprattutto in relazione a patologie di natura infiammatoria o infettiva<br />

del polmone che provoca ipertensione polmonare<br />

c. stenosi della valvola aortica: la stenosi della valvola aortica incrementa la attività<br />

pressoria del cuore per vincere la resistenza.<br />

Volumetrico o Diastolico: incremento patologico del sangue in arrivo al cuore<br />

a. insufficienze valvolari:<br />

- mitralica ⇒ reflusso nell’atrio durante la sistole. Il sangue atriale quindi, si<br />

assomma a quello in arrivo dai polmoni<br />

- aortica ⇒ reflusso dall’aorta, con l'effetto Windkessel , nel ventricolo<br />

b. shunt: fistoli, pervietà del dotto ed altre comunicazioni ateriovenose patologiche che<br />

portano ad un incremento del carico cardiaco: la fistolazione avviene<br />

soprattutto a livello femorale.<br />

Aumento della Richiesta: sovraccarico diastolico legato per esempio a:<br />

a. sforzo fisico<br />

La forza che distende il cuore è:<br />

b. febbre: il nostro metabolismo è temperatura dipendente, e sono +7 BPM / 1°C ↑<br />

tutto dipende dal centro termoregolatore ipotalamico influenzato dalla IL1.<br />

l'aumento della temperatura provoca:<br />

- orripilazione<br />

- vasocostrizione periferica: non permette la dispersione del calore: il SNA<br />

simpatico va ad agire quindi<br />

contemporaneamente a questo livello e sul cuore.<br />

- disaccoppiamento<br />

§<br />

Insufficienza Cardiaca e Laplace<br />

• proporzionale al raggio della struttura, “r”<br />

• inversamente proporzionale allo spessore della parete “h”<br />

Il sovraccarico sistolico o volumetrico è legato ad un incremento della tensione legata alla legge di Laplace:<br />

Sovraccarico Pressorio o Sistolico o Post Carico<br />

Caratteristico, come accennato, di un incremento della PAORTICA:<br />

- r ↓<br />

- h↑ in particolare l’aumento di spessore è a carico della parete interna: l’ipertrofia<br />

permette un aumento d’attività.<br />

T =<br />

Il sovraccarico sistolico è relativamente facile da gestire per il cuore…<br />

Sovraccarico Volumetrico o Diastolico o Pre-Carico<br />

Nel caso del sovraccarico volumetrico, il cuore reagisce in questo modo:<br />

- r ↑↑<br />

- distensione ↑<br />

- h ↑ non certo paragonabile alla ipertrofia concentrica: si parla di<br />

ipertrofia eccentrica, di piccolissima entità. Prelude ad uno<br />

scompenso.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 4<br />

P r<br />

2h


In questo caso la tensione gioca un ruolo fondamentale, da essa infatti dipendono:<br />

1) forza di contrazione<br />

2) ipertrofia: l'incremento di spessore della parete cardiaca è dovuta all’incremento di cAMP<br />

adrenalina dipendente, che porta ad una intensa sintesi proteica.<br />

3) consumo d’ossigeno: l'incremento della tensione porta ad un incremento del consumo, spesso in<br />

combinazione con l'incremento della frequenza.<br />

Nello sforzo fisico spesso è l'apporto di ossigeno che viene meno.<br />

§<br />

Conseguenze dello Scompenso Cardiaco<br />

a. Scompenso Anterogrado: calo della gittata ⇒ meno sangue alla periferia<br />

b. Scompenso Retrogrado: PVENOSA↑ ⇒ ristagno sanguigno a monte del cuore<br />

Si tratta di definizioni accademiche, in quanto entrambe le forme si presentano contemporaneamente.<br />

Differenze Nei 2 Tipi di Cuore<br />

I due tipi di cuore sono generalmente separati da questo punto di vista:<br />

scompenso sinistro<br />

• polmone: la pressione a livello venoso aumenta, fino a ritrasmettersi a tutto il circolo,<br />

causando appunto congestione ed edema sia a livello interstiziale che alveolare.<br />

In questa sede sono osservabili i siderofagi: macrofagi che fagocitano proteine leganti il ferro<br />

(Hb p.es), convertendola in emosiderina la cui presenza testimonia precedenti episodi<br />

edematosi<br />

» dispnea<br />

» ortopnea (va in affanno se posto in ortostatismo)<br />

» dispnea parossistica notturna (attacchi di ortopnea estrema che arrivano quasi al soffocamento,<br />

svegliando il paziente durante la notte)<br />

• reni: RAAS vs ANP<br />

• cervello: l’encefalopatia ipossica può generare di icc molto avanzate.<br />

scompenso destro (cuore polmonare):<br />

• sindrome congestizia venosa sistemica (del sistema portale: epatomegalia, splenomegalia)<br />

• edemi periferici (soprattutto delle parti inferiori del corpo: pretibiale, delle caviglie…)<br />

• sierose: versamenti pleurici, ascite<br />

Nb: mentre nell’ICC destra si ha edema polmonare, nella sinistra è tipico il versamento pleurico.<br />

In genere comunque l’ICC va ad essere bi ventricolare, dando entrambe le tipologie di sintomi.<br />

Insufficienza Cardiaca Compensata<br />

La <strong>patologia</strong> cardiaca può essere compensata in modo ottimale sia dalla terapia sia da fattori di tipo<br />

comportamentale. Un segno consente di identificare una insufficienza cardiaca compensata:<br />

1) PATRIALE↑ a riposo: anche se il ristagno non si riflette sulle strutture periferiche, l'atrio si dilata e<br />

incrementa la sua pressione interna.<br />

2) Riserva Cardiaca ↓ sotto sforzo:<br />

a. tachicardia<br />

b. pallore e sudorazione } di dipendenza simpatica<br />

c. dispnea: per insufficiente irrorazione cerebrale<br />

Ipervolemia e Scompenso Cardiaco<br />

Il calo della portata e della gittata cardiaca genera una razione a livello renale:<br />

PARTERIOSA ↓ ⇒ filtrazione ↓<br />

⊕ RAAAS: Renin Angiotensin ADH Aldosterone System<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 5


⇒ VCE ↑, si ha ipervolemia:<br />

Terapia dello Scompenso<br />

• moderata ⇒ ritorno venoso ↑ ⇒ gittata / attività cardiaca ↑ (Starling… fatto positivo)<br />

• grave: peggioramento della situazione:<br />

⇒ dilatazione cardiaca<br />

⇒ scompenso diastolico sinistro: provoca congestione polmonare:<br />

- deossigenazione del sangue<br />

- edema polmonare<br />

⇒ scompenso diastolico destro:<br />

- edemi periferici<br />

1) Diuretici:<br />

a. VCE ↓<br />

b. pre carico ↓<br />

c. consumo O2 ↓<br />

2) Anti Ipertensivi (ACE inibitori p.es)<br />

a. PARTERIOSA ↓<br />

b. Post carico ↓<br />

c. consumo O2 ↓<br />

3) Farmaci Digitalici (lanoxin p.es)<br />

a. contrattilità ↑<br />

parziale blocco Na + /K + ATPasi ⇒ Na + ↑ ⇒ inversione antiporto Na + /Ca 2+ ⇒ Na + ↓ Ca 2+ ↑<br />

b. post carico diastolico↓<br />

infatti: frazione di eiezione↑ ⇒ meno sangue nelle camere cardiache: il sangue in arrivo<br />

infatti trova la camera vuota<br />

c. tensione ↓<br />

d. consumo O2↓<br />

4) Nitroglicerina e derivati: tipicamente si dava a chi aveva problemi di angina.<br />

(p.es Carvasin sublinguareo, Trininina…)<br />

a. post carico↓ dato dalla vasodilatazione arteriosa<br />

b. pre carico↓ dato dalla contrazione delle vene cave: meno sangue al cuore<br />

⇒ cuore meno impegnato, cala la tensione, il consumo di O2.<br />

Dal punto di vista farmacologico si possono utilizzare dei cerotti che inviano nel sangue quantità<br />

continue di farmaco nel corso delle 24 ore.<br />

Nb: i βbloccanti non devono essere normalmente utilizzati nella gestione dello scompenso cardiaco: sono<br />

inibitori della attività simpatica, avrebbero l'effetto quindi di ridurre l’inotropismo<br />

⇒ Tensione↑ consumo O2↑ §<br />

Il Remodeling Cardiaco<br />

Anche se la giustificazione per una tendenza allo scompenso cardiaco, legata ad una ic compensata, come<br />

gravità resta sempre uguale, il paziente va incontro ad un deterioramento della popolazione cellulare<br />

cardiaca, di conseguenza anche una ipertrofia concentrica, con il tempo e con il deterioramento, diviene una<br />

cardiomiopatia dilatativa. La perdita delle cellule provoca:<br />

• calo dell’attività contrattile<br />

• calo dello spessore della parete (h)<br />

Diversi approcci terapeutici possono intervenire nel controllo di questa condizione…<br />

Una <strong>patologia</strong> cronica del cuore provoca generalmente quello che viene definito Hearth Remodeling:<br />

ipertrofia patologica delle cellule del miocardio<br />

⊕ attività apoptotica<br />

che alla lunga provocano l'insufficienza cardiaca;<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 6


ipertrofia patologica<br />

A seguito ovviamente di uno stimolo di tipo growth, una cellula del miocardio può:<br />

a. andare in contro ad apoptosi<br />

b. disorganizzare le strutture sarcomeriche<br />

c. andare incontro ad ipertrofia, che lungi dall’essere quella di tipo fisiologico ed<br />

equilibrata dell’atleta, è patologica:<br />

Ipertrofia Concentrica o da Sovraccarico Pressorio: le fibre..<br />

- si accorciano e sono tozze, in parallelo<br />

» lume ventricolare↓<br />

» δ capillare ↓<br />

» espressione di proteine fetali (meno efficaci)<br />

» tensione↑, consumo di O2 ↑<br />

Ipertrofia Eccentrica o da Sovraccarico di Volume:le fibre presentano..<br />

- morfologia molto allungata e poco spessa<br />

- disposizione in serie, con incremento del raggio<br />

Inoltre, da un punto di vista molecolare queste cellule esprimerebbero geni embrionali:<br />

• miosina embrionale, meno sensibile agli stimoli<br />

• PAN (Peptide Natriuretico Atriale): si sta pensando di utilizzarlo a livello diagnostico;<br />

sappiamo che la sua utilità a livello di decremento di VCE si perde nella<br />

cronicità (il rene diventa insensibile..)<br />

Dal punto di vista macroscopico inoltre il cuore perde la sua forma ovalare e le camere divengono circolari.<br />

Fattori Biochimici del Remodeling<br />

Il remodeling patologico del cuore è legato non solo al fattore fisico idrodinamico, ma anche ad un fattori<br />

biochimici significativi come l’IL-6<br />

stimola l’apoptosi<br />

riorganizza (negativamente) i sarcomeri<br />

⊕ espressione geni embrionali (⇒ proteine meno funzionali o alterate nell’ipertrofia p.es)<br />

Si è scoperto che il remodeling, più che allo stress pressorio sarebbe collegato a fattori biochimici indotti dallo<br />

stress patologico, quali:<br />

• E, NE<br />

• Endotelina<br />

• Istamina<br />

• GH<br />

• Mediatori dell’infiammazione<br />

- LPS<br />

- TNF<br />

- IL-1 }<br />

prodotti autocrinamente dalle cellule miocardiche in fase<br />

di trasformazione e promuoventi l’apoptosi.<br />

Queste ipotesi sono confermate dall’effetto di βbloccanti ed ACEinibitori, in grado si aumentare l’aspettativa<br />

di vita anche in pazienti non ipertesi (ragion per cui vengono comunque somministrati)…<br />

Alterazione dell’azione della NE<br />

recettori β2 ⇒ cAMP ↑ ⇒ ⊕ PKA ⇒ fosfolambano ↑ ⇒ apertura canali Ca 2+ (reticolo sarcoplasmatico)<br />

⇒ effetto inotropo positivo<br />

Nel cuore scompensato cronico si produce una “β adrenergic receptor kinase”, inattivante, che alla lunga<br />

desensibilizza dall’azione noradrenergica…<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 7


farmacologica<br />

si basa prevalentemente:<br />

chirurgica<br />

§<br />

Terapia Tradizionale<br />

nello scompenso cardiaco su diuretici<br />

nella prevenzione della alterazione biochimica della struttura cardiaca su:<br />

a. ACE inibitori<br />

b. βbloccanti: è un’eccezione attuabile o in soggetti giovani o se compensati dal<br />

resto della terapia. Si tratta comunque di β bloccanti particolari<br />

Spesso si rimuove parte della struttura cardiaca onde decrementare l'effetto della ipertrofia.<br />

terapia dell’ischemia cardiaca<br />

• derivati della nitroglicerina<br />

• βbloccanti: sono la prima scelta in caso di ischemia:<br />

- tachicardia<br />

- forza contrattile ↓<br />

- contrazione venosa ↓<br />

- PARTERIOSA ↓<br />

- aritmie<br />

⇒ si riduce il consumo di O2<br />

• trombo litici<br />

• angioplastica<br />

§<br />

Rigenerazione e Cellule Staminali<br />

Fino a qualche anno fa si era convinti che il cuore non fosse in grado di rigenerare: si distinguevano appunto<br />

tessuti labili (tessuti epiteliali, sangue), stabili (muscolo, fegato..) e perenni (miocardio, cervello…).<br />

Quelli labili sono tipicamente più soggetti all’azione di farmaci antiblastici. Questo principio è stato<br />

recentemente contraddetto da numerose osservazioni nel corso degli ultimi 10 anni:<br />

• presenza di attività mitotica, oltre alla proliferazione del tessuto cicatriziale (fibroso): in particolare<br />

queste cellule miocardiche con aspetto mitotico si noterebbero nei confini tra miocardio ancora vivo<br />

e tessuto cicatriziale di riparazione. Questo già si sapeva, ma si pensava riguardasse fenomeni legati<br />

ad ipertrofia con fusione di più cellule (da non confondere con l’iperplasia, la generazione di nuovi<br />

elementi cellulari, appunto).<br />

La cosa fondamentale che si nota è che un po’ come nel tessuto nervoso per opera della microglia,<br />

la deposizione del collagene (cicatrizzazione) porta al blocco dell’attività rigenerativa del<br />

tessuto. Già da un po’ di anni si è approfondita una ricerca in grado di bloccare questa<br />

cicatrizzazione con un incredibile miglioramento degli esiti dei traumi spinali.<br />

• attività apoptotica spontanea: si nota in campioni di tessuto: nel giro di una vita porterebbe alla<br />

scomparsa di tutto il tessuto, vista la frequenza… il fatto che ciò non avvenga è sintomo di<br />

un’attività mitotica rigenerativa<br />

• microscopia: si sono ottenute immagini con chiari fenomeni di cariocinesi e di mitosi, con nuclei e<br />

cellule in divisione.<br />

chr. metafasici cariocinesi citochinesi<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 8


La domanda che quindi ci si è posti e se queste cellule staminali legate alla rigenerazione fossero di origine<br />

miocardica o esogena: si sono stabiliti tre markers di cellule staminali (blu= nucleo, verde=makers)<br />

C-kit (foto a) ⇒ quello che si nota in particolare nella foto con questo marker<br />

è l’attiva mitosi in corso. Si noti tralaltro che le suddette cellule non<br />

contengono ancora fibre actomiosiniche: non sono ancora elementi<br />

contrattili attivi.<br />

MDR-1 (Multi Drug Resistance: foto b)<br />

SCA-1 (foto c)<br />

Nb: questi markers, presi singolarmente non sono gran che informativi, ma se presenti<br />

tutti assieme sono segno di “staminalità”.<br />

Staminali Circolanti<br />

Quindi in risposta a questo quesito, la teoria attuale è che ci siano cellule staminali di origine midollare in<br />

forma normalmente circolante (1-2%) che sarebbero richiamate dall’infiammazione.<br />

Sembrerebbero di una qualche efficacia interventi che prevedano l’iniezione nella zona infartuata di campioni<br />

cellulari di origine midollare. Si è provato anche a distinguere il materiale di matrice non leucocitaria dal resto<br />

della popolazione cellulare per poi effettuare l’iniezione, ma questo è sembrato avere minor efficacia,<br />

probabilmente per via delle citochine che verrebbero prodotte dalle cellule midollari, in grado di potenziare<br />

l’azione rigenerante.<br />

Staminali a livello cerebrale<br />

Ricordiamo la presenza accertata anche nel cervello, in particolare nella zona sub ventricolare (SVZ),<br />

nell’ippocampo nel bulbo olfattivo e nelle leptomeningi di cellule staminali in grado di differenziarsi in<br />

praticamente ogni direzione…<br />

Staminali Embrionali<br />

Sappiamo che a livello embrionale si trovano appunto cellule staminali, come anche a livello del cordone<br />

ombelicale (da cui l’ipotesi di criogenare queste cellule con l’ipotesi di possibilità curative per il futuro).<br />

Nel tentativo e nell’ideazione dell’utilizzo di queste cellule però sono emersi grossi problemi:<br />

a. morali: uccidere un embrione per salvare un altro individuo ?<br />

(non nel caso degli annessi placentari evidentemente)<br />

b. pratici di elaborazione delle cellule… questo coinvolge grandemente<br />

le multinazionali che spingerebbero verso mete lucrative<br />

c. antigenici / neoplastici: si è notato nell’ambito di alcuni trials come<br />

queste cellule possano sfuggire facilmente dal controllo generando<br />

tumori maligni anche piuttosto aggressivi.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 9


Patologia del Metabolismo Cellulare<br />

In quest’ambito va forte l’ipotesi di terapia genica, si tratta infatti spesso di difetti genici che portano a<br />

difetti ereditari legati alla mancanza di attività enzimatica.<br />

Questo può derivare da alterazioni o mal funzionamenti oltre che dall’assenza: antigenicamente quindi<br />

magari l’enzima si trova pure, ma c’è comunque il problema:<br />

1) accumulo di substrato a monte<br />

a. sostanze idrosolubili (il prodotto viene escreto p.es con le urine)<br />

galattosuria: malattia infantile (1:60'000) piuttosto rara caratterizzata dall’incapacità<br />

di elaborazione del galattosio tramite l’enzima GLAT (Gal-1-Puridiltrasferasi).<br />

Si ha quindi<br />

• accumulo di Gal1P, che ha proprietà tossiche (vomito, inappetenza, diarrea).<br />

• galattosemia dopo le poppate ↑<br />

• ↓ liberazione di glucosio da parte del fegato ⇒ ipoglicemia e convulsioni<br />

(cioè tremori tonico clonici).<br />

• ↑ attività aldoso reduttasica nel cristallino (via alternativa) ⇒ cataratta<br />

intolleranza al Lattosio nell’adulto: si ha un deficit di lattasi (disaccarasi) a livello<br />

dell’orletto a spazzola…Si ha ovviamente<br />

quindi accumulo dello zucchero:<br />

• mal assorbimento dello stesso<br />

• fermentazione ⇒ pH ↓ ⇒ irritazione / motilità intestinale<br />

b. sostanze insolubili (si ha precipitazione della sostanza)<br />

gotta: deposizione di sali di urati a livello articolare: si risolve in breve tempo<br />

c. accumulo in ambiente lipidico<br />

UDPG trasferasi deficienza: bilirubinemia indiretta nei nuclei della base. Infatti la<br />

bilirubina viene normalmente resa solubile nel fegato tramite<br />

glucuronazione. Soprattutto nei neonati, che non hanno ancora<br />

la BBB completamente sviluppata quindi la bilirubina può<br />

giungere a livello cerebrale depositandosi in questa sede.<br />

d. da accumulo, lisosomiali<br />

tesaurismosi lisosomiali ereditarie: sono malattie piuttosto gravi, ereditarie.<br />

In queste dinamiche si ha un rigonfiarsi dei lisosomi che non<br />

smaltiscono i substrati, che diventano materiale indigeribile;<br />

Questo può portare a patologie diverse, dipendentemente dalla<br />

sede di accumulo (come i gangliosidi nel SNC) o della<br />

specifiche cellule in cui avviene (macrofagi p.es).<br />

Patogenesi possibili:<br />

• modificazioni post trascrizionali: come l’aggiunta di M6P (mannosio 6P),<br />

utile a legare sulla membrana che formerà le<br />

vescicole di Golgi poi dirette ai lisosomi, gli<br />

enzimi idrolasici grazie al recettore<br />

specifico.<br />

• enzimi inattivi: p.es se si inserisce un codone di stop all’interno della sequenza<br />

dell’enzima, in un punto tale da inattivarlo<br />

• mancanza di attivatori enzimatici: sia dell’enzima che del substrato<br />

• proteine di trasporto: possono mancare quelle che trasportano i prodotti<br />

digeriti all’esterno del lisosoma.<br />

2) riduzione del prodotto<br />

3) attivazione di vie metaboliche alternative<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 10


esempi di tesaurismosi ereditarie<br />

a. glicogenosi 1 : accumulo di glicogeno, viene detto anche morbo di pompe: l’accumulo avviene a<br />

livello cardiaco, muscolare scheletrico, ed epatico.<br />

b. sfingolipidosi: accumulo di glicolipidi<br />

- m. di Gaucher: deficienza di glucocerebrosidasi: macrofaci nel sistema<br />

reticolo endoteliale, da cui l’epatosplenomegalia<br />

- m. Niemann Pick: macrofagi “schiumosi”. Carenza di sfingomielinasi.<br />

- m. di Tay Sachs: è una gangliosidasi; la più grave, in quanto determina<br />

ritardo mentale.<br />

c. tesaurismosi di trigliceridi<br />

- m. di Wolman: si ha steatosi epatica primitiva, in quanto manca l’enzima per<br />

scindere i trigliceridi (i legami tra glicerolo ed acidi grassi).<br />

Questa steatosi epatica primitiva è molto meno importante<br />

delle secondarie 2 , molto più comuni, e quindi non è<br />

importante da imparare.<br />

d. mucolipidosi: di complessi proteo-lipidici. Si avranno depositi sempre a livello di SNC e fegato<br />

e. mucopolisaccaridosi (GAG, ac.jaluronico, condroitin / dermatan / eparan - solfato)<br />

- m. di Hurler: manca la jaluronidasi;<br />

- m. di San Filippo: è una malattia ereditaria che provoca accumuli a livello di<br />

SNC a causa della mancanza di numerosi enzimi.<br />

f. accumulo di metalli:<br />

- malattia di Wilson: accumulo di rame (Cu 2+ , raro) a livello epatico e poi<br />

circolatorio: normalmente infatti il rame viene coniugato con una metallo proteina<br />

nel fegato ed espulso con la bile.<br />

- emocromatosi: accumulo di Fe 2+<br />

Omocistenuria ed Arterosclerosi<br />

L’omocistenuria si ha quando i livelli plasmatici di omocisteina impennano, il che è un risk factor accertato<br />

per sviluppo precoce di quadri di <strong>patologia</strong> vascolare (arterosclerosi) e tumori: l’effetto tumorale può<br />

derivare dalla metilazione del DNA: un gene metilato perde funzionalità. Difetti di metilazione possono<br />

essere correlati ad aumento rischio di <strong>patologia</strong> neoplastica maligna. Studi epidemiologici hanno<br />

dimostrato una relazione più <strong>generale</strong> tra livelli sierici totali di omocisteina ed arteropatia coronarica, le<br />

arteropatie periferiche, l’ictus e la trombosi venosa. Queste situazioni possono generarsi a partire deficit quali:<br />

cistationina β sintasi<br />

L’omocisteina è di fatto un perossidante, motivo per<br />

cui è associata puntualmente ad arterosclerosi.<br />

Normalmente viene smaltita (↑) generando o cisteina<br />

o Glutatione (GSH), in grado di smaltire l’acqua<br />

ossigenata andando in contro ad ossidazione (⇒<br />

GSHSG), per venir rigenerato poi nel ciclo dei<br />

pentosi. Il GSH è il principale elemento protettivo<br />

contro la perossidazione (la perossidasi infatti è<br />

molto più lenta).<br />

Nell’omocistenuria si ha la mancanza di cistationina β sintetasi: è una <strong>patologia</strong> pediatrica gravissima<br />

con formazione di trombi e ritardo mentale. L’iperomocisteinemia può rilevarsi in eterozigosi, sarà<br />

meno grave, ma comunque incrementerà il rischio di malattia aterosclerotica.<br />

MTHFR (MeTil Hydro Folate Reductase)<br />

Rappresenta un altro metodo di smaltimento dell’omocisteina che sfrutta l’acido folico, generando<br />

tetraidrofolato e metionina. Quest’azione è dipendente dalla vit.B12, cui carenze possono avere gli stessi<br />

effetti di aumento di rischio arterosclerotico e tumorale.<br />

1<br />

nella malattia di Van Gierke l’accumulo avviene a livello citoplasmatico, e non è quindi una tesaurismosi.<br />

L’accumulo non avviene a livello cardiaco, in questo caso.<br />

2<br />

si tratta di tesaurismosi lipidiche - steatosi <strong>II</strong>arie, sono dette iperlipidemie secondarie: piuttosto comuni<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 11


§<br />

Steatosi<br />

Si tratta di un accumulo di liposomi, più tipicamente a livello epatico. E’ una <strong>patologia</strong> completamente<br />

reversibile, anche se la possibilità di evoluzione cirrotica o cancerosa c’è sempre. Questo può avvenire oltre<br />

che a livello epatico anche in<br />

- rene (nei tubuli)<br />

- cuore: soprattutto in caso di anemizzazioni croniche (talassemie…) che<br />

portano a tipiche bande di steatosi. Anche la difterite inibisce il<br />

metabolismo della CAT.<br />

Un preparato steatoso presenta goccioline translucide (di origine lipidica) che occupano gran parte del volume<br />

cellulare: sono proprio i trigliceridi. In ematossilina-eosina si individuano infatti spazi otticamente vuoti, per<br />

essere sicuri si può eseguire una colorazione con colorante Sudan IV, specifico per i trigliceridi.<br />

I grassi derivano dalla dieta (chilomicroni per via linfatica) e dai tessuti periferici, dove gli a.grassi possono<br />

essere trasportati come tali (NEFA) dall’albumina (che rappresenta a livello <strong>generale</strong> un trasportatore per<br />

sostanze non idrosolubili). Una volta che i grassi giungono al fegato (ignora la proteina Z), vanno a costituire<br />

un pool citoplasmatico di NEFA, che può essere diversamente indirizzato:<br />

1) fosfolipidi di membrana: coniugandosi col colesterolo<br />

2) substrato energetico: grazie all’enzima CAT, a livello mitocondriale<br />

3) VLDL: coniugandosi col glicerolo formano i trigliceridi, che entrano nel sistema reticolo<br />

endoplasmico, divenendo una componente delle lipoproteine. Per formare questo tipo di<br />

sostanze servono le apolipoprotiene, che per essere prodotte necessitano di energia: per la<br />

sintesi proteica in particolare serve GTP, prodotto sempre a partire da ATP. Quindi tramite un<br />

passaggio nel golgi le vescicole porteranno all’esocitosi di VLDL, tipicamente di produzione<br />

epatica.<br />

Eziopatogenesi<br />

Cause extraepatiche:<br />

- Apporto di FFA (Free Fatty Acids) ↑<br />

a. diabete<br />

b. terapia cortisonica: provoca un rilascio di acidi grassi periferici<br />

- Carenze proteiche: impossibile sintetizzare lipoproteine. Questo è vero in ogni caso di<br />

denutrizione (anche nell’anoressia p.es)<br />

a. digiuno<br />

b. Kwashiorkor: causata principalmente nei bambini nei paesi del terzo mondo dalla<br />

denutrizione, la mancanza di proteine in particolare, anche in presenza di<br />

una dieta ricca di grassi e carboidrati. Si accompagna ad edema, addome<br />

disteso, epatomegalia…<br />

c. colite ulcerosa: malattia particolarmente debilitante, con transito intestinale molto<br />

accelerato (diarree…), che provocherà comunque denutrizione<br />

d. danno epatico: nell’alcoolismo o l’ipossia<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 12


Cause Epatiche<br />

- fosforilazione ossidativa ↓ ⇒ ATP↓<br />

motivo per cui mi aspetto una steatosi anche nell’ipertiroidismo, che essendo disaccoppiante riduce l’ATP<br />

- β ossidazione ↓<br />

Anche in caso di carenze di ossigeno, carenza di enzima CAT…<br />

- riduzione di sintesi proteica (LDL, VLDL…) o di fosfolipidi<br />

Possono derivare anche da alterazioni del RE, dell’App. di Golgi<br />

Tipi di Steatosi<br />

1) Da ipossia o da Stasi: p.es nell’insufficienza retrograda o destra, che provoca appunto congestione<br />

venosa a livello portale (epatosplenomegalia).<br />

Si può sommare, a questo quadro, anche l’anemia. Ovviamente il tutto si riduce<br />

alla mancanza di ATP e alla mancanza di βossidazione.<br />

fegato a noce moscata: istologicamente si notano processi di degenerazione a<br />

livello lobulare; Avendo ben presente la struttura del lobulo epatico, quello che<br />

succede è che il sangue arterioso arriva dalla periferia verso il centro:<br />

⇒ periferia conservata: il sangue il suo ossigeno ce l’ha, ed è appena uscito dall’arteria<br />

⇒ centro necrotico: lo scorrere lento del sangue a causa del mancato deflusso, fa si<br />

che al centro (lontano delle arteriole) il sangue sia completamente<br />

privo di ossigeno. Si notano quindi anche stravasi emorragici.<br />

⇒ mediamente (tra le cellule necrotiche e normali) si porranno le cellule steatosiche,<br />

abbastanza ipossiche da non essere normali, ma non abbastanza da<br />

morire (necrosi).<br />

2) Diabetica: se ne fa solo un cenno… (il diabete si farà in sede separata). Quello che c’è da ricordare è<br />

che la chetogenesi originata dal glucagone provoca l’attivazione della CAT<br />

⊕CAT ⇒ ⊕ βossidazione ⇒ accumulo acidi grassi ⇒ steatosi<br />

3) Da Iponutrizione:<br />

associazione all’alcolismo: si ha spesso associazione con la gastrite, che provoca<br />

insofferenza e nausea per i cibi carnei (il che può succedere anche alle incinte).<br />

Quindi l’alcolista non mangia normalmente carne; il problema energetico non si<br />

pone, ma quello dell’apporto proteico, si.<br />

4) Da Alcool: l’etanolo viene ossidato da un’alcool DH che forma acetaldeide, sua volta rielaborata ad<br />

acido acetico + CoA ⇒ ACoA.<br />

⇒ glicerolo ↑<br />

⇒ NADPH2 ↑<br />

⇒ ACoA ↑<br />

L’acetaldeide è epatotossica:<br />

⇒ sintesi Trigliceridi ↑<br />

sintesi proteica (LDL, VLDL↓)<br />

altera i mitocondri ⇒ ossidazione A.Grassi mitocondriale ↓<br />

⇒ steatosi<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 13


Ricordiamo la presenza del sistema MEOS (Microsomial Ethanol Oxidigin Systen), che è (punto<br />

fondamentale) inducibile ⇒ chi è abituato a bere ha un maggior potere di elaborazione dell’alcool.<br />

Questo sistema ha anche altre funzioni biochimiche, per esempio smaltisce i farmaci, che verranno<br />

metabolizzati ed eliminati molto più velocemente in chi è abituato a bere;<br />

⇒#1 farmaci assunti contemporaneamente all’alcool sono smaltiti molto più lentamente, in<br />

quanto vanno ad impegnare il MEOS doppiamente.<br />

⇒#2 cancerogeni chimici (il fumo di sigaretta per primo) siano tali solo se attivati (sono<br />

tecnicamente dei precancerogeni). Questa attivazione avviene spessissimo ad opera del<br />

MEOS epatico; In soggetti con MEOS indotto (bevitori p.es), si avrà una più efficace<br />

attivazione dei precancerogeni ed un maggior effetto mutagenico. Questo è<br />

particolarmente vero per il fumo di sigaretta, dove nel polmone è comprovata la presenza<br />

di un efficace sistema MEOS. Individui con sistema MEOS polmonare geneticamente<br />

poco sviluppato sono meno suscettibili all’azione cancerogena. Ricordiamo che le<br />

xantine (tipicamente contenute nel caffè) riducono l’attività del MEOS, con un effetto<br />

protettivo.<br />

Cirrosi Epatica (cenno)<br />

Si tratta della sostituzione del parenchima epatico con materiale cicatriziale, che può essere una naturale<br />

evoluzione di una steatosi epatica alcolica. Si nota il formarsi di pseudo lobuli: il fegato appare<br />

sepimentato in maniera irregolare (particolarmente evidente con colorazione Hazan Mallory).<br />

La Cirrosi si realizza in un processo di sclerosi, di cicatrizzazione: nella quasi totalità dei casi si tratta di<br />

• alcolismo<br />

• epatite virale<br />

• epatite biliare: evento molto raro (


Ricordiamo che nella sintesi del colesterolo è implicato anche questo elemento che viene a formarsi<br />

dall’OH metil Glutaril CoA (HMG-CoA), attraverso la sua reduttasi.<br />

Siccome questo è un intermezzo nella produzione di colesterolo, farmaci quali le statine sono quelli<br />

attualmente più utilizzati per l’ipercolesterolemia grazie al loro potere di bloccare la HMG-CoA reduttasi.<br />

Dato che altri metaboliti intermedi hanno un ruolo nell’infiammazione, le statine avrebbero come effetto<br />

collaterale, specialmente date con dosi piuttosto elevate, quello di ridurre anche l’infiammazione, attaccando<br />

doppiamente i processi arteriosclerotici (che sappiamo avere una base infiammatoria). Tutto questo a fronte di<br />

una estrema tollerabilità da parte del paziente medio.<br />

Si arriva quindi all’isopentenil pirofosfato, a questo punto ci sono due possibilità: si possono formare…<br />

- isopentenil adenina, utile nella replicazione del DNA.<br />

- geramil pirofosfato & farnesil pirofosfato: questi due sarebbero alla base<br />

dell’isoprenilazione delle proteine. Basti considerare che tutti i metaboliti intermedi del<br />

colesterolo sono isoprenoidi, che possono andare a coniugarsi con una proteina: questo ha la<br />

funzione di ancorare le proteine alla membrana.<br />

Un diverso rapporto tra questi due isoprenoidi che legano la proteina p21RAS sembrerebbe<br />

essere pro-cancerogeno (studio italiano). Questa proteina infatti ha le capacità catalitiche di<br />

una subunità α di G protein, ma senza l’attività intrinseca di tipo GTPasico (favorita dalle<br />

proteine GAP) che porta normalmente ad una auto inattivazione e sospensione del segnale.<br />

La p21ras è mutata in un gran numero di tumori di origine chimica, ed è un enzima molto<br />

simile ad una G-protein che rimanga sempre attiva, generando un segnale continuo<br />

collegato in qualche modo alla moltiplicazione cellulare in numerosi tessuti (colon, polmone).<br />

Sostanzialmente la modalità di isoprenilazione di queste proteine (più geramilata o più<br />

farnesilata) si traduce o meno nella <strong>patologia</strong> neoplastica. Piuttosto che un problema di<br />

struttura AAcidica quindi è un problema legato all’ancora.<br />

possibile meccanismo patogeno delle HIDS<br />

Nei linfociti, l’alterato rapporto di farnesilato e garmilato, potrebbe portare ad uno stimolo<br />

aspecifico, ⇒ prod. di IgD (linfociti immaturi); si presuppone una funzione antinfiammatoria 3 degli<br />

isoprenoidi:<br />

Stimolo: il<br />

bambino si è<br />

stancato troppo<br />

mevalonato<br />

chinasi↓↓<br />

⇓<br />

mevalonato ↓<br />

febbre<br />

⊕HMG-CoA<br />

reduttasi<br />

mevalonato↑<br />

funzione anti<br />

infiammatoria<br />

&<br />

defervescenza<br />

dal Farnesil Pirofosfato derivano inoltre elementi come il dolicolo (glicosilazione proteica), l’emeA (catena<br />

respiratoria), ubichinone (antiossidanti)…<br />

3 Prima è stato detto esattamente l’opposto: le statine bloccherebbero la produzione di isoprenoidi con azione anti<br />

infiammatoria. Evidentemente si tratta di interazioni fra metaboliti intermedi e vie metaboliche, il che produce effetti<br />

diversi… p.es basti considerare che il cortisolo deriva dal colesterolo, ed è l’anti infiammatorio più potente che esista…<br />

sostanzialmente non si sa, quindi…<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 15


TRAPS (TNF Receptor 1 - Associated Periodic Syndrome)<br />

Ovviamente si tratterà del gene del recettore al TNF, che determinerebbe un ridotto clivaggio del recettore.<br />

Si tratta del meccanismo di regolazione di tutte le citochine, dal TNF all’IL-1…<br />

Descriviamo quindi la regolazione dell’IL-1 (che è la più complessa: capita questa capite tutte). Le citochine<br />

hanno due e più recettori (di tipo I e <strong>II</strong>), nel caso dell’IL-1:<br />

• IL-1RI<br />

• IL-1AcP: a differenza delle altre citochine la IL-1 ha bisogno anche di un corecettore,<br />

una proteina ancillare (IL-1AcP appunto); Solo dall’unione di IL-1RI e<br />

IL-1AcP scaturirà la cascata a valle. L’IL-1R<strong>II</strong> è un recettore in grado di<br />

competere con il recettore di tipo I, modulando in questo modo la risposta.<br />

• IL-1R<strong>II</strong>: ha una corta coda citoplasmatica, e non è così in grado di trasdurre il segnale,<br />

riducendolo: sottraendo IL-1 all’IL-1RI, è detto “recettore trappola”.<br />

• IL1-Ra: Receptor antagonist; è un’azione a feedback. L’azione dell’IL-1 stessa porta alla<br />

produzione di questo elemento che le compete sull’IL-1RI.<br />

⇒ dalla carenza di IL-1Ra si hanno importanti sindromi auto infiammatorie con<br />

dermatiti, febbri, artriti… si risolve con una terapia cronica: somministrazione<br />

di IL-1Ra. Sono malattie pediatriche, che vanno attenuandosi con l’età, e sussistono<br />

unicamente in caso di deplezione omozigotica del gene all’IL-1a.<br />

Nb: un altro importante meccanismo di controllo consisterebbe nello shedding (eliminazione) della<br />

componente extracellulare del recettore nella matrice esterna: i frammenti, legando l’IL-1 agirebbero<br />

quindi di nuovo come competitori già nella matrice.<br />

è questo il meccanismo (riferito al TNF), che viene a mancare nella TRAPS, cioè una delle sindromi<br />

febbrili di origine non settica, dovuti alla mancata inibizione al segnale di tipo interleuchinico, che attiverà<br />

una “reazione infiammatoria a vuoto”.<br />

FMF (Febbre Mediterranea Familiare)<br />

Sembra essere mutato un gene implicato nella down-regolazione dei mediatori dell’infiammazione.<br />

OFaF (Orticaria Familiare a Frigore)<br />

Si tratta di bambini che esposti al freddo presentano un Rush Cutaneo<br />

SMW (Sindome di Michael - Wells)<br />

Sempre pediatrica, i bambini affetti presentano orticarie spontanee<br />

§<br />

Alterazioni del Metabolismo degli Amminoacidi<br />

Fenilchetonuria<br />

Viene a mancare l’enzima della reazione “fenilalanina tirosina”, e quindi prodotti quali…<br />

• tiroxina<br />

• DOPA, adrenalina<br />

• melanine<br />

Ci aspettiamo quindi<br />

1) deficit neurologici gravi<br />

a. ritardo mentale (DOPA…)<br />

b. crisi epilettiche<br />

2) ipopigmentazione (melanine..)<br />

3) difetti metabolici<br />

a. ipotiroidismo (tiroxina..)<br />

b. accumulo di fenilacetato 4 per l’attivazione di vie metaboliche alternative…<br />

Alcaptonuria<br />

tirosina ac.omogentisico ac.maleil acetacetico<br />

- conseguenze: polimerizzazione dell’ac.omogentistico ⇒ deposizione di pigmenti nel<br />

connettivo di articolazioni (artrite), tendini (oncronosi), cartilagini e sclere.<br />

- escrezione: urine nerastre 5 per ossidazione in ambiente alcalino<br />

4 Questo viene poi rilasciato con le urine, che assumono un caratteristico odore, tali da venir definite “urine di topo”.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 16


§<br />

Alterazioni del Ciclo dell’Urea<br />

Iperammoniemia (Hyperammonemia) Primaria<br />

Il ciclo dell’urea serve a smaltire lo ione ammonio (NH4):<br />

NH4 + ornitina citrullina + aspartato ornitina + urea<br />

Questo avviene tipicamente a livello epatico. Praticamente ognuno di questi passaggi richiede enzimi che<br />

possono essere carenti, nel qual caso si avrebbe iperammoniemia primaria.<br />

Questo stato è gravissimo, porta ad alterazioni neurologiche gravi, causando un’alta letalità neonatale.<br />

Iperammoniemia Secondaria<br />

In caso di Cirrosi, o comunque disfunzioni epatiche. In particolare è importante nella patogenesi lo<br />

shunt porta-cava, e la formazione dei pseudo lobuli epatici, dove si ha la deposizione di tessuto fibroso di<br />

riparazione nei lobuli danneggiati che arrivano a stravolgere il tessuto e la normale circolazione dell’organo:<br />

- grossi rami vasali interrotti dalle cicatrici<br />

- fenomeno infiammatorio sotteso alla cirrosi: presenza di mediatori infiammatori (citochine), che<br />

provocano una trans differenziazione delle cellule stellate che diventano fibroblasti.<br />

Le cellule stellate che rispondevano all’ossigenazione, alle richieste metaboliche ora non lo fanno più, questo<br />

porta ad una strozzatura dei vasi, il che porta alla conseguenza che non passa più sangue attraverso il<br />

fegato: trova un fortissimo impedimento, instaurando un’ipertensione portale, che scarica lungo le strade<br />

alternative costituite da collegamenti tra circolo portale e sistemico (vene cave):<br />

1) vene esofagee<br />

a. vena gastrica sinistra<br />

b. vene della sottomucosa esofagea<br />

⇒ azygos ⇒ cava superiore<br />

Normalmente le vene esofagee sarebbero filiformi, ma diventano<br />

sempre più evidenti man mano che il sangue portale vi si riversa,<br />

finendo per gonfiarsi nel lume esofageo (sono sottomucose, a livello<br />

del cardias), portando alla formazione di varici esofagee, all’interno<br />

delle quali il sangue ha una certa pressione. Questa localizzazione a<br />

livello di un punto delicato come il cardias porta alla formazione di<br />

reflussi esofagei, che possono provocare ulcerazione delle vene<br />

nell’esofago, con emorragia interna 6 . Questa emorragia è lenta<br />

(venosa), il paziente può non accorgersene:<br />

melena 7 , feci nere: presenza di sangue transitato<br />

nello stomaco e digerito.<br />

emesi con vomito caffeico: se il sangue che si accumula nello stomaco è tanto da<br />

irritarlo, è sempre presenza di sangue digerito.<br />

2) vene emorroidarie<br />

E’ un collegamento che appartiene forse solo accademicamente ai libri, sarebbe la stessa dinamica<br />

dello shunt esofageo.<br />

3) vene splenorenali<br />

tutta la capsula renale sarebbe ricca di vasi venosi a partire dalla vena splenica e si scaricano nella<br />

vena renale.<br />

4) micro-shunt interni<br />

con la liberazione di vari fattori di crescita (EGF…) si ha la crescita disordinata di vasi, che<br />

provocano uno scaricamento di sangue portale nelle vene, e quindi il sangue comincia anche a<br />

bypassare il fegato.<br />

5<br />

può avvenire anche in caso di melanomi in stato avanzato o di porfiria (scrubs rulez).<br />

6<br />

Ricordiamo anche altre cause comuni di emorragia interna: aneurisma aortico, gravidanza extrauterina (che dà i classici<br />

sintomi della peritonite e dell’emorragia interna, combinati)…<br />

7<br />

se la lesione è più a valle, si avrà invece feci con colorito rossastro, perché non transitando nello stomaco il snague non è<br />

digerito.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 17


⇒ tutti questi reflussi dal fegato sono comunque di sangue ricchissimo di ione ammonio.<br />

Il levulosio (levulose) o fruttosio è considerato un lassativo: è uno zucchero non assorbibile che<br />

arricchisce la fauna batterica zucchero-litica nei confronti di quella proteolitica. Questo provoca quasi<br />

una risoluzione della problematica in quanto l’acidificazione del colon provoca il rilascio nel lume di<br />

NH3. La dose del “farmaco” è importante, perché sovradosaggi possono portare a fermentazione<br />

intestinale.<br />

Conseguenze dell’iperammonemia<br />

Sono principalmente a carico del SNC. Non si sa perfettamente perché; nel SNC lo ione ammonio si complessa<br />

con l’acido α-chetaglutarico, che è un intermedio di Krebs, sottraendolo al ciclo, che è l’unica via<br />

attraverso cui il SNC è in grado di procurarsi energia (cioè attraverso la degradazione degli zuccheri).<br />

Questo inoltre porta ad un accumulo di glutammina, che non ha ripercussioni particolari.<br />

Il paziente epatopatico è inizialmente stuporoso (oh, è giorno, oh, sono in ospedale…), quindi sprofonda<br />

generalmente in un coma.<br />

Senescenza Tissutale<br />

1) Lesioni Cellulari, operate fondamentalmente da fattori di perossidazione.<br />

Tra questi ci sono gli AGE (Advaced Glicosilation of End products) le HSP<br />

(Heat Shock Protein). La lipofucsina è un pigmento che risulta fluorescente,<br />

giallastro, e deriva dalla perossidazione di lipidi<br />

2) CLK-1 (CLocK), gene le cui mutazioni provocano un rallentamento della moltiplicazione;<br />

trascriverebbe per un enzima coinvolto nella sintesi dell’ubichinone.<br />

3) Elicasi, un enzima che svolge il DNA e ne favorisce la riparazione. Questo è alterato a livello genico<br />

nella Sindrome di Werner, caratterizzata dall’invecchiamento precoce.<br />

4) Atassia Teleangectasia: dipende dalla compromissione della funzione coordinativa del cervelletto nei<br />

movimenti, e la comparsa di capillari ed angiomi cutanei. Si ha la<br />

malformazione della proteina ATM, un sensore del danno genomico.<br />

Quando c’è un’alterazione del DNA è in grado di attivarsi.<br />

5) Telomerasi: la presenza dei telomeri è fondamentale per la sopravvivenza delle cellule<br />

dell’organismo. La telomerasi è per lo più inattiva nei tessuti adulti (si ammette ora che in<br />

alcuni tessuti continui a funzionare), mentre è sicuramente attiva nei tessuti embrionali e<br />

nei tumori. La perdita dei telomeri, o meglio la loro riduzione, provoca la perdita di una<br />

funzione protettiva: in particolare impediscono..<br />

a. l’azione di nucleasi sul DNA<br />

b. la fusione aberrante tra cromosomi<br />

All’accorciamento eccessivo del telomero si ha l’attivazione della p53, che tramite fattori<br />

come il gene BAX, blocca la proliferazione cellulare. Applicato a livello sistemico, ciò<br />

provoca una diminuzione del numero di cellule con l’avanzare dell’età. In cultura è<br />

possibile bloccare la p53, e tutta una serie di virus (HBV, EBV, Papillomavirus) hanno il<br />

medesimo effetto. Quello che si osserva col mancato funzionamento della p53 è la<br />

formazione di cromosomi alterati, doppi, dicentrici: manca un meccanismo importante di<br />

controllo.<br />

p53<br />

E’ di fatto un tetramero legante il DNA, la cui produzione dipende come sempre da due alleli. Risulta<br />

alterata funzionalmente in praticamente tutti i tumori;<br />

Abbiamo già detto come gli oncogeni possono essere mono allelici dominanti, ma nel caso di anti-oncogeni<br />

per avere una loss of function c’è bisogno di un danno bi-allelico.<br />

Strategie di terapia genica con somministrazione del gene della p53 sono state provate, ma non hanno<br />

funzionato per la dinamica della dominanza negativa: si può avere che anche soltanto uno degli alleli risulti<br />

alterato, per cui il prodotto di una singola molecola aberrante provoca un montaggio aberrante anche di quelle<br />

sane. Quello che fa normalmente p53 è di attivarsi in caso di danno cellulare. A questo punto media il blocco<br />

del ciclo e la trascrizione di proteine di riparazione: la cellula ha un certo tempo per riparare il proprio DNA. Se questo<br />

non avviene la p53 rimane attiva e induce la trascrizione di geni come il BAX, che produrrà una inibizione della Bcl-2,<br />

un elemento bloccante l’apoptosi. Se invece il danno è riparato, p53 viene ubiquitinizzata e la cellula riprende il ciclo.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 18


§<br />

Apoptosi<br />

La morte cellulare è il termine invariabile della senescenza cellulare: può avvenire per apoptosi o per necrosi.<br />

necrosi: si ha un rigonfiamento dei mitocondri, avviene un’autolisi della cellula, una disgregazione, ad<br />

opera di enzimi presenti all’interno. La necrosi non riguarda singole cellule ma parti ampie di<br />

tessuti, ed induce una risposta infiammatoria.<br />

Per questo poi si ha la rimozione del materiale necrotico con richiamo di neutrofili e la<br />

stimolazione alla cicatrizzazione.<br />

Nell’apoptosi i mitocondri non vengono ad essere ingrossati, si ha una frammentazione della cellula, con<br />

formazione di valli che vanno sempimentando la cellula fino a formare corpi apoptotici che vengono<br />

fagocitati dagli elementi circostanti (non solo macrofagi, ma anche cellule del tessuto d’origine).<br />

Questo processo riguarda singole cellule e non si ha infiammazione. Questa dinamica è rimasta a lungo<br />

oscura, perché i corpi apoptotici, oltre a venir immediatamente fagocitati, nel vetrino appaiono come tagli di<br />

cellule integre. Per arrivarci, è stato risolutivo il C.Elegans, un nematode che pur avendo cellule in attiva<br />

divisione, è formato sempre da 945 cellule ⇒ doveva esistere un programma di controllo.<br />

L’apoptosi è anche un meccanismo di risposta a stimoli stressogeni: in una ischemia, anche prima<br />

dell’infarto si osserva apoptosi: questo è positivo, in quanto poi quel poco ossigeno si distribuisce a meno<br />

cellule. D’altra parte ci sono cellule che hanno bisogno di stimoli ormonali che ne impediscano l’apoptosi.<br />

E’ importante in questo contesto il FAS ligando, detto recettore di morte.<br />

esempi (domanda d’esame)<br />

1) Caernohabditis Elegans (nematode di 945 cellule): perde 131 cellule durante la maturazione<br />

(=programma ontogenetico)<br />

a. geni ced-3 / ced-4 ⇒ apoptosi<br />

b. gene ced-9 ⇒ sopravvivenza<br />

2) Cellule Interdigitali vanno incontro ad apoptosi durante lo sviluppo, provocando il distacco delle<br />

dita; questo tipo di evento sarà geneticamente determinato<br />

3) Timo: va mano a mano in regressione con l’età, tramite meccanismi apoptotici; inoltre provoca<br />

l’apoptosi delle cellule T autoreattive<br />

4) Cicli Fisiologici: p.es l’involuzione dell’epitelio ghiandolare mammario e della mucosa uterina in fase<br />

post-mestruale<br />

5) Risposta Immune: citotossicità di CTL e NK nei confronti di cellule<br />

a. infettate da virus<br />

b. allotipiche (trapianti, graft vs host disease)<br />

c. cellule tumorali<br />

6) spegnimento della risposta immunitaria: simile alla mancanza di un certo ormone:<br />

7) cellule neoplastiche<br />

8) Virus Citocidi<br />

carenza di fattori pro infiammatori e di Ag estraneo provoca l’apoptosi di tutto quel<br />

complesso cellulare che si era creato.<br />

cortisone: ad alte dosi provoca la morte dei linfociti in attiva proliferazione<br />

9) Tessuti Immunologicamente Privilegiati: la cornea, il testicolo… le cellule di questi tessuti<br />

presentano FAS ligant, che attivando il fattore di morte di<br />

eventuali cellule immunitarie che arrivino in loco.<br />

10) segnali embriogenici: programmati<br />

11) danni al DNA, mutazioni: che provocano l’attivazione della p53, che a livello mitocondriale, tramite<br />

diversi messaggi, provoca il rilascio del citocromo C (cytochrome-C)<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 19


12) Stress: come già citata, la carenza di ossigeno, lo stress ipossiemico provoca un aumentato tasso di<br />

morte cellulare.<br />

zone peri infartuali: sono irrorate con il contributo di diverse arterie: se una di queste<br />

si interrompe, il tessuto che riceve solo da quella andrà incontro<br />

ad infarto, le zone che erano supportate anche da quell’arteria<br />

avranno un aumento di apoptosi, che dall’1% fisiologico può<br />

raggiungere il 30%. Questo giustifica la riperfusione, la<br />

riabilitazione di un’arteria che era risultata occlusa anche a<br />

distanza dall’episodio infartuale.<br />

Nb: a chi ha avuto un infarto viene caldamente suggerito di fare jogging, per stimolare la<br />

neoangiogenesi, ma sforzi eccessivi probabilmente rischiano di far pendere troppo la<br />

bilancia dal lato dell’apoptosi piuttosto che l’angiogenesi…<br />

13) recettori di morte: FAS, TNF, TLR4 (Toll Like Receptor: il quarto è pro apoptotico e lega l’LPS).<br />

Il TNF è anche altro che un pro-apoptotico; è infatti una citochina infiammatoria,<br />

come ben sappiamo, molto simile alla IL-1: attiva fattori quali l’NF-κB, in grado<br />

di provocare attivazione infiammatoria. La sua diversa azione probabilmente<br />

dipende da diversi contesti biochimici.<br />

Quale che sia la strada, si arriva all’attivazione di specifiche endonucleasi ⇒ frammentazione del DNA in<br />

multipli di 200 BP (Base Pairs) 8 . Questo grazie alle caspasi esecutive (i numeri, caspasi-1,6,9.. non sono<br />

importanti).<br />

Nel corso della sepimentizzazione avviene la superficializzazione di molecole (come la fosfatidil serina) atte<br />

a segnalare alle cellule circostanti che un corpo è da fagocitare, per cui quello che può avvenire è che non<br />

sono solo cellule specializzate, ad eliminare i residui, ma anche quelle specializzate tissutali.<br />

Controllo del Ciclo<br />

1) Cicline: attivano le CDK (Ciclin Dependet Kinase) che entrano in sequenza lungo il ciclo cellulare,<br />

permettendone la progressione: sono prodotte solo in determinate fasi del ciclo e poi<br />

rapidamente eliminate nella via ubiquitina proteosomica.<br />

2) Inibitori delle CDK, che sono nominati come p16, 17…, 21,…53… è importante la sequenza<br />

⊕p53 ⊕p21 ciclo cellulare.<br />

3) Gene RB (Retino Blastoma): il suo prodotto rappresenta un meccanismo di controllo del passaggio<br />

dalla fase G1 alla fase S: normalmente è complessato in forma inattiva col fattore di<br />

trascrizione E2F, impedendo la progressione del ciclo. Poi il complesso ciclinaD-CDK4<br />

la fosforila il complesso RB-E2F liberando l’E2F e permettendo la progressione in S.<br />

4) Bcl-2: s’intende un gene appartenente a tutta una famiglia, in grado di regolare la permeabilità<br />

della membrana mitocondriale, e quindi il rilascio il citocromo C (componente della<br />

catena respiratoria), il quale si associa alla proteina figlia del gene APAF-1, formando un<br />

apoptosoma, in grado sua volta di clivare la procaspasi-9, attivandola. Il Bcl-2 a questo<br />

punto interagisce bloccando l’azione dell’APAF-1, e bloccando l’apoptosi: è quindi un<br />

oncogene, in quanto si oppone all’apoptosi delle cellule mutate<br />

§<br />

Necrosi<br />

Riguarda gruppi di cellule, più o meno ampie parti di tessuto in seguito ad insulti lesivi rilevanti in grado<br />

di danneggiare la cellula in modo irreversibile.<br />

- traumi<br />

- fattori fisici<br />

- fattori chimici<br />

- fattori biologici (virus litici)<br />

- fattori nutrizionali<br />

- risposte immuni<br />

- ipossia, ischemia<br />

- inquinamenti<br />

- carenze<br />

8 Anche nella necrosi si avrà la frammentazione del materiale genetico, ma senza criterio, e quindi ci sarà la generazione<br />

di frammenti di diverse dimensioni.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 20


Tipo di Danno<br />

• reversibile (cfr.pag.42 p.te I)<br />

- rigonfiamento del SRE<br />

- perdita di ribosomi dal RER<br />

- Addensamento dei mitocondri con distacco della membrana interna<br />

- comparsa di vescicolazioni sulla membrana cellulare (blebs)<br />

• irreversibile (limite sottile e non ben identificato)<br />

- rigonfiamento dei mitocondri<br />

- rottura delle blebs<br />

Alcuni Danni Cellulari<br />

1) Perossidativi / da radicali: si ha la perossidazione dei lipidi di membrana rilascio di<br />

malondialdeide, quindi crosslinking dei gruppi sulfidrilici di proteine<br />

e lipidi. Provoca inoltre alterazioni del DNA<br />

2) Da Virus: tutti i virus litici che portano alla morte della cellula, agiscono bloccando la sintesi<br />

proteica cellulare.<br />

Alterazioni Citologiche Classiche<br />

citoplasma<br />

eosinofilia: il citoplasma si fa più basico, quindi acidofilo, quindi eosinofilo;<br />

questo a causa delle proteine coagulate<br />

omogeneità del citoplasma<br />

globuli eosinofili (mitocondri rigonfi)<br />

permeabilizzazione ai coloranti vitali: si valuta se la membrana della cellula<br />

risulta permeabile p.es al tripano blu (500Da). Questo<br />

elemento normalmente non filtra la membrana, ma se la<br />

cellula è necrotica riuscirà a trovare un passaggio (membrana<br />

danneggiata) e colorerà elementi intra citoplasmatici.<br />

nucleo<br />

addensamento della cromatina<br />

picnosi: riduzione della dimensione e aumento di basofilia, segue in genere…<br />

carioressi: frammentazione nucleare<br />

cariolisi: scomparsa del nucleo<br />

Col tempo la cellula potrà quindi andare incontro a processi quali<br />

Tipi di Necrosi (importante!)<br />

1) coagulativa (infarto):<br />

autolisi: digestione da parte di enzimi lisosomiali propri dellla cellula<br />

eterolisi: digestione mediata da fagociti ed elementi richiamati dall’’infiammazione<br />

a. ischemia<br />

b. fenomeni fisici (bruciature, congelamenti…)<br />

La caratteristica di questa necrosi è che le cellule sono perfettamente riconoscibili (a livello di<br />

tipo di tessuto), salvo il fatto che alla microscopia ottica si notano alterazioni come la cariolisi, più<br />

quelle alterazioni sopra elencate.<br />

Una distinzione tipicamente anatomopatologica è quella di infarto rosso e bianco. Tipicamente si<br />

tratta di tessuti come il polmone e il fegato che hanno una doppia circolazione. Quello che si nota<br />

è che il tessuto non è bianco, carente di sangue, ma dopo essere andato in necrosi, si ha avuto il<br />

disfacimento del tessuto e un suo infarcimento di sangue.<br />

a. infarto rosso ⇒ tipicamente fegato e polmone<br />

b. infarto bianco ⇒ gli altri tessuti<br />

Nb: si nota nel cuore una tipica colorazione dorata al passaggio del coltello (anatomia patologica)<br />

dovuta alla perossidazione data dagli elementi mitocondriali.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 21


2) colliquativa: il materiale sarà liquefatto. Tipicamente in presenza di pus, che crea una omogeneità.<br />

E’ dovuta all’azione dei granulociti. Il tessuto non è più riconoscibile. Nella cisti<br />

cerebrale si ha inizialmente una necrosi coagulativa tipica della necrosi ischemica, ma<br />

poi le fasi sono così veloci che alla morte dell’individuo si è già arrivati alla forma<br />

colliquativa, tipica del materiale cerebrale.<br />

3) caseosa: richiama il formaggio fuso, biancastro. E’ quasi patognomonico per il granuloma<br />

turbecolare, dove al centro si ha una colliquazione che porta alla formazione di materiale<br />

con questa consistenza.<br />

4) gangrenosa: non aggiunge nulla alle necrosi di tipo coagulativo o colliquativa. E’ semplicemente la<br />

definizione clinica di necrosi coagulativa / colliquativa. P.es una gamba che abbia subito<br />

ischemia e quindi necrosi, si parlerà clinicamente di gangrena.<br />

a. gangrena secca ⇒ corrispettivi microscopici della necrosi coagulativa; Poniamo l’interruzione<br />

di una arteria di una gamba: diventerà immediatamente pallida, e successivamente<br />

si avrà morte cellulare tipicamente coagulativa. Man mano si avrà un<br />

rinsecchimento fino ad una mummificazione (color nero). La prognosi è buona:<br />

non si hanno particolari problemi, si perde la funzionalità dell’arto, ma se rimane lì<br />

non succede nulla. E’ benigna…<br />

b. gangrena umida ⇒ necrosi colliquativa; in genere si tratta di una necrosi coagulativa<br />

complicata da un’infezione: l’azione digestiva di batteri e leucociti<br />

trasforma il tutto in materiale purulento. Prognosticamente è molto<br />

peggio della gangrena secca: ci sarà una continua espansione. E’ tipica di<br />

chi ha carenze di difesa, come i diabetici, che hanno tutta una serie di<br />

caratteristiche che portano ad un minor flusso sanguigno anche a livello<br />

capillare, con una ridotta possibilità di cellule immunocompetenti di arrivare<br />

in sede. I batteri hanno un buon gioco in entrata, e l’infezione va avanti. Spesso<br />

l’unico modo di procedere è amputare.<br />

c. gangrena gassosa: tipica dei clostridi, che sono in grado di digerire praticamente qualsiasi<br />

cosa, e producono gas a livello interstiziale nei tessuti. La sensazione,<br />

alla pressione sul tessuto è quella della neve fresca. Come sempre, la<br />

soluzione alla presenza di pus è aprire, ed evacuare.<br />

5) steatonecrosi: è il caso della liponecrosi pancreatica. L’ostruzione dei canalicoli pancreatici porta<br />

all’accumulo ed alla digestione di pancreas e tessuti circostanti: si forma una sorta di<br />

raccolta di tessuto grasso emorragico. Talvolta è collegato all’alcolismo, ma<br />

normalmente si pensa che possa dipendere da infezioni delle vie biliari, che<br />

andrebbero individuate precocemente grazie a test come l’amilasi…<br />

6) fibrinoide: è un termine un po’ storico, se ne parla ancora in anatomia patologica. Riguarda<br />

fondamentalmente i preparati renali nel corso di malattie autoimmune: si associa ad<br />

ipertensione maligna (alti valori pressori fin dall’età giovane) ed alterazione quindi delle<br />

pareti arteriolari. Gli istologi avevano infatti stabilito regole di colorazione per<br />

identificare quel tipo di alterazione collegata con le collagenopatie (termine con cui si<br />

indicavano le malattie autoimmuni).<br />

fegatoI: lesione più recente, dove<br />

si nota la perdita di dettaglio a<br />

livello nucleare, la freccia in alto<br />

a destra indica una cellula con<br />

carioressi.<br />

fegato<strong>II</strong>: lesione avanzata (colliquativa):<br />

rimanenze di epatociti, assenza di margini<br />

riconoscibili, di elementi nucleari. I corpi<br />

vacuoli formi osservabili sono prodotti<br />

dell’apoptosi delle cellule infiammatorie,<br />

probabilmente.<br />

colliquazione cerebrale<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 22


immagine di necrosi caseosa: il linfonodo caseoso, che alla fine è riuscito, evidentemente ad isolare l’infezione, che<br />

risulta colliquata nella modalità di necrosi caseosa.. i lipidi del bacillo di Koch vengono infatti in qualche modo sciolti.<br />

(immagine) Si dice che sostanzialmente quella caseosa è una necrosi a metà tra colliquativa e colligativa, con materiali<br />

cellulari sparsi alteranti a soluzione fluida (seconda immagine di necrosi caseosa)<br />

Evoluzione della necrosi<br />

1) induzione di flogosi circostante<br />

la necrosi induce infiammazione (su base settica, ischemica, fisica… non importa, comunque si ha<br />

infiammazione)<br />

riassorbimento del materiale andato incontro a morte<br />

sostituzione di quel materiale<br />

con una rapidità ed una efficacia che dipende dal tessuto in cui ci si trova.<br />

cicatrice (organizzazione connettivale) ⇒ si può avere infine calcificazione della<br />

stessa, che risulta molto importante nella radiologia.<br />

tessuto rigenerato<br />

In ogni caso gli stimoli, i fattori di crescita, sia per quanto riguarda la formazione di una cicatrice (lo stimolo<br />

verso i fibroblasti a migrare e a produrre collagene..) più che delle cellule parenchimali circostanti, derivano<br />

da macrofagi e monociti, che sono le cellule “intelligenti”, centrali, che producono stimoli per le cellule<br />

circostanti, oltre ad aiutare nella ripulitura del materiale necrotico.<br />

Calcificazioni Patologiche<br />

1) distrofica ⇒ consegue alla necrosi; quella appena vista nella pagina prima, quindi. Gli esempi sono<br />

molto frequenti e si notano nelle radiografie dirette (senza mezzi di contrasto o altro).<br />

Avviene per formazione di cristalli di CaPO4 tipici anche del tessuto osseo, che si<br />

depositano a livello del materiale cicatriziale, con particolare affinità col collagene.<br />

Il processo ha inizio con l’accumulo di calcio e l’attivazione di fosfatasi Ca 2+ -dept.<br />

a. necrosi di ateromi: si parla ovviamente delle arterie, dove ai lati degli ateromi si hanno<br />

fenomeni di infiammazione a livello della capsula fibrosa che viene a<br />

crearsi. Questo può estendersi anche all’intera aorta, rendendola<br />

completamente rigida, il che, come si sa, aumenta la PD.<br />

b. invecchiamento: può non esserci per forza una base aterosclerotica, ma semplicemente un<br />

accumulo di materiale collagenico che sostituisce le cellule degenerate e<br />

che crea una base per la calcificazione.<br />

c. cancro: si tratta di calcificazioni a sabbia tipiche dell’adenocarcinoma duttale della<br />

mammella, soprattutto a livello linfonodale. E’ quasi patognomonico. Nell’ambito<br />

della crescita tumorale infatti si ha una vascolarizzazione discontinua, per cui si hanno<br />

continui fenomeni di necrosi all’interno.<br />

d. linfonodi tubercolari: quindi si parla di una infiammazione cronica. Prima si ha la necrosi<br />

caseosa, che in seguito va incontro a calcificazione. In queste malattie<br />

granulomatose si ha sempre un equilibrio tra batterio e organismo<br />

infettato. La calcificazione risulta l’atto finale di difesa, che però non<br />

esclude l’’eventualità di una reinfezione endogena. Questi possono<br />

essere più tipicamente polmonari, ma non solo.<br />

e. valvole cardiache: si rilevano nelle autopsie, si tratta dell’esito di fatti di fibrosi non<br />

collegati con fenomeni infettivi, che poi evolvono in calcificazione.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 23


2) metastatica “pura” ⇒ dipendentemente prettamente dall’alta calcemia, e coadiuvata da diversi<br />

fattori. Non è preoccupante particolarmente. Fondamentalmente parte<br />

dall’interstizio, non da tessuto necrotico come prima, ed in particolare a<br />

livello dei vasi sanguigni. Questo evento calcifico scollegato<br />

dall’aterosclerosi si può rilevare in qualsiasi distretto, non solo (come quella<br />

distrofica) nell’aorta e nelle prime diramazioni. Questo tipo di calcificazione<br />

non è preoccupante a livello arteriolare, riguarda infatti la parete, non<br />

il lume, quindi non ci saranno eventi di perforazioni, emorragie… è quasi<br />

normale trovare un circolo del Willis completamente solido. A livello delle<br />

arterie radiali si parla di strutture a trachea di pollo o a rosario.<br />

a. immobilizzazione: pazienti allettati per anni, o anche solo per mesi vanno incontro a<br />

demineralizzazioni ossee che portano ad una ipercalcemia<br />

b. tumori ossei che provochino demineralizzazioni (metastasi, leucemie, mieloma…)<br />

c. iperparatiroidismo<br />

d. forma idiopatica (infantile)<br />

e. ipertiroidismo (dato di fatto: meccanismo sconosciuto)<br />

f. ipersurrenalismo (Addison)<br />

Sunto sulla morte cellulare (markers)<br />

Attualmente il termine di “necrosi” è stato in parte rivisto, e si individuano infine situazioni di…<br />

1) Necrosi apoptotica o semplicemente “apoptosi”<br />

a. caspasi 3 attiva ⇒ è alla fine delle caspasi “iniziatrici”, il punto di collegamento con quelle<br />

“effettrici”.<br />

b. T.U.N.E.L. ⇒ è una reazione che dimostra la cariolisi. Va memorizzato. Individua i punti di<br />

taglio del DNA ad opera di nucleasi che intervengono verso le ultime fasi creando<br />

segmenti di c.a 800bp, in maniera piuttosto specifica: si lega al 3’OH terminale del<br />

nucleotide modificato dall’enzima. E’ considerata una delle reazioni più precise.<br />

c. Chromatin Ladder: si nota nell’elettroforesi la presenza di multipli di 200 paia di basi.<br />

In genere non si esegue.<br />

2) Necrosi oncotica o semplicemente “necrosi classica”<br />

a. C9: fattore 9 del complemento. Più che per accertare l’analisi microscopica, che si commenta<br />

da sola, serve per diagnosi precoci di attività necrotica. Si ricollega con la permeabilità al<br />

blu tripano.<br />

3) Necrosi autofagica: tipicamente a livello di SNC è una tipologia particolare di autofagia che si nota<br />

solo a livello centrale, e che presenta diversi meccanismi di innesco.<br />

a. ubiquitina: se ne ha sovrapproduzione.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 24


Infiammazione o Flogosi<br />

E’ la reazione di un tessuto vivente e vascolarizzato ad un danno locale, che può derivare da qualsivoglia<br />

stimolo. Gli stimoli infettivi vedono un profilo classico di aumento (inizialmente) stabilizzazione ed estinzione<br />

della popolazione batterica. Il ruolo del SI aspecifico è fondamentale: permette un controllo di base della<br />

popolazione batterica tale che l’attivazione del SI specifico possa poi essere efficace.<br />

Si distinguono tipicamente<br />

E’ diverso il momento in cui manca la risposta<br />

specifica: dopo la fase stabile si ha di nuovo un<br />

aumento indefinito della popolazione batterica.<br />

E’ quindi chiaro come siano necessarie entrambe<br />

le risposte.<br />

flogosi acuta (angioflogosi) ⇒ tende ad essere di breve durata, ma ci sono flogosi con queste caratteristiche,<br />

come quelle dell’osteomielite, che possono comunque durare anni.<br />

Si caratterizza per la presenza di fenomeni essudativi, cioè con passaggio delle<br />

proteine attraverso l’endotelio. Si ha inoltre la tipica infiltrazione di PMN<br />

neutrofili 9 .<br />

Qualunque sia la causa si presenta sempre con le stesse caratteristiche.<br />

flogosi cronica (istoflogosi) ⇒ tende a mantenersi nel tempo, presenta tempistiche anche di anni.<br />

L’essudazione è molto fugace, tipicamente iniziale; E’ di pertinenza<br />

macrofagica, possibilmente se c’è di mezzo una risposta immunitaria<br />

interverranno anche i linfociti. Si ha normalmente anche infiltrazione<br />

connettivale (fibroblasti).<br />

Normalmente diverse cause provocano differenze morfologiche che<br />

permettono una diagnosi; differentemente dall’angioflogosi, dove la<br />

manifestazione è identica a prescindere dalla causa.<br />

1) ⊕ elementi plasmatici / cellulari<br />

2) formazione di mediatori chimici<br />

§<br />

Flogosi Acuta (angioflogosi)<br />

3) alterazioni:<br />

a. emodinamiche<br />

b. della permeabilità vascolare (⇒ edema infiammatorio)<br />

c. migrazione di cellule<br />

rubor<br />

calor<br />

tumor<br />

dolor<br />

functio lesa<br />

9 ricordiamo che si hanno c.a 6-7mila leucociti, per un 70% c.a di PMN neutrofili.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 25


Elementi citoplasmatici coinvolti<br />

1) Complemento: importanti alcuni punti:<br />

- fattore C3b: in grado di fare da opsonina, favorendo l’azione dei granulociti.<br />

- cascata dal C5b al C9: assolutamente fondamentale nelle infezioni da Neisserie<br />

(meningococco e pneumococco). La cosa particolare è che in bambini<br />

deficienti di fattori del complemento si ha una maggiore frequenza di<br />

infezione, ma contestualmente una malattia meno aggressiva: si ha un<br />

ruolo forse “eccessivamente flogistico” da parte del complemento...<br />

come si sa la flogosi è un’arma a doppio taglio; sono così importanti i<br />

sistemi di controllo:<br />

2) coagulazione - fibrinolisi<br />

C1 inattivatore: il deficit causa una sindrome acuta (mediamente grave) che è<br />

l’angioedema ereditario o di Quinke, che risulta collegato<br />

con le chinine.<br />

DAF (Decay Accellerator Factor): il suo deficit giustifica la così detta anemia<br />

parossistica notturna: pazienti che la mattina hanno urine rossastre<br />

(a volte) e risultano anemizzati. In questo contesto avverrebbe una<br />

relativa ischemia a livello periferico, causata da mal distribuzione<br />

dell’ossigeno… l’acidità locale andrebbe ad attivare il complemento<br />

provocando emolisi.<br />

3) kinine: il frammento del X<strong>II</strong> fattore, detto X<strong>II</strong>f, attiva l’High Molecolar Weight Chinogen (HMWC),<br />

che si trasforma in bradichinina (che ha un peso minore). E’ interessate come sia la plasmina<br />

che la callicreina producano poi la bradichinina, che è un mediatore importante.<br />

Il C1 inattivatore controlla anche, in questo settore, l’attivazione della plasmina, entrando<br />

quindi anche in questo contesto (impedisce la prod. di bradichinina). Inoltre il fattore X<strong>II</strong>, in<br />

veste pro infiammatoria, può essere attivato da callicreina e plasmina.<br />

- callicreina:<br />

- bradichinina<br />

⊕ PMN<br />

fattore X<strong>II</strong> ⇒ X<strong>II</strong>a<br />

plasminogeno ⇒ plasmina<br />

vasodilatazione<br />

permeabilità<br />

contrazione muscoli lisci<br />

dolore<br />

Ci sono due tipi di recettori per queste chinine:<br />

1) B2 (costitutivo) ⇒ dopo un po’ si adatta, si<br />

de sensibilizza<br />

2) B1 (inducibile) ⇒ indotto dall’IL-1, il<br />

mediatore più importante della flogosi: in questo caso non c’è desensibilizzazione,<br />

permettendo alle kinine di agire in senso infiammatorio.<br />

Mastcellule e Basofili<br />

La mastcellula è attivabile praticamente da qualsiasi tipo di danno:<br />

1) traumi: il rosso di uno schiaffo p.es è dovuto da una stimolazione di questo tipo: è dovuto alla<br />

degranulazione<br />

2) stimoli termici: (variazioni di temperatura): basta poco, p.es gli allergici anche solo uscire a correre,<br />

specialmente nelle mezze stagioni, può provocare attacchi d’asma per attivazione<br />

fisica dei mastociti polmonari<br />

3) mediazioni nervose: p.es la sostanza P; teoricamente questo comporterebbe la possibile attivazione di<br />

questi meccanismi anche solo per vie nervose.<br />

4) IgE: nelle allergie si legano prematuramente alle mastcellule (recettori ad alta affinità), pronte a de<br />

granulare appena compare l’Ag<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 26


Quindi poi le mastcellule rilasciano praticamente quasi tutti i mediatori dell’infiammazione, provocando tra<br />

le altre cose anche la contrazione delle cellule muscolari lisce (che nei bronchioli terminali vuol dire: asma).<br />

Eosinofili<br />

Possono essere attivati da:<br />

1) immunocomplessi<br />

2) prodotti delle mastcellule<br />

3) prodotti dei linfociti (IL-5)<br />

La loro funzione è simile a quella di un neutrofilo, con una potenza decisamente maggiore (40-50 volte<br />

tanto), per agire contro agenti nocivi di dimensioni maggiori dei batteri:<br />

- elminti<br />

- vermi<br />

- protozoi<br />

Questa “potenza di fuoco” dipende da:<br />

• Eosinofiloperossidasi (molto più potente della mieloperossidasi)<br />

• Esoinophil Basic Protein<br />

• PAF<br />

c’è inoltre, da parte di queste cellule una funzione detossificante, dovuta a elementi quali<br />

• perossidasi (di nuovo)<br />

• Arilsulfatasi (⇒ degrada i leucotrieni)<br />

• Istaminasi (⇒ degrada l’istamina). Questo fa si che una ipereosinofilia negli allergici ha la funzione<br />

di spegnimento della reazione allergica e protezione dall’eccessiva flogosi.<br />

Cellule Endoteliali<br />

Presentano molteplici recettori, che le rendono sensibili a praticamente ogni stimolo di tipo infiammatorio:<br />

a. istamina<br />

b. serotonina<br />

c. PG<br />

d. LTC4, D4<br />

e. trombina<br />

f. fibropeptidi<br />

g. IL-1<br />

h. TNF<br />

Che mediano quindi numerose funzioni:<br />

1) produzione di NO, PGl2 ⇒ vasodilatazione<br />

2) permeabilità ↑<br />

3) espressione di molecole di adesione per i leucociti e di attivazione: PAF, IL-8 (PMN, Eos,<br />

Monociti, Linfociti)<br />

4) APC: espressione di MHC<strong>II</strong><br />

5) produzione di IL-1, IL-6 ⇒ effetti sistemici della flogosi<br />

6) espressione di TISSUE FACTOR ⇒ coagulazione e altre funzioni pro coagulanti (PAF, PAI-1, wWF)<br />

7) produzione di fattori di crescita per fibroblasti (ED-FGF)<br />

8) neoangiogenesi per stimolazione TGF-β, FGFβ, G-CSF, GM-CSF, VEGF<br />

A livello micro circolatorio si ha sempre la possibilità di una anastomosi tra l’arteriola e la venula che<br />

permette di escludere quello specifico microcircolo. Sostanzialmente l’arteriola in afferenza genera una meta<br />

arteriola, che rappresenta un canale preferenziale che descrive una “U”, come una racchetta: tra il ramo<br />

ascendente e quello discendente c’è tutta una serie di collegamenti formati dai capillari veri. Tutto questo<br />

sistema è controllato da sistemi di cellule muscolari lisce che hanno la proprietà appunto di poter escludere il<br />

circolo - cfr: sindorme di Raynaud, pag.1 di <strong>patologia</strong> <strong>generale</strong> I.<br />

Alterazioni Emodinamiche<br />

Sono eventi successivi…<br />

1) vasocostrizione arteriolare (incostante): dovuta all’azione diretta di elementi rilasciati dalle<br />

mastcellule (Ca, 5HT…)<br />

2) vasodilatazione: arteriole, capillari aumento del flusso ematico.. (NO, PGI2…)<br />

3) stasi: dilatazione ed aumento della permeabilità di capillari e venule ⇒ essudazione e emarginazione,<br />

migrazione leucocitaria.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 27


Extravasazione di Leucociti & Monociti<br />

Già le variazioni del flusso ematico aumentano le possibilità di contatto leucociti - endotelio (che normalmente<br />

non sono in contatto). Come si sa la diapedesi viene preceduta da diverse fasi: rolling, spreading, adesione,<br />

tutte mediate da diverse molecole di adesione. In questo modo il leucocita è in grado di oltrepassare<br />

l’endotelio senza minarne l’integrità. In particolare durante il rolling vengono rilasciati dall’endotelio fattori<br />

come l’IL-8 e il PAF che provocano un cambio di conformazione (l’attivazione) di una IgSF CAM 10 nota<br />

come ICAM (Intra Cellular Adhesion Molecule).<br />

LAD: Leukocyte Adhesion Deficency: malattia di tipo pediatrico, dove i soggetti presentavano<br />

- stomatiti<br />

- polmoniti<br />

- lesioni necrotico emorragiche<br />

- rallentamento nella guarigione delle ferite<br />

- leucocitosi neutrofila (20'000+)<br />

Questa sindrome si caratterizza per deficienze delle subunità delle integrine, che mediano la fase di<br />

spreading ed adesione: CD18 o catenaβ delle integrine 11 (LADI). C’è anche un LAD<strong>II</strong> dovuto alla<br />

mancanza di zuccheri Lewis X sialilati (sLe x ), dove però non si hanno problemi d’infezione, ma<br />

piuttosto di tipo neurologico, non dovuti a mancanza di migrazione leucocitaria.<br />

rolling spreading adesione diapedesi<br />

leucociti ⇒ CD15 (sLe x ) integrine<br />

PECAM-1<br />

endotelio ⇒ E/P-selectine<br />

ICAM-1 PECAM-1<br />

Sono proprio gli stimoli infiammatori che stimolano inizialmente l’espressione di elementi come le<br />

P selectine, che, accumulati a livello intracellulare vengono esposti per c.a 12 ore ed entro 10 minuti dallo<br />

stimolo. Altre, come le ICAM-1 / VCAM-2, che rimangono esposte fino a 2-3 giorni.<br />

Se inizialmente si ha il richiamo di neutrofili, cambiando col tempo il profilo d’espressione delle molecole<br />

di superficie si ha il richiamo di monociti, mediato sempre da CD11/18, ed anche dal VLA-4 (un’integrina),<br />

ligando per il VCAM-1 (Vascular Cell A.M.), coppia di molecole in grado di mediare sia il rolling sia<br />

l’adesione del monocita. Si è dimostrato come questi recettori, una volta stimolati, portino ad aumento di<br />

Ca 2+ intracellulare, utile per provocare la contrazione (⇒ parziale retrazione) delle cellule endoteliali, che<br />

permette di creare lo spazio utile al passaggio delle cellule monocitiche.<br />

I linfociti inoltre esprimono tutta una serie di altre molecole (come le L selectine) che gli permettono di<br />

accedere in diversi distretti, tra cui anche i linfonodi periferici per quanto riguarda quelli naive.<br />

Questo permette tutta una serie di fenomeni di ricircolazione linfocitaria a livello di organi linfoidi (dalle<br />

placche di Peyer ai linfonodi), che è di tipo altamente specifico (in una determinata ansa intestinale p.es si<br />

troverà una popolazione di linfociti ben diversi di quelli che possono risultare a livello cutaneo).<br />

10 Ig Super Family Cell Adhesion Molecule: ha domini Immunoglobulinici.<br />

11 le integrine legano le ICAM, e sono formate delle due catene α e β rispettivamente CD11 e CD18.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 28


Le chemochine sono, come suggerisce il nome citochine con funzione chemotattica data dal gradiente<br />

chimico con cui queste sono presenti nell’ambiente. Si trovano a livello dell’endotelio, e il capostipite (la<br />

prima ad essere individuata) è proprio l’IL-8. Le chemochine si distinguono in base alla posizione delle<br />

cisteine, in particolare si descrivono CC chemochine, che non presentano altri AA tra le cisteine, e le CXC<br />

che presentano l’interposizione di altri AA. Anche le cellule tumorali possono esprimere molecole di questo<br />

tipo, fattore che produrrà un’alta capacità di dare metastasi a causa del tropismo per i capillari linfatici che<br />

questi recettori conferiscono.<br />

Fagocitosi<br />

E’ un’azione mediata spesso da opsonine:<br />

1) IgG1, IgG3 ⇒ FcγR<br />

2) C3b del complemento ⇒ C3bR<br />

3) LPS-BP (permette all’LPS di venir eliminato di routine) ⇒ CD14 e TLR-4 (corecettore e recettore)<br />

Il leucocita ha quindi legato il batterio, e l’ingestione avviene grazie alla formazione di una vescicola di<br />

endocitosi. L’uccisione del microrganismo fagocitato avverrà grazie a meccanismi battericidi O2 dept o<br />

meno:<br />

O2 Indipendenti<br />

Nel fagosoma (vescicola di endocitosi) vengono riversati diversi enzimi idrolasici<br />

- catepsina<br />

- proteasi<br />

- elstasi<br />

- lisozima<br />

- lattoferrina<br />

- metallo proteasi<br />

O2 Dipendenti: dipendenti dalla NADPH ossidasi, che catalizza la formazione di<br />

superossido anione a partire dall’ossigeno: 2O2 ⇒ 2O2 - , quindi la superossido dismutasi<br />

catalizza la seguente reazione: 2O2 - ⇒ O2 + H2O2 (acqua ossigenata). L’H2O2 verrà utilizzata<br />

dalla mieloperossidasi, o verrà smaltita dalla perossidasi. Il NADPH verrà quindi rigenerato<br />

nel ciclo dei pentosi, utile contemporaneamente a rigenerare il glutatione, che è un anti<br />

ossidante.<br />

Nb: Il favismo è una malattia che si genera dalla mancanza della G6P-DH, che porta ovviamente ad una<br />

minor quantità di glutatione ridotto. Questo tipo di mutazione protegge dalla malaria (il globulo rosso è<br />

meno resistente, e il plasmode non riesce a prendere piede nell’organismo).<br />

L’acqua ossigenata quindi, in presenza di un alogeno (più frequentemente il cloro) forma ipoclorito<br />

(varechina) che viene quindi utilizzato contro i batteri. Il deficit di mieloperossidasi non è particolarmente<br />

debilitante, evidentemente la eosinofiloperossidasi va a supplire la mancanza con facilità.<br />

Un’altra via importante è la formazione di NO (ossido nitrico), sempre dipendente dal NADPH.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 29


3) Fibrinosa: se nell’essudato sieroso si trova anche la firbina. Questo crea ovviamente dei fenomeni<br />

adesivi (p.es a livello pleurico tra la pleura e le pareti, oppure sulle anse intestinali) 12 .<br />

Questo provoca un “inizio di cicatrici”, anche se non c’è ancora collagene. All’E.O. del<br />

polmone si possono riscontrare sfregamenti pleurici 13 . La terapia è costituita<br />

dall’attivatore del plasminogeno (TPA) a livello pleurico, con ottimi risultati.<br />

Un esito da flogosi fibrinosa era costituto dalle semimembrane della difterite.<br />

Nell’epatizzazione polmonare data da polmonite batterica si riscontra proprio la<br />

presenza (tra le altre cose) di fibrina a livello alveolare, che contribuisce al quadro<br />

anatomopatologico (se ne parlerà più avanti)..<br />

4) Catarrale: il catarro sarebbe formato da essudato (muco) arricchito di cellule epiteliali di<br />

sfaldamento, che si realizza in corso di<br />

reazione allergica<br />

agenti fisici<br />

agenti chimici<br />

infezioni virali<br />

Quando si comincia a vedere muco che varia il colore (tende al verdino, al grigio), è<br />

segno di una sovra infezione batterica, che darà luogo ad una manifestazione “muco<br />

purulenta”.<br />

5) Purulenta: è data da cocchi piogeni, e genera pus. L’infiammazione purulenta è definita<br />

dall’extravasazione di PMN neutrofili, non per forza dalla presenza batterica.<br />

Se l’essudato ha una consistenza tipica da dare evidenza clinica si ha pus, risultato di<br />

una colliquazione, che è sterile, ma può contenere microrganismi anaerobi, il pH<br />

inoltre è acido...<br />

PMN neutrofili<br />

detriti cellulari<br />

degradazione della sost. fondamentale<br />

La reazione di Rivalta è obsoleta ma valida: prendendo una gocciolina di pus,<br />

mettendola in aceto, si forma una nubecola, dovuta alla precipitazione di proteine<br />

mucopolisaccadiche. Questo può essere utile p.es in paesi del terzo mondo, dove non<br />

c’è la disponibilità di un laboratorio.<br />

Dipendentemente dalle modalità d’infezione, dalla sede, dal tipo di ferita (una ferita<br />

aperta drenerà automaticamente il pus senza incistarlo), ma soprattutto dalla<br />

responsività del’organismo, si avranno diverse dinamiche:<br />

Ascesso: è un qualcosa più legato alla cronicizzazione dell’evento flogistico / infettivo;<br />

tipica è l’infezione dovuta ad una puntura intramuscolare. Viene ad essere formato da<br />

una raccolta di PUS neo formata, circondata da una membrana detta “piogenica”:<br />

» PMN intatti<br />

» fibrina<br />

» fibroblasti<br />

Questi ultimi (i fibroblasti) vanno a formare una forma di riparazione connettivale: si<br />

dispongono a gruppi, si dice a “palizzata”, provocando una proliferazione micro<br />

vasale (abbondante emorragia andando a tagliare), in presenza anche di monociti.<br />

Un caso particolare è rappresentato dall’osso, come nelle fratture esposte: se, come<br />

succede, questo non può essere medicato e pulito accuratamente in tempi rapidi, tutto<br />

l’osso viene ad essere circondato da una membrana piogenica, diventando quasi un<br />

corpo esterno. Questi inclusi nella capsula, e la capsula piogenica stessa vengono detti<br />

nell’insieme sarcofagi (da distinguere dalle cellule necrotiche senza nucleo.<br />

Flemmone: raccolta di materiale purulento non circoscritta, che tende ad infiltrare i tessuti<br />

seguendo le vie di minore resistenza (p.es tra le fasce muscolari, nel sottocutaneo…).<br />

12 In chirurgia si parla di piastrone: aree dove il fibrinogeno può uscire tranquillamente e dare questo fenomeno. Può<br />

originare anche da una semplice appendicite, e va risolta, in quanto può generare anche fenomeni di aderenze, stenosi e<br />

deviazioni delle anse… quindi va risolta.<br />

13 che si distingue da quello bronchiale in quanto rimane costante anche dopo un colpo di tosse.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 31


2) sintesi di ormoni: ACTH, cortisone… ricordiamo la sindrome di Waterhouse Friederichsen<br />

3) neutrofilia: nell’ambito della leucocitosi infiammatoria, prevalgono nell’infiammazione acuta i<br />

neutrofili. Si arriva a 9-10mila leucociti, dove le proporzioni rimangono grossomodo<br />

costanti (quindi comunque i neutrofili prevalgono). E’ l’effetto dell’IL-1 a livello<br />

midollare.<br />

4) aumento della VES: anche considerando che in infiammazione cala l’albumina, giustifica il fatto che<br />

la VES aumenti.<br />

5) attivazione delle Lipasi: mediata della presenza dei macrofagi a livello del tessuto tumorale, il<br />

motivo per cui si dimagrisce in fase di malattia. I lipidi saranno<br />

metabolizzati dal fegato che in questa fase ha bisogno di substrati energetici<br />

(e che accederà anche al catabolismo proteico). Questo alla lunga può<br />

portare ad un dimagrimento estremo, definito cachessia.<br />

6) prod. epatica delle proteine della fase acuta: la produzione è stimolata principalmente da TNFα e<br />

IL1, ma anche da altri (IL6, IFNγ, IL-11…) .. l’entità della risposta è anche modulata.<br />

L’IFNγ testimonia come anche un’infezione virale sia in grado di scatenare una risposta<br />

sistemica; sappiamo inoltre come queste citochine sono in grado di stimolarsi a vicenda..<br />

a. PCR<br />

b. Amiloide A (poco importante nella clinica quotidiana)<br />

c. proteine del complemento<br />

d. proteine della coagulazione<br />

e. inibitori delle proteasi (lo avevamo visto nella fagocitosi, nella digestione della MEC da<br />

parte dei leucociti.. inibiscono gli effetti negativi dell’infiammazione)<br />

f. metallo proteine (sono anti ossidanti fondamentalmente)<br />

g. LPS-BP (che permette di ripulire l’LPS tramite il CD14)<br />

h. serumamyloid P component (cfr. amiloidosi)<br />

i. proteine della fase acuta negative: sono proteine che calano in questa situazione, l’albumina<br />

soprattutto<br />

7) ipotensione & Shock: è mediato sempre da questi mediatori, ma è tipico della sepsi, nello specifico,<br />

ed è un evento grave e non frequente.<br />

Sintomi tipici dell’influenza sono debolezza e mal di schiena: la giustificazione è un effetto diretto<br />

dell’IFNγ, che viene a localizzarsi anche a livello delle articolazioni, per cui stimoli anche normali e limitati<br />

scatenano molto facilmente reazioni infiammatorie locali. Si tratta di nevriti, sostanzialmente compressioni<br />

delle radici spinali su basi edematose.. ovviamente è un fenomeno contenuto, ma comunque l’origine è<br />

questa… il dolore nevritico (come la sciatica), può essere molto forte, e dipende dalla sofferenza nervosa<br />

determinata da una qualche compressione. Siccome la sintomatologia dipende da una molecola prodotta dai<br />

linfociti, evidentemente anche una leucemia linfatica può quindi dare questa sintomatologia, che è molto<br />

precoce. Inoltre, quello che si nota inizialmente nelle leucemie, è una anemizzazione. Quindi il paziente è<br />

doppiamente debole. L’astenia è altresì data da una ipocalcemia, soprattutto nei bambini.<br />

Diciamo che l’infiammazione è combattuta a livello locale da numerosi elementi, in primis l’IL-1Ra, che è<br />

particolarmente prodotta p.es da individui allenati, che risentono enormemente meno di stimoli fisici stressorii<br />

derivanti da una intensa attività.. Anche il meccanismo dello shedding ha una certa importanza, soprattutto nel<br />

caso di infezioni (p.es da HIV) per quanto riguarda l’IFNγ… diciamo che i meccanismi di contenimento in<br />

genere precedono e prevalgono sulle citochine infiammatorie, a testimoniare l’importanza di questi<br />

meccanismi, che valgono per tutte le citochine, per cui sono rilevabili recettori trappola e solubili qualche<br />

giorno prima dello scatenarsi della manifestazione clinica.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 33


Effetti Biologici dell’LPS (setticemia)<br />

1) CID: mediata principalmente dall’attivazione endoteliale / piastrinica:<br />

a. tissue factor ⇒ V<strong>II</strong>a: prodotto dalle cellule endoteliali, stimolate direttamente dall’LPS<br />

b. PAF<br />

c. fattore X<strong>II</strong><br />

2) attivazione delle piastrine, dovuta anche ai monociti / PMN circolanti<br />

a. coaguli della CID<br />

b. vasodilatazione: tramite la serotonina. Provoca congestione venosa…<br />

c. aumento della permeabilità<br />

3) monociti circolanti / PMN:<br />

a. PG, LT<br />

b. IL-1, TNF<br />

4) complemento<br />

a. ⊕ via alternativa<br />

b. C3a, C5a↑: effetto pro-flogistico<br />

5) IFNγ: è sempre coinvolto<br />

6) ⊕ipofisi: si ha la produzione di ACTH e βendorfine (che risultano essere vasodilatatorie)<br />

Nell’insieme, tutti questi eventi portano ad ipotensione e quindi ipoperfusione tissutale, che porta allo shock.<br />

La mortalità di questo stato è c.a del 50%, e sono state tentante numerose vie, anche grazie a inibitori di questa<br />

riposta sistemica, che però non sembrano migliorare la prognosi. In questo tipo di risposta, un ruolo davvero<br />

importante è svolto da PMN, monociti e complemento, che vanno ad amplificare il processo, che se fosse<br />

solo per la tossina batterica sarebbe molto meno marcato.<br />

Yarish Hirsch - Heimer reaction: è una reazione che è stata in particolar modo descritta nella leptospirosi.<br />

Sono leptospire sensibilissime agli antibiotici, che risultano comunque<br />

poco efficaci: nel disgregarsi si hanno tutta una serie di residui batterici a<br />

partire dai peptidoglicani. Tutti i frammenti scatenano una risposta<br />

sistemica dai PMN che attuano una esocitosi massiva, che può portare il<br />

paziente in shock.<br />

A seconda dell’aggressività della terapia antibiotica, comunque si espone il SI ad una stimolazione massiccia,<br />

per cui sarebbe opportuno spesso ridurre le dosi e prolungare il periodo di trattamento.<br />

Patologia da Citochine<br />

1) IFNγ, TNF, IL-1 ⇒ shock, cachessia neoplastica, CID (trombosi)<br />

2) PDGF ⇒ provoca la proliferazione della media nei traumi vasali<br />

3) IL-2 ⇒ aumenta la permeabilità vasale; era stata tentata come terapia allo shock per ottenere le LAK<br />

(cellule efficaci nei confronti di tumori solidi), ma gli effetti permeabilizzanti provocavano<br />

edemi cerebrali fulminanti e polmonari (Capillary Leakage Syndrome)<br />

4) TGFα / β ⇒ sarebbe responsabile degli eventi cirrotici, mediante effetti mitogeni e pro-collagenici<br />

nelle cellule epatiche<br />

5) TNF (cellule dendritiche cutanee) ⇒ provocherebbe psoriasi, mediata dall’IL-8 prodotta quindi nei<br />

cheratinociti<br />

Utilizzo terapeutico di citochine<br />

1) IL-2 ⇒ evoluzione, appunto delle NK in LAK, prestando attenzione all’effetto secondario.<br />

2) IFNα ⇒ sarebbe utilizzato nelle Hairy Cell Leukemia (porta a guarigione)<br />

3) α, β, γ IFN ⇒ malattie virali, l’IFN γ anche contro tumori solidi e parassiti endocellulari<br />

4) CSFs ⇒ in pazienti con leucemia, dopo aver attuato una terapia con antiblastici per ripulire il midollo,<br />

si può stimolarlo tramite CSF.<br />

5) IL-11 ⇒ attiva i megacariociti, e si somministra nella piastrinopenia<br />

6) EPO ⇒ nel caso di anemie<br />

7) Ab monoclonali / peptidi anti TNF / IL-1 ⇒ per combattere lo shock<br />

8) TGFβ 1 ⇒ artrite acuta / cronica: limita al formazione di materiale cicatriziale.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 34


Processo Riparativo<br />

Mediato normalmente dai macrofagi, consiste di alcune fasi:<br />

1) detersione dei residui cellulari<br />

2) rigenerazione degli elementi parenchimali: ci sono ovviamente tessuti con maggior o minor capacità<br />

ripartiva. Questo fatto è comunque indotto dai macrofagi.<br />

Si basa su fattori come l’EGF.<br />

a. necessità della LB: il tessuto epiteliale ha bisogno di una trama su cui appoggiarsi, che è<br />

una situazione sine qua non per la proliferazione cellulare<br />

b. inibizione da contatto: quando le cellule si trovano giustapposte, facilmente visualizzabile in<br />

vitro, avviene anche in vivo<br />

c. caloni: sono sostanze antimitotiche contenute nei tessuti; quello che si è visto è che<br />

eseguendo una resezione ottimale di una parte del fegato (senza residui), si dà per<br />

scontato che ci sarà una ricrescita prima eccessiva e poi un ridimensionamento, per<br />

riottenere un fegato delle giuste dimensioni. Si è provato a collegare a livello<br />

vascolare due animali di cui uno con la transezione epatica: quello che succedeva era<br />

che cresceva anche quello dell’animale sano. Quello che si è pensato è che il fegato,<br />

oltre a rilasciare (se resecato) fattori di crescita, rilasci anche elementi inibitori alla<br />

crescita, che vengono a mancare quindi se il fegato è transecato. Si pensava all’inizio<br />

che si trattasse di elementi noti come “caloni”, invece si sono rivelati essere regolatori<br />

di fattori proliferativi dei vasi (antiangiogenetici: vd.sotto).<br />

Si nota in chirurgia, che spesso all’atto di una tumorectomia, si ha un’esplosione<br />

della metastasizzazione. Anche questo tipo di fenomeno oggigiorno è spiegato con i<br />

fattori anti angiogenetici.<br />

3) ricostruzione connettivale: il processo fibrotico che in ultima analisi va a “riempire gli spazi”, o a<br />

ricostruire comunque gli elementi connettivali. Di nuovo il macrofago è<br />

la cellula che attira ed attiva i fibrociti. Laddove si formi materiale<br />

cicatriziale si ha un impedimento della rigenerazione degli elementi<br />

parenchimali. I cheloidi si hanno in corrispondenza di una ferita, anche<br />

chirurgica, e sono un’estrema ipertrofia della cicatrice. Evidentemente<br />

c’è una predisposizione, ma con le iniezioni di cortisone si ha una buona<br />

risposta del paziente.<br />

La cicatrizzazione dipende da:<br />

distretto (viso ≠ pianto del piede)<br />

contatto dei margini (una ferita in una sede di continuo movimento guarirà<br />

difficilmente)<br />

persistenza della noxa (dolore) / corpi estranei (ovviamente vanno rimossi)<br />

apporto ematico<br />

vit.C, cortisone (rispettivamente stimolano e inibiscono la cicatrizzazione)<br />

4) Angiogenesi: indotta da diversi elementi:<br />

a. VEGF agisce come fattore chemiotatitco per le cellule endoteliali (che formando<br />

inizialmente cordoni, poi si cavitano per dare luogo ai vasi).<br />

IFN / FGF vanno ad inibire questo elemento<br />

talidomide: farmaco anti-nausea con effetti teratogeni in grado di procurare<br />

focomelia, cioè l’assenza delle braccia e il collegamento diretto manospalla.<br />

La sua funzione, attraverso l’IL-6, sarebbe quella di inibire il<br />

VEGF, quindi è un anti angiogenetico.<br />

b. stimoli ipossici e/o ipoglicemici<br />

c. angiopoietina.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 35


d. HIF: Hypoxia Induced Factor (che poi indurrebbe il VEGF). In questo contesto sono importanti:<br />

p53 ⇒ ⊕ enzimi di degradazione dell’HIF<br />

pr39 (macrofagi) ⇒ enzimi di degradazione dell’HIF. Di nuovo i macrofagi<br />

sono in grado di guidare l’operazione “liberando” l’attività dell’HIF.<br />

Questo è importante in due situazioni:<br />

- nei trapianti: c’è tutta una grandissima attività medico-scientifico-clinica al<br />

riguardo del trapianto di isole pancreatiche nei diabetici.<br />

Tendenzialmente vengono impiantate nel rene… diciamo che una<br />

volta impiantate, queste hanno necessità di una neo<br />

vascolarizzazione; è così che entrano in gioco fattori come l’HIF.<br />

- nei tumori: normalmente i tumori non utilizzano tanto l’ossigeno, ma tendono a<br />

sfruttare la glicolisi. La situazione di questi tumori cambia<br />

radicalmente con la possibilità d’irrorazione. Questo aspetto è critico<br />

nel passaggio tra una situazione benigna e maligna di una neoplasia.<br />

Quello che si è visto nella pratica è che l’inibizione della<br />

neoangiogenesi sembra avere un buon effetto sulle metastasi.<br />

Inoltre, bloccare l’angiogenesi a livello di un tumore già sviluppato,<br />

terapeuticamente non porta a nulla, ma almeno impedendo l’ulteriore<br />

espansione si riduce la componente collegata al dolore da<br />

compressione dei nervi.<br />

5) Il tessuto di granulazione è il classico tessuto che si viene a formare sotto un’escara insorta da una<br />

ferita da sbucciamento. Sostanzialmente fibroblasti (FGF), macrofagi, qualche singolo PMN, presenza<br />

di capillari…<br />

Tra i fibroblasti si riconoscono:<br />

- fibrociti: sono inclusi nei tessuti (p.es i tendini), tipicamente quiescenti.<br />

- fibroblasti attivi: sono in attiva proliferazione, producono collagene<br />

- neofibroblasti: si confondono quasi fenotipicamente con una cellula muscolare<br />

liscia<br />

6) Rigenerazione Nervosa: NGF.. diciamo che a livello periferico non ci sono grosse difficoltà di<br />

rigenerazione; quest’attività è diretta dalle cellule di Schwann e dalla<br />

laminina, che provocano la generazione di un cono di crescita. Questi<br />

stimoli derivano direttamente dallo stroma.<br />

7) Guarigione delle ferite<br />

I intenzione: ferite nelle migliori condizioni, senza contaminazione, perdita di<br />

tessuti, margini ravvicinati e non mobili<br />

<strong>II</strong> intenzione: tutto l’opposto, ferite contaminate e con grosse alterazioni tissutali;<br />

guarirà comunque, ma molto lentamente e con molta cicatrice<br />

<strong>II</strong>I intenzione: quando la ferita viene presa in considerazione dal chirurgo, che attua<br />

una ripulitura e attua i punti di sutura, o gli steri strip.<br />

Il TGFβ sia favorisce la cirrosi sia viene data come terapia nelle artriti: diciamo che gioca un ruolo nelle<br />

fibrosi (soprattutto in quella renale), nell’ipertensione arteriosa, anche. Questi effetti opposti derivano<br />

probabilmente dal restante contesto di citochine/segnalatori cellulari..<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 36


§<br />

Istoflogosi o Flogosi Cronica<br />

Come la flogosi acuta può terminare con la cicatrizzazione e la guarigione;<br />

Classificazione delle istoflogosi<br />

a. Persistenza (cronicizzazione) di una flogosi purulenta<br />

b. Flogosi Croniche Aspecifiche: Coesistenza / evoluzione di angioflogosi (con PMN) e flogosi<br />

granulomatose (monociti infiltrati)<br />

c. Istoflogosi P.D.: si presentano granulomatose “ab inizio”<br />

Ci sono diversi modi di cronicizzare da parte di una reazione infiammatoria, e molto dipende dal modo di<br />

reagire dell’ospite..<br />

Deficit Leucocitari<br />

1) di numero<br />

terapie cortisoniche ad alte dosi<br />

chemoterapia (tumori, trapianti, malattie autoimmuni)<br />

HIV<br />

malattie virali (morbillo p.es): riducono la difesa mediata dai granulociti, quindi<br />

espone in particolare alle minacce batteriche.<br />

radiazioni<br />

malnutrizione / mal assorbimento: si dice che chi è mal nutrito è anergico; si<br />

avranno numerose patologie collegate ad infezioni tutte diverse<br />

tra di loro.<br />

2) di migrazione<br />

Diabete: il paziente va incontro a tipi d’infezione (ascessuale, pus..) molto più<br />

grave di un individuo normale.<br />

LAD-1<br />

Chemiotassi: associata ad altri difetti: Chediak Higashi (difetti citoscheletrici:<br />

sia di migrazione, fagocitosi, rilascio di granuli…)<br />

3) di fagocitosi<br />

anemie emolitiche: i globuli rossi vanno incontro a distruzione precoce, si parla di<br />

emolisi. Tutti i residui di globuli rossi vengono fagocitati dai<br />

macrofagi della milza, che sono “intasati” da materiale<br />

eritrocateretico, risultando poi insufficienti a svolgere la loro<br />

funzione antibatterica. Nei pazienti anemizzati inoltre<br />

l’organismo ha come primo obbiettivo di restaurare i globuli<br />

rossi, con minor produzione di leucociti.<br />

4) mancanza di sistemi microbicidi<br />

CGD (Chronic Granuloumatose Disease):<br />

deficit di C5-8: infezioni da Neisserie<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 37


Cronicizzazione di flogosi Purulenta<br />

1) osteomieliti, che si vedono p.es in seguito a fratture esposte. Il problema è che la struttura stessa<br />

dell’osso, soprattutto nella componente spugnosa, favorisce l’annidarsi e il nascondersi<br />

dei batteri. I leucociti avranno estrema difficoltà d’inoltrarsi in questi anfratti, e questa<br />

forma di istoflogosi può portare a malformazioni persistenti.<br />

2) ascesso: complesso, si ha un ispessimento della membrana piogenica, fino a formare anche una cisti.<br />

⇒ cisti: è l’evoluzione dell’ascesso, può anche essere quasi sterile, un modo di isolare il<br />

materiale di necrosi<br />

3) fistola: è una comunicazione patologica tra due domini (due cavità preformate, una cavità e<br />

l’esterno…) contente regolarmente materiale purulento. Tutto il tramite fistoloso avrà<br />

caratteristiche piogeniche, e rappresenterà un richiamo di granulociti, monociti, causerà<br />

proliferazione di fibroblasti.. donando al tutto una forma altamente persistente, anche in caso<br />

di svuotamento, che vede comunque la persistenza di batteri che nel tempo possono<br />

riaccendersi, dando di nuovo colliquazione, pus…La fistola va completamente assisa.<br />

4) favo: già visto, il raccogliersi di foruncoli in una lesione che raggiunge strati profondi della cute.<br />

Tipi di Istoflogosi<br />

1) Flogosi Cronica Aspecifica: è caratterizzata dalla presenza di<br />

fibrina<br />

edema<br />

PMN<br />

+<br />

tessuto<br />

di<br />

granulazione<br />

Ulcera Peptica Cronica: l'helicobacter pylori si annida in superficie dando vita:<br />

a. ad un processo di angioflogosi con necrosi<br />

b. ad un processo di istoflogosi caratterizzato dalla presenza di:<br />

- linfociti al di sotto del processo angioflogistico<br />

- fibroblasti indotti dai linfociti<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 38<br />

+<br />

macrofagi<br />

linfociti<br />

plasmacellule<br />

eosinofili<br />

Ulcera venosa cronica: si determina in genere per la distruzione di valvole e strutture venose, che<br />

determina uno scarico del sangue venoso, formando una stasi ematica,<br />

tipicamente a livello di aree declivi (caviglia). A questo punto una qualsiasi<br />

lesione, se non si favorisce la circolazione (⇒ l’arrivo in sede di cellule<br />

immunocompetenti) porta inevitabilmente ad una cronicizzazione.<br />

Ulcere gengivali da protesi dentaria<br />

Apiciti: sarebbero granulomi dentari, che interessano l’apice della radice. Molto frequentemente in<br />

seguito ad una carie si ha l’infezione del dente, per cui si ha una segregazione batterica<br />

mediamente silente, contro la quale l’organismo rivolge la sua difesa (vd.sopra), per cui<br />

asportando queste formazioni si nota proprio un quadro di flogosi cronica aspecifica.<br />

Pielonefrite Cronica: da una “normale” infezione delle vie urinarie, si ha una sintomatologia<br />

infettiva renale ricorrente, che sulla lunga distanza continua a tornare, fino a<br />

portare ad una definitiva fibrosi renale. Questi pazienti devono quindi sottoporsi<br />

a terapie antibiotiche di lunghissima durata (anni)<br />

Cirrosi Alcolica: non è settica, ma di fatto risulta cronica, per le modalità con cui avviene<br />

l’intossicazione<br />

Pancreatite Cronica: forma relativamente più benigna di quella acuta, di origine molto<br />

probabilmente settica, la terapia antibiotica dev’essere pesante ed immediata,<br />

senza la quale si assiste alla persistenza della forma cronica nel pancreas, che<br />

poco a poco viene danneggiato irreparabilmente.


2) Granulomi: si ricordi la presenza tissutale di monociti, che divenendo macrofagi si specializzano: cellule<br />

di Kuppfer, Langerhans, macrofagi alveolari, osteoclasti, microglia, istiociti (connettivo)…<br />

E’ fondamentale tenere presente che la flogosi granulomatosa si rivolge fondamentalmente<br />

ad agenti patogeni endocellulari, contro i quali l’organismo è relativamente inerme, perché i<br />

patogeni intracellulari sono assolutamente indifferenti a tutto il SI (Ab, linfociti T…), anche<br />

se la cellula ospite è un macrofago, p.es.<br />

priming: quello che fanno queste cellule (monociti e macrofagi) è di aumentare le loro capacità<br />

battericide: si tratta del fenomeno del priming, preparazione:<br />

la presenza di fattori infiammatori in presenza di leucociti determina in esso più che una degranulazione<br />

all’esterno, una forma di sintesi proteica rivolta a sistemi battericidi<br />

Può trattarsi di mediatori come il TNF, γ IFN, LPS, GM-CSF… che non in quantità esagerate,<br />

possono portare ad una attivazione del macrofago, che vede incrementate la produzione di<br />

reattivi, la funzione di APC, la produzione di NADPH ossigenasi, ecc ecc..<br />

trigger: in questa situazione, un secondo stimolo (trigger) porta alla distruzione del batterio:<br />

- fattori del complemento<br />

- materiali fagocitabili<br />

- prodotti batterici<br />

Nb: Il trigger, senza priming non sarebbe altrettanto efficace, proprio in virtù di quei meccanismi che<br />

tendono normalmente a contenere i meccanismi pro-infiammatori, con funzioni protettive<br />

dell’organismo. Nei granulomi, i linfociti servono solo ad armare i macrofagi (che poi faranno<br />

il lavoro) grazie alla produzione di IFNγ e TNF.<br />

Questo è il meccanismo che giustifica il perché nei granulomi si vengono a trovare<br />

• cellule epitelioidi (macrofagi super attivati), che sono estremamente più grandi di un<br />

macrofago (fino a 20x) e contengono un enorme complesso di<br />

Golgi, numerosissimi lisosomi..<br />

• cellule giganti: centinaia di volte più grande di un macrofago, determinate dalla fusione<br />

di più macrofagi, fenomeno che in condizioni normali non avverrebbe mai.<br />

Il granuloma può derivare anche dalla presenza di un corpo estraneo, che determina la classica<br />

attivazione, ma in assenza di linfociti, dal momento che viene a mancare la componente batterica.<br />

3) Istoflogosi Diffusa: oltre alla forma granulomatosa, si può avere una forma d’istoflogosi di tipo diffuso:<br />

Epatite cronica attiva: presenta un intervento dei linfociti, che vanno ad eliminare gli epatociti<br />

esponenti Ag virali (di virus di per se non citotossici), che vengono sostituiti<br />

con cicatrici<br />

Tiroidite di Hashimoto: è coinvolta tutta la tiroide, che viene man mano sostituita da tessuto fibroso<br />

Diabete Giovanile insulino dept: si ha l’eliminazione delle isole di Langerhans.<br />

Polmoniti interstiziali: possono evolversi verso una cronicizzazione, che porta ad una insufficienza<br />

ventilatoria spesso mortale.<br />

4) Istoflogosi Localizzata (focale): risposta infiammatoria focale ad andamento cronico, caratterizzata da<br />

infiltrati di cellule mononucleate<br />

non immunologici (da corpo estraneo p.es)<br />

a. tossici: dove c’è una forte componente di fibrosi;<br />

- asbesto: è l’amianto, che si presenta sotto forma di particelle aghiformi, che non<br />

possono essere fagocitate correttamente, e finisco per attivare cronicamente il<br />

macrofago. Si ha così il richiamo di fibroblasti, che tenderanno ad incistare i<br />

frammenti. Considerando che l’asbesto è un pulviscolo, si tratta di miliardi di<br />

particelle, dove ognuno formerà tutta una sua concentrazione di fibroblasti, per cui si<br />

avrà una fibrosi polmonare che porterà alla insufficienza ventilatoria e alla morte.<br />

- talco<br />

- silice<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 39


. non tossici: infiltrati caratterizzati esclusivamente dai macrofagi; non si ha intervento<br />

fibroblastico, se non in modo molto ridotto (niente cicatrice). Diciamo che nel<br />

mondo occidentale i polmoni appaiono in genere neri, come i linfonodi<br />

polmonari. Si tratta di antracosi, che non è una malattia, ma un quadro<br />

anatomopatologico. Si tratta di macrofagi che, fagocitato materiale carbonoso,<br />

non si sono attivati, e rimangono lì.<br />

- carbone<br />

- plastica<br />

- ferro<br />

immunologici (ad alto turnover): dipende moltissimo dall’organismo, che può essere ad…<br />

a. alta resistenza: l’organismo si difende bene;<br />

esempi<br />

- TBC micro nodulare (o tubercoloma): si tratta della forma più frequente<br />

di infezione tubercolare, costituita da 2-3 tubercoli<br />

in corrispondenza dell’ilo polmonare<br />

- sifilide tubercoloide (gommosa), si formano ulcere con materiale<br />

viscido, tremendamente infettante, che sono proprio<br />

delle gomme luetiche.<br />

- lebbra tubercolare (forma meno “cattiva”)<br />

- sarcoidosi 14 : in questa <strong>patologia</strong> a carattere tipicamente fibrosante, non ci<br />

sono elementi batterici, nonostante la presenza dei granulomi.<br />

caratteristiche<br />

- pochi microrganismi<br />

- molti linfociti<br />

- molte cellule epitelioidi<br />

- notevole fibrosi circostante, che permetterà all’organismo di isolare<br />

l’infezione.<br />

b. bassa resistenza: si ha poca risposta immunologica, che permette una grossa diffusione dei<br />

bacilli<br />

esempi<br />

- TBC miliare: che vede la formazione in tutto l’organismo di granuli della<br />

dimensione dei chicchi di miglio. Si parla di diffusione<br />

miliarica.<br />

- lebbra fibromatosa: data dal Mycobacterium Leprae, è la forma più<br />

aggressiva.<br />

caratteristiche<br />

- molti microrganismi<br />

- pochi linfociti<br />

- poche cellule epitelioidi<br />

- scarsa fibrosi<br />

c. forme intermedie (post virali: morbillo, HIV, etc…)<br />

- TBC nodulare (non “micro”): darà più o meno linfoadenopatia (infetta,<br />

tubercolare), sierosite (infiammazione, non infezione),<br />

escavazione (svuotamento bronchiale del tubercolo, con<br />

formazione della caverna), fistole (tipicamente cutanee). In<br />

genere il tubercoloso ha anche emottisi o comunque muco<br />

striato di sangue, a causa dell’erosione delle pareti delle<br />

caverne che possono ledere piccole arterie.<br />

- sifilide cerebrale cardiovascolare: dà luogo ad aneurismi aortici, con<br />

dilatazioni a “sacco”.<br />

14<br />

E’ una malattia che si caratterizza per la formazione di grosse formazioni fibrose a livello mediastinico che danno<br />

grossi problemi di compressione; Contemporaneamente a livello tissutale - istologico si hanno granulomi che portano<br />

alla fibrosi dei tessuti, a livello interstiziale. Al momento è incurabile, non si ha presenza di batteri, e l’unica terapia<br />

rimane ancora il cortisone.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 40


TBC primaria<br />

prime ore: insediamento bacilli, fugace arrivo PMN: anche in questo caso si ha l’arrivo di questi<br />

elementi, in forma però aspecifica<br />

24h dopo: già in questo tempo già si rilevano solo macrofagi, che vanno a fagocitare gli elementi, e si<br />

ha linfangite + linfadenite. Se l’infezione è a livello cutaneo si ha un’ulcera dura che non<br />

guarisce (sempre con linfangite e linfadenite).<br />

diversi giorni dopo:<br />

a. complesso primario: tubercolo I + linfangite + linfadenite. Tubercoloma<br />

(TBC nodulare = buona difesa e/o scarsa virulenza)<br />

b. polmonite acuta (lobite) tubercolare con pleurite tubercolare siero fibrinosa<br />

c. meningite TBC: il materiale infetto può contaminare il sangue tanto da poter dare luogo<br />

ad una meningite tubercolare.<br />

evoluzione del tubercolo:<br />

a. tutti i territori infiammatori confluiscono e calcificano<br />

b. Se l’organismo risponde bene si ha colliquazione sierosa, che poi può evolvere alla<br />

calcificazione.<br />

c. diffusione: se si ha la formazione della caverna, con una diffusione per via bronchiale<br />

(endopolmonare) o linfo-sanguigna (diffusione nell’ambiente interno). La TBC aperta si<br />

rivolge verso l’esterno.<br />

TBC post- primaria<br />

Reinfezione endogena: chi abbia avuto un complesso primario completamente guarito, ad una certa età è in<br />

grado di andare incontro ad una tubercolosi post primaria, identica a quella primaria, sostanzialmente, solo che<br />

nasce all’interno dell’organismo per problemi di difesa.<br />

Sifilide<br />

All’ingresso segue una moltiplicazione in situ con una diffusione non solo linfatica, ma fin da subito anche<br />

ematica.<br />

3 settimane: sifiloma primario (duro, localizzato nel punto d’infezione): si forma un’ulcera (o<br />

nodulo cutaneo) che deriva dal fatto che il batterio torna dopo essersi<br />

diffuso sistematicamente anche nel punto d’inoculo, dove troverà un<br />

contesto di cellule del SI tale da fare da trigger per l’ulcerazione e il<br />

danno tissutale.<br />

6 settimane si ha la sifilide <strong>II</strong> (roseole, papule con secrezione settica)<br />

Anni: si ha la sifilide <strong>II</strong>I, si formano granulomi perivascolari con necrosi (gomme).<br />

Malattie che danno Granulomi<br />

• aortite luetica ⇒ sacciforme (già citata)<br />

• granulomi encefalici (fibrosi)<br />

- TBC<br />

- sarcoidosi<br />

- lebbra<br />

- granuloma reumatico (streptococco a livello articolare)<br />

- nodulo reumatoide<br />

- linfogranuloma venereo<br />

- granuloma melitense<br />

- Morva (Bacillus Mallei)<br />

- protozoi (diversi)<br />

- actinomicosi<br />

- rinoscleroma<br />

- varie malattie tropicali (ifomiceti, blastino<br />

miceti, sporotricum)<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 41


Jalinosi<br />

Si può inserire nell’ambito della guarigione, cicatrizzazione… è un termine altamente aspecifico, che indica<br />

la presenza di materiale omogeneo rosa (ematossilina & eosina) , che può essere intra / extra - cellulare;<br />

fondamentalmente sono proteine.<br />

P.es:<br />

1) intracellulare<br />

2) extracellulare<br />

- nel rene in corso di proteinuria<br />

- alterazioni cellulari nel corso di infezioni virali (sono proteine virali nel nucleo)<br />

- alcolisti, hanno inclusioni di materiale jalino negli epatociti: è definita pre<br />

cheratina.<br />

- collagene di vecchie cicatrici (se fossero nuove, più che solo collagene, sarebbe<br />

pieno di fibroblasti)<br />

- arteriole renali: nel diabete e nell’ipertensione; si tratta di proteine filtrate<br />

attraverso l’endotelio alterato<br />

- glomeruli renali: ci sono diverse patologie, in particolare la maggior parte delle<br />

glomerulo nefriti sono autoimmuni, e ce ne sono molte;<br />

fondamentalmente è la stessa cosa: si ha alterazione della membrana<br />

basale e filtrazione di proteine.<br />

- amiloide: nell’amiloidosi ovviamente<br />

Amiloidosi<br />

Si definisce con amiloide un gruppo di sostanze extracellulari di natura proteica, che si correlano con un<br />

numero di patologie diverse, ma hanno una manifestazione di questo tipo.<br />

1) macroscopicamente: l’organo di un paziente colpito da amiloidosi risulta ingrossato<br />

2) microscopia: i patologi per cercare di indagare il tessuto cercavano diverse colorazioni, in particolare<br />

risultò utile il procedimento che prima utilizzava tintura di iodio e quindi acido<br />

solforico (H2SO4), che è una tecnica che mette in evidenza l’amido vegetale, ragion per<br />

cui questo materiale venne definito “amiloide”<br />

a. tintura di iodio + H2SO4 ⇒ blu<br />

b. E-E ⇒ materiale jalino, amorfo, rosa…<br />

c. rosso congo + luce polarizzata ⇒ si utilizza ancora oggi, senza la luce polarizzata, con la<br />

quale si otterrebbe una birifrangenza verde, che dimostra la fibrillarità del materiale.<br />

d. coloranti basici (cristal violetto, …) ⇒ ci si rese conto che con questi coloranti si otteneva<br />

una colorazione rosa porpora: mucopolisaccaridi (acidi)<br />

e. PAS + ⇒ testimonia la presenza di glicoproteine<br />

3) microscopia elettronica<br />

a. componente P ⇒ componente pentagonale, formata da 5 unità globulari unite a ciambella,<br />

questa componente non è presente nei depositi cerebrali, unica eccezione<br />

b. struttura fibrillare a β foglietto ⇒ coincide con l’osservazione della birifrangenza col<br />

rosso congo<br />

4) immunoistochimica<br />

a. fibrille (80% dei casi)<br />

b. componente P (no nel SNC)<br />

c. glucosaminoglicani (sempre presenti)<br />

L’idea, vista l’affinità col rosso Congo (da un punto di vista terapeutico) è di associare un qualcosa in grado di<br />

sciogliere il materiale jalinoso legato a molecole molto piccole di rosso Congo.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 42


§<br />

Vecchia classificazione<br />

Quando c’è una flogosi, una infezione, le varie citochine rilasciate, finendo nel fegato inducono la produzione<br />

delle fasi acute. Al di là di quelle utilizzate per fare diagnosi, bisogna considerare elementi come l’amiloide A.<br />

1) secondaria (a malattie / infiammazioni croniche), che si nota a livello di<br />

a. fegato: nella fase acuta va a produrre i due elementi dell’amiloide: la amiloide A e la<br />

componente P (pentamerica).<br />

b. milza<br />

c. rene: a forza di essere sostituito con depositi di amiloide, va incontro a proteinuria, nefrosi e<br />

necrosi<br />

malattie reumatiche: in tutte le malattie autoimmuni si presuppone uno stato<br />

flogistico piuttosto costante, che porterà ad amiloidosi<br />

TBC: soprattutto nelle forme intermedie, dove si ha costante infiammazione<br />

Osteomielite: è la classica malattia che se non curata porta ad amiloidosi,<br />

tipicamente renale: il paziente che si porta questa infiammazione<br />

per anni, finisce per morire di insufficienza renale..<br />

Colite ulcerosa<br />

NON si osserva né nel LES, né in Crohn.<br />

2) primitiva: depositi presenti senza particolari ragioni<br />

a. cuore: IC, aritmie: in questo caso l’amiloidosi colpisce le componenti elettriche del cuore<br />

b. lingua e gastro intestinale: interessa tutto il tratto digerente, fin anche alla mucosa rettale<br />

(90% delle forme sistemiche). Questa classificazione è (appunto) vecchia: oggi si sa che<br />

l’interessamento GI è presente anche nelle forme secondarie, e si può (e si fa) fare diagnosi<br />

con una biopsia di mucosa rettale.<br />

3) ereditaria famigliare: in certe famiglie<br />

4) organo limitata: forme che vanno ad interessare esclusivamente un organo<br />

a. cervello<br />

b. cuore<br />

c. articolazioni<br />

d. organi endocrini<br />

e. cute<br />

f. polmone<br />

g. nervi<br />

§<br />

immunoistochimica delle fibrille<br />

1) SAA: Il fegato nell’amiloidosi sintetizza la SAA (Serum Amiloid A, una HDL).<br />

2) AL (Amyloid L): sta per subunità λ delle Ig, tipiche di pazienti con mieloma ⇒ proteinuria di Bence<br />

Jones 15 . In questo caso ci sarà deposito di AL, che danno amiloidosi; in questo caso<br />

la gravità del tumore mette in ombra la componente amiloidotica.<br />

3) pre Albumina: amiloide sistemica senile, presente nel 100% degli anziani (magari modesti, moderati,<br />

ma presenti).<br />

4) β o A4 - proteina: è una sorta di recettore di membrana presente sulla superficie dei neuroni del SNC.<br />

Sappiamo che questa proteina è codificata nel Chr 21: questi depositi di amiloide a<br />

livello cerebrale sono caratteristici dell’Alzheimer e della Sindrome di Down<br />

(trisomia 21). Anche in questo caso, nel cervello senile si ritrovano tracce di questo<br />

elemento.<br />

15 Semplicemente ponendo l’urina in acido (anche acetico), se ci sono proteine si forma la nubecola: prova di Rivalta.<br />

Per sapere se è proprio Bence Jones basta scaldare le urine e si nota il dissolvimento della nubecola (cosa che non<br />

avverrebbe con l’albumina)<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 43


5) β2 microglobulina: negli emodializzati cronici ci sono depositi di amiloide dovuti a questa sostanza,<br />

in quanto non è filtrata dai filtri dell’emodialisi.<br />

6) Cistatina C: proteina presente sia nel plasma che nel liquido cerebrospinale; Il deposito si ha nel caso<br />

di emorragia cerebrale ereditaria (con amiloidosi)<br />

7) AE (Amiloide Endocrina): p.es formata da<br />

a. calcitonina nel carcinoma midollare della tiroide.<br />

b. catene β dell’insulina (nel diabete <strong>II</strong>)<br />

c. STH (o GH): tumori dell’adenoipofisi<br />

8) AP (componente P) ⇒ quella pentamerica<br />

9) Glicosaminoglicani: presenti in tutte le forme, giustificano la PAS positività<br />

§<br />

Teoria di Cohen<br />

Dato che alcune molecole che provocano amiloidosi sono fisiologiche e normalmente presenti, ci si è<br />

cominciati a chiedere se ci dovessero essere modificazioni, delle alterazioni cellulari che portino alla<br />

<strong>patologia</strong>. Non è un semplice trasudato, ma si evidenziano delle alterazioni cellulari che precedono la<br />

deposizione extracellulare di amiloide, specie in milza e linfonodi.<br />

I. [sostanza amiloidogena]↑: in plasma o anche in sede locale.<br />

<strong>II</strong>. aumento dei macrofagi, che tentano di digerirla<br />

<strong>II</strong>I. insufficiente smaltimento della sostanza da parte dei macrofagi ⇒ deposizione di sostanza<br />

insolubile.<br />

§<br />

Alzheimer<br />

Si ammette quasi generalmente che la demenza dell’Alzheimer è molto simile alla demenza senile ed alla<br />

demenza tipica del Down.<br />

• angiopatia amiloide: sono cioè colpiti molto i vasi sanguigni<br />

• placche neuritiche<br />

• amassi neuro fibrillari di amiloide dentro i pirenofori (ma senza la componente P)<br />

Nb: l’A4 proteina induce produzione di NO2 dalla neuroglia, creando ulteriori lesioni.<br />

In questa <strong>patologia</strong> si rilevano microscopicamente delle placche senili, che rappresentano degenerazioni del<br />

tessuto<br />

APP<br />

La proteina responsabile dell’Alzheimer è normalmente presente sulle membrane, e si definisce APP<br />

(Amiloyd β Precussor Protein). Su questa vanno ad agire delle proteine dette secreatsi, che nei pazienti colpiti<br />

presentano delle modificazioni genetiche:<br />

α secretasi: cliva la proteina sulla membrana<br />

β secretasi: agisce nel moncone che rimane a livello endocellulare<br />

γ secreatsi: finisce l’opera, e genera gli elementi (αβ peptide) che andranno a<br />

formare delle fibre<br />

Inoltre l’Apo-E 4 è un’altra proteina che risulta mutata in questa situazione, e che è correlata con l’aumento<br />

dei depositi.<br />

Da un punto di vista terapeutico si è tentato.. (Bava dixit)<br />

immunoterapia: dotare il sistema di Ab in grado di indurre la microglia ad attaccare i<br />

filamenti. Disassemblati questi complessi (sempre in vitro) i neuroni<br />

sopravvivono<br />

inibitori della β o γ secretasi<br />

Agenti anti-aggreganti<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 44


§<br />

Angiopatia Diabetica<br />

Il diabetico ha regolarmente l’ateriosclerosi jalina (il diabete è il quarto fattore di rischio, oltre a fumo,<br />

ipertensione e ipercolesterolemia). Diciamo<br />

1) Localizzazioni (6)<br />

- retina<br />

- glomeruli e midollare renale: il diabetico va regolarmente incontro a insufficienza<br />

renale. La causa finale del diabetico (curato bene o<br />

male, prima o dopo) è di andare in insufficienza<br />

renale, ed ha regolarmente fenomeni di proteinuria,<br />

dovuta a varie modificazioni (tube della polarità<br />

della membrana basale…)<br />

- pelle: a causa della scarsa vascolarizzazione tipicamente presenterà ulcere che non<br />

tendono alla guarigione soprattutto a livello dei piedi<br />

- muscoli scheletrici: a volte si hanno atrofie di interi fasci<br />

- vasa nervorum: parestesie, sensazioni di caldo/freddo, iperestesia, anestesia,<br />

formicolii… sono tutte situazioni causate dallo stress dei nervi<br />

- vasi placentari: se i disturbi si fanno molto giovanili<br />

2) Anatomia (2)<br />

3) Retina (5)<br />

- arteriole: si nota sclerosi di tipo jalino.<br />

- capillari: si ha inspessimento PAS + della membrana basale (depositi di<br />

collagene IV), con permeabilità↑ (peptidoglicani↓)<br />

⇒ trasudazione proteine ↑ ⇒ depositi ↑<br />

- degenerazione dei periciti: AGEs (Advanced Glycosylation Endproducts). Alla fine i<br />

periciti controllano tutto: dalla pervietà alla<br />

permeabilità. Questo punto è molto importante<br />

- micro aneurismi: si notano nella retinoscopia come piccole macchiette bianche<br />

- Cotton Wool Spots: corrispondono a stravasi di liquidi, trasudazioni a livello<br />

retinico, che appaiono come batuffoli di cotone, osservando il<br />

fondo dell’occhio.<br />

- shunts artero venosi<br />

- retinopatia proliferativa: il proliferare dei vasi (angiogenesi) che si approfondano<br />

nel corpo vitreo, dove danno quindi fibrosi, a causa del<br />

fatto che finiscono per chiudersi (obliterarsi) e<br />

cicatrizzare.<br />

Se da una parte c’è la presenza di agenti quali gli AGE (di cui fa parte anche l’Hb glicosilata), con un forte<br />

potere glicosilante ed ossidativo, l’AT<strong>II</strong>, cosa questa da ricordare, porta a produzione di numerose<br />

citochine ed in particolare TGFβ, che porta a sua volta a..<br />

- MEC ↑: sostanzialmente fattori ossidanti, AGEs, AT<strong>II</strong> provocano un’attivazione<br />

dei macrofagi locali ⇒ del mesangio ⇒ dei fibroblasti.<br />

- ⊕ glomerulo sclerosi<br />

- ACE ↑ ⇒AT<strong>II</strong> ↑<br />

- albuminuria<br />

Infatti sembra che avvenga nel diabetico, l’anormale produzione di ACE a livello glomerulare. Il trattamento<br />

del diabetico quindi verterà contemporaneamente del mantenere l’Hb glicosilata bassa con un buon controllo<br />

sulla glicemia e sull’utilizzo di ACE inibitori.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 45


Dalla Microbiologia del Prof. Tonin:<br />

Prioni: Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili<br />

Si è a conoscenza delle malattie da loro causate da molto tempo, ma sono state a loro associate solo di recente.<br />

- Kuru ⇒ malattia che si trovava (ora non ce n’è quasi più, grazie alla proibizione del<br />

cannibalismo) in Nuova Guinea:<br />

» atassia (perdita della coordinazione motoria)<br />

» difficoltà deambulatoria<br />

» demenza<br />

» morte (4-24 mesi)<br />

- Creutzfeldt Jakob Disease ⇒ 1 caso / milione; simile al Kuru: si sapeva essere legata ad<br />

un agente infettante in quanto si era notato che poteva essere<br />

legata a certe pratiche mediche (come elettrodi<br />

intracerebrali), si era individuata anche una associazione<br />

genica in alcune popolazioni.<br />

- Insonnia familiare letale ⇒ si muore per assenza di sonno<br />

Nb: nel mondo animale, di questi esempi se ne hanno molti (visoni, cervi.. mucca pazza 16 )<br />

Si tratta di agenti infettanti costituiti da una proteina aberrante che ha una controparte normale codificata<br />

dall’ospite: noi normalmente possediamo una PRP (Protease Resistant Protein), senza la quale, topi knockout<br />

vedono diminuite capacità di apprendimento, ritmo sonno/veglia alterato… è una proteina che non si sa bene a<br />

cosa serva. La PRP** (anomala) genererebbe cambiamenti conformazionali su proteine normali<br />

⇒ degenerazione: è un loop che si auto mantiene (ogni proteina modificata è in grado di modificarne a sua<br />

volta…), ed è alla base della trasmissibilità della <strong>patologia</strong>.<br />

Causano quindi malattie neurodegenerative, fatali in uomo e animali nel giro di 1-2 anni; è irreversibile, e<br />

per ora non c’è terapia.<br />

La diagnosi (più spesso effettuata in veterinaria) sfrutta la biologia molecolare.<br />

Lo scrapie è tipicamente della pecora che si procura lesioni a causa di grattamento<br />

La mutazione “spongiforme” si concretizza in un processo multifocale che porta all’incostante formazione di<br />

vacuoli, apparentemente vuoti e di diversa grandezza all’interno del neuropilo.<br />

La diagnosi di cui si parla si esegue attuando una digestione con proteinasi K del campione: la caratteristica<br />

della PRP**, differentemente dalla PRP wild type è di essere proteasi resistente: un western Blot del tessuto<br />

estratto dopo parziale digestione permette di diagnosticare la presenza di PRP**.<br />

16 Nasce dalla gestione degli scarti delle mucche macellate: qualche genio ha ben pensato di fabbricare con questi scarti<br />

delle farine da somministrate al bestiame, facendone un cannibale. Questo è totalmente non naturale, ed ha portato<br />

alle ben note conseguenze.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 46


1) Arteriosclerosi<br />

a. aterosclerosi<br />

b. arteriolosclerosi<br />

c. sclerosi calcifica della media<br />

2) Arteriti<br />

3) Tumori vascolari<br />

Malattie delle arterie<br />

§<br />

Aterosclerosi<br />

Riguarda fondamentalmente le arterie di tipo elastico. Non viene interessata la tonaca media, ma solo quella<br />

intima. Le caratteristiche dell’ateroma l’abbiamo già visto (dispensa I).<br />

normale progressione delle placche<br />

1) confluenza: siamo abituati ad osservare reperti anatomopatologici per cui tutta l’aorta può diventare<br />

una placca aterosclerotica.<br />

2) protrusione (non infiltrazione) con stenosi<br />

3) ingrossamento verso la media<br />

complicazioni<br />

1) calcificazione (rigidità della parete)<br />

- perdita di dicrotismo sfigmico<br />

- PD↑ (sistolica↑ diastolica↓). Difatti la regola una volta diceva che l’anziano doveva<br />

avere una PMAX = 100+età. Oggi invece sappiamo che non è fisiologico e bisogna<br />

cercare di contenere la pressione, ovviamente<br />

2) ulcerazione<br />

- trombosi / embolia. Il fatto embolico si ha per lo più a livello carotideo/polmonare<br />

- emorragia<br />

- infiltrazione sanguigna, che può andare a scollare la placca, contribuendo al fatto<br />

stenotico. Questo può avvenire anche a partire dai vasa vasorum<br />

3) aneurismi: dovuti all’assottigliamento della tonaca media del vaso (muscolo-elastica). Si tratta della<br />

legge di Laplace, dove la dilatazione si auto alimenta, e ovviamente si tratta dei grandi vasi;<br />

più frequentemente dell’aorta, dove i gradienti pressori vanno maggiormente a provocare<br />

insulti alla media in modo più diretto. L’aneurisma assumerà una conformazione<br />

fusiforme, differentemente da quelli sifilici, tipicamente sacciformi. Esistono anche degli aneurismi<br />

ereditari che riguardano tipicamente l’arteria comunicante anteriore dell’esagono del Willis;<br />

Danni da malattia Aterosclerotica<br />

1) cuore<br />

- micardio sclerosi (una sorta di remodeling), dovuta alla perdita di elementi<br />

cellulari, e che implica anche una ..<br />

- ..IC ed…<br />

- infarti<br />

2) Cervello<br />

3) arti inferiori<br />

- TIA (Transitory Ischemic Attak): quando un’arteria già stenotica viene p.es<br />

complicata da un calo pressorio sistemico. Il paziente cade a terra. Il tutto è<br />

reversibile, in quanto dura sufficientemente poco<br />

- ischemia acuta: ostruzione di una arteria (embolia, complicazioni di un ateroma..)<br />

- ischemia acuta: tipicamente dolori crampiformi che insorgono nell’attività<br />

muscolare, quando la richiesta di sangue è maggiore e la stenosi dovuta<br />

all’aterosclerosi si somma all’aumentato metabolismo del muscolo. Tipicamente il<br />

soggetto potrà compiere un certo tragitto, per poi dover arrestare la marcia il tempo<br />

necessario per perfondere l’arto, e poi potrà riprendere per la lo stesso tempo.<br />

- claudicatio<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 47


Arteriolosclerosi<br />

jalina<br />

Si ha un ispessimento jalino, omogeneo della parete arteriolare, con assottigliamento del vaso. L’endotelio, di<br />

nuovo, è intatto e la lesione si configura come benigna.<br />

Si ha particolarmente in anziani e diabetici, dovuta all’aumento di permeabilità che permette l’infiltrazione<br />

proteica della parete.<br />

iperplastica<br />

Genera arterie a bulbo di cipolla, con giustapposizione di cellule muscolari lisce e riduzione del lume.<br />

La conseguenza più importante è renale: nefrosclerosi maligna. Talvolta, porta a necrosi acuta della parete<br />

arteriolare con depositi di fibrinoide (cfr. necrosi fibrinoide)<br />

La patogenesi deriva dall’iperplasia di cellule muscolari lisce e deposito di sostanza extracellulare.<br />

Si caratterizza da pressioni diastoliche > 110 mmHg<br />

Saranno fatte meglio a fisio<strong>patologia</strong>.<br />

Quelle forse più interessanti sono le ..<br />

§<br />

§<br />

Vasculiti<br />

- malattia di Kawasaky: auto ab contro l’endotelio: si ha flogosi<br />

- malattia di Horton: ricordiamo l’arterite temporale<br />

Neoplasie<br />

Una neoplasia è una proliferazione tissutale che si caratterizza per (4)<br />

Malignità e Benignità<br />

progressività<br />

atipia: si diversifica dei tessuti circostanti<br />

autonomia: non risente di stimoli esterni<br />

afinalismo<br />

differenziazione: i tessuti sono normalmente ben differenziati, mentre i tumori più sono maligni<br />

più sono indifferenziati, cioè si distinguono dal tessuto da cui hanno avuto<br />

origine: sono più o meno anaplastici, dove per “anaplasia” si intende il<br />

contrario di differenziazione, una regressione.<br />

modalità di crescita:<br />

a. espansiva: c’è un asse vascolare centrale che permette la crescita di un tumore benigno.<br />

⇒ la crescita ad un certo punto dovrà fermarsi<br />

⇒ si ha la formazione, quasi regolare della capsula, un velo di tessuto<br />

cicatriziale, collagene… questo permetterà una facile asportazione<br />

b. infiltrante: il tumore maligno si procura approvvigionamento ematico dalle zone<br />

circostanti tramite neo angiogenesi. E’ un’invasione dei tessuti circostanti.<br />

I margini saranno quindi sfrangiati. Questo permetterà quasi sempre di<br />

distinguere clinicamente tra malignità e benignità: già in un RX si vede se la<br />

neo-massa è infiltrante o meno (cfr. lastre mammella di Turoldo).<br />

metastasi: sono tipiche delle lesioni maligne.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 49


§<br />

Tratti Clinici dei Tumori<br />

(sia benigni che maligni)<br />

compressione: un tumore anche se benigno biologicamente, può crescere p.es nella scatola<br />

cranica. Ovviamente non c’è espandibilità, e ci saranno lesioni anche mortali.<br />

ostruzioni: il mixoma è un tumore benigno che cresce nel cuore, ma è raro. Ci possono anche<br />

essere tumori benigni abbastanza grandi da ostruire il colon.<br />

ulcerazione: regolare per i tumori maligni, non avviene invece nei benigni.<br />

emorragie: possibili nei benigni, regolari nei maligni. Il sangue occulto nelle feci è diventato un<br />

test classico.<br />

endocrinopatie: molti tumori rilasciano sostanze simil ormonali o ormonali vere e proprie, sia<br />

che siano maligni che benigni.<br />

trombosi: è una caratteristica dei maligni, che danno regolarmente trombosi profonde.<br />

Al contrario non è una caratteristica dei benigni. Diciamo che in fasi avanzate di<br />

tumori coinvolgenti il fegato sarà in ultima analisi il contrario, mancherà capacità<br />

coagulativa in virtù della cessata produzione proteica del fegato.<br />

metastatizzazione. ovviamente dei maligni; le sedi sono tipicamente (a memoria) (6):<br />

a. linfonodi locali (via linfatica)<br />

b. fegato<br />

c. polmoni<br />

d. ossa<br />

e. cervello<br />

f. surrene<br />

cachessia: indebolimento fisico (magrezza, atrofia..) tipico dei tumori maligni<br />

§<br />

Classificazione<br />

Ce ne sono diverse: comportamentale, istogenetica, anatomo topografica (del cervello, del polmone..),<br />

clinica (grading, staging…)...<br />

Classificazione istologica<br />

cellula o tessuto di origine tumore benigno tumore maligno<br />

epiteli di rivestimento<br />

- stratificate squamose<br />

- cellule basali<br />

- mesoteli (sierose)<br />

- ep. di transizione<br />

- polipo, papilloma<br />

- cheratosi seborroica<br />

- mesotelioma fibroso<br />

- papilloma a cellule di transizione<br />

(può sanguinare)<br />

carcinoma… può essere<br />

- carcinoma squamo cellulare 18<br />

(delle cellule squamose)<br />

⇒ metastatizza, a meno che non sia<br />

cutaneo, dove non dà metastasi<br />

- carc. baso cellulare o baselioma<br />

(delle cellule basali)<br />

⇒ non metastatizza, ma recidiva<br />

- mesotelioma (dei mesoteli):<br />

terribilmente metastatizzante.<br />

- carcinoma a cellule di transizione<br />

18 può derivare da una metaplasia, un cambiamento fenotipico dell’epitelio bronchiale. Tipicamente nei fumatori, dove<br />

da cilindrico semplice ciliato diventa cubico pluristratificato piatto stratificato. Questa è una modalità di<br />

reazione dell’epitelio. Nel caso di trasformazione neoplastica ci sarà un carcinoma squamo cellulare del polmone, che<br />

ha la caratteristica di essere terribilmente metastatico.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 50


epitelio ghiandolare<br />

- fegato<br />

- tubuli seminiferi<br />

adenoma adenocarcinoma<br />

- epatoma<br />

- seminoma (più benigno)<br />

- carcinoma embrionale<br />

epitelio placentare mola idatidea mola vescicolare / corion carcinoma<br />

fibroblasti<br />

fibroma<br />

fibrosarcoma<br />

immaturi fetali<br />

mixoma<br />

mixosarcoma<br />

adipociti lipoma liposarcoma (p.es nel retro peritoneo,<br />

diagnosi difficile)<br />

condrociti condroma condro sarcoma<br />

osteociti osteoma: classico tumore benigno con<br />

una malignità clinica (livello craniale,<br />

articolare..)<br />

osteosarcoma<br />

meningi mengioma meningioma maligno<br />

epitelio ematico emangioma: spider, angiomi cutanei emangiosarcoma (molto maligno)<br />

endotelio linfatico linfangioma linfangiosarcoma<br />

tessuto emopoietico<br />

- eritroblasti<br />

- mieloblasti<br />

- monoblasti<br />

- linfociti<br />

- plasmacellule<br />

tessuto muscolare<br />

- striato<br />

- liscio<br />

tessuto nervoso<br />

- astrociti<br />

- oligodendrociti<br />

- cell di Schwan<br />

- neuroblasti<br />

- melanociti<br />

- tessuto<br />

enterocromaffine<br />

misti (2+ tessuti < unico<br />

foglietto embrionale)<br />

non sono conosciute forme benigne<br />

- rabdomioma (raro)<br />

- leiomioma (frequenti)<br />

- astrocitoma<br />

- oligodendroglioma<br />

- schwannoma<br />

- glioneuroma (deriva dalla<br />

differenziazione della forma maligna<br />

che diventa beigna: strano)<br />

- nevo<br />

- feocromocitoma<br />

- eritro leucemia 19<br />

- leucemia mieloide<br />

- leucemia monoblastica<br />

- linfomi (circoscritti, solidi)<br />

leucemia linfoide (diffusa, ematica)<br />

- mieloma multiplo o plasmocitoma<br />

- rabdomiosarcoma<br />

- leiomiosarcoma<br />

- glioma o glioblastoma: terribile.<br />

dà recidive metastatiche<br />

diffusamente nel SNC<br />

- oligodendroglioma maligno<br />

- Schwannoma maligno<br />

- neuroblastoma<br />

- melanoma<br />

- carcinoide: produce serotonina, è<br />

maligno, ma dà subito segno di se: dà<br />

vampate di calore, ipertensione..<br />

inoltre sono dosabili cataboliti della<br />

serotonina nelle urine. Si può trovare<br />

tipicamente nel polmone, dell’ileo e<br />

nell’appendice. frequente, ben<br />

conosciuto.<br />

- gh. salivari<br />

- adenoma pleiomorfo (parotide 20 ) - tumore misto delle ghh.salivari<br />

embrionali (cell. totipotenti) teratoma maturo, cisti dermoide teratocarcinoma<br />

19 “leucemia” = leucociti in circolo: ci possono essere forme “aleucemiche”, se non ci sono elementi in circolo, ma la<br />

situazione è ancora circoscritta al midollo. Mettiamo<br />

20 il rischio, nell’escissione, è la resezione del nervo faciale, che crea notevolissime deformità.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 51


Grading<br />

Misura il grado in cui il tumore è anaplastico, la sua malignità. In genere si fa riferimento ad:<br />

atipie cellulari<br />

atipie nucleari (nuclei sovra numerati p.es)<br />

rapporto nucleo/citoplasma.<br />

I tumori maligni crescono appunto per infiltrazione dei tessuti circostanti, con un meccanismo che sfrutta il<br />

VEGF, che determina neoangiogenesi in corrispondenza del tumore, garantendogli una forma di irrorazione.<br />

<br />

Giustificazione della Metastasi<br />

La metastatizzazione dipende dai meccanismi di crescita, che permettono alle cellule di migrare e spostarsi<br />

facilmente. E’ un evento che può essere altamente precoce (come nei melanomi, dove a volte metastatizza<br />

ancora prima che ci si renda conto della malignità della lesione).<br />

Meccanismi<br />

Migrazione<br />

• perdita di ancoraggio al tessuto di origine. Si estrinseca nella scomparsa delle proteine<br />

di adesione. Quindi ci saranno diverse vie di diffusione<br />

(cfr. più avanti).<br />

• adesione alla matrice (crowling)<br />

• degradazione della matrice (collagenasi, Matrix MetalloProteinases collagene IV)<br />

chemochine: le cellule neoplastiche presentano recettori per le chemochine, in modo che<br />

queste siano in grado di dirigere la migrazione delle cellule. In particolare le<br />

cellule dei vasi linfatici producono chemochine, che spiegano il trofismo<br />

verso queste strutture e l’iniziale approdo a livello linfonodale<br />

organi filtro: polmoni, fegato, ossa, cervello, surrenali… al di là dell’irrorazione diciamo<br />

che si tratta di stasi che possa facilitare l’approdo di cellule metastatiche. La<br />

stasi è favorita nelle ossa a livello delle lacune, nel cervello nelle lacune<br />

meningee, etc.. A livello osseo le metastasi possono frequentemente<br />

provocare compressione delle radici nervose.<br />

recettori endoteliali: le cellule endoteliali hanno recettori per i leucociti, che possono essere<br />

sfruttati. Nel surrene in particolare questo meccanismo sembra importante.<br />

seed & soil (seme & suolo): dev’esserci una sintonia tra cellula cancerosa e tessuto<br />

“candidato” alla metastasi. I fibroblasti tumore associati sono gli elementi che<br />

circondano il tumore proliferante. L’evoluzione del tumore dipenderà in parte dalla<br />

produzione da parte di questo tessuto di ormoni e fattori di crescita. Questo<br />

travalica la definizione di “proliferazione autonoma”, ma è una forma vecchia di<br />

definizione, limitante. Attualmente sono stati visti questi aspetti ambientali.<br />

Vie di metastatizzazione<br />

Solo una misera % delle cellule che si distaccano sono in grado poi di dare effettivamente metastasi<br />

• linfatica: arriverà ai linfonodi. Particolarmente vero per i carcinomi. Inizialmente<br />

saranno i linfonodi satelliti, cioè quelli di riferimento per la zona in cui nasce e<br />

comincia a diffondersi il tumore. Il linfatico efferente provocherà la diffusione a<br />

linfonodi collegati, ma anche saltando possibilmente delle stazioni: è<br />

possibile p.es in un carcinoma della mammella una linfoadenopatia<br />

sottoclaveare (Vichrow) che risparmia l’ascella.<br />

• via ematica: tendenzialmente dei sarcomi (connettivali). Diciamo che rappresenta la<br />

forma di diffusione successiva ai linfonodi ed al sistema linfatico. A questo<br />

livello la metastasi non è data dalla singola cellula, ma da un gruppo di<br />

cellule, che quando arrivano in una sede (polmone ad.es) andranno a porsi a<br />

livello terminale di un vaso, un po’ come un embolo. Sarà a livello del<br />

microvaso sanguigno che poi partirà l’invasione. Sono quindi forse in parte<br />

inutili gli studi sui recettori che dovrebbero mediare una diapedesi della<br />

cellula nel tessuto da infiltrare.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 52


• via trans celomatica: nelle sierose. Tipicamente il tumore di Kruckenberg, che dallo<br />

stomaco attraverso la cavità peritoneale si porta all’ovaio. Può<br />

trattarsi anche della pleura, e tramite questa la parete della cavità<br />

toracica. Avendo le pleure recettori dolorifici, il risultato di questo<br />

processo è un riscontro dolorifico.<br />

<br />

Neoangiogenesi<br />

(opzionale da sapere)<br />

L’Hypoxia Induced Factor (HIF) induce la neoangiogenesi, principalmente tramite il VEGF, ed è un elemento<br />

in grado di definire un tumore come più aggressivo. La p53 anche in questa sede avrebbe un ruolo nel<br />

controllo della neoangiogenesi (favorisce gli enzimi degradanti l’HIF, al contrario della pr39).<br />

La VHF, o sindrome di Von Hippel Lindau compare spesso in bambini, dove viene identificato grazie alla<br />

comparsa di angiomi cutanei, che possono corrispondere ad analoghe strutture cerebrali. Questi blastomi<br />

sarebbero indotti dal fattore HIF: il gene VHF produrrebbe infatti una proteina in grado di complessarsi con<br />

altre proteine a formare un complesso in grado di ubiquitinizzare l’HIF.<br />

Ci sono elementi in grado di ridurre normalmente l’attività angiogenetica:<br />

In terapia si possono usare anche<br />

• plasminogeno ⇒ ⊕ angiostatina<br />

• collagene ⇒ ⊕ endostatina tumstatina<br />

• talidomide (farmaco inizialmente antinausea, teratogeno proprio a cause delle sue<br />

proprietà anti angiogenetiche)<br />

• analoghi del VEGF o VEGF-R<br />

• MoAb (Mono clonal Ab)<br />

è una sindrome biologico clinica caratterizzata da (5):<br />

<br />

Cachessia<br />

- anemia<br />

- anoressia<br />

- astenia<br />

- dimagrimento<br />

- modificazione della composizione dei liquidi corporei<br />

Nb: la cachessia non è specifica della malattia tumorale. Si possono fare degli esempi<br />

• malattia neoplastica<br />

• suppurazioni croniche<br />

• ICC<br />

• nefrite cronica<br />

• denutrizione<br />

• malattie endocrine<br />

• senilità<br />

• AIDS<br />

• tubercolosi<br />

• lebbra<br />

• Crohn<br />

• BPCO<br />

• fibrosi cistica<br />

• ustioni estese<br />

• …<br />

I meccanismi sono diversi, ma non è dovuto al consumo energetico del tumore.<br />

1) TNF, IFNγ ⇒ sintesi miosina (i pazienti non hanno più grasso, ma anche la massa muscolare si<br />

ritrova drammaticamente ridotta)<br />

2) IL-6 ⇒ ⊕ ubiquitina ⇒ miosina ↓<br />

3) PIF (Proteolysis Induced Facotor)<br />

4) TNF ⇒ leptina, insulina ⇒ CRH (neuropeptidi anoressigenici) ⇒ erc.melanocortina ⇒ NE, Dopa,<br />

5HT ⇒ anoressia, lipolisi.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 53


C.a nel 10% dei casi si accompagnano a tumori.<br />

1) produzione ormonale ectopica<br />

<br />

Sindromi para neoplastiche<br />

- sindrome di Cushing: da cancro a piccole cellule del polmone. Quindi si hanno i<br />

rilievi clinici di un cushing, dovuti ad un tumore<br />

- ipercalcemia (astenia): la prima cosa da pensare in un paziente debole è un<br />

tumore da qualche parte, ed equivale alla stanchezza in<br />

seguito a sforzi debolissimi, diverso dall’essere stanco a<br />

letto. L’astenia è collegata quindi anche a questo aspetto.<br />

Ci sono una serie di neoplasie in cui c’è infatti un’iper<br />

produzione di PTH e PTH related protein:<br />

• carcinoma della mammella<br />

• rene<br />

• ovaio<br />

• polmone<br />

2) neuriti, neuromialgie: possono anche essere sintomi lievi: iper, ipo-estesia, formicolii, o l’isioestesia<br />

(alterazioni della sensiibilità<br />

3) tromboflebiti vaganti: una flebite che da una gamba si estende all’altra, e vanno anche oltre<br />

4) acanthosis nigrans: compaiono delle marezzature nerastre con ipercheratosi…<br />

• polmoni<br />

• utero<br />

• stomaco<br />

5) osteoartropatia ipertrofica: si basa sulla neoproliferazione di tessuti a livello periferico, da cui anche<br />

l’ippocratismo digitale, soprattutto in pneumopatie ed in <strong>generale</strong><br />

patologie da mancata perfusione tissutale.<br />

6) CID: ormai è tardi, ma in <strong>generale</strong> è dovuto a..<br />

• cancro della prostata<br />

Ag oncofetali<br />

<br />

Markers Tumorali<br />

(cfr. anche il meeting “markers tumorali”, con la lezione del prof. G.Grassi)<br />

a. CEA (Carcino Embrionic Ag): lo si può trovare altissimo, ma può essere assolutamente nn<br />

informativo.. Non è specifico, ed aumenta in numerose forme di neoplasie anche.<br />

b. AFP (alfa-feto proteina): già àpiù specifico, per cancro del fegato e testicolo<br />

Ag tumori specifici<br />

a. PSA: per la prostata, che è un tumore molto e a s y se preso in tempo.<br />

b. calcitonina: nel cancro della tiroide (che viene anche ad essere una forma di EA, Amiloide<br />

Endocrina).<br />

c. serotonina (ac.vanilmandelico nelle urine): è da carcinoide, se viene individuato in tempo si<br />

può togliere senza problemi e può essere bronchiale, appendicolare, pancreatico,<br />

gastrico… è aumentata anche nel feocromocitorma (cancro della midollare del<br />

surrene, è la forma benigna) ⇒ NE↑<br />

d. HCG (Human Chorionic Gonadotropin): cancro del testicolo<br />

mucine<br />

nuovi<br />

a. APC<br />

b. p53<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 54


Ormai non si hanno più dubbi sul fatto che le cellule dei tumori maligni siano di derivazione midollare.<br />

E’ chiaro quindi che lo schema precedentemente visto salta completamente, perché una cellula staminale<br />

midollare ha già caratteristiche quali<br />

- fenotipo indifferenziato<br />

- mancanza di elementi di adesione<br />

- moltiplicazione illimitata<br />

- telomerasi ON<br />

Non ha cioè bisogno della progressione. Il tumore si può sviluppare a partire da una staminale che si trovi<br />

in diversi stadi:<br />

1) cellula totipotente ⇒ carcinomi embrionali: cattivissimi<br />

2) cellula parzialmente differenziata ⇒ cancro poco differenziato: comunque cattivo<br />

3) cellula che ha potuto differenziarsi ⇒ cancro ben differenziato: che assume le caratteristiche<br />

istologiche di quel tessuto<br />

4) cellula terminalmente differenziata ⇒ tumore benigno<br />

Le staminali sono a doppio taglio dunque: se da una parte i fatti infiammatori locali sono un richiamo per<br />

cellule totipotenti midollari con funzione riparatoria, dall’altra possono sviluppare un tumore, sia perché sono<br />

mutate già nel midollo, sia perché subiscono mutazioni in fasi successive, come visto sopra.<br />

Quella che alla fin fine farà la maggior parte della trasformazione sarà comunque l’instabilità genomica, che<br />

farà sì che la cellula non si ripari ma diventi maligna, al di là delle mutazioni spicciole, per cui uno stimolo<br />

(come p.es il danno da elicobacter pylori nello stomaco) che normalmente non dovrebbe essere scatenante,<br />

diventa il trigger per cui queste cellule predisposte perdono il controllo e danno un tumore.<br />

§<br />

Ereditarietà & Neoplasie<br />

Si conoscono diverse sindromi ereditarie: quasi certezza della comparsa di neoplasia. Sono situazioni<br />

emblematiche, scontate quasi..<br />

- APC (Adenomatous Polyposis Coli) ⇒ T.colon, intestino, endometrio<br />

- MEN-1/2 (Multiple Endocrine Neoplasia): dovuto all’oncogene RET, il paziente va incontro a diverse<br />

neoplasie a carico di ghiandole endocrine (tiroide, paratiroide, surrene, neurofibromatosi…)<br />

- Sindrome di Li Fraumeni: caratterizzata dalla perdita di un allele di p53. Autosomica dominante.<br />

- Retinoblastoma: spesso bilaterale, che si può sommare all’osteosarcoma. Questi due sono tra i<br />

peggiori cancri che ci siano.<br />

- Xeroderma Pigmentoso: è alterato un gene care taker, il Nucleotide Excision Repair (NER). Questi<br />

soggetti hanno tremende dermatiti in seguito ad esposizione agli UV (sole,<br />

neon…), che col tempo diventano tumori cutanei. Questi soggetti sono più<br />

esposti inoltre in linea <strong>generale</strong> allo sviluppo di altri tumori (instabilità<br />

genomica)<br />

- Atassia Teleangectasia: l’ATM è un sensore di danno. Quindi i soggetti hanno disturbi della motilità<br />

(mancanza di coordinazione) che si associa ad angiomi. Diciamo che l’ATM<br />

attiva la p53, quindi è lo stesso tipo di danno.<br />

- Anemia di Fanconi: si tratta di forme di anemizzazione dovute ad aplasie midollare e/o ipoplasia del<br />

tessuto che crea i leucociti. Predispone alla <strong>patologia</strong> tumorale, grazie a<br />

mutazioni a carico di elementi come il RAD-51, BRCA-1…<br />

- Tumori Familiari: patogenesi multifattoriale, con un rischio aumentato 2-3x.<br />

Si tratta p.es del cancro della mammella o del colon, ovaio, cervello, melanomi…<br />

non è tragicamente alta come probabilità quindi, ma c’è, ed è legato a deficienze del<br />

BRCA-1/2.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 56


Retinoblastoma<br />

In questo caso è fondamentale il gene “RB”, che controlla il passaggio da G1 a S: normalmente il fattore RB<br />

inibisce infatti il fattore E2F, quindi le cicline fosforilano l’RB che perde l’affinità e l’E2F è libero di<br />

stimolare la moltiplicazione<br />

Esistono sia casi ereditari che sporadici. Si pensa che nei casi di ereditarietà ci sia già un allele mutato; una<br />

seconda mutazione determinerà lo sviluppo del cancro. Al contrario i casi sporadici hanno bisogno di due<br />

mutazioni, per cui l’età di insorgenza sarà in genere più tardiva.<br />

E’ un classico caso di loss of eterozigosity, perdita di eterozigosità.<br />

Alterazioni Epigenetiche (acquisite) associate alla progressione Tumorale<br />

1) PAX 1-9: Sono stati individuati dei geni detti PAX, che sono embrionali e codificano per fattori di<br />

trascrizione per la regolazione di accrescimento, sopravvivenza, differenziazione di<br />

tessuti embrionali, ma che possono riattivarsi nell’adulto con funzioni riparative; alcuni<br />

risultano addirittura oncosoppressori, ma molti sono oncogeni.<br />

2) oncomirs (miroRNAs): sono piccoli spezzoni che vanno a interferire con la trascrizione dell’RNA.<br />

Essendo brevi sono poco specifici, possono cioè interagire con una moltitudine<br />

di geni che abbiano un segmento in comune. E’ un sistema di controllo innato<br />

della cellula, che va a controllare gruppi di geni, e che possono avere una<br />

valenza terapeutica (terapia genica: p.es ce ne sono in grado di inibire il<br />

Bcl-2). Si tratta più tipicamente di regioni fragili correlate all’instabilità<br />

genomica.<br />

3) DNA methylation Pattern: si sa che la metilazione del DNA avviene a livello delle “CPG islands”<br />

sparse nel genoma, ed equivale ad una inattivazione di quei tratti. Durante<br />

la fecondazione 22 si ha un fatto epigenetico, un evento nuovo, che vede<br />

metilazioni e de metilazioni, per cui certi geni possono risultare attivi,<br />

anche in modo dannoso, procurando una maggiore propensione alla<br />

moltiplicazione cellulare.<br />

<br />

Predisposizione Non Ereditaria alle Neoplasie<br />

1) iperplasia, quella endometriale p.es può dare origine a displasia della cervice, oppure quella da<br />

cheratosi solare<br />

2) metaplasia: cambiamento del fenotipo. Pur mantenendosi nell’ambito di quello stesso tessuto di<br />

derivazione embrionale (l’epitelio resta epitelio, come dire..). Nei fumatori p.es si ha la<br />

metaplasia bronchiale, che diventa dopo una serie di mutazioni pavimentoso, e che può<br />

portare ad un carcinoma squamocellulare del polmone…<br />

⇒ leucoplachie: tipicamente per la presenza di protesi, si assume a meta e iper - plasia.. si vede<br />

come la formazione di un placca bianca protettiva p.es in casi di protesi dentarie, come<br />

risposta allo sfregamento..<br />

3) cirrosi: questa, di per se, nell’ambito rigenerativo, qualche cellula può risultare mutata…<br />

4) infiammazione: si tratta dei ROI (Reactive Oxygen Intermediates), che possono portare ad<br />

instabilità genomica (COX2): colite ulcerosa, m. di Crohn, gastrite, epatiti,<br />

pancreatite cronica… si notano effetti benefici dell’aspirina. Sostanzialmente quindi<br />

là dove c’è una infiammazione è più facile che ci sia reclutamento di staminali<br />

midollari, che possono quindi sviluppare il tumore.<br />

22 La fecondazione in vitro si associa spesso a malattie da alterato “imprinting”, cioè con alterazioni di questo tipo di<br />

meccanismi di metilazione.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 57


Pron. “fogelstain”.<br />

<br />

Cancerogenesi<br />

(modello di Volgestein)<br />

E’ il modello prima dell’ipotesi midollare, che può ancora essere considerato valido, sempre che venga riferito<br />

alla cellula staminale di per sé.<br />

1) iniziazione: p.es una irritazione = I mutazione (congenita - acquisita)<br />

2) promozione = moltiplicazione cellulare<br />

a. alcool / fumo<br />

b. grassi alimentari (incidenza di tumore al colon dei giapponesi)<br />

c. estrogeni<br />

3) progressione = accumulo di mutazioni<br />

es: distruzione APC ⊕ COX (aspirina) RAS p53↓ TGFβ cancro del colon<br />

Quello che è importante che rimanga è il concetto di gerarchia delle alterazioni: cioè, queste mutazioni non<br />

hanno tutte le stesso peso! questo è importante per applicare terapie geniche mirate.<br />

Cancerogenesi Chimica<br />

Parlando di sostanze chimiche, la caratteristica principe è la capacità di indurre una :<br />

1) essere elettrofile, in modo di legare direttamente il DNA<br />

2) formare addotti, cioè complessi covalenti col DNA<br />

3) replicazione: la cellula deve essere poi una cellula che si replichi. Questa “aggiunta”, l’addotto, genererà<br />

un errore di lettura, che nel contesto della replicazione genererà una mutazione nella<br />

cellula figlia.<br />

Questo modello della cancerogenesi chimica è stato studiato con un esperimento:<br />

Si pennella la cute di un topo col catrame per indurre un tumore cutaneo. Servono più pennellate per indurre il tumore.<br />

Pennellando solo una volta non si induce il tumore, a meno di non applicare poi olio di croton, che applicato da solo non<br />

induce nessun tumore. Questo ha definito la differenza tra iniziatore (prima pennellata di catrame) e promozione (altro<br />

catrame o olio di croton).<br />

In molti cancri si nota la presenza di un’impronta digitale: sono specifici per alcune sequenze di basi: p.es<br />

- aflatossina ⇒ p53<br />

- cancerogeni chimici in <strong>generale</strong> ⇒ p21<br />

1) cancerogeni diretti<br />

Così come sono risultano cancerogeni (sono elettrofili, formano addotti). Questa categoria<br />

fortunatamente è minimale, rispetto alla gran maggioranza.<br />

Sono tipicamente utilizzati come antiblastici: ciclofosfamide - endoxan, clorambucil, melata,<br />

nitrosourea.<br />

2) cancerogeni indiretti: tipicamente richiedono un’attivazione. da sapere<br />

a. idrocarburi aromatici policiclici: p.es da parte del P450 (citocromo), come per il fumo di<br />

sigaretta, alimenti bruciati, derivati del benzolo…<br />

» benzo-pirene<br />

» benzo-antracene<br />

b. amine aromatiche<br />

» β naftil amina: è un colorante. Quello che succede è che l’anilina viene trasformata<br />

in β naftil amina, glucuronata a livello epatico viene filtrata ed accumulata nella<br />

vescica con l’urina, dove una glucuronidasi urinaria provocava il cancro della<br />

vescica.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 58


c. nitrosamine: i nitrati vengono usati come fertilizzanti. Esistono però dei batteri nitrificanti,<br />

che li trasformano in nitriti, che sono senz’altro alla base di alcune forme di<br />

cancro dello stomaco. Il problema non si pone per la verdura fresca, ma per<br />

quella conservata (scatolame…)<br />

d. coloranti azoici<br />

» A127: un tempo era utilizzato nella fanta<br />

e. cancerogeni “naturali”<br />

» aflatossina-B1: è la contaminazione da parte dell’Aspergillus flavus del granoturco<br />

che determina la formazione della tossina, la quale in soggetti con HBV può<br />

provocare il cancro del fegato<br />

» griseofulvina<br />

f. altri<br />

» Asbesto (amianto): si associa con<br />

mesotelioma pleurico<br />

cancro del polmone<br />

» cromo, nikel<br />

cancro del polmone<br />

» arsenico<br />

carcinoma cutaneo<br />

» diossina ⇒ sregolazione geni PAX<br />

<br />

Alterazioni citogenetiche & Neoplasie<br />

(ereditarie / acquisite)<br />

a. alterazioni cromosomiche (traslocazioni, inversioni)<br />

b. amplificazioni<br />

- linfoma di Burkitt: si ha la translocazione 8 -14 del gene myc, che si inserisce<br />

al posto del gene delle Ig, che sono un gene estremamente up regolato (devono<br />

essere continuamente prodotte). Ovviamente stiamo parlando di linfociti B<br />

- Chr Filadelfia: CML (Chronic Myelogenous Leukemia): si trovano giustapposti<br />

per una translocazione 9-22 i geni..<br />

• abl (oncogeno)<br />

• Bcr<br />

⇒ produzione di una TK molto attiva, che induce la proliferazione.<br />

L’imatinib è un farmaco creato apposta per combattere questo meccanismo, ed è<br />

molto efficace, tanto da aver trasformato queste leucemie mieloidi da acute a<br />

croniche. Non si ha guarigione, solo cronicizzazione, anche se attualmente si<br />

stanno facendo tentativi con la contemporanea somministrazione di antiblastici<br />

classici.<br />

- HSR (Homogeneously Staining Region): p.es del gene N-myc, che viene<br />

amplificato enormemente, e al posto della classica colorazione a bande del<br />

cromosoma si nota una colorazione omogenea.<br />

c. double minutes: frammenti di cromosoma<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 59


Cancerogenesi Virale<br />

esistono come noto virus dotati di materiale genetico a RNA e DNA, di fatto le possibilità sono diverse<br />

Virus a RNA<br />

Si tratta di virus generalmente dotati di trascrittasi inversa, sicuramente:<br />

Virus a DNA<br />

HCV: chiaramente e predispone al carcinoma epatico, anche se non è chiara la patogenesi.<br />

Potrebbero esserci collegamenti tra cirrosi e moltiplicazione cellulare.<br />

HTLV-1 (Human Tcell Leukemia Virus -1): colpisce invece i linfociti di tipo CD4 +<br />

- latenza estremamente lunga<br />

- endemico in Giappone e presente ai caraibi<br />

di fatto inibisce elementi quali: ATM (sensore di danno), e p16 (proteina di controllo<br />

delle cicline). Inoltre ha la capacità di stimolare fattori di moltiplicazione come la IL-2.<br />

Hepadna Virus: tra cui sicuramente ricordiamo L'HBV: si associa al carcinoma del fegato;<br />

endemico in Africa ed in estremo oriente<br />

Una proteina sintetizzata dal virus ha la capacità di legare la p53…<br />

⇒ flogosi, aflatossina, che può partecipare alla genesi di carcinomi epatici<br />

(che si sviluppa dopo anni di cirrosi).<br />

EBV (γ herpes virus): si lega alle cellule B, nello specifico ai recettori CD21. Il virus ha la<br />

capacità di produrre EBNA-2 che di fatto interferisce con l’attività di<br />

a. cicline<br />

b. LMP-1 (Latent Membrane Protein-1)<br />

possiamo dire che le conseguenze possono essere:<br />

- mononucleosi: faringo tonsillite, febbre, astenia, linfoadenopatia e fugace epatite associata a<br />

splenomegalia.<br />

- linfoma di Burkitt che però si verifica solo nelle regioni dove è presente la malaria, che<br />

sembrerebbe stimolare la translocazione 8-14 del myc, appunto.<br />

- linfoma a cellule B: negli immunodepressi, pazienti affetti da AIDS o sotto trattamento<br />

- carcinoma nasofaringeo; si verifica unicamente in Cina meridionale, non è dato sapere<br />

perché. Si tratta di un tumore solido del faringe.<br />

- linfoma di Hodgkin: si tratta di un linfoma che esiste anche da noi. Ricordiamo che è un<br />

tumore solido. Il marker caratteristico sono le cellule di Sternberg:<br />

sono linfociti B molto grandi, si pensa che la loro presenza determini:<br />

a) sintesi di fattori di crescita<br />

b) proliferazione delle cellule B e T.<br />

l’effetto definitivo è legato alla presenza di fattori di stimolazione e costimolazione…<br />

• associazione al CD21 & infezione della cellula<br />

• mononucleosi infettiva: proteine virali ⇒ ⊕proliferazione cellulare<br />

• esposizione di mAg virali<br />

CTL: morte cellulare<br />

mutazione delle cellule: translocazione 8-14 ⇒ ⊕c-myc ⇒ linfoma<br />

Nb: altre mutazioni possono poi contribuire al processo tumorale.<br />

HPV (Human Papilloma Virus), esistono diverse sottofamiglie di papilloma virus:<br />

- 1, 2, 4, 6, 7, 11 ⇒ benigni: verruche e papillomi…<br />

- 16, 18, 31 ⇒ maligni: carcinoma della cervice uterina<br />

tutte queste forme virali producono proteine quali…<br />

- E6 ⇒ p53<br />

- E7 ⇒ p53<br />

⇒ p21<br />

⇒ RB /e2F<br />

agiscono cioè sulla capacità della cellule di andare in fase di blocco della crescita e di apoptosi.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 60


La benignità o malignità dell’infezione sembra sia dovuta a..<br />

a) diversa forza di legame proteina / substrato<br />

b) polimorfismi della p53: le forme polimorfiche sono funzionanti in modo<br />

fondamentalmente uguale potremmo ipotizzate, ma presentano<br />

una affinità differente per E6 ed E7. Ci saranno quindi delle<br />

persone più o meno predisposte alla evoluzione in carcinoma.<br />

c) risk factors: il genoma integrandosi tende perde parte dei meccanismi di autocontrollo<br />

alla produzione dei fattori, inoltre possono considerando<br />

» fumo<br />

» estrogeni<br />

si giustifica in modo ancor più significativo la trasformazione neoplastica.<br />

Da una lesione in itinere e in fase di avanzamento, si precisano le tappe dal<br />

punto di vista istologico essenziale per il PAP test, si hanno in ordine:<br />

1) metaplasia cioè cambiamenti fenotipici della struttura cellulare.<br />

2) displasia: dove non è riconoscibile un tessuto epiteliale normale.<br />

3) carcinoma in situ: la cellula è chiaramente e francamente neoplastica, in<br />

corrispondenza di un tessuto epiteliale, ma che non ha ancora<br />

attraversato la membrana basale.<br />

4) carcinoma.<br />

l'evoluzione poi è legata prevalentemente alla presenza di fattori di crescita e mutageni. In ogni<br />

caso la metaplasia permane presente, non torna indietro.<br />

SKV (Sarcoma Kaposi Virus): sappiamo che blocca la proteina p53 ed è spesso una conseguenza<br />

dell'AIDS. Questi virus a DNA tendono a<br />

integrarsi nel genoma: abbastanza di frequente.. una volta integrati, non si<br />

replicano in quanto vengono persi i meccanismi di<br />

amplificazione.<br />

formare episomi: si tratta di frammenti di DNA posti al di fuori dei cromosomi<br />

sintetizzare proteine, che rendono le cellule antigenicamente riconoscibili<br />

<br />

Immunologia dei Tumori<br />

Esistono degli Ag tumorali ben conosciuti, purtroppo spesso le cellule tumorali però subiscono dei<br />

cambiamenti che risultano protettivi:<br />

1) assenza di Ag (improbabile)<br />

2) sotto espressione dell’MHC-I ⇒ soppressione della risposta specifica (T citotossica), che è<br />

MHC ristretta. Si sono fatti studi su tentativi di restaurare<br />

questo tipo di risposta, ma non hanno portato a nulla<br />

3) produzione di citochine soppressorie: TGFβ in primis.<br />

4) proprietà coagulanti: in questo modo quando la cellula entra in circolo viene ricoperta da<br />

piastrine, in modo da non venir riconosciuta e sfuggire al SI.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 61


Patologia Genetica<br />

Mutazioni puntiformi<br />

1) di sequenze codificanti<br />

- sense: un AA al posto di un altro<br />

• benigna<br />

• non conservativa (es. β-globina in an. falciforme)<br />

- non sense: se p.es diventa una tripletta di stop (es. β-globina in β 0 talassamia)<br />

2) di sequenze non codificanti<br />

- seq. promoter, enhancer (talassemie α, β)<br />

Mutazioni di sequenze<br />

Si parla di pozioni codificanti (delezioni, inserzioni)<br />

a. frame shift mutation<br />

• perdita di una base per gluc. Transfer. gr. sanguigno 0<br />

• inserzione di quadripletta in Tay Sachs<br />

b. non frame shift (multipli di 3)<br />

• delezione di fenil alanina in fibrosi cistica<br />

c. da amplificazione di triplette (contenenti G,C)<br />

• malattie da triplette<br />

» sindrome dell’X fragile<br />

» Familiar Mental Retardation (FMR): si ha comunque ritardo<br />

mentale, e riguarda i maschi<br />

(fenomeno dell’anticipazione 23 ).<br />

Mutazioni con alterazioni Cromosomiche<br />

1) di struttura<br />

2) di numero<br />

- delezioni<br />

- trans locazioni<br />

- inversioni<br />

- formazione di isocromosomi (perdita di un braccio)<br />

- formazione di cromosomi ad anello<br />

- trisomia 21 o Sindrome di Down.<br />

E’ quella maggiormente compatibile con la vita. Contiene geni per le cellule<br />

nervose, per il metabolismo del folato, e per altri meccanismi ancora. Può essere<br />

dovuto ad una disfunzione meiotica dell’ovulo materno, oppure per translocazione<br />

Robertsoniana, mosaicismo…<br />

• facies, ritardo mentale<br />

• cardiopatie congenite<br />

• malattia di Alzheimer<br />

• disturbi immunitari<br />

- non compatibili con la vita: 8,9,13,18,22… morte entro 1 anno<br />

- sessuali<br />

• Turner: 45, X0 (invero mosaici, o solo delezioni): permette la vita, ma con<br />

numerose alterazioni. Tipico è l’igroma del collo, una plica<br />

cutanea a livello della nuca. Solo femmine, sterili.<br />

• S. di Klinefelter: 47, XXY, fino a 49,XXXXXY. Ci possono essere anche<br />

qui dei mosaici (46, XY), ci sarà ipogonadismo e lupus.<br />

Solo maschi.<br />

23<br />

la spiegazione risiede nel fatto che l’espansione delle triplette avviene solo a livello di gametogenesi, ragion per cui i<br />

figli di un individuo che ha già questa <strong>patologia</strong>.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 62


Bisogna considerare alcuni punti (7) :<br />

<br />

Malattie ereditarie<br />

pleiotropismo: molti effetti clinici derivanti da un’unica mutazione<br />

eterogeneità genetica: tante possibile mutazioni per avere lo stesso segno clinico<br />

mutazioni protettive: come la talassemia per la malaria<br />

geni ad ampio effetto: sono le malattie a trasmissione mendeliana<br />

alterazioni dei cromosomi: danno le malattie cromosomiche o genomiche (come app. visto)<br />

malattie ad eredità poligenica: le più complesse, sono le multifattoriali. Predisposizione + trigger<br />

alterazioni epigenetiche: anche dopo la fecondazione ci possono essere mutazioni. E’ ovviamente<br />

fuori da ogni prevedibilità di tipo mendeliano<br />

Malattie mendeliane<br />

Spesso si ha espressione parziale nell’eterozigote, mentre completa nell’omozigote, oppure una<br />

codominanza, dove tutti gli alleli sono espressi (come p.es i gruppi sanguigni AB)<br />

1) penetranza: anche quando si ha una mutazione, bisogna vedere come questa mutazione venga<br />

riequilibrata da altri geni, che suppliscono o contrastano quella determinata<br />

alterazione, così come anche l’ambiente potrà influire pro o contro.<br />

2) espressività: una volta appurato che c’è la malattia, ne stabilisce la gravità.<br />

3) gain of function: p.es l’espansione delle triplette CAG 24 avviene tipicamente nella<br />

gametogenesi, ovviamente se da un punto di vista ereditario si avrà una<br />

amplificazione del numero di triplette man mano, e questo darà luogo al<br />

fenomeno dell’anticipazione.<br />

4) loss of function: p.es nella dominanza negativa, che abbiamo visto per la p53: basta che una<br />

delle 4 subunità sia alterata e non funziona tutta la proteina, o come nella<br />

sindrome di Marphan, dove solo una subunità collagenica mutata porta alla<br />

compromissione di tutta la struttura.<br />

5) evasione da regolazione a feedback complessa: p.es nell’ipercolesterolemia la riduzione del<br />

50% del recettore LDL.<br />

6) malattie recessive: sono abbastanza uniformi, tipicamente si tratta di tutte quelle<br />

metaboliche. Anche se metà enzima funziona, funziona. Quando<br />

capitano in omozigosi o sono incompatibili con la vita o si manifestano<br />

con grande precocità (pediatriche).<br />

7) malattie collegate ai Chr sessuali: ci sono diverse possibilità<br />

- Chr Y: mutazione nella spermatogenesi sterilità<br />

- Chr X: se un solo X sarà patologico avrà nella donna carattere recessivo. Ci può<br />

essere in questo caso un 50% di espressione (nella specializzazione uno dei due X<br />

viene silenziato a caso). Nella G6PDH deficienza (favismo), pur essendo la<br />

<strong>patologia</strong> recessiva, si nota un lieve grado di emolisi.<br />

- nel maschio: XY è sicuro espresso (emofilie, Chronic Granulomatouse Disease…)<br />

24 nell’Huntigton questo porta alla formazione di una proteina nota come Huntingtina.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 63


Glucocorticoide endogeno ⇒ cortisolo<br />

Glucocorticoidi<br />

Sappiamo bene quali siano i caratteri dell’infiammazione. Come ben si sa l’infiammazione è alla base sia di<br />

meccanismi positivi, in risposta ad insulti di microrganismi esterni, ma d’altra parte moltissime patologie<br />

derivano da un suo eccesso.<br />

La zona fascicolata è alla base della produzione del cortisolo a partire dal colesterolo, così come aldosterone<br />

e testosterone.<br />

1) nell’ipotalamo si ha rilascio di CRH in seguito alle citochine immesse in circolo dal SI<br />

2) le afferenze dolorose convergono altrettanto a stimolare il rilascio di CRH<br />

3) nell’ipofisi anteriore si produce sotto stimolo del CRH l’ACTH<br />

4) il cortisolo come gran parte degli ormoni ha azione di feedback negativo<br />

5) altri effetti, evidenti soprattutto in terapie con cortisone di tipo cronico si ripercuotono su<br />

a. fegato (iperglicemizzante: ⊕gluconeogenesi)<br />

b. muscoli (atrofia dovuta ad insulino resistenza)<br />

c. tessuto adiposo (consunzione delle scorte)<br />

Il cortisolo ha un recettore citoplasmatico α, che è ubiquitario (in tutte le cellule), ma iper espresso nelle<br />

cellule dell’infiammazione. Il recettore è legato all’HSP90, utile a mantenerlo in una conformazione adeguata<br />

per favorire il legame col cortisolo. Il recettore β non porta a nulla ed è regolatorio.<br />

Dall’unione con l’ormone si forma un etero dimero, che ha una azione a livello nucleare, di regolazione<br />

genica.<br />

prod. metalloproteasi, firbine, citochine<br />

Tra le proteine indotte si ha la annessina I che va ad inibire la produzione dell’acido arachidonico legandosi<br />

alla PLA-2. Ricordiamo in questo contesto l’importanza dell’NF-κB, un fattore che viene appunto inibito dal<br />

cortisolo.<br />

Riassumendo gli effetti del cortisolo<br />

⊕ produzione di enzimi ⇒ coinvolti nel metabolismo del glucosio (iperglicemizzanti)<br />

⊕ prod. annessina-1<br />

COX-2, IFNγ, TNFα, IL-2,6,8 collagenasi, E-selectina. Ricordiamo che l’IL-2 è il nodo fondamentale per<br />

la moltiplicazione linfocitaria. Questo si aggiunge all’effetto apoptotico sui linfociti, determinando<br />

l’immunosoppressione.<br />

In definitiva l’azione cardine nell’impedire l’infiammazione, a più breve termine, è la diminuzione del flusso<br />

del microcircolo, che impedisce l’arrivo dei vari fattori infiammatori, l’effetto mediato dagli effetti sulla<br />

trascrizione è più tardivo.<br />

Effetti collaterali<br />

ipertensione endocranica: dovuto all’aumento della responsività alle catecolammine<br />

effetti centrali: attraversa la BBB, e si possono avere sintomi psicotici depressivi<br />

gobba di bufalo: dovuta alla redistribuzione del tessuto adiposo, che oltrettutto tende ad accumularsi<br />

in addome. Questo forse perché questi adipociti rispondono all’insulina ma non ai<br />

glucocorticoidi (quindi non subisocno l’effetto lipolitico)<br />

VCE↑: agendo sui recettori dell’aldosterone tende ad aumentare la volemia<br />

assottigliamento della pelle: agisce sulle fibre elastiche della cute<br />

ecchimosi facili: sempre dovuto al catabolismo delle fibre elastiche<br />

osteoporosi: scaturisce dall’induzione degli osteoclasti, che avviene tramite la sintesi di una specifica<br />

proteina con quest’effetto.<br />

tendenza all’iperglicemia: porta a slatentizzazione del diabete<br />

immunodepressione<br />

atrofia muscolare<br />

Diciamo che gli effetti collaterali derivano dalla proprietà del cortisolo di indurre la produzione di proteine.<br />

L’effetto anti infiammatorio deriva invece dalla sua proprietà di bloccare la sintesi di citochine e la PLA-2.<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 65


Nota<br />

Questa è una raccolta di appunti, sintesi di materiale preso da diversissime fonti e rielaborato; come tale non<br />

è impassibile di errori, ANZI. Quindi inviterei a :<br />

1. non prendere tutto quello che c’è scritto per oro colato<br />

2. contattarmi se c’è qualcosa di sbagliato all’indirizzo<br />

theshire88@gmail.com<br />

Grazie a tutti e buono studio !!<br />

Giuseppe Marini: Patologia Generale <strong>II</strong> (aa.2009/2010) 66

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