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INTERNI<br />
COPERTINA<br />
Un consiglio superiore<br />
Colle intercettato, scende in campo <strong>il</strong> vicepresidente<br />
del Csm Vietti: «La giustizia non è una variab<strong>il</strong>e<br />
indipendente, anche <strong>il</strong> premier ha pieno diritto di<br />
occuparsene. Si cominci a ragionare non più di un<br />
potere opposto agli altri ma di servizio ai cittadini»<br />
di Ubaldo Casotto<br />
Michele Vietti, avvocato torinese,<br />
docente universitario, già parlamentare<br />
dell’Udc, ha presieduto<br />
in precedenti legislature la Commissione<br />
ministeriale per la riforma del diritto<br />
societario ed è stato sottosegretario<br />
al ministero della Giustizia nel secondo<br />
governo Berlusconi. Attualmente è vicepresidente<br />
del Consiglio superiore della<br />
magistratura. Riservato, soprattutto quando<br />
si deve parlare di giustizia, accetta questa<br />
intervista sulle polemiche nate intorno<br />
alle intercettazioni del presidente della<br />
Repubblica e al dibattito sulla loro<br />
riforma che ne è scaturito, con toni aspri<br />
non solo tra esponenti politici, ma anche<br />
tra personaggi delle istituzioni (quelli dei<br />
giornalisti non fanno più notizia).<br />
Il presidente del Consiglio, Mario Monti,<br />
in un’intervista a <strong>Tempi</strong>, parlando delle<br />
intercettazioni telefoniche e del caso<br />
che ha coinvolto <strong>il</strong> capo dello Stato, ha<br />
usato due parole che hanno scatenato<br />
la polemica reazione di alcuni giornali<br />
e di taluni magistrati. Sono finiti sotto<br />
accusa l’aggettivo “grave”, riferito dal<br />
presidente del Consiglio all’ascolto e<br />
alla registrazione delle telefonate del<br />
presidente della Repubblica Giorgio<br />
Napolitano, e <strong>il</strong> sostantivo “abusi”. Lei<br />
pensa che Monti abbia usato correttamente<br />
questi due termini?<br />
Io penso che <strong>il</strong> presidente del Consiglio<br />
abbia tutto <strong>il</strong> diritto di parlare di questioni<br />
attinenti alla giustizia, perché sin<br />
dalla nascita del suo governo ha rivendicato<br />
correttamente la stretta correlazione<br />
che lega <strong>il</strong> buon funzionamento del sistema<br />
giudiziario al buon funzionamento<br />
del sistema economico e al buon funzionamento<br />
del sistema paese. Non mi scandalizza<br />
che chi deve risanare <strong>il</strong> paese parli<br />
di giustizia, che non è una variab<strong>il</strong>e indipendente<br />
di un’economia che funzioni.<br />
14 | 5 settembre 2012 | |<br />
Monti ha parlato in modo specifico di<br />
intercettazioni.<br />
Del sistema giustizia fanno parte le<br />
intercettazioni, che in un paese civ<strong>il</strong>e debbono<br />
rispettare tre interessi concorrenti:<br />
quello degli inquirenti di disporre di un<br />
insostituib<strong>il</strong>e strumento di indagine al<br />
cui ut<strong>il</strong>izzo non si devono frapporre ostacoli<br />
speciosi; quello della libera stampa<br />
di esercitare <strong>il</strong> suo diritto all’informazione,<br />
attraverso cui si esercita anche <strong>il</strong> controllo<br />
democratico delle istituzioni e dei<br />
suoi rappresentanti; e, infine, quello della<br />
riservatezza, che nel concorso con gli<br />
altri due diritti può affievolirsi nei confronti<br />
degli indagati, almeno da una certa<br />
fase processuale, quando viene meno<br />
<strong>il</strong> segreto, ma che, viceversa, va rigorosamente<br />
tutelato a norma di Costituzione<br />
nei confronti dei terzi estranei alle indagini,<br />
specie quando riferiscono circostanze<br />
ininfluenti e prive di r<strong>il</strong>evanza penale.<br />
Le sembra una fotografia dei giornali<br />
italiani?<br />
Dire che nella nostra<br />
cronaca più o meno recente<br />
l’equ<strong>il</strong>ibrio tra questi<br />
diritti sia stato sempre<br />
rispettato senza che si siano<br />
verificati abusi vuol<br />
dire recitare la parte di<br />
Alice nel paese delle meraviglie.<br />
Perciò credo che un<br />
intervento normativo su<br />
questa materia sia opportuno,<br />
non con spirito di rivalsa contro<br />
qualcuno e tanto meno contro un ufficio<br />
giudiziario, né prendendo spunto dalla<br />
contingenza, che inevitab<strong>il</strong>mente porta<br />
con sé strascichi polemici, ma con la lucidità<br />
e la visione generale che dovrebbero<br />
sempre ispirare <strong>il</strong> legislatore, <strong>il</strong> quale scrive<br />
regole generali e astratte e non consuma<br />
mai vendette.<br />
A proposito di insostituib<strong>il</strong>ità delle<br />
intercettazioni, le leggo una frase di<br />
Michele Vietti è stato<br />
nominato vicepresidente<br />
del Csm nel 2010. Suo<br />
predecessore al vertice<br />
dell’autogoverno della<br />
magistratura è stato<br />
proprio l’ex ministro<br />
dell’Interno Nicola<br />
Mancino, ora finito al<br />
centro dell’inchiesta sulla<br />
trattativa Stato-mafia<br />
Roberto Scarpinato, pubblico ministero<br />
a Caltanissetta: «Unico momento<br />
di visib<strong>il</strong>ità del modo in cui viene realmente<br />
esercitato <strong>il</strong> potere sono rimaste<br />
le intercettazioni; solo le macchine (le<br />
microspie) ci consentono di ascoltare<br />
in diretta la vera e autentica voce del<br />
potere. Le intercettazioni sono rimaste<br />
l’ultimo tallone di Ach<strong>il</strong>le di un potere<br />
che nel tempo ha sempre più circondato<br />
di segreto <strong>il</strong> proprio operato, perché