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Harriet Beecher Stowe La capanna dello zio Tom

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di compre.<br />

Quando essa uscì, si sarebbe volentieri arrestata alla porta; ma la sua<br />

padrona la chiamò proprio in quel momento.<br />

Tuttavia essa credette di aver inteso che si trattava del suo bimbo.<br />

A questo pensiero il cuore le si gelò, e involontariamente strinse al petto<br />

sì forte il suo Enrico, che egli la guardò tutto maravigliato.<br />

Distratta e preoccupata, essa rovesciò la catinella, il tavolino da lavoro,<br />

e finalmente porse alla sua padrona una veste da camera in cambio della<br />

veste di seta che essa le aveva chiesta.<br />

— Ma che cos’hai, oggi, Elisa? — le diss’ella.<br />

— Oh, signora! — esclamò Elisa.<br />

Poi alzando gli occhi al ciclo proruppe in lacrime.<br />

— Che c’è, figlia mia? Che cosa t’è accaduto?<br />

— Oh, signora, signora! C’è in sala un signore che sta discorrendo col<br />

nostro padrone. E io l’ho udito.<br />

— Ebbene?<br />

— Il padrone vuoi vendere il mio Enrichetto! — E la povera donna<br />

singhiozzava, convulsa.<br />

— Venderlo? No, figliuola; tu sai che il tuo padrone non trafficherà mai<br />

con quei mercanti del Sud, che mai non venderà alcuno dei suoi servi<br />

finché si condurranno bene. Perché supporre ch’egli voglia vendere il tuo<br />

Enrico? Orsù, fatti coraggio; acconciami il capo nel modo stesso dell’altro<br />

giorno, e procura d’ora innanzi di non ascoltare alle porte.<br />

— Voi, signora, non darete mai il consenso vostro, non è vero?<br />

— Certamente, non lo darò mai. Avrei da vedere anch’io che si venda<br />

un mio servo!... Ma perché parlar tanto di ciò? In verità, Elisa, tu sei troppo<br />

superba di tuo figlio. Non può venire alcuno in casa, che tu subito<br />

t’immagini che venga per comperarlo. —<br />

Rassicurata dalle parole della signora Shelby, Elisa terminò con<br />

destrezza ed abilità l’acconciatura della sua padrona ridendo anch’essa dei<br />

propri timori.<br />

<strong>La</strong> signora Shelby era donna di molto merito, così per intelligenza come<br />

per cuore. Alla innata magnanimità e generosità di mente, che è l’impronta<br />

caratteristica delle donne del Kentucky, essa accoppiava principii religiosi<br />

e morali, sostenuti da una pratica costante ed assidua. Suo marito, che non<br />

aveva principii d’un carattere particolarmente religioso, onorava e<br />

rispettava quelli di lei; forse era troppo inclinato a seguirne l’opinione.<br />

Certo è ch’egli lasciava piena libertà a tutti i benevoli sforzi di essa per<br />

il bene e per l’istru<strong>zio</strong>ne degli schiavi. Se non credeva che le opere di<br />

santità di taluni valgano a compensare i difetti del rimanente dei fedeli,<br />

pareva bensì ammettere che sua moglie avesse bastante pietà per ambedue,

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