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IL CASO<br />
WIKILEAKS ALLA SBARRA<br />
La nebbia<br />
che avvolge<br />
Mr. Trasparenza<br />
L’indefinib<strong>il</strong>e vicenda di Julian Assange<br />
dimostra che nemmeno l’impero senza<br />
frontiere della glasnost globale è pronto<br />
a subire l’invasione degli ambigui adoratori<br />
del diritto di cronaca. Una déjà vu del 1987<br />
di Mattia Feltri<br />
Julian assange e Mathias Rust. Bella<br />
coppia, eh? Ricordate chi è Mathias<br />
Rust? È un aviatore tedesco che nel<br />
1987 con un piccolo aereo da turismo<br />
atterrò a Mosca, vicino al Teatro Bolscioi,<br />
e se ne andò a parcheggiare l’apparecchio<br />
sulla Piazza Rossa. I giornali lo presentarono<br />
come un pazzo. Aveva diciannove<br />
anni, e sul suo conto se ne ipotizzò<br />
una quantità. Il desiderio di Rust era<br />
semplicemente di violare un confine per<br />
dimostrare quanto fosse assurda e frag<strong>il</strong>e<br />
quella linea che da quarantadue<br />
anni divideva l’Occidente democratico<br />
dall’Est comunista. Era un atto di pace,<br />
<strong>il</strong> suo. Uno sconsiderato atto di pace e<br />
di libertà. Era però persuaso che <strong>il</strong> suo<br />
gesto sarebbe stato perdonato in quanto<br />
plateale, e che sarebbe stato perdonato<br />
perché in quei mesi Micha<strong>il</strong> Gorbaciov<br />
aveva preso a parlare di perestrojka<br />
e di glasnost, di rinnovamento e di trasparenza.<br />
Anche quelle due parole contribuirono<br />
a fargli avere, di lì a qualche<br />
anno, <strong>il</strong> premio Nobel per la pace, quella<br />
pace – e quella libertà – che Rust l’ingenuo,<br />
Rust <strong>il</strong> pazzo voleva portare fin nel<br />
cuore del soviet. Rust venne condannato<br />
a quattro anni di gulag per spionaggio.<br />
C’è chi pensa che <strong>il</strong> gulag fosse affare<br />
30 | 5 settembre 2012 | |<br />
di Stalin, forse di Krusciov e di Breznev.<br />
Invece no, <strong>il</strong> gulag fu affare di tutti, fino<br />
all’ultimo minuto. Il direttore del carcere,<br />
dove Rust attendeva <strong>il</strong> trasferimento<br />
in Siberia, prese in simpatia <strong>il</strong> ragazzo e<br />
con una più che cospicua serie di diavolerie<br />
riuscì a evitargli <strong>il</strong> gulag, dove correva<br />
<strong>il</strong> rischio di incontrare uno dei molti<br />
ufficiali e sottufficiali e soldati che –<br />
poiché non erano stati capaci di neutralizzare<br />
<strong>il</strong> suo volo – erano stati licenziati<br />
e mandati al campo di lavoro siberiano.<br />
Idealisti naïf o pericolose spie?<br />
Probab<strong>il</strong>mente Assange non è mosso dai<br />
medesimi sentimenti di purezza quasi<br />
fanciullesca che mossero Rust. Però,<br />
come Rust, sta ponendo un problema di<br />
confini e di libertà. Quali sono i confini<br />
che un giornalista – per quanto sia vago<br />
<strong>il</strong> termine oggi che l’informazione sfugge<br />
sempre più alle nostre mani e si concentra<br />
su internet attraverso tutti, blogger,<br />
hacker, sofisticatissimi d<strong>il</strong>ettanti – è<br />
tenuto a rispettare? Qual è <strong>il</strong> limite invalicab<strong>il</strong>e<br />
della sua libertà d’informazione?<br />
Julian Assange è <strong>il</strong><br />
fondatore di Wik<strong>il</strong>eaks,<br />
organizzazione no profit<br />
che si prefigge di<br />
intercettare e divulgare<br />
le verità nascoste dei<br />
potenti della Terra.<br />
Assai spesso le carte<br />
“top secret” pubblicate<br />
contengono più<br />
suggestioni e gossip<br />
diplomatico che notizie<br />
Da sempre i giornalisti non sognano altro che<br />
di oltrepassare frontiere invalicab<strong>il</strong>i in nome<br />
(pomposamente) della libertà. Ma una volta<br />
erano pronti a subirne le conseguenze. Oggi?<br />
Dov’è che si possono mettere le mani e<br />
dov’è che no?<br />
Assange, per i pochi che non lo sapessero,<br />
era l’editor in chief, <strong>il</strong> direttore di<br />
Wik<strong>il</strong>eaks, l’organizzazione no profit che<br />
si prefigge – forse con uno<br />
spirito non meno utopistico<br />
di quello che portò Rust<br />
sulla Piazza Rossa – di svelare<br />
le porcherie del mondo<br />
in nome della trasparenza