Aprile - Da Leggere

30 L’ANGOLO DELLA POESIA Da leggere - APRILE 2010
IL TAVOLO
Il tavolo, il tavolo,
quel tavolo maledetto
nell’aria aleggia un battito
e la mente si scuote
scivola via
striscia tra le foglie
la pianta nell’angolo lontano
quel tavolo ancora mio Dio
il cesto della frutta pieno
di mele al centro
quel tavolo quel tavolo
maledetto
la mente svanisce al centro
di quel tavolo maledetto…
LA FESTA DEL PAPA’
Franco Conforte
Caro Papà
sono nato perché tu mi hai voluto
mi hai voluto e hai atteso il tempo
insieme alla mamma.
Mi hai voluto
perché anch’ io
conoscessi l’amore
per tutta la vita.
Papà nessuno nasce solo
nessuno muore solo
e io non sono solo
perché Tu papà sei con me
PAURA
Giuseppina Falà
Folle sentimento
che distrugge e cancella
quel fi ore di carta nel cuore.
Avvinge in una morsa di morte
e arresta l’affannoso respiro
di un corpo in disfacimento.
Forza mostruosa
che buca il cuore
gonfi o di sentimenti sbagliati.
Paura d’amare
paura di una mano
paura di guardare
paura di sorridere
paura di piangere
paura quando si nasce
paura quando si muore
paura di te
paura di vivere
paura di affrontare il nemico
alle soglie della tua vita.
Paura è vivere a metà
paura è quando il cielo diventa cupo
quando gli alberi in fi ore diventano
fantasmi
paura è non vedere il fratello che ti
sorride.
Maria Grazia Di Biase
LA RAGAZZA SULLE PIETRE
La ragazza sulle pietre
del tempo
non giocava con gli aquiloni.
I suoi occhi
erano le sue promesse.
Ora balla
sul prato
col principe delle sue canzoni.
Annalisa Barletta
FANTASMI INNAMORATI
Stare qui
per questi baci invisibili,
in questo assurdo anonimato
di amplessi che urlano
nelle nostre anime.
Alleati
per quei soli momenti
che ci parlano nel silenzio
con la lingua dell’istinto.
Per mentirsi poi
con logiche parole
che il cuore rifi uta,
libero
nel suo diverso ritmo,
nella sua netta negazione
di ogni sopruso razionale.
Libero
da quei tentacoli morali
che vivono
della propria materia mortale.
Libero per ripeterti,
nell’aria infi nita
della sua fantasia,
questo impossibile “ti amo”.
Rossano Di Palma
QUANDO LA VECCHIAIA
IMPAZZISCE
Il fi occo rosso
sui capelli lunghi, biondi,
uno spaventapasseri
in un campo di grano.
La decolletè selvaggia
svela una pelle di rughe,
mela appassita
nel giardino di Eden.
La minigonna zebrata,
un errore moltiplicato,
sguardo che si chiude,
tramonto che si oscura.
Un picchettìo monotono
sulla strada provinciale,
sono i tacchi a spillo,
un lamento dell’età.
Alma Xhindole
LE GIOVANI DONNE
Le giovani donne
incantate cullavano
la nostalgia.
Tremavano, coi visi diafani
di poesia.
Anch’io spingevo le vele
del cuore
sulla sabbia.
POESIA ANTICA
Poesia antica mia
Amica
Ti rotoli e aggrovigli
Su di un foglio
Ti accartocci
È cestinata
Ma! Non sai quando
Sei importante…
Le parole sono
Fulmini e saette
Trafi ggono il cuore
e…raggiungerlo
l’attimo è futuro
ma sai disincantata
quanta amarezza prova
nel rovistare nel passato
e ridimensionarlo come se
fosse presente…
IN UN MOMENTO
Un mosaico di luci,
di giorni, di sogni caduti
come verdi frammenti
dalle tasche del mio tempo.
Attimi di un momento
che riporta nel cuore
il giovane mondo
delle mie illusioni,
la mia vita trascorsa
come il cielo istantaneo
di quelle rondini in volo,
laggiù,
dove i perduti silenzi
passeggiano ancora
sui miei lunghi sentieri di sole.
RACCONTO
Racconto
ai miei sogni
un’amore.
Ho pianto
nelle strade
il silenzio
dei perché.
Ma tu sei.
Annalisa Barletta
Laura Maggio
Rossano Di Palma
Annalisa Barletta
TERREMOTO
E fu un boato all’improvviso,
come l’ululato del vento,
un rumore come di tuono assordante:
rimbombante, fragoroso.
E hai visto la tua casa crollare,
piegarsi su se stessa,
svanire in un mucchio di macerie,
hai visto i tuoi sogni crollare
portandosi via un po’di te.
Ma come la fenice risorge dalle
sue ceneri, risorgerà la tua casa e sarà
più forte di prima.
Risorgerà il tuo paese
e sarà tutto ancora più bello:
la speranza non muore mai
e sui vostri volti e nel vostro cuore
una sola è la speranza: ricominciare.
GESÙ AIUTATO DA
SIMONE IL CIRENEO
Ede/90
Lu sudore i cole fi ne in pette,
nzi pò manche asciugà nghi li mana su,
lu sole su la cocce forte forte batte,
è l’ultima iurnate di Criste Gesù.
Cammine piane piane lu Signore,
la croce su la schine è pisante,
stu calvarie abbie a la bon’ore,
li suldate li maltratte tutti quante.
Ma lunghe lu tragitte di lu dolore
a vidè stu Criste, ci sta pure nu certe
Simone
Nommine, veramente tutti core
solo esse a corso in aiuto a lu Signore.
E’ veramente nu sant’omo stu contadine
appena vede Gesù subite i s’avvicine,
si mette su li spalle sta Santa Croce
e piane piane, sente subite na voce;
i dice: Cirene pozza essere binidette
st’amore chi ti esce dentre lu pette,
tu, ni si chi è ancora chi custù,
è lu Salvatore di lu monne, Criste Gesù.
Ma Gesù tutte soddisfatte
ringrazie qust’ommine veramente,
mo è sicure, la gente ninnè tutte matte,
solo poche sono li persone priputente.
Mario Mazzone