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Harriet Beecher Stowe La capanna dello zio Tom

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— Io mi aspettavo da voi in quest’affare, lo confesso, un procedere più<br />

leale, — disse Haley.<br />

— Come, signor mio? — ribatté Shelby, voltandosi vivamente verso di<br />

lui. — Che significa, di grazia, cotesta vostra osserva<strong>zio</strong>ne? A chi mi<br />

ferisce nell’onore, non ho che una risposta da fare. —<br />

Il trafficante si quietò all’udir queste parole, e soggiunse con voce<br />

alquanto più sommessa che era cosa incresciosa di aver stipulato un<br />

contratto e vedersi burlato a quel modo.<br />

— Signor Haley, — disse Shelby — se voi non aveste una qualche<br />

cagione di essere dispiacente, non avrei tollerato davvero la maniera rude<br />

ed incivile di entrare in casa mia come avete fatto poc’anzi. Sappiatelo<br />

bene; nonostante le apparenze, io non soffrirò che alcuno esprima sospetti<br />

intorno alla mia lealtà. Ben volentieri vi darò ogni aiuto possibile, col<br />

prestarvi i miei servi, i miei cavalli, e quant’altro occorre affinché possiate<br />

ritrovare ciò che vi appartiene. Haley, — continuò egli a dire passando<br />

subito da un fare freddamente dignitoso a quello che gli era abituale, di<br />

franchezza benevola — il meglio per voi sarà di non inquietarvi tanto, di<br />

far cola<strong>zio</strong>ne qui con noi, e di veder poscia che cosa si potrà fare in vostro<br />

servi<strong>zio</strong>. —<br />

<strong>La</strong> signora Shelby non poté star più ferma, e dicendo che le sue<br />

occupa<strong>zio</strong>ni non le permettevano di trovarsi alla cola<strong>zio</strong>ne per quella<br />

mattina, uscì dalla sala.<br />

Venne poi in sua vece una zittellona mulatta a disporre ogni cosa.<br />

— <strong>La</strong> vostra signora non vede gran fatto volentieri il vostro umile<br />

servitore, — disse Haley, disponendosi con mal garbo a modi propriamente<br />

familiari.<br />

— Non sono avvezzo a sentir parlare con tanta libertà di mia moglie, —<br />

replicò il signor Shelby seccamente.<br />

— Domando scusa. Del resto, ho detto così per celiare, capite bene, —<br />

rispose Haley facendo un grande sforzo per sorridere.<br />

— Vi sono celie più o meno gradevoli, — soggiunse Shelby.<br />

«Diamine, è divenuto molto più superbo dopo che io sottoscrissi quelle<br />

carte!» borbottò fra i denti Haley. «Che burbanza da ieri in qua!»<br />

Non mai caduta di primo ministro cagionò impressione più viva quanto<br />

la notizia della sorte di <strong>Tom</strong> subito sparsa tra i suoi compagni di schiavitù.<br />

Essa fu tosto argomento di tutti i discorsi, né altro più facevasi nella casa e<br />

nella piantagione che discuterne i probabili risultamenti. <strong>La</strong> fuga stessa<br />

d’Elisa, cosa senza esempio in quella fattoria, non era che un accessorio in<br />

tanta commo<strong>zio</strong>ne.<br />

Samuele il Nero, che così era chiamato per esser egli più nero di tre<br />

gradi d’ogni altro schiavo di quella piantagione, mostrava, nel discuter

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