Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
26 LE NOSTRE RUBRICHE <strong>Da</strong> leggere - APRILE 2010<br />
IL CONSIGLIO DELL ’ ERBORISTERIA ERBOFARMA SILVI-PINETO<br />
Gli oli vegetali: usi tradizionali e storia<br />
Quando si parla di oli vegetali non si può fare a<br />
meno di pensare alle ampolline d’oro e alabastro<br />
fi nemente cesellate contenenti oli preziosi<br />
trovate nelle tombe dei faraoni o alle immagini degli<br />
atleti greci che si intuisce al di là delle rappresentazioni<br />
splendenti di oli usati per mettere in risalto la armoniosa<br />
muscolatura .Molti e bellissimi sono i versi delle<br />
Sacre Scritture che ne decantano gli usi e sembra quasi<br />
di sentire il profumo degli oli bruciati nei templi. Certamente<br />
l’uso degli oli risale alla notte dei tempi, l’uomo<br />
deve aver scoperto molto presto che macinando e spremendo<br />
i semi poteva ricavarne un liquido prezioso di<br />
grande valore alimentare, curativo e anche cosmetico.<br />
Nel corso dei tempi un ricco simbolismo ha accompagnato<br />
l’olio caricandolo di signifi cati religiosi e propiziatori,<br />
ripresi poi dalla religione cristiana dove l’olio<br />
scandisce le tappe del cammino spirituale del credente,<br />
dal battesimo alla estrema unzione. Nel mondo greco<br />
l’olio usato fi no allora nei rituali religiosi o in occasioni<br />
particolari arriva a un uso più popolare, perde parte<br />
del suo signifi cato simbolico e assume un ruolo importante<br />
nella cura quotidiana del corpo, abitudini riprese<br />
dai romani. A Roma dopo il bagno si praticava l’unctio<br />
cospargendosi il corpo per restituirgli idratazione e<br />
morbidezza asportate dall’uso di soda e liscivia usate<br />
per lavarsi. Tra gli oli dell’antichità il più rinomato era<br />
l’olio di spigonardo detto anche nardo indiano o Sumbul,<br />
citato anche nel Vangelo, nell’episodio della Mad-<br />
Un recente studio traccia un quadro sulle olive<br />
da tavola in Italia, evidenziandone le strutture<br />
produttive (aziende agricole e superfi cie in produzione),<br />
il prezzo alla produzione e la qualità . L’Italia<br />
è un Paese defi citario di olive da tavola. Sono meno<br />
di ventimila, infatti, gli ettari destinati a questa coltura<br />
e, per soddisfare la richiesta interna siamo costretti<br />
ad importare il triplo di quanto esportiamo. Le olive<br />
da tavola rappresentano un pezzo della storia e della<br />
cultura dell’olivo in Italia e costituiscono una ricca e<br />
interessante nicchia produttiva della nostra olivicoltura.<br />
L’attuale situazione produttiva rilevata, ci mostra lo<br />
sviluppo di una moderna olivicoltura da tavola, caratterizzata<br />
da un calo della numerosità aziendale a fronte<br />
dell’incremento della superfi cie investita. Il 71% delle<br />
aziende è concentrata nel Mezzogiorno e il 24% nel<br />
Centro; solo una piccola minoranza, pari al 5% è ubicata<br />
nel Nord, essenzialmente in Liguria. Le regioni più<br />
interessate del Sud sono la Sardegna, la Puglia, la Sicilia<br />
e la Calabria. Nel Centro, invece, il primato spetta a<br />
Lazio e Toscana. Il 65% delle aziende è localizzato in<br />
collina e il 12,5% in montagna; solo il restante 22,5%<br />
si trova in pianura. Circa un quarto delle aziende viene<br />
gestita da donne. I conduttori in complesso presentano<br />
una età media alquanto elevata: infatti, ben il 40%<br />
dalena. Certamente la storia della cosmesi comincia dai<br />
lipidi, che sono state le prime sostanze usate dall’uomo<br />
sulla cute e sui capelli. La validità di queste sostanze è<br />
rimasta invariata nel tempo, anche oggi sono i maggiori<br />
componenti dei cosmetici e agli<br />
oli possiamo ricorrere quando vogliamo qualcosa di<br />
semplice e assolutamente naturale senza coloranti, conservanti,<br />
emulsionanti ecc.. Gli oli vegetali contengono<br />
acidi grassi polinsaturi ceramidi in grado di trattenere i<br />
liquidi tissutali, vitamine e antiossidanti, tutte sostanze<br />
benefi che con grande affi nità la cute. L’olio di mandorle<br />
dolci è quello più conosciuto. È un eccellente emolliente<br />
e nutriente utile per tutti i tipi di pelle anche le<br />
più sensibili come quelle dei bambini, inoltre è ottimo<br />
durante la gravidanza per rendere la pelle più elastica<br />
ed evitare la formazione di smagliature. L’olio di germe<br />
di grano è un po’ più pesante e quindi meno gradevole,<br />
ma ha un alto tenore di vitamina A e E che lo rendono<br />
ottimo contro l’invecchiamento cutaneo. L’olio di jojoba<br />
non è un vero olio ma una cera ottenuta dal Buxus<br />
chinensis. In natura gli oli sono liquidi e le cere sono<br />
solide. L’olio di jojoba è l’unico caso di cera liquida,<br />
questa caratteristica conferisce a questo olio una elevata<br />
penetrabilità cutanea. Poco untuoso è un ottimo<br />
antirughe, rende la pelle elastica e luminosa ed è adatto<br />
sia per il viso che per il corpo e anche per la cura dei capelli.<br />
L’olio di rosa mosqueta è un prezioso olio estratto<br />
dai semi di una particolare rosa tipica dei territori andi-<br />
Le olive da tavola in Italia<br />
di essi ha almeno 65 anni, mentre solo il 10% ne ha<br />
meno di 40. Relativamente al titolo di studio, circa il<br />
70% dei capi azienda ha un’istruzione di scuola media<br />
o elementare. Per quanto concerne il commercio estero,<br />
sono 3 le categorie di olive da tavola interessate: quelle<br />
fresche o refrigerate, che costituiscono la categoria<br />
più consistente; quelle congelate previa cottura in acqua<br />
o vapore; quelle temporaneamente conservate, ma<br />
non ancora idonee all’alimentazione umana nello stato<br />
in cui si trovano. Le olive DOP costituiscono la componente<br />
qualitativamente più promettente del settore.<br />
Le olive da tavola riconosciute e tutelate dall’UE come<br />
DOP sono attualmente 3. Su di esse vengono effettuati<br />
regolarmente i controlli relativi alla produzione e trasformazione.<br />
Le DOP olivicole comprendono: la “Bella<br />
della <strong>Da</strong>unia” presente in Puglia, la “Nocellara del<br />
Belice” in Sicilia e l’”Oliva ascolana del Piceno” nelle<br />
Marche e Abruzzo. Nonostante le limitate produzioni,<br />
i prezzi alla produzione e al consumo delle olive DOP<br />
sono alquanto remunerativi. Nell’Elenco dei prodotti<br />
tradizionali garantiti, compilato dalle Regioni e approvato<br />
dal MiPAAF, risultano iscritti ben 31 qualità di<br />
olive da tavola. Le principali regioni interessate sono la<br />
Calabria e la Liguria, entrambe con 6 olive tradizionali,<br />
seguono la Puglia e la Campania, rispettivamente con 4<br />
ni del Perù. Contiene acido linoleico e acido retinoico<br />
che insieme stimolano la rigenerazione dei tessuti e la<br />
cicatrizzazione delle ferite. Per questo usato non solo<br />
come ottimo antirughe ma anche in caso di smagliature<br />
e cicatrici nelle quali ha un effetto sorprendente. Un<br />
discorso a parte merita l’olio di iperico ottenuto dalla<br />
macerazione dei fi ori di iperico in un olio che può essere<br />
anche l’olio di oliva. L’iperico o erba di San Giovanni<br />
fi orisce verso la fi ne di giugno colorando di giallo i<br />
campi e i bordi delle strade. I fi ori raccolti al mattino<br />
vengono messi a macerare per 40 giorni nell’olio che<br />
assume una colorazione rosso rubino. Una volta nelle<br />
campagne veniva preparato in tutte le case e usato<br />
come il mercurio cromo per tagli, ferite e scottature.<br />
Infatti riduce il dolore e protegge i tessuti stimolando<br />
la ricostruzione epiteliale . L’elenco degli oli vegetali<br />
potrebbe continuare all’infi nito perché tantissimi sono<br />
i semi da cui si ricavano in ogni parte del mondo, oli<br />
comuni dal costo contenuto, oli esotici rari e più costosi.<br />
Il grado di accettabilità di un olio varia da persona<br />
a persona, vi sono oli adatti al massaggio, mentre altri<br />
sono indicati nei trattamenti cosmetici o curativi perciò<br />
nella scelta di un olio conviene affi darsi al consiglio di<br />
un esperto che ne conosca bene le caratteristiche.<br />
Luisa Di Filippo<br />
e 3 prodotti. Complessivamente, quindi, l’Italia dispone<br />
di 34 olive di qualità che costituiscono, al pari dei 91 oli<br />
extravergini pregiati, un rilevante patrimonio colturale<br />
e culturale di grande valore economico e sociale. Le<br />
olive di qualità, sia quelle DOP che quelle tradizionali<br />
garantite, rappresentano il potenziale volano di sviluppo<br />
dell’olivicoltura da tavola italiana. Va ricordato che<br />
le olive di qualità, come gli oli pregiati, sono il frutto di<br />
un secolare legame esistente fra il lavoro, le tradizioni<br />
e la storia e hanno permesso il mantenimento e lo sviluppo<br />
della popolazione in molteplici areali, altrimenti<br />
destinati al declino e all’abbandono. La ristrutturazione<br />
delle aziende e l’incremento della produzione e della<br />
superfi cie, consentono di guardare con più ottimismo<br />
allo sviluppo del settore. Il commercio estero, molto<br />
defi citario, necessita di una adeguata promozione per<br />
aumentare l’export delle olive nostrane, la cui qualità<br />
non ha nulla da invidiare a quella dei prodotti esteri.<br />
<strong>Da</strong>te le ridotte dimensioni del settore, sarà il “valore<br />
aggiunto culturale”, unitamente a nuovi riconoscimenti<br />
nazionali e comunitari, che consentirà lo sviluppo di un<br />
comparto che merita attenzione e promozione.<br />
Elvira Ciabarra